X-Git-Url: http://git.piffa.net/web?a=blobdiff_plain;ds=sidebyside;f=servizi.html;h=1f9e62b01871aca9995ab8a707f95cd4c0ef1138;hb=HEAD;hp=b0afe3b0e3cd1d9821253d8d59e1f4d988480b2a;hpb=735f5fe133a474f8b6752f664edb3098ba6a7d6f;p=doc%2F.git diff --git a/servizi.html b/servizi.html index b0afe3b..1f9e62b 100644 --- a/servizi.html +++ b/servizi.html @@ -4,288 +4,249 @@ + "HTML Tidy for Linux (vers 25 March 2009), see www.w3.org"> + "Docutils 0.6: http://docutils.sourceforge.net/"> Servizi di rete passo a passo @@ -295,8 +256,9 @@

Servizi di rete passo a passo

- Appunti sulla installazione e configurazione dei servizi

+ "appunti-sulla-installazione-e-configurazione-dei-servizi-di-rete-in-ambiete-gnu-linx"> + Appunti sulla installazione e configurazione dei servizi di + rete in ambiete Gnu/Linx
@@ -319,18 +281,22 @@ - +
Version:0.70.95
-

Questa guida e' dedicata agli studenti delle lezioni di - informatica tenute da Andrea nel lab208. Nella parte iniziale - sono presenti alcuni richiami alle impostazioni di rete e di - installazione del laboratorio 208 (lab208) dove generalmente si - tengono le lezioni. Questi parametri non sono interessanti per - chiunque si trovasse al di fuori della rete piffa.net .

+

Questa guida tratta la configurazione di base dei principali + servizi di rete utilizzati con sistemi operativi Unix + e derivati come GNU/Linux per gli studenti dei corsi + per amministratori di rete in ambiente GNU/Linux. In + particolare questa guida e' stata scritta usando come + riferimento la distribuzione Debian GNU/Linux. Gli + esempi presentati dovrebbero quindi essere direttamente + utilizzabili anche su distribuzioni derivate da Debian come + Ubuntu, per sistemi operativi diversi si presti attenzione ai + percorsi dei file citati.

Indice degli argomenti

@@ -338,488 +304,748 @@
-

Generato con: Generato il 2010-05-19 con: http://docutils.sourceforge.net/rst.html

1   Configurazione sistema

+ "#id9">1   Configurazione sistema

1.1   Solo per uso interno

+ "#id10">1.1   Solo per uso interno

Impostazioni di base per la configurazione del sistema operativo e della rete nel laboratorio 208 facente parte della rete piffa.net .

-

Qui riportati per comodita' degli studenti (e del - docente che non sara' mai piu' costretto a - ripeterli continuamente! ). Gli altri lettori potranno - tenerli presenti per cercare di comprendere gli esempi nel - testo. Ad esempio: quando leggerete 10.10.208.254:3128 saprete che si tratta - del nostro proxy http, stara' quindi a voi - sostituire i dati con gli ip della vostra - rete.

+

Sono qui riportati i parametri della rete locale per + comodita' degli studenti, gli altri lettori possono + considerarli come riferimento per comprendere i valori + espressi nei vari file di configurazione. Ad esempio: + quando leggerete 10.10.208.248:3128 saprete che si + tratta del nostro proxy http in ascolto sulla + porta 3128, stara' quindi a voi sostituire i + dati con gli equivalenti IP della vostra rete.

1.2   Rete

+ "#id11">1.2   Rete

Parametri della rete attualmente in uso:

- - + + @@ -848,50 +1074,135 @@ - + - + - + + +
gateway10.10.208.25410.10.208.248
gatewayDNS10.10.208.250 persistente10.10.208.248
- - DNS +

Dal server locale degli studeti, + Bender, corrispondente all'IP 10.10.208.248, vengono erogati i + servizi DHCP, DNS, gateway (con NAT), proxy http e mirror + della distribuzione Debian ( http://debian.piffa.net). + Altri servizi in esecuzione sul server:

- 10.10.208.254 - + -

Sul portatile di Andrea, corrispondente all'ip 254, gira - un DHCP, proxy http e mirror di Debian ( http://debian.piffa.net). Se - Andrea non e' in aula (o ancora peggio non c'e' il suo - portatile Net) gli studenti dovranno darsi un indirizzo ip - manualmente e disabilitare il proxy (che pero' e - trasparente, quindi fate pure come se non ci fosse ;) . - Questo in attesa che si sappia se sara' nuovamente - utilizzabile il vecchio server Bender.

+

Durante il corso delle lezioni e' opportuno che le + macchine degli studenti si appoggino al server Bender + (ottetto finale 248), nel + caso questo non fosse raggiungibile (ad esempio per + permettere impostazioni di DHCP / routing diverse) sara' + comunque disponibile il 10.10.208.254 come gateway | DNS + per la rete 10.10.208.10.

+ +

Non e' piu' possibile raggiungere + Bender tramite l'IP pubblico 212.22.136.248 o qualsiasi + altro ip della classe C + 212.22.136.0/24 precedentemente disponibile.

+ +

Il computer del docente con il server VNC e' sempre + configurato con l'ottetto finale: 177 della rete utilizzata durante + le lezioni (quindi generalmente la VNC sara' disponibile + sul 10.10.208.177:1.

+ +

Gli studenti sono pregati di non impedire l'accesso SSH + alla propria macchina dal computer del docente, e non + modificare la password dell'utente root del sistema operativo + pre-istallato (ad es: Diurno).

+ +
+

1.2.1   interfaces

+ +

Segue un esempio del file di configurazione della + scheda di rete con configurazione statica:

+ +

/etc/network/interfaces:

+
+# /etc/network/interfaces -- configuration file for ifup(8), ifdown(8)
+
+# The loopback interface
+iface lo inet loopback
+
+# La prima scheda di rete (se si chiama eth0)
+iface etho inet static
+  # esempio con dhcp:
+  # iface etho inet dhcp
+address 10.10.208.101
+netmask 255.255.255.0
+network 10.10.208.0
+broadcast 10.10.208.255
+gateway 10.10.208.254
+
+# Quali interfaccie devono partire automaticamente:
+auto lo eth0
+
+ +

Controllare il nome della propria scheda di rete: a + volte udev rinomina la prima scheda a eth1, oppure potreste avere piu' + di una scheda di rete (anche un'interfaccia + firewire puo' essere automaticamente abilitata + come scheda di rete).

+ +

Se si usano schede di rete virtuali ( eth0:1 + , eth0:1 , ...) ricordarsi che queste dipendono dalla + scheda fisica a cui sono associate: abbattere con + ifconfig down eth0 la + scheda principale fara' cadere anche queste. Tornando ad + attivare la scada principale con ifconfig eth0 up la virtuale + tornera' attiva: nel caso voleste disabilitarla dovrete + quindi sempre abbattere manualmente la scheda virtuale + prima della scheda reale.

+ +

I DNS vanno indicati nel file /etc/resolv.conf , la cui + sintassi e' spiegata al punto 4.6 . Come DNS si + deve usare il server Bender, alcuni parametri + dei software di installazione, risoluzione dei mirror, + vengono opportunamente modificatia da questo DNS.

+

1.3   Bash completion

+ "#id13">1.3   Bash completion

Il completamento automatico della shell (che si attiva premendo il tasto tab una o due volte mentre si sta @@ -904,18 +1215,14 @@ automatico con i nomi dei pacchetti e oggetti dei comandi: ad es. volendo digitare apt-get - inst[TAB] xtigh[TAB] ora verra' completatato + inst[TAB] xtigh[TAB] ora verra' completato automaticamente sia la parola install - che il nome del pacchetto xtightvncviewer.

+ "docutils literal">install che il nome del pacchetto + xtightvncviewer.

Abilitare /etc/bash_completion nel file /etc/bash.bashrc oppure includerlo nel - proprio /etc/bash.bashrc oppure includerlo + nel proprio ~/.bashrc (che sarebbe il file nascosto, quindi con un punto all'inizio del nome del file, di configurazione della shell bash per ogni @@ -932,7 +1239,7 @@ echo ". /etc/bash_completion" >> ~/.bashrc export PS1='\h:\w\$ ' umask 022 -# Decommentare le seguenti righr per abilitare la colorazione dei +# De-commentare le seguenti righe per abilitare la colorazione dei # nomi dei file: export LS_OPTIONS='--color=auto' eval "`dircolors`" @@ -940,7 +1247,7 @@ umask 022 alias ll='ls $LS_OPTIONS -l' alias l='ls $LS_OPTIONS -lA' -# Some more alias to avoid making mistakes: +# Abilitare i seguenti alias per impostare la conferma per cancellare file # alias rm='rm -i' # alias cp='cp -i' # alias mv='mv -i' @@ -949,16 +1256,15 @@ umask 022 . /etc/bash_completion -

Il file /etc/bash_completion deve essere presente - nel sistema, in caso contrario installare il pacchetto: - Il file /etc/bash_completion deve essere + presente nel sistema, in caso contrario installare il + pacchetto: bash-completion. Generalmente l'utente - root ha un file .bashrc - preimpostato analogo a quello citato sopra, a differenza - dei normali utenti di sistema.

+ root ha un file + .bashrc preimpostato + analogo a quello citato sopra, a differenza dei normali + utenti di sistema.

Links:

@@ -970,121 +1276,192 @@ umask 022
  • Working more productively with bash 2.x/3.x
  • + +
  • UNIX / Linux Shell Scripting Tutorial: http://steve-parker.org/sh/sh.shtml
  • 1.4   Vim

    + "#id14">1.4   Vim

    Vim e' l'editor di testo preferito dai sistemisti, quindi sara' conveniente impostare fin da subito alcune impostazioni per renderlo piu' comodo.

    Assicurarsi che sia installata nel sistema la versione - completa dell'editor vim - nstallando il pacchetto vimi:

    + completa dell'editor installando il pacchetto vim:

    -       # apt-get install vim
    -
    -e modificare il file di configurazione generale ``/etc/vim/vimrc`` ::
    -
    -   " All system-wide defaults are set in $VIMRUNTIME/debian.vim (usually just
    -   " /usr/share/vim/vimcurrent/debian.vim) and sourced by the call to :runtime
    -   " you can find below.  If you wish to change any of those settings, you should
    -   " do it in this file (/etc/vim/vimrc), since debian.vim will be overwritten
    -   " everytime an upgrade of the vim packages is performed.  It is recommended to
    -   " make changes after sourcing debian.vim since it alters the value of the
    -   " 'compatible' option.
    -
    -   " This line should not be removed as it ensures that various options are
    -   " properly set to work with the Vim-related packages available in Debian.
    -   runtime! debian.vim
    -
    -   " Uncomment the next line to make Vim more Vi-compatible
    -   " NOTE: debian.vim sets 'nocompatible'.  Setting 'compatible' changes numerous
    -   " options, so any other options should be set AFTER setting 'compatible'.
    -   "set compatible
    -
    -   " Vim5 and later versions support syntax highlighting. Uncommenting the next
    -   " line enables syntax highlighting by default.
    -   syntax on
    -
    -   " If using a dark background within the editing area and syntax highlighting
    -   " turn on this option as well
    -   set background=dark
    -
    -   " Uncomment the following to have Vim jump to the last position when
    -   " reopening a file
    -
    -   if has("autocmd")
    -     au BufReadPost * if line("'\"") > 0 && line("'\"") <= line("$")
    -       \| exe "normal! g'\"" | endif
    -   endif
    -
    -   " Uncomment the following to have Vim load indentation rules and plugins
    -   " according to the detected filetype.
    -   if has("autocmd")
    -     filetype plugin indent on
    -   endif
    -
    -   " The following are commented out as they cause vim to behave a lot
    -   " differently from regular Vi. They are highly recommended though.
    -   set showcmd             " Show (partial) command in status line.
    -   "set showmatch          " Show matching brackets.
    -   set ignorecase          " Do case insensitive matching
    -   "set smartcase          " Do smart case matching
    -   "set incsearch          " Incremental search
    -   set autowrite           " Automatically save before commands like :next and :make
    -   "set hidden             " Hide buffers when they are abandoned
    -   "set mouse=a            " Enable mouse usage (all modes) in terminals
    -
    -   " Source a global configuration file if available
    -   " XXX Deprecated, please move your changes here in /etc/vim/vimrc
    -   if filereadable("/etc/vim/vimrc.local")
    -     source /etc/vim/vimrc.local
    -   endif
    +# apt-get install vim
     
    + +

    Modificare poi il file di configurazione generale + /etc/vim/vimrc

    +
    +" All system-wide defaults are set in $VIMRUNTIME/debian.vim (usually just
    +" /usr/share/vim/vimcurrent/debian.vim) and sourced by the call to :runtime
    +" you can find below.  If you wish to change any of those settings, you should
    +" do it in this file (/etc/vim/vimrc), since debian.vim will be overwritten
    +" everytime an upgrade of the vim packages is performed.  It is recommended to
    +" make changes after sourcing debian.vim since it alters the value of the
    +" 'compatible' option.
    +
    +" This line should not be removed as it ensures that various options are
    +" properly set to work with the Vim-related packages available in Debian.
    +runtime! debian.vim
    +
    +" Uncomment the next line to make Vim more Vi-compatible
    +" NOTE: debian.vim sets 'nocompatible'.  Setting 'compatible' changes numerous
    +" options, so any other options should be set AFTER setting 'compatible'.
    +"set compatible
    +
    +" Vim5 and later versions support syntax highlighting. Uncommenting the next
    +" line enables syntax highlighting by default.
    +syntax on
    +
    +" If using a dark background within the editing area and syntax highlighting
    +" turn on this option as well.
    +set background=dark
    +
    +" Uncomment the following to have Vim jump to the last position when
    +" reopening a file
    +
    +if has("autocmd")
    +  au BufReadPost * if line("'\"") > 0 && line("'\"") <= line("$")
    +    \| exe "normal! g'\"" | endif
    +endif
    +
    +" Uncomment the following to have Vim load indentation rules and plugins
    +" according to the detected filetype.
    +" This is not recommanded if you often copy and paste into vim,
    +" as it messes all the indentation.
    +if has("autocmd")
    +  filetype plugin indent on
    +endif
    +
    +" This goes for comments folding: use co to expnad and zc to compress,
    +" zi to toggle on/off
    +set fdm=expr
    +set fde=getline(v:lnum)=~'^\\s*#'?1:getline(prevnonblank(v:lnum))=~'^\\s*#'?1:getline(nextnonblank(v:lnum))=~'^\\s*#'?1:0
    +
    +" The following are commented out as they cause vim to behave a lot
    +" differently from regular Vi. They are highly recommended though.
    +set showcmd             " Show (partial) command in status line.
    +"set showmatch          " Show matching brackets.
    +# Ignorecase is quite userfull
    +set ignorecase          " Do case insensitive matching
    +"set smartcase          " Do smart case matching
    +"set incsearch          " Incremental search
    +set autowrite           " Automatically save before commands like :next and :make
    +"set hidden             " Hide buffers when they are abandoned
    +"set mouse=a            " Enable mouse usage (all modes) in terminals
    +
    +" Source a global configuration file if available
    +" XXX Deprecated, please move your changes here in /etc/vim/vimrc
    +if filereadable("/etc/vim/vimrc.local")
    +  source /etc/vim/vimrc.local
    +endif
    +
    + +

    I principianti faranno bene ad esercitarsi con + vimtutor it.

    + +

    Altri link per VIM:

    + +

    1.5   VNC

    + "#id15">1.5   VNC

    I Virtual Network Computing (o VNC) sono software di - controllo remoto e servono per amministrare il proprio - computer a distanza o visuallizare la sessione di lavoro di - un altro computer sul proprio a scopo didattico. - Installando un server VNC sulla propria macchina ed - impostando una opportuna password si consente ai client VNC - di ricevere una immagine dello schermo ed eventualmente di - inviare input di tastiera e mouse al computer server - (durante le lezioni questo non e' possibile per gli - studenti, solo Andrea esegue i comandi). In pratica si può - gestire il computer server da un'altra postazione, come se - fosse il proprio computer fisico.

    - -

    Scaricare il pacchetto xtightvncviewer e lo script guarda.sh - in una posizione (collocazione nel path degli - utenti, es echo $PATH per - visualizzare l'attuale path ) comoda per gli utenti ( in - genere /bin ), rndere eseguibile lo script.

    + controllo remoto e servono per amministrare un computer a + distanzai. Nel nostro caso la VNC sara' utilizzata per + visualizzare la sessione di lavoro di un altro computer sul + proprio a scopo didattico.

    + +

    Per collegarvi al server del docente usate lo script + guarda.sh che dovrebbe + gia essere disponibili sui sistemi preconfigurati, oppure + potete invocare direttamente il collegamento con:

    +
    +xtightvncviewer -viewonly 10.10.208.177:1
    +
    + +

    Se il comando non fosse disponibile installate il + pacchetto xtightvncviewer. Potete anche + scaricare lo script guarda.sh e renderlo eseguibile, ed + eventualmente creare una voce nel menu di KDE per + richiamarlo.

    Procedura:

     su root
    -cd /bin
    -wget http://debian.piffa.net/guarda.sh
    +cd /usr/local/bin
    +wget http://bender/guarda.sh
     chmod +x guarda.sh
     exit
     
    +

    Per eseguire lo script digitare semplicemente guarda.sh, oppure creare un link / + collegamento sul Desktop allo script /usr/local/bin/guarda.sh.

    + +

    Le impostazioni del server VNC sono:

    + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
    ParametroValore
    IP10.10.208.177:1
    Server grafico:1
    passwordpassword
    +

    Si noti che non e' possibile lanciare un applicativo sul server grafico di un utente da una shell in cui si sta lavorando come altro utente, anche se root. E' quindi @@ -1092,23 +1469,18 @@ exit inizialmente nella sessione grafica per poter lanciare lo script guarda.sh da una shell.

    -

    Controllare con whoami di - essere l'utente normale (es utente - | studente | - proprio nome ), in caso si sia assunta una altra - id si apra un altra shell o si esca da - quella attuale con exit .

    +

    Controllare con whoami + di essere l'utente normale (es utente | studente | proprio nome ), + in caso si sia assunta una altra id si apra un altra shell o si esca + da quella attuale con exit .

    1.6   Lista dei pacchetti di + "#id16">1.6   Lista dei pacchetti di base

    I pacchetti installati generalmente kde-core e' piu' leggero del - pacchetto kde, esiste anche un equivalente - gnome-core gnome e il log-in manager - gdm per il l'ambiente grafico - Gnome. + pacchetto kde. + Esiste un equivalente gnome-core per chi preferisce + Gnome, nel caso si potrebbe installare il log-in + manager gdm al posto di + kdm. @@ -1147,46 +1518,41 @@ kde-core kdm kde-i18n-it xorg vim less xtightvncviewer

    1.7   Apt configurazione

    + "#id17">1.7   Apt configurazione

    Vediamo i due file principali di apt:

      -
    • /etc/apt/sources.list
    • +
    • /etc/apt/sources.list
    • -
    • /etc/apt/apt.conf
    • +
    • /etc/apt/apt.conf

    1.7.1   sources.list

    + "#id18">1.7.1   sources.list

    Questo file contiene i sorgenti da cui apt preleva i pacchetti da installare tramite dpkg, vengono quindi precisati i metodi (ad es. http / ftp / cdrom / file), la release che si vuole tracciare (es - stable, testing, - unstable oppure i - corrispondenti release name es: Lenny, - Squeeze, Sid), i rami di interesse (es: - main che e' l'archivio principale, - stable, testing, + unstable oppure i corrispondenti release name es: + Lenny, Squeeze, Sid), i + rami di interesse (es: main che e' l'archivio + principale, non-free per il software non libero, - contrib per i pacchetti non realizzati - dai manutentori ufficiali).

    + contrib per i pacchetti + non realizzati dai manutentori ufficiali).

    Gli archivi sono generalmente:

      -
    • deb per pacchetti Debian binari
    • +
    • deb per pacchetti + Debian binari, pronti per l'installazione.
    • deb-src per i pacchetti sorgenti @@ -1196,167 +1562,197 @@ kde-core kdm kde-i18n-it xorg vim less xtightvncviewer tempo e banda.
    -

    /etc/apt/sources.list

    +

    /etc/apt/sources.list

     # esempio di accesso a un CDROM:
     # cdrom:[Debian GNU/Linux 5.0.1 _Lenny_ - Official i386 kde-CD Binary-1 20090$
     
    -# Archivio principale debian via http su piffa.net,
    -# non funziona al difuori dell'aula dei corsi
    -deb http://debian.piffa.net/debian/ Lenny main
    -# deb http://debian.piffa.net/debian/ Lenny  non-free contrib
    +# ftp.it.debian.org viene rediretto su un mirror interno
    +# quando vi trovate nella rete interna piffa.net
    +deb http://ftp.it.debian.org/debian/ lenny main
    +# Sono disponibili anche i rami non-free contrib
    +# deb http://ftp.it.debian.org/debian/ lenny  non-free contrib
    +# Sono disponibili anche le release unstable e testing
    +# deb http://ftp.it.debian.org/debian/ testing  main non-free contrib
    +# deb http://ftp.it.debian.org/debian/ sid  main non-free contrib
    +
    +# Sorgenti dei pacchetti:
    +# deb-src http://ftp.bononia.it/debian/ lenny main
     
    -# Mirror da kernel.org da usare a casa:
    -deb http://mirrors.eu.kernel.org/debian/ Lenny main
    +# Mirror da kernel.org europa da usare a casa:
    +deb http://mirrors.eu.kernel.org/debian/ lenny main
     
     # Security dal sito principale
    -deb http://security.debian.org/ Lenny/updates main
    -deb-src http://security.debian.org/ Lenny/updates main
    +deb http://security.debian.org/ lenny/updates main
    +# deb-src http://security.debian.org/ lenny/updates main
     
    -# Debian volatile per le cose soggette a cambiamenti non legati
    -# a dinamiche di sicurezza
    +# Debian volatile per i pacchetti soggetti a frequanti cambiamenti
    +# non legati a dinamiche di sicurezza
     deb http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main
    -deb-src http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main
    +# deb-src http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main
     
    -# Esempio di accesso a un filesystem locale contenente i pacchetti:
    -# deb file:/mnt/mirror Sid main non-free contrib
    +# Esempio di accesso a un file system locale contenente i pacchetti:
    +# Potete scaricarei in aula con debmirror  da debian.piffa.net
    +# un mirror locale da usare poi a casa anche senza internet
    +# deb file:/mnt/mirror sid main non-free contrib
     

    1.7.2   /etc/apt/apt.conf

    + "#id19">1.7.2   /etc/apt/apt.conf

    Questo file contiene le opzioni di apt, come ad esempio il proxy:

    -Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128";
    +Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.248:3128";
     

    Si tenga conto che se si imposta un proxy per apt sul proprio portatile e tornati a casa propria si vuole - scaricare nuovi pacchetti si dovra' disabilitare il - proxy.

    + scaricare nuovi pacchetti si dovra' disabilitare il proxy + commentando la riga con ";" (''punto-e-virgola''). Su un + portatile vi conviene tracciare il mirror ftp.it.debian.org senza impostare + il proxy: in aula verra' rediretto al mirror locale e a + casa vi appoggerete al mirror ufficiale.

    + +

    E' consigliabile impostare il proxy per apt anche in + presenza di un proxy-http trasparente.

    2   Squid

    - -

    Squid e' un proxy cache http (ma anche FTP e https) - robusto e strutturato, puo' essere usato sia in reti - relativamente piccole grazie alla semplicita' di - configurazione che in scenari piu' complessi grazie alla - possibilita' di gestirne in modo granulare le risorse - partendo dalle configurazioni piu' semplici per la semplice - condivisione della navigazione internet, la gestione - degli accessi, il filtraggio dei contenuti (Squid e' una + "#id20">2   Squid + +

    Squid e' un proxy cache http (ma puo' anche gestire i + protocolli FTP e https) robusto e strutturato, grazie alla + sua flessibilita' puo' essere utilizzato sia in piccole reti + locali che in scenari piu' complessi. E' molto semplice + configurarlo per la semplice condivisione della + navigazione internet all'interno di una rete locale, per + poi poter sucessivamente implementare la autenticazione degli + utenti, il filtraggio dei contenuti (Squid e' una applicazione che si muove nel 4' livello del modello TCP/IP a - differenza di un ipfilter limitato al 2') nel l - bilanciamento del carico tra piu' hosts.

    - -
    -
    Inoltre svolge la funzione di anonymizer:
    - -
    nasconde i client http alla rete internet: risulta solo - il server proxy nei log dei server web frequentati dagli - utenti di Squid.
    -
    - -

    Cosa a volte sottovalutata, squid permette la navigazione - web a una rete basata su indirizzi ip privati (es - una 192.168.0.0/24). E se la rete privata deve solo - navigare in internet, non serve un NAT od - altro, basta il solo Squid. Per altro non servira' neanche un - servizio DNS dato che sara' il solo squid a risolvere i - nomi di dominio per i suoi client http.

    - -

    Squid ascolta di default sulla porta 3128, per impostare - apt per utilizzarlo si aggiunga ad /etc/apt/apt.conf

    + differenza di un ipfilter limitato al 2'), il + bilanciamento del carico tra piu' server proxy.

    + +

    Se il server Squid e' in grado di accedere a internet + puor' permette la navigazione web a una rete basata su + indirizzi IP privati (es una 192.168.0.0/24). E se la rete + privata deve solo navigare in internet, non serve introdurre + nella rete un NAT (si veda la sezione sui firewall) per + condividere la connessione: basta il solo Squid. Per altro + non servira' neanche un servizio DNS accessibile dai clients + dato che sara' il solo Squid a risolvere i nomi di dominio + per i suoi client http.

    + +

    Inoltre Squid svolge la funzione di anonymizer: + nasconde i client http alla rete internet: e' solo il server + proxy ad accedere ai server web frequentati dai client: + questi non sono percepiti ed esposti all'esterno della rete + locale ma si relazionano solo con Squid. Dal punto di vista + della sicurezza della rete locale questo e' preferibile ad un + approccio alla navigazione basato su NAT.

    + +

    Squid ascolta di default sulla porta 3128, per quanto in genere la porta + preferita per i servizi di caching http sia la 8080. Per utilizzarlo subito anche + per apt si aggiunga ad /etc/apt/apt.conf

     Acquire::http::Proxy "10.10.208.254:3128";
     
    -

    Per installare Squid si usino i pacchetti:

    +

    Per installare Squid si usi il pacchetto:

     squid3
     

    2.1   Configurazione: + "#id21">2.1   Configurazione: squid.conf

    -

    Segue un estratto delle direttive principali viste in +

    egue un estratto delle direttive principali viste in aula presenti nel file di configurazione /etc/squid3/squid.conf .

    + "docutils literal">/etc/squid3/squid.conf
    .

    2.1.1   Cache_dir

    - -

    Cache dir serve per impostare dimensione e percorso - della cache creata sul supporto di storaggio. Essendo la - dimensione di default della cache pari a ~100 - MB e' altamente - consigliabili aumentare questo parametro se si vuole - poter utilizzare la funzione di cache http del - software.

    - -

    La dimensione ovviamente dipendera' dallo spazio - disponibile, dimensioni tipiche e massime degli oggetti - che si vuole tenere in cache (un solo file .iso e' - circa ``700 MB``, il pacchetto *Openoffice.org cira - 150 - MB, un pacchetto debian - circa 20 MB), numero - dei client.

    + "#id22">2.1.1   Cache_dir + +

    Cache dir serve per impostare caratteristiche + fondamentali della cache creata sul supporto di storaggio + quali dimensione e percorso nel file-system. Essendo la + dimensione di default della cache pari a ~``100 MB`` e' + altamente consigliabili aumentare questo parametro se si + vuole godere dei vantaggi della funzione di cache per + piu' clients.

    + +

    Per stabilire il dimensionamento della cache si tenga + conto dello spazio disponibile, dimensioni tipiche e + massime degli oggetti che si vuole tenere in cache (un + solo file .iso occupa circa 700 MB, il pacchetto + Openoffice.org circa 150 MB, un pacchetto Debian circa 20 + MB), e in fine del numero dei client.

    Si presti poi attenzione alla natura dei dati che - saranno salvati nella cache: sono tutti dati facilmenti - sostituibili (gli originali sono on-line) la cui - perdita non arreca danni permanenti. Questo rende la - cache di Squid un possibile candidato ad un RAID - stripe (livello 0), con vantaggi sia per le - prestazioni (e la velocita' di navigazione e' uno dei - motivi per cui si installa Squid) che per l'utilizzo - estensivo dello spazio di storaggio. Questo fino al - momento in cui per voi non sia piu' importante - garantire la disponibilita' del servizio (se il - RAID stripe dovesse rompersi gli utenti non potrebbero - piu' navigare, cosa che per natura dello stripe e' - maggiormente probabile rispetto ad un mirror o a - un filesytem normale) con un RAID mirror o - 5.

    - -

    Altra considerazione: i dati del proxy vengono slavati - sul filesytem del server dietro richiesta di utenti - esterni talvolta sconosciuti. Come per i servizi di file - sharing o per la posta elettronica non c'e' motivo che il - filesystem su cui sono ospitati questi dati abbia i - privilegi di eseguibilita' o suid (in genere si puo' - anche usare noatime per renderlo piu' veloce, - che si usi o meno il journal dipende dalle preferenze: - affidabilita' oppure prestazioni):

    - -

    /etc/fstab

    -
    +          saranno salvati nella cache: sono tutti dati facilmente
    +          sostituibili (gli originali sono on-line) la cui perdita
    +          causerebbe solo la necessita' di ripopolare la cache.
    +          Questo rende la cache di Squid un possibile candidato ad
    +          un RAID stirpe (livello 0) a ad un file system che
    +          prediliga le performance a scapito della consistenza, con
    +          vantaggi sia per le prestazioni (e la velocita' di
    +          navigazione e' uno dei motivi per cui si installa Squid)
    +          che per l'utilizzo estensivo dello spazio di
    +          storaggio.

    + +

    Questo fino al momento in cui per voi non sia piu' + importante garantire la disponibilita' del servizio: se + il RAID stripe dovesse rompersi gli utenti non potrebbero + piu' navigare, cosa che per natura dello stripe e' piu' + probabile rispetto ad un filesytem normale.

    + +
    +

    2.1.1.1   Opzioni del file + system

    + +

    I dati che compongono la cache vengono salvati sul + filesytem del server dietro richiesta dei client http + degli utenti della rete locale. Come per i servizi di + file sharing o per la posta elettronica non c'e' motivo + che il filesystem su cui sono ospitati questi dati + abbiano i privilegi di eseguibilita' o suid (in genere + si possono anche usare opzioni come noatime per rendere + i file-systems piu' veloci, scegliere di utilizzare un + journal dipende dalla dimesione della cache dalle + preferenze: affidabilita' oppure prestazioni):

    + +

    /etc/fstab

    +
     ...
     # Filesystem per Squid http cache
    -/dev/md3/       /var/spool/squid/       ext3,noexec,nosuid,noatime  0 3
    +/dev/md3/       /var/spool/squid/       ext2,noexec,nosuid,noatime  0 3
     
    +
    +
    -

    Ora possiamo impostare la cache direttamente nel file - /etc/squid3/squid.conf:

    +
    +

    2.1.2   Configurazioni di + Cache_dir

    + +

    Ora possiamo impostare la cache nel file di + configurazione /etc/squid3/squid.conf:

     #TAG: cache_dir (riga 1628)
     #       Usage:
    @@ -1369,24 +1765,21 @@ squid3
     #Default:
     # cache_dir ufs /var/spool/squid3 100 16 256
     cache_dir aufs /var/spool/squid3 300 24 256
    +#         |    |                 |   |  secondo livello di directory
    +#         |    |                 |   directory primo livello
    +#         |    |                 dimensione in MB
    +#         |    path della cache
     #         algoritmo
    -#              path della cache
    -#                                dimensione in MB
    -#                                    directory primo livello
    -#                                       secondo livello di directory
    -
    - -

    Se si modifica la struttura del filesytem della cache - di Squid, ad esempio variando il numero delle directory, - puo' essere opportuno rigenerare la struttura della cache - di squid (per lo meno se si aumenta il numero delle - directory di primo o secondo livello). Tipicamente e' - opportuno cancellare (se si ha *ridotto il numero - delle diectory) la vecchia cache e poi generare una nuova - struttura. Se si vuole star nel sicuro ogni - volta che si modifica l'impostazione delle directory - si svuoti la vecchia cache e se ne generi una - nuova

    + + +

    Se si modifica la struttura della cache di Squid, ad + esempio variando il numero delle directory, puo' essere + opportuno cancellare e rigenerare la cache. Tipicamente + e' consigliabile cancellare (se si ha ridotto il numero + delle directory) la vecchia cache e poi generare una + nuova struttura. Se si vuole star nel sicuro ogni volta + che si modifica l'impostazione delle directory si svuoti + la vecchia cache e se ne generi una nuova:

     # /etc/init.d/squid3 stop
     # rm -r /var/spool/squid3/??
    @@ -1397,11 +1790,11 @@ cache_dir aufs /var/spool/squid3 300 24 256
     
             

    2.1.2   TAG: + "#id25">2.1.3   TAG: maximum_object_size

    Questa direttiva imposta la dimensione massima degli - oggetti che vengono slvati sul supporto di storaggio, + oggetti che vengono salvati sul supporto di storaggio, oggetti di dimensioni superiori saranno comunque scaricati ma non tenuti in cache.

    @@ -1427,29 +1820,34 @@ maximum_object_size 150 MB

    2.1.3   TAG: cache_mem

    - -

    Cache_mem imposta quanta memoria RAM venga - utilizzata per la cache di Squid. Questo dipendera' dalla - RAM disponibile sul sistema, e da quanta di questa volete - mettere a disposizione di Squid (altri servizi - iimportanti girano sulla stessa macchina?). Questo - paramentro influisce sulle prestazioni e sul degrado dei - supporti di storaggio (sopratutto se magnetici).

    + "#id26">2.1.4   TAG: cache_mem + +

    Cache_mem imposta quanta memoria RAM + venga dedicata alla cache di Squid. Si consideri non solo + quanta RAM sia disponibile sul sistema, ma anche quale + sia l'utilizzo tipico di questo: altri servizi + fondamentali necessitano di molta memoria?

    + +

    Questo parametro per altro influisce sulle prestazioni + e sul degrado dei supporti di storaggio (sopratutto se + magnetici). Ad esempio se si stanno utilizzando dischi + rigidi esterni USB per la cache sara' preferibile cercare + di usare quanta piu' RAM possibile per evitare il + sovraccarico computazionale dovuto alla gestione dello + stack USB, fenomeno evidente sui sistemi embedded come + NAS.

    Se si stesse pensando di usare dell'hardware embedded a basse prestazioni / consumo per realizzare un server gateway / NAT / Squid si tenga - presente che Squid e' relativamente esoso di risorse: - avra' bisogno di una macchina con ~25MB - (MegaByte) di RAM e ~150MHZ di CPU ARM per - servire decorosamente una decina di client http su una - rete ethernet 10/100. In questo caso non fate scendere - cache_mem sotto i 2/4 - MB pena un accesso continuo + presente che Squid e' relativamente esoso di risorse + rispetto agli altri servizi: avra' bisogno di ~25MB (MegaByte) di RAM e + ~150MHZ di CPU ARM per servire decorosamente una + decina di client http su una rete ethernet 10/100. In + questo caso non fate scendere cache_mem sotto i 2/4 MB pena un accesso continuo al supporto di storaggio.

    Se invece si disponesse di una macchina dedicata a @@ -1471,16 +1869,22 @@ cache_mem 100 M

    2.1.4   TAG: + "#id27">2.1.5   TAG: minimum_object_size

    Questo parametro imposta la dimensione minima degli oggetti salvati nella cache. Settato a 0 o a - valori molto piccoli puo' influire negativamente sulla - deframmentazione del filesytem e consumare un numero - elevato di inode (cosa non piu' importante con - ext4 o altri filesytem).

    + "docutils literal">0 o a valori molto piccoli puo' + influire negativamente sulla frammentazione del filesytem + e consumare un numero elevato di inode (cosa non + piu' importante con ext4 o altri filesytem).

    + +

    In scenari con connessioni molto veloci ( >~10Mb), + pochi client (una decina) e server poco performanti nella + velocita' di accesso ai filesystem ( ~20MB/s, per quanto + il limte sia piuttosto il seek-time ) tenere in + cache i file piu' piccoli finisce per aumentare la + latenza della navigazione.

    TAG: minimum_object_size:

    @@ -1499,12 +1903,12 @@ minimum_object_size 0 KB
           

    2.2   Negoziazione degli accesi al + "#id28">2.2   Negoziazione degli accesi al servizio

    -

    Squid e' uno di quei servizi soggetto a problemi di tipo - open relay , si deve quindi limitare la rete che - puo' accedere al servizio.

    +

    Squid fa parte di quei servizi suscettibili di diventare + un open relay, sara' quindi necessario prestare attenzione + a delimitare la rete che puo' accedere al servizio.

    Open Relay:
    @@ -1513,57 +1917,56 @@ minimum_object_size 0 KB indiscriminatamente. La cosa puo' andare bene per servizi come i server web, che aspirano per loro natura al maggior numero possibile di utenti, ma non a servizi come - i proxy http oppure ai server di posta elettronica (che - permetterebbero l'invio di SPAM). + i proxy http oppure ai server di posta elettronica + (adibiti ai soli utenti della rete locale).

    Generalmente non volete che il vostro proxy http venga - usato da persone sconosciute le quali sostanzialmente - navigherebbero sotto l'identita' del vostro proxy - (probabilmente per visionare materiali che non vorrebbero - fossero ricondotti direttamente a loro, per motivi che sta - a voi prendere in considerazione) consumando traffico e - banda della vostra connessione a internet. Tenere Squid in + usato da persone sconosciute ed esterne alla vostra rete, + le quali sostanzialmente navigherebbero sotto + l'identita' del vostro proxy (probabilmente per + visionare materiali che non vorrebbero fossero ricondotti + direttamente a loro) generando traffico e consumando banda + della vostra connessione a internet. Tenere Squid in modalita' Open relay e' al giorno d'oggi un buon modo per essere inseriti in una black list.

    Per poter limitare gli accessi a Squid dal punto di vista dell'applicazione (quarto livello TCP/IP) si identifichera' inizialmente l'entita' rete locale - (es: localnet) con una ACL di tipo - src (indirizi IP sorgenti) indicando la classe - / range di ip della nostra rete.

    + (es: localnet) con una + ACL di tipo src (indirizzi IP sorgenti) indicando + la classe / range di IP della nostra rete.

    Dopodiche l'accesso (http_access) si concedera' + "docutils literal">http_access) si concedera' (allow) a questa entita' (es: localnet) negando chiunque altro. + "docutils literal">localnet) negando chiunque altro.

    Per maggiori dettagli sulla sintassi utilizzabile per - esprimere i range di ip: http://www.visolve.com/squid/squid24s1/access_controls.php

    +

    E' poi sempre possibile tenere il proxy in ascolto su un + solo indirizzo IP, nel caso si disponga di piu' device di + rete, oppure settare un IP firewall per limitare il + traffico in base al protocollo IP.

    +

    2.2.1   ACL e http access

    + "#id29">2.2.1   ACL e http access

    Si proceda a creare una ACL di - tipo src per identificare la lostra rete - locale, poi si abiliti l'accesso a questa con la - direttiva http_access. Tutto quanto non e' - espressamente autorizzato viene poi negato da un - http_access deny - all finale.

    + "docutils literal">ACL di tipo src per identificare la nostra + rete locale, poi si abiliti l'accesso a questa con la + direttiva http_access. + Tutto quanto non e' espressamente autorizzato viene poi + negato da un http_access + deny all finale.

     #  TAG: acl
     #       Defining an Access List
    @@ -1612,38 +2015,34 @@ http_access allow localnet
     
           

    2.3   Testare Squid

    + "#id30">2.3   Testare Squid -

    Configurato squid e' fondamentale testarne il corretto - funzionamento per assicurarsi di non aver creato un - open-relay. Per fare dei test significativi serve - utilizzare degli host remoti: ci si connetta via ssh a - questi per poi utilizzare wget da +

    Dopo aver configurato squid e' fondamentale testarne il + corretto funzionamento per assicurarsi di non aver creato + un open-relay. Per fare dei test significativi + serve utilizzare degli host remoti: ci si connetta via ssh + a questi e si usi wget da riga di comando.

    2.3.1   Client: ~/.wgetrc

    - -

    Nel file .wgetrc (si noti il punto iniziale: e' - un file nascosto) si puo' impostare il proxy per wget. Si - utililizzi l'indirizzo ip del server che si vuole - testare, e si seguano i log /var/log/squid3/access.log sul + "#id31">2.3.1   Client: ~/.wgetrc + +

    Nel file .wgetrc (si + noti il punto iniziale: e' un file nascosto) si puo' + impostare il proxy per wget. Si utilizzi l'indirizzo IP + del server che si vuole testare, e si seguano i log + /var/log/squid3/access.log sul server.

    Da notare che la prova va' fatta su una macchina della rete che si vuole testare, non da localhost. Per altro se si utilizzasse direttamente localhost non si testerebbe la + "docutils literal">localhost non si testerebbe la ACL predisposta, dato che si si rientrerebbe nella ACL (pre-configurata di default) localhost.

    + "docutils literal">localhost.

    .wgetrc
    @@ -1660,7 +2059,7 @@ wget http://www.google.it

    2.3.2   Server: + "#id32">2.3.2   Server: access.log

    Si puo' controllare il corretto funzionamento del @@ -1671,34 +2070,62 @@ wget http://www.google.it

    In oltre e' possibile configurare diversi analizzatori di log come Webalizer per studiare i log di + "docutils literal">Webalizer per studiare i log di Squid.

    +
    +

    3   Tiny proxy

    + +

    Se avete l'esigenza di un proxy server per la condivisione + della connessione ad internet ma non avete la necessita' o le + risorse di un caching proxy come Squid potete + considerare tinyproxy, questo e' molto piu' + leggero (utilizza circa ~2MB di RAM e ovviamente non deve + accedere continuamente ad un file system per lo storaggio + della cache) e risulta piu' semplice nella + configurazione.

    + +

    TinyProxy puo' essere utilizzato come sostituto di + emergenza in una rete in cui Squid e' momentaneamente non + disponibile.

    + +

    File di configurazione: /etc/tinyproxy/tinyproxy.conf

    +
    +# Porta su cui ascoltare
    +Port 3128
    +# IP su cui ascoltare
    +Listen 10.10.208.160
    +# Negoziazione accessi
    +Allow 10.10.208.0/24
    +
    +
    +

    3   Apache

    + "#id34">4   Apache -

    Apache HTTP Server, o piu' comunemente Apache, e' il nome - dato alla piattaforma server Web modulare piu' diffusa (ma - anche al gruppo di lavoro open source che ha creato, - sviluppato e aggiornato il software server), in grado di - operare da sistemi operativi UNIX-Linux e Microsoft.

    +

    Apache HTTP Server, o piu' comunemente Apache (a + patchy NCSA web server ), e' il server web modulare piu' + diffuso e strutturato disponibile con licenza libera, in + grado di operare da sistemi operativi UNIX/Linux e + Microsoft.

    Un server web e' un processo, e per estensione il computer su cui e' in esecuzione, che si occupa di fornire, su richiesta del browser, una pagina web (spesso scritta in HTML). Le informazioni inviate dal server web viaggiano in rete trasportate dal protocollo HTTP. L'insieme di server web - dà vita al World Wide Web, uno dei servizi piu' - utilizzati di Internet.

    + da' vita al World Wide Web, uno dei servizi piu' utilizzati + di Internet.

    3.1   Pacchetti da + "#id35">4.1   Pacchetti da installare::

    @@ -1707,19 +2134,19 @@ wget http://www.google.it

    Con la release 2.0 di Apache viene automaticamente resa disponibile anche la versione SSL (Secure Socket Layer, - cpnnessioni criptate ) del web server.

    + connessioni criptate ) del web server senza che ci sia la + necessita' di installare altri pacchetti.

    3.2   Configurazione di + "#id36">4.2   Configurazione di Apache

    I file di configurazione di apache si trovano nella - cartella: /etc/apache2 e sono strutturati come - descritto nel file /usr/share/doc/apache2/README.Debian.gz + cartella: /etc/apache2 e + sono strutturati come descritto nel file /usr/share/doc/apache2/README.Debian.gz . Sostanzialmente lo schema e' il seguente:

    @@ -1731,7 +2158,7 @@ wget http://www.google.it

    httpd.conf e' il vecchio file di configurazione di Apache1, presente per motivi di - retrocompatibilita' e' generalemente vuoto.

    + retrocompatibilita' e' generalmente vuoto.

    ports.conf
    @@ -1741,9 +2168,7 @@ wget http://www.google.it utilizzando dei virtual hosts generalmente viene specificata per questi la porta su cui ascoltare nel file di configurazione del virtual host, ad es: <VirtualHost *:80> + "docutils literal"><VirtualHost *:80>
    sites-available
    @@ -1771,7 +2196,7 @@ wget http://www.google.it

    3.3   apache.conf

    + "#id37">4.3   apache.conf

    File di configurazione del servizio Apache, contiene le impostazioni generiche (ad esempio utilizzo della RAM e @@ -1788,8 +2213,8 @@ wget http://www.google.it

    Numero di secondi da aspettare prima di chiudere la connessione con il client. Questo parametro serve a liberare le risorse di sistema nel caso che un client, - magar a causa di una connessione particolarmente lenta o - instabili, tenga attivo indefinitivamente un processo di + magari a causa di una connessione particolarmente lenta o + instabili, tenga attivo indefinitamente un processo di apache.
    KeepAlive
    @@ -1797,10 +2222,10 @@ wget http://www.google.it
    L'estensione keep-alive (http 1.0) congiuntamente alle connessioni persistenti (http 1.1) permettono al server di rispondere a piu' richieste dei client mediante - la stessa connessione. Il protocoll http per sua natura - e' senza stato (statelessi ), quindi ogni - risorsa richiesta (per pagine web si pensi ad esempio - alle immagini) dal client necessita di una connessione + la stessa connessione. Il protocollo http per sua natura + e' senza stato (stateless ), quindi ogni risorsa + richiesta (per pagine web si pensi ad esempio alle + immagini) dal client necessita di una connessione autonoma. Keep-alive permette di ottimizzare la connessione anche fino al 50% a seconda delle situazioni e contenuti.
    @@ -1812,7 +2237,7 @@ wget http://www.google.it attribuire le risorse di sistema disponibili al server Apache. Tenere questi parametri bassi serve a limitare il rischio di Denial of Service per il server, nel caso - offra altri servizi. I settagi di default sono come + offra altri servizi. I settagli di default sono come sempre abbastanza conservativi, se si conta di usare il proprio Apache per servire un sito web con molti visitatori sara' necessario aumentare sensibilmente le @@ -1828,23 +2253,22 @@ wget http://www.google.it

    3.4   Installazione di PHP

    + "#id38">4.4   Installazione di PHP

    Pacchetti da installare: php5 - php-pear

    + "docutils literal">php5 php-pear

    3.4.1   Test del modulo + "#id39">4.4.1   Test del modulo php

    Creare nella cartella /var/www - (o altra cartella visibile) un file con estensione *.php - (es /var/ww/info.php contenete codice php - eseguibile dall'interprete, ad es:

    + "docutils literal">/var/www (o altra cartella + visibile) un file con estensione *.php (es /var/www/info.php contenete + codice php eseguibile dall'interprete, ad es:

     <?php phpinfo() ; ?>
     
    @@ -1852,22 +2276,22 @@ wget http://www.google.it

    Questa funzione di php generera' la tipica pagina con le impostazioni attuali per PHP. Richiamando la pagina (es: http://localhost/info.php ) verra + "pre">http://localhost/info.php ) verra' generata dall'interprete PHP la pagina HTML e resa - disponibile tramite Apache ai utclient HTTP, a prova del - correto funzionamento del modulo di PHP e della sua - integrazione con il serv web Apache. In caso contrario se - il client http proporra di scaricare la pagina invece che - visualizzarla nel browser: non funziona l'interprete di - php o sono mal configurati i MIME-type. prima di tutto - assicurarsi di aver fatoo ripartire Apache.

    + disponibile tramite Apache ai client HTTP, a prova del + corretto funzionamento del modulo di PHP e della sua + integrazione con il server web Apache. In caso contrario + se il client http proporra' di scaricare la pagina invece + che visualizzarla nel browser: non funziona l'interprete + di php o sono mal configurati i MIME-type. prima di tutto + assicurarsi di aver fatto ripartire Apache.

    + "installazione-del-supporto-per-mysql-a-php">

    3.4.2   Installazione del supporto - per Mysql

    + "#id40">4.4.2   Installazione del supporto + per Mysql a PHP

    Installare i pacchetti:

    @@ -1877,39 +2301,37 @@ php5-mysql phpmyadmin
               

    Controllare tramite la pagina php.info che sia abilitato il supporto per Mysql (ripartito Apache, ricaricare la pagina e cercare con CTRL+f mysql).

    + "docutils literal">mysql).

    3.4.3   phpmyadmin

    + "#id41">4.4.3   phpmyadmin -

    L'interfaccia web Phpmyadmin non richede +

    L'interfaccia web Phpmyadmin non richiede necessariamente la presenza di un database Mysql locale, - puo' infatti essere utilizzata per gestire databases + puo' infatti essere utilizzata per gestire database remoti (il suo file di configurazione: /etc/phpmyadmin/config.inc.php ). + Nel caso si voglia installare localmente Mysql si + utilizzi il pacchetto /etc/phpmyadmin/config.inc.php ). Nel - caso si voglia installare localmente Mysql si utilizzi il - pacchetto mysql-server .

    Phpmyadmin dovrebbe essere disponibile all'URL: http://localhost/phpmyadmin/, se cosi non fosse controllare che sia incluso il file /etc/phpmyadmin/apache.conf in - /etc/apache2/conf.d/ .

    + "docutils literal">/etc/phpmyadmin/apache.conf in + /etc/apache2/conf.d/ + .

    + "installazione-del-supporto-per-postgresql-a-php">

    3.4.4   Installazione del supporto - per Postgresql

    + "#id42">4.4.4   Installazione del supporto + per Postgresql a PHP

    Installare i pacchetti:

    @@ -1919,38 +2341,36 @@ php5-pgsql phppgadmin
               

    Controllare tramite la pagina php.info che sia abilitato il supporto per PostgreSQL (ripartito Apache, ricaricare la pagina e cercare con CTRL+f pgsql).

    + "docutils literal">pgsql).

    3.4.5   phppgadmin

    + "#id43">4.4.5   phppgadmin

    L'interfaccia web Phppgadmin per il database server - PostgreSQL non richede necessariamente la presenza di un + PostgreSQL non richiede necessariamente la presenza di un database locale, puo' infatti essere utilizzata per - gestire databases remoti (il suo file di configurazione: - /etc/phppgadmin/config.inc.php ). Nel - caso si voglia installare localmente Mysql si utilizzi il - pacchetto postgresql .

    + gestire database remoti (il suo file di configurazione: + /etc/phppgadmin/config.inc.php ). + Nel caso si voglia installare localmente Mysql si + utilizzi il pacchetto postgresql .

    Phpmyadmin dovrebbe essere disponibile all'URL: http://localhost/phppgadmin/, se cosi non fosse controllare che sia incluso il file /etc/phppgadmin/apache.conf in - /etc/apache2/conf.d/ .

    + "docutils literal">/etc/phppgadmin/apache.conf in + /etc/apache2/conf.d/ + .

    3.5   Virtual hosts

    + "#id44">4.5   Virtual hosts
      @@ -1965,23 +2385,21 @@ php5-pgsql phppgadmin

      I virtual host permettono di avere piu' siti internet disponibili tramite lo stesso server web, eventualmente - mappati su un solo indirizzo ip. Sono generalemente di due + mappati su un solo indirizzo IP. Sono generalmente di due tipi:

        -
      • Basati su indirizzi ip. Se si ha la - possibilita' di avere piu' indirizzi ip dedicati per i +
      • Basati su indirizzi IP. Se si ha la + possibilita' di avere piu' indirizzi IP dedicati per i diversi siti che si vuole servire. ES: <VirtualHost 192.168.0.2:80> . Soluzione - dispendiosa, si tende ad usarla solo se servono - certificati di sicurezza (SSL ) dedicati per ogni - sito.
      • + "docutils literal"><VirtualHost + 192.168.0.2:80> . Soluzione dispendiosa, si + tende ad usarla solo se servono certificati di + sicurezza (SSL ) dedicati per ogni sito.
      • Basati su nomi di dominio che puntano allo - stesso ip. Soluzione piu' economica e diffusa che si + stesso IP. Soluzione piu' economica e diffusa che si basa sulle funzionalita' di http 1.1 .
      @@ -1991,90 +2409,104 @@ php5-pgsql phppgadmin

      3.5.1   Gestione DNS

      + "#id45">4.5.1   Gestione DNS

      Prima di tutto per poter impostare i virtual hosts dovete avere un server DNS che risolva i vostri nomi di - dominio sull'indirizzo ip del server. Questo si puo' + dominio sull'indirizzo IP del server. Questo si puo' ottenere in vari modi, ad es:

      -
      Bind (DNS server)
      +
      /etc/hosts
      -
      Impostare i campi A nelle proprie zone gestite - dal server dns Bind. Ad es: Per prove sul proprio sistema potete impostare i + nomi dei vostri virtual server nel file /etc/hosts + .
      + +
      Dnsmasq (DNS server)
      + +
      Utilizzabile al livello della rete locale per + fare dei test, utilizzando direttive come: papo            - A       - 212.22.136.248
      + "pre">address=/davide.piffa.net/10.10.208.178
      Servizio DNS dinamico on line.
      Utilizzare un servizio come ad es: https://www.dyndns.com/ - per mappare nomi di dominio sul proprio indirizzo ip, - comodo ad esempio se si dispone di un indirzzo ip + per mappare nomi di dominio sul proprio indirizzo IP, + comodo ad esempio se si dispone di un indirizzo IP pubblico (anche se dinamico) per la propria connessione ad internet.
      -
      Dnsmasq (DNS server)
      - -
      Utilizzabile a livello locale per fare dei test, - utilizzando direttive come: address=/davide.piffa.net/10.10.208.178
      - -
      /etc/hosts
      +
      Bind (DNS server)
      -
      Per prove strettamente a livello locale - potete impostare i nomi dei vostri virtual server nel - file /etc/hosts .
      +
      Impostare i campi A nelle proprie zone gestite + dal server DNS Bind. Ad es: papo            + A       + 212.22.136.248
      -
      -# dig 177.piffa.net
      +        
      -; <<>> DiG 9.5.1-P1 <<>> 177.piffa.net -;; global options: printcmd -;; Got answer: -;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 38036 -;; flags: qr aa rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 1, AUTHORITY: 0, ADDITIONAL: 0 +
      +

      4.5.2   Eseguire una query DNS con + dig::

      -;; QUESTION SECTION: -;177.piffa.net. IN A +

      Per testare la corretta risoluzione dei vostri nomi di + dominio sui relaivi indirizzi IP si usi dig (o altre + utlity, vedere la sezione relativa i DNS). Dig e' + contenuto nel pacchetto dnsutils.

      -;; ANSWER SECTION: -177.piffa.net. 0 IN A 10.10.208.177 +
      +

      # dig 177.piffa.net

      -;; Query time: 12 msec -;; SERVER: 10.10.208.254#53(10.10.208.254) -;; WHEN: Wed May 6 12:27:08 2009 -;; MSG SIZE rcvd: 47 -
    +

    ; <<>> DiG 9.5.1-P1 <<>> + 177.piffa.net ;; global options: printcmd ;; Got + answer: ;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, + status: NOERROR, id: 38036 ;; flags: qr aa rd ra; + QUERY: 1, ANSWER: 1, AUTHORITY: 0, ADDITIONAL: 0

    -

    La parte interessante e' 177.piffa.net.          - 0       - IN      - A       - 10.10.208.177 . Il nome di - dominio 177.piffa.net viene risolto sull'ip 10.10.208.177 - , nel nostro Apache (che risponde all'ip 10.10.208.177 ) - dovra' essere disponibile un virtual host che corrisponde - al nome 177.piffa.net .

    +

    ;; QUESTION SECTION: ;177.piffa.net. IN A

    + +

    ;; ANSWER SECTION: 177.piffa.net. 0 IN A + 10.10.208.177

    + +

    ;; SERVER: 10.10.208.248#53(10.10.28.248)

    + + +

    La parte interessante e' l'ANSWER SECTION: + 177.piffa.net.          + 0       + IN      + A       10.10.208.177 + . Il nome di dominio 177.piffa.net viene risolto sull'ip + 10.10.208.177 , nel nostro Apache (che risponde all'ip + 10.10.208.177 ) dovra' essere disponibile un virtual host + che corrisponde al nome 177.piffa.net (ServerName) .

    + +

    Il server DNS utilizzato dal sistema e' evidenziato + dalla stringa: ;; SERVER: + 10.10.28.248#53(10.10.28.248) che dovrebbe + corrispondere a quanto impostato nel vostro /etc/resolv.conf. Se il vostro + browser web utilizza un proxy http sara questo a + risolvere i nomi di dominio, tipicamente potete + disabilitare l'uso del proxy per determinati domini nella + sezione di configurazione del browser.

    -
    +

    3.5.2   Virtual host

    + "#id47">4.5.3   Virtual hosts

    Esempio di Virtual host:

    @@ -2086,47 +2518,42 @@ php5-pgsql phppgadmin
     
      -
    1. <VirtualHost \*:80 > - La prima riga indica l'inizio della stanza relativa al - nostro virtual host, che ascolotera' su qualunque - indirizzo ip (nel caso il server abbia piu' indirizzi - dai quali e' raggiungibile) sulla porta 80.
    2. - -
    3. Server/name precisa quale sara' il - nome di dominio a cui verra' associato questo sito - rispetto ad altri eventualmenti presenti sullo stesso - server web.
    4. - -
    5. DocumentRoot : il path della - directory che contiene le pagine del sito.
    6. +
    7. <VirtualHost + \*:80 > La prima riga + indica l'inizio della stanza relativa al nostro virtual + host, che ascoltera' su qualunque indirizzo IP (nel + caso il server abbia piu' indirizzi dai quali e' + raggiungibile) sulla porta 80.
    8. + +
    9. Server/name + precisa quale sara' il nome di dominio a cui verra' + associato questo sito rispetto ad altri eventualmente + presenti sullo stesso server web.
    10. + +
    11. DocumentRoot : il + path della directory che contiene le pagine del + sito.
    12. -
    13. ServerAdmin: l'indirizzo del - webmaster, in modo da poterlo contattare in caso di - problemi col sito.
    14. +
    15. ServerAdmin: + l'indirizzo del webmaster, in modo da poterlo + contattare in caso di problemi col sito.
    16. -
    17. </VirtualHost>: tag di - chiusura della stanza di definizione del virtual - host.
    18. +
    19. </VirtualHost>: + tag di chiusura della stanza di definizione + del virtual host.

    Quelle che abbiamo appena visto sono le direttive essenziali per definire un sito virtuale, potrebbe essere - utile aggiungene altre:

    + utile aggiungere altre:

    • -
      ErrorLog /var/log/apache2/177.piffa.net/error.log
      +
      ErrorLog + /var/log/apache2/177.piffa.net/error.log

      Log degli errori separato @@ -2137,23 +2564,21 @@ php5-pgsql phppgadmin

    • -
      LogLevel warn
      +
      LogLevel + warn

      Livello di importanza degli - eventi loggati= warning attenzione .

      + eventi loggati: warning attenzione .

    • -
      CustomLog /var/log/apache2/177.piffa.net/access.log - combined
      +
      CustomLog + /var/log/apache2/177.piffa.net/access.log + combined

      Log di accesso separati @@ -2166,8 +2591,7 @@ php5-pgsql phppgadmin

      Potrebbe essere utile modificare le impostazioni di una intera directory, ad esempio per abilitare - l'AuthConfig:

      + l'AuthConfig:

       <Directory "/var/www/miosito.net/privata">
               AllowOverride AuthConfig
      @@ -2177,39 +2601,38 @@ php5-pgsql phppgadmin
       </Directory>
       
      -

      AllowOverride AuthConfig ora vale per l'intera - directory, come le altre opzioni.

      +

      AllowOverride + AuthConfig ora vale per l'intera directory, come le + altre opzioni.

    3.6   Negoziazione accessi

    + "#id48">4.6   Negoziazione accessi

    Tipicamente quando si installa un server web il proprio desiderio e' di dare accesso ai materiali disponibili al - maggior numero di visitatori possibile. Talvolta pero' puo - essere utile o necessario limitare gli accessi, ad esempio - per escludere un bot indesiderato che scansiona - ininterottamente le nostre pagine o per creare una Area - Riservata i cui materiali non devono essere + maggior numero di visitatori possibile. Talvolta pero' puo' + essere utile poter limitare questi accessi, ad esempio per + escludere un bot indesiderato che scansiona + ininterrottamente le nostre pagine o per creare una + Area Riservata i cui materiali non devono essere disponibile a tutti.

    3.6.1   Limiti su base ip

    + "#id49">4.6.1   Limiti su base IP -

    La forma piu' semplice di restrizine degli accessi e' +

    La forma piu' semplice di restrizione degli accessi e' su base degli indirizzi IP dei client: tipicamente i siti web sono settati per dare accesso a chiunque:

     <VirtualHost *:80 >
            # ...
            <Directory "/var/www/177.piffa.net">
    -       Order allow,deny
    -       Allow from all
    +         Order allow,deny
    +         Allow from all
            </Directory>
     </VirtualHost>
     
    @@ -2218,10 +2641,11 @@ php5-pgsql phppgadmin questo modo:

     <VirtualHost *:80 >
    +       # ...
            <Directory "/var/www/177.piffa.net">
    -       Order allow,deny
    -       Allow from all
    -       Deny from 192.168.0.1
    +         Order allow,deny
    +         Allow from all
    +         Deny from 192.168.0.1
            </Directory>
     </VirtualHost>
     
    @@ -2238,65 +2662,75 @@ php5-pgsql phppgadmin

    In questo modo solo la classe IP 192.168.0.0/24 potra' accedere alla - directory /limitata Si tenga pero' conto che e' - relativamente facile per un malintenzionato cambiare il - propio indirizzo ip, oppure collegarsi da un altra zona. - Meno facile e' accedere ad una classe privata trovandosi - all'esterno di questa, ma e' comunque possibile mandare - delle richieste GET per cercare di mandare in Denial Of - Service il webserver.

    + "docutils literal">192.168.0.0/24 potra' accedere + alla directory /limitata Si tenga pero' conto + che e' relativamente facile per un malintenzionato + cambiare il proprio indirizzo IP, oppure collegarsi da un + altra zona. Meno facile e' accedere ad una classe privata + trovandosi all'esterno di questa, ma ci sono comunque + soluzioni piu' eleganti.

    + +

    3.7   User Authentication

    - -

    A volte conviene negoziare gli accessi ad un area di un - sito tramite autenticazione basata sull'accopiata nome - utente / password. Questo puo' venire utile per creare - una area download intranet, alla quale possano - accedere solo gli utenti previsti a prescindere dagli - indirizzi IP dei loro client. Per quanto esistano soluzioni - piu' granulari e sofisticate per ottenere questo, - mod-auth puo'essere sufficente. E mod auth non - richiede l'installazione di software aggiuntivi.

    + "#id50">4.7   User Authentication + +

    Si puo' negoziare gli accessi ad un area del sito + tramite autenticazione basata su nome utente / + password. Questo puo' venire utile per creare una area + download intranet, alla quale possano accedere + solo gli utenti previsti a prescindere dagli indirizzi IP + dei loro client.

    + +

    Tramite il modulo di Apache mod-auth e' + possibile implementare questo paradigma, per quanto + esistano soluzioni piu' granulari e sofisticate, che + richiedono pero' l'implementazione di interpreti di + linguaggi di programmazione, criptazione delle passwords, + gestione degli utenti ed eventualmente delle sessioni. Mod + auth non richiede l'installazione di niente di tutto + questo.

    link: http://www.apacheweek.com/features/userauth

    3.7.1   Definire la + "#id51">4.7.1   Definire la cartella

    Decidere quale sara' il path della cartella - da sottoporre ad autentizazione:(e creiamo la - cartella):

    + da sottoporre ad autenticazione:

    - mkdir /var/www/177.piffa.net/privata + mkdir + /var/www/177.piffa.net/privata

    3.7.2   Creazione del database + "#id52">4.7.2   Creazione del database delle passwords

    Un modo semplice per gestire una database di user-id / passwords e' utilizzare l'utility - htpasswd di Apache. Questa crea un file - in cui un crypt delle password viene associato - agli utenti.

    + htpasswd di Apache. + Questa crea un file in cui un crypt delle + password viene associato agli utenti.

    Si dovra' decidere dove tenere questo file, la cosa importante e' che non sia visibile nel sito web: non deve @@ -2306,34 +2740,32 @@ php5-pgsql phppgadmin

    Creiamo (con il flag -c) il - file /home/utente/passwords con l'utente - luca:

    + file /home/utente/passwords con + l'utente luca:

     htpasswd -c /home/utente/passwords luca
     
    -

    htpasswd ci chedera' la password da - associare all'utente luca. - Per sucessive modifiche della password o aggiunta di - nuovi utenti non sara' necessario usare il flag - -c.

    +

    htpasswd ci + chiedera' la password da associare all'utente luca. Per successive modifiche + della password o aggiunta di nuovi utenti non sara' + necessario usare il flag -c.

    -
    +

    3.7.3   Configurazione di + "#id53">4.7.3   Configurazione di Apache

    Ora possiamo passare alla configurazione vera e propria di Apache, ma con una novita': andremo a inserire - la voce in un .htaccess invece che modificare il file - di impostazione del virtual-host.

    + la voce in un .htaccess + invece che modificare (tramite una direttiva <Directory> ) il file di + impostazione del virtual-host.

    Questo per motivi pratici: solo l'utente root puo' modificare l'impostazione del virtual host nel file @@ -2349,14 +2781,13 @@ htpasswd -c /home/utente/passwords luca

    Dando agli utenti la possibilita' di modificare (AllowOverride) autonomamente alcuni parametri (in questo caso solo l'AuthConfig) relativi al - funzionamenteo del loro spazio web ci togliera' - l'incombenza di dover intervenire suii vari virtual - host.

    + funzionamento del loro spazio web ci togliera' + l'incombenza di dover intervenire continuamente sui vari + virtual host.

    Abilitiamo l'AllowOverride nel file di configurazione del virtual host per la sola directory privata:

    + "docutils literal">privata:

     <VirtualHost *:80 >
         ServerName 177.piffa.net
    @@ -2372,19 +2803,17 @@ htpasswd -c /home/utente/passwords luca
               fare un restart / reload di Apache.

    Ora sara' possibile, anche per l'utente di sistema, - creare un fie .htaccess che sara' onorato da + creare un file .htaccess che sara' onorato da Apache.

    /var/www/177.piffa.net/privata/.htaccess

    -# Questo file viene incluso
    -# nella configurazione del sito web
     # Messaggio visualizzato al prompt per l'autenticazione
     AuthName "Area privata soggetta ad autentizazione"
     # tipo di autenticazione da usarsi
     AuthType Basic
    -# File generato precedentemente con htpasswd
    +# File precedentemente generato con htpasswd
     AuthUserFile  /home/utente/passwords
     
     # Negoziazione degli accessi
    @@ -2396,12 +2825,44 @@ require valid-user
               

    Si noti che non e' necessario fare ripartire Apache per onorare i cambiamenti (un utente non avrebbe la possibilita' di farlo!).

    + +
    +
    Oltre a valid-users si potrebbe scegliere di + usare la formula users che permette di elencare + esplicitamente gli utenti::
    + +
    require user pippo pluto
    +
    + +

    L'utente paperino che fosse comunque presente + nel file generato da htpasswd non potrebbe accedere alla + risorsa.

    + +
    +
    Nel caso ci fossero molti utenti conviene gestirli + tramite gruppi::
    + +
    require group staff studenti
    +
    + +

    I gruppi vengono definiti in un file in modo simile a + /etc/groups per gli + utenti di sistema:

    +
    +staff:andrea sara
    +studenti: lucap federico luca
    +
    + +

    da richiamare tramite la direttiva AuthGroupFile.

    3.8   Cavets

    + "#id54">4.8   Cavets

    Problemi di cache:

    @@ -2426,54 +2887,148 @@ require valid-user

    4   Domain Name System

    + "#id55">5   Domain Name System

    Domain Name System (spesso indicato con DNS) e' un servizio utilizzato per la risoluzione di nomi di host in indirizzi IP e viceversa. Il servizio e' realizzato tramite - un database distribuito, costituito dai server DNS.

    - -

    Il nome DNS denota anche il protocollo che regola il - funzionamento del servizio, i programmi che lo implementano, - i server su cui questi girano, l'insieme di questi server che - cooperano per fornire il servizio.

    - -

    I nomi DNS, o "nomi di dominio", sono una delle - caratteristiche piu' visibili di Internet.

    - -

    C'e' confusione in merito alla definizione dell'acronimo: - la S spesso viene interpretata come service, ma la - definizione corretta e' system.

    + un sistema gerarchico (quindi una struttura + ad albero, simile ai file system) + distribuito (ogni server DNS facente parte + del sistema puo' mantenere solo una parte delle informazioni, + ad esempio per la sua sola zona), costituito dai + server DNS.

    + +

    I DNS sono un servizio core (fondamentale) per la + rete internet come per qualunque rete locale. Ad esempio + durante la navigazione web un client vorrebbe vedere + l'URL http://ww.piffa.net/, quindi per potersi + connettere via http al server web deve prima + ottenere l'indirizzo IP del server http + corrispondente a www.piffa.net. Se il DNS gli + fornisce un IP sbagliato l'utente non potra' raggiungere il + servizio: di fatto e' come se il serve http fosse spento.

    + +

    Stessa cosa vale per gli altri servizi, come la posta + elettronica, ssh, ecc. : prima si deve effettuare una + query DNS.

    + +

    Potrebbe verificarsi uno scenario simile a questo: i + vostri server per i siti web funzionano correttamente come i + siti ospitati, stessa cosa per i vostri server di posta, IMAP + e POP3, e tutto il resto. Ma se poi un errore nella + configurazione del DNS non rende raggiungibile l'intero + sito: per l'utente finale e' come se nulla + funzionasse.

    + +

    Infatti quando si parla di un intervento della Polizia + Postale per l'oscuramento di un sito dal punto di + vista pratico questo si traduce generalmente nella rimozione + o mistificazione del record DNS relativo a quel dominio (la + PP ha facolta' di chiedere un simile intervento ai + principali provider internet che forniscono connettivita' + agli utenti italiani, oltre che poter agire direttamente sul + NIC italiano per i domini della TLD .it)

    L'operazione di convertire un nome in un indirizzo e' detta risoluzione DNS, convertire un indirizzo IP in nome e' detto risoluzione inversa.

    +
    + Un Registar e' un operatore che ha la facolta' + (accreditamento da parte dell ICANN) di registrare i domini + di secondo livello per gli utenti finali, dietro compenso + di una modica cifra (una decina di euro) che vale come + contributo su base annuale per il mantenimento + dell'infrastruttura. +
    + +
    +

    5.1   Risoluzione Inversa

    + +

    Per la risoluzione inversa sono invece i provider di + connettivita' a gestire i DNS: se volete impostare il + PTR associato al vostro indirizzo IP dovete + contattare il vostro provider (tipo telecom per + una connessione ADSL) e non il Registar del vostro + dominio.

    + +

    Ad esempio all'IP 212.22.136.248 era associato un PTR + bender.piffa.net, + corrispondente al record 212 facente parte della zona + 136.22.212.in-addr.arpa gestito dal + provider Tiscali/Nextra proprietario della classe C + 212.22.136.0. Se avete un + solo IP conviene lasciare al fornitore la gestire del PTR, + ma se avete a disposizione un'itera classe potete chiedere + sempre al vostro provider che vi deleghi la + gestione della zona tramite i vostri DNS.

    + +

    Per alcuni servizi, ad esempio la spedizione della posta + elettronica, e' richiedeiesto che venga impostata + correttamente l'associazione tra il PTR dell'indirizzo IP + usato dal server di postai e il record A RR al quale questo + punta( RFC1912 sezione 2.1, paragrafo 2).

    + +

    Si veda:

    + + +
    +

    4.1   Nomi di dominio

    + "#id57">5.2   Nomi di dominio

    Un nome a dominio e' costituito da una serie di stringhe - separate da punti, ad esempio it.wikipedia.org. A - differenza degli indirizzi IP, dove la parte piu' - importante del numero e' la prima partendo da sinistra, in - un nome DNS la parte piu' importante e' la prima partendo - da destra. Questa e' detta dominio di primo livello (o TLD, - Top Level Domain), per esempio .org o .it.

    - -

    Un dominio di secondo livello consiste in due parti, per - esempio wikipedia.org, e cosi' via. Ogni ulteriore elemento - specifica un'ulteriore suddivisione. Quando un dominio di - secondo livello viene registrato all'assegnatario, questo - e' autorizzato a usare i nomi di dominio relativi ai - successivi livelli come it.wikipedia.org (dominio di terzo - livello) e altri come some.other.stuff.wikipedia.org - (dominio di quinto livello) e cosi' via.

    + separate da punti, ad esempio bender.piffa.net. I nomi di + dominio si leggono da destra verso sinistra: TLD o + dominio di primo livello net, secondo livello piffa, terzo livello bender. Il dominio di primo livello + (o TLD, Top Level Domain, pronunciato tilde in + Italia), per esempio .net o .it sono limitati e decisi + direttamente dall'ente assegnatario ICANN ( Internet + Corporation for Assigned Names and Numbers).

    + +

    L'utente finale potra' chiedere l'assegnazione (pagando + un contributo al Register preferito per il mantenimento + delle spese dell'infrastruttura) di un dominio di + secondo livello (es piffa) di una delle varie TLD + disponibili (noi italiani diciamo tildi), sempre + che non sia gia' stato assegnato a qualcun altro.

    + +

    Ottenuto il secondo livello sara' l'utente a gestirlo: + potra' in stanziare domini di terzo livello (es bender) e anche oltre (es + www.andrea.bender.piffa.net). Tali records saranno + mantenuti dall'utente, sotto la sua responsbilita': se il + proprio server DNS non fosse raggiungibile o risultasse mal + configurato gli utenti non potrebbero risolvere / + raggiungere i siti di loro interesse.

    + +

    Tipicamente si ha almeno un server DNS secondario per + garantire la sussistenza del servizio in caso di guasto del + DNS principale. I secondari replicano i dati + presenti nei DNS principali.

    4.2   Tipologie di record

    + "#id58">5.3   Tipologie di record

    Ad un nome DNS possono corrispondere diversi tipi di informazioni. Per questo motivo, esistono diversi tipi di @@ -2528,15 +3083,15 @@ require valid-user

    4.3   Utilizzo

    + "#id59">5.4   Utilizzo

    I computer vengono identificati in rete grazie agli indirizzi IP, questi pero' non sono comodi per gli utenti come riferimento per i vari server. Ad esempio - sarebbe scomodoriferirsi al motore di ricerca Goggle con - uno dei suoi IP: 74.125.43.104, e' preferibile usare il - nome di dominio www.google.com:

    + sarebbe scomodo riferirsi al motore di ricerca Goggle con + uno dei suoi IP: 74.125.43.104, e' preferibile usare + il nome di dominio www.google.com:

     ping -c 1 www.google.com
     PING www.l.google.com (74.125.43.104) 56(84) bytes of data.
    @@ -2545,7 +3100,7 @@ PING www.l.google.com (74.125.43.104) 56(84) bytes of data.
     
           

    4.4   Risoluzione dei nomi di + "#id60">5.5   Risoluzione dei nomi di dominio

    Ci sono vari strumenti per interrogare i server DNS e @@ -2602,19 +3157,17 @@ ns4.mydomain.com. 96208 IN A 63.251.83.74

    Lo strumento piu' esaustivo e' dig, - installabile con il pacchetto dnsutils - .

    + "docutils literal">dig, installabile con il pacchetto + dnsutils .

    4.5   Dig

    + "#id61">5.6   Dig

    Vediamo alcune opzioni utili nell'utilizzo di dig per - l'inerrogazione dei DNS Server:

    + "docutils literal">dig per l'interrogazione dei DNS + Server:

     $ dig www.google.it
     
    @@ -2653,15 +3206,14 @@ l.google.com.           80856   IN      NS      g.l.google.com.
             
    $ dig
    -
    (semza opzioni o oggetti) Fornisce l'elenco dei - root servers utilizzati. I root server sono i +
    (senza opzioni o oggetti) Fornisce l'elenco dei + root server utilizzati. I root server sono i server che mantengono le informazioni sui domini di primo livello (TLD) e sono quindi il punto di partenza per scorrere nella directory dei DNS per recuperare le informazioni (tipicamente un campo A per un - indirizzo IP) che ci servono per raggiungere un certo - servizio.
    + "docutils literal">A per un indirizzo IP) che ci + servono per raggiungere un certo servizio.

    $ dig

    @@ -2687,10 +3239,8 @@ l.google.com. 80856 IN NS g.l.google.com.
    dig @nome_dns
    Permette di fare una query ad un server dns - particolare. Es: dig - @151.99.25.1 www.google.it
    + particolare. Es: dig + @151.99.25.1 www.google.it
    dig MX www.google.it
    @@ -2704,57 +3254,82 @@ l.google.com. 80856 IN NS g.l.google.com.
    dig -x 74.125.43.104
    -
    Effettua una richiesta inversa: dall'ip al PTR +
    Effettua una richiesta inversa: dall'IP al PTR associato.

    4.6   resolv.conf

    + "#id62">5.7   resolv.conf -

    Il file /etc/resolv.conf contiene le impostazioni - sul dns usato dal sistema, in genere anche altre - applicazioni che devono effettuare query DNS leggono +

    Il file /etc/resolv.conf contiene le + impostazioni sul dns usato dal sistema, in genere anche + altre applicazioni che devono effettuare query DNS leggono resolv.conf per conoscere l'ubicazione del DNS.

    /etc/resolv.conf:

      -
    • nameserver: indica il nameserver da - utilizzare, indicato con l'indirizzo ip.
    • - -
    • domain: indica il nome di dominio - della rete attuale, vedi voce sucessiva.
    • - -
    • search: nome di dominio usato dalla - rete sul quale cercare gli hosts. Ad esempio se - impostato su piffa.net pingando l'host bender - viene automaticamente fatto un tentativo di ricerca per - bender.piffa.net.
    • +
    • nameserver: + indica il nameserver da utilizzare, indicato con + l'indirizzo IP.
    • + +
    • domain: indica il + nome di dominio della rete attuale, vedi voce + successiva.
    • + +
    • search: nome di + dominio usato dalla rete sul quale cercare gli hosts. + Ad esempio se impostato su piffa.net pingando l' host + bender viene + automaticamente fatto un tentativo di ricerca per + bender.piffa.net.
    +

    Predisponendo l'infrastruttura di rete della vostra LAN + e' consigliabile impostare sempre almeno un DNS cache sul + vostro server locale per i vari client. In questo modo in + caso di malfunzionamento del DNS o necessita' di + intervenire / sostituire i DNS non sara' piu' necessario + dover reimpostare ogni singolo client della LAN: bastera' + intervenire sul server DNS cache, ad esempio per utilizzare + un nuovo forwarder, o modificare al volo un record DNS. La + modifica, anche detta mascheramento, di un record + come il server smtp o un MX potrebbe + tirarvi rapidamente fuori dai guai nel caso di un problema + improvviso con la posta elettronica o qualunque altro + servizio che possiate reindirizzare col DNS.

    + +

    Utilizzare un server DHCP e una DNS cache come + Dnsmasq possono + permettervi di risolvere al volo molte delle problematiche + relative alla configurazione della vostra LAN: ad esempio + dover intervenire manualmente su decine di client per + modificare le impostazioni di SMTP | gateway | DNS | + proxy.

    +

    Si veda anche la pagina man di resolv.conf.

    -

    Attenzione: se si usa un client DHCP o simile questo - file potra' essere riscritto automaticamente in base a - quanto ottenuto dal DHCP. Si veda la documentazione del - pacchtto resolvconf.

    +
    +

    Avvertenza

    + +

    Attenzione: se si usa un client DHCP, ppp + (ADSL compresa) o simile questo file potrebbe' essere + riscritto automaticamente in base a quanto ottenuto dal + DHCP. Si veda la documentazione del pacchetto resolvconf.

    +

    4.7   /etc/hosts

    + "#id63">5.8   /etc/hosts

    Tabella statica per l'associazione tra IP e nomi di dominio:

    @@ -2769,85 +3344,142 @@ l.google.com. 80856 IN NS g.l.google.com. 192.168.0.11 chrome chrome.mydomain.com -

    Il contenuto e' un associazione tra un IP e - stringhe di testo (anche piu' di una es: mirror e - mirror.piffa.net), un record per - riga.

    - -

    Il problema e' la gestione di questo file: quando gli - host cambiano IP si devono aggiornare i records, e c'e' poi - il problema di distribuire questo file tra i vari hosts - della propia LAN. Un metodo semplice per distribuire questo +

    Il contenuto del file e' un associazione tra un + IP e stringhe di testo (anche piu' di una per IP) + es: mirror o veri e propi + nomi di dominio mirror.piffa.net. Si puo inserire + un nome semplice come casa per riferirsi ad un + host che si ha necessita' di contattare spesso, oppure + mappare un nome di dominio completo su un indirizzo IP.

    + +

    Il problema e' la gestione di questo file su molti + hosts: quando gli host cambiano IP si devono aggiornare + manualmente i records, operazione in se' non + particolarmente gravosa ma che andra' fatta per ogni client + della vostra LAN. Un metodo semplice per distribuire questo file e' utilizzare Dnsmasq: - questo infatti legge e onora il file hosts - locale e lo distribuisce ai clients.

    - -

    Modificare (riconducendola a un ip interno, cosi' - annullandola) la risoluzione di un nome di dominio e' un + "docutils literal">Dnsmasq: questo infatti legge e + onora il file hosts che + avete prodotto e lo rende disponibile ai clients tramite le + query DNS.

    + +

    Dnsmasq lavora come un server DNS, i vostri client lo + interrogheranno per tradurre nomi di host e domini in + indirizzi IP, risolvendo il problema della + distribuzione del file hosts tra molteplici clients. + Infatti il servizio DNS indica appunto una directory + distribuita per la risoluzione dei nomi di dominio, + risolvendo i problemi dell'aggiornamento e diffusione dei + continui cambiamenti di questa.

    + +

    Modificare la risoluzione di un nome di dominio + esistente (ad esempio riconducendola a un IP interno) e' un modo drastico e funzionale per annullarlo - rendendolo indisponibile alla propia rete locale, ad + rendendolo non disponibile alla propria rete locale. Ad esempio aggiungere al file /etc/hosts:

    + "docutils literal">/etc/hosts:

     127.0.0.1       www.facebook.com
     

    Impedira' agli utenti della LAN di raggiungere - facebook, ora reindirizzato a i``localhost``.

    + facebook, ora reindirizzato a localhost.

    + +

    Oppure si potrebbe ricondurre l'indirizzo IP di un + server HTTP pubblico usato per i downloads (ad esempio un + mirror della propia distribuzione come ftp.it.debian.org) a un equivalente + mirror creato all'interno della rete locale, riducendo il + traffico verso l'esterno e aumentando notevolmente la + velocita' di scaricamento.

    4.8   Hostname

    + "#id64">5.9   Hostname -

    Ogni computer ha un propio nome visualizzabile +

    Ogni computer ha un proprio nome visualizzabile (e modificabile) con il comando hostname.

    - -

    Per modificare in modo permanente il nome del computer - si modifichi il contenuto del file /etc/hostname.

    - -

    Tipicamente si vuole mantenere una correlazione tra il - nome dell'host, o meglio la stringa con cui il server si - qualifica all'esterno, e il PTR dell'ip. Nel caso - di servizi virtuali ci sara' un nome - server principale associato al PTR condiviso. - Non e' automatico che un servizio, ad esempio un server di - posta, si qualifichi leggendo il contenuto di questo file e - magari aggiungendo come suffisso il dominio di cui fa parte - l'host: a volte questo parametro puo' essere specificato - nel file di configurazione del servizio:

    -
    -* Squid: ``visible_hostname``
    +        "docutils literal">hostname. Quando utilizzate a una
    +        shell su un host in genere l'hostname compare nel prompt
    +        della shell.

    + +

    Per visualizzare il nome dell'host su cui si sta + operando si digiti semplicemnte hostname, lo stesso comando con un + oggetto modifica temporaneamente il nome dell'host. Per + modificare in modo permanente il nome del computer si + modifichi il contenuto del file /etc/hostname.

    + +

    Si faccia attenzione a non aver un hostname puramente + numerico: ad es. 161. E' + opportuno che il nome sia comunque un alfanumerico: + host-161 o simile.

    + +
    +

    5.9.1   FQDN

    + +

    Per semplicita' gli host sono generalemente + raggiungibili dall'esterno mappando il loro IP su un nome + di dominio FQDN: fully qualified domain name, composto + generalmente da hostname.``domain-name``, ad es. + bender.``piffa.net``.

    + +

    Alcuni servizi internet fanno affidamento sul PTR + dell'IP del server per cercare una conferma che il + servizio sia veramente chi afferma di essere (ad + esempio STMP).

    + +

    Non e' automatico che un servizio, ad esempio un + server di posta, si qualifichi leggendo il contenuto del + file hostname + aggiungendo come suffisso il dominio della rete di cui fa + parte l' host: a volte questo parametro puo' essere + specificato nel file di configurazione del servizio:

    +
    +* Squid (HTTP proxy): ``visible_hostname``
     
    -* Postfix: ``myhostname``
    +* Postfix (SMTP server): ``myhostname``
     
    + +

    I motivi sono diversi, senza entrare nel dettaglio dei + vari protocolli si pensi comunque che un host ha sempre + un solo nome, ma puo' avere un numero variabile di + device di rete sia fisici che virtuali con + relativi indirizzi IP, e piu' servizi in ascolto + sui vari IP.

    +

    5   DNSmasq

    + "#id66">6   DNSmasq

    Dnsmasq puo' svolgere le funzioni di un DNS cache / - forwarder e un server DHCP caratterizzato dalla facilita' di - configurazione, dalla leggerezza e dalla possibilita' di - modificare rapidamente i record DNS serviti alla rete. Puo' - essere anche utilizzato come server per il boot da rete + forwarder, server DHCP, e' caratterizzato dalla facilita' di + configurazione, limitato uso di risorse, adattabilita' a + connessioni dinamiche come ADSL o altre punto a + punto (anche via cellulari) per condividere rapidamente la + rete (cosa molto utile se ci dovesse trovare a ridare + connettetivita' a una rete momentaneamente sprovvista), dalla + possibilita' di modificare rapidamente i record DNS serviti + alla rete anche grazie alla distribuzione del file /etc/hosts locale. Puo' essere anche + utilizzato come server per il boot da rete <http://www.debian-administration.org/articles/478>_ .

    Dnsmasq e' un interessante alternativa all'uso del server - DNS Bind in modalita' cache-only (non autoritativo) - accompagnato dal server DHCPD. I vantaggi sono:

    + DNS Bind in modalita' forwarding e cache-only (non + autoritativo) accompagnato dal server DHCPd. I vantaggi + sono:

    • Leggerezza: puo' essere fatto girare su una macchina @@ -2855,11 +3487,12 @@ l.google.com. 80856 IN NS g.l.google.com.
    • Rapidita' di configurazione (in particolare per servire dei record A / MX alla rete, modificando al volo i valori - originali ospitati sul server DNS Publico).
    • + originali ospitati sul server DNS pubblico). -
    • Ben integrato con connssioni PPP (utile se dovete - rendere disponibile rapidamente una connessione a internet - a una rete in difficolta').
    • +
    • Ben integrato con connessioni PPP : e' ingrado di + rilevare i cambiamenti dei dns suggeriti e impostarli come + forwarders (utile se dovete rendere disponibile rapidamente + una connessione a internet a una rete in difficolta').

    Tutto cio' rende Dnsmasq una soluzione valida in @@ -2873,11 +3506,11 @@ l.google.com. 80856 IN NS g.l.google.com.

    5.1   Configurazione

    + "#id67">6.1   Configurazione

    Vediamo alcune direttive di basi del file di - configurazione /etc/dnsmasq.conf utili per la + configurazione /etc/dnsmasq.conf utili per la configurazione sia del DNS cache che per il DHCP server:

    @@ -2900,48 +3533,43 @@ l.google.com. 80856 IN NS g.l.google.com.
    expand_hosts
    -
    Aggiunge il nome host ( - /etc/hostname) dei client al nome di - dominio per qualificarli in rete, senza bisogno di dover - comporre a un elenco statico di record nel file - /etc/hosts o nello stesso file di - configurazione di dnsmasq. Es: se un vostro client si - chiama chrome e il vostro dominio piffa.net dnsmasq rendera' disponibile - il campo A per il dominio chrome.piffa.net diretto all'ip che - verra' assegnato al client.
    +
    Aggiunge il nome + host ( /etc/hostname) dei client al nome + di dominio per qualificarli in rete, senza bisogno di + dover comporre a un elenco statico di record nel file + /etc/hosts o nello + stesso file di configurazione di dnsmasq. Es: se un + vostro client si chiama chrome e il vostro dominio + piffa.net dnsmasq + rendera' disponibile il campo A per il dominio + chrome.piffa.net + diretto all'ip che verra' assegnato al client.

    5.2   DHCP

    + "#id68">6.2   DHCP -

    Per attivare il demone DHCP di dnsmaq basta aggiungere - al file di configurazione il range degli ip che si +

    Per attivare il demone DHCP di Dnsmasq basta aggiungere + al file di configurazione il range degli IP che si vuole assegnare ai client con il lease time (tempo - di rilascio: quanto a lungo saranno validi gli ip + di rilascio: quanto a lungo saranno validi gli IP assegnati) espresso in ore.

    -

    Si faccia attenzione: in una rete puo' esseere +

    Si faccia attenzione: in una rete puo' essere presente un solo server DHCP, o per meglio dire qualunque server DHCP ascolta sul broadcast 255.255.255.255 e potrebbe rispondere a - un pacchetto di richesta DHCP. Quindi non fate partire - inavvertitamente un server DHCP in una rete gia' servita e - non vi azzardate ad andare in giro con un portatile - con un server DHCP attivo nelle reti altrui. - Questo vale anche per i laboratori di informatica dei corsi - di reti: non fate partire il vostro server DHCP se siete - collegati alla rete interna!

    + "docutils literal">255.255.255.255 e potrebbe + rispondere a un pacchetto di richiesta DHCP. Quindi non + fate partire inavvertitamente un server DHCP in una rete + gia' servita e non vi azzardate ad andare in giro + con un portatile con un server DHCP attivo nelle + reti altrui. Questo vale anche per i laboratori di + informatica dei corsi di reti: non fate partire il vostro + server DHCP se siete collegati alla rete interna!

    /etc/dnsmasq.conf (riga 118):

    @@ -2951,55 +3579,699 @@ dhcp-range=192.168.0.20,192.168.0.50,24h
     
           

    5.3   DNS cache

    + "#id69">6.3   DNS cache -

    Aggiungere al file /etc/resolv.conif il nameserver localhost - in cima alla lista dei nameserver disponibili. - Dnsmasq usera' la propia cache e in caso non abbia - disponibile il record DNS richiesto fara' partire - una query al primo DNS:

    -
    -nameserver      127.0.0.1
    -
    +

    Dnsmasq lavora di default come cache dns: inserire al + file /etc/resolv.conf il + nameserver localhost in cima alla lista dei + nameserver disponibili.

    + +
    + nameserver 127.0.0.1 +

    Questo pero' potrebbe essere problematico se un altro servizio, ad esempio il DHCP client, riscrive il contenuto - del file /etc/resolv.conf. Per superare il + del file /etc/resolv.conf. Per superare il problema si aggiunga (riga 20) al file di configurazione - /etc/dhcp3/dhclient.conf

    + /etc/dhcp3/dhclient.conf

     prepend domain-name-servers 127.0.0.1;
     

    Oppure potrebbe essere il nostro PPP client (per la connessione ADSL) a intervenire sul file //etc/resolv.conf, si modifichi quindi - //etc/resolv.conf, si modifichi + quindi /etc/ppp/peers/dsl-provider commentando - usepeerdns. Se la vostra connessione ad - internet e' ADSL raramente dovreste aver bisogno di - cambiare i DNS una volta impostati (a meno che non usiate - un portatile!).

    + usepeerdns. Se la vostra + connessione ad internet e' ADSL raramente dovreste aver + bisogno di cambiare i DNS una volta impostati (a meno che + non usiate un portatile!).

    +
    +
    + +
    +

    7   Bind : DNS Autoritativo

    + +

    Le soluzioni viste possono bastare per la rete locale o + per fare delle prove, ma prima o poi verra' il momento in cui + si e' chiamati a gestire dei domini su internet: lo standard + e' da sempre Bind ( demone named), ora alla + versione 9.

    + +

    Installare i pacchetti:

    +
    +bind9
    +
    + +
    +

    7.1   DNS cache

    + +

    Bind appena installato funzionera' come DNS cache: si + faccia un test con un dig + @localhost . Bind a differenza di Dnsmasq e' autonomo: + non ha bisogno di forwardare (inoltrare) le query a un DNS + esterno: queste verranno risolte direttamente da Bind + partendo dai DNS root servers.

    + +

    E' comunque possibile impostare dei DNS forwarders, + tipicamente i DNS server forniti dal proprio provider, per + velocizzare le query:

    + +

    /etc/bind/named.conf.options (riga 13):

    +
    +forwarders {
    +                 10.10.208.254;
    +           };
    +
    + +

    Nel caso si voglia usare Bind solo come server DNS cache + per la propria LAN senza ospitare delle zone DNS pubbliche + sara' il caso di limitare gli accessi al server alla sola + LAN:

    + +

    /etc/bind/named.conf.options (riga 19):

    +
    +// Se il proprio server ha IP 10.10.208.254
    +// sulla rete LAN privata:
    +listen-on { 10.10.208.254; }
    +
    + +

    E non si lasci il server in ascolto su uno degli + eventuali indirizzi IP pubblici.

    + +

    Se questo non fosse possibile si puo' sempre lavorare su + una acl:

    + +

    /etc/bind/named.conf

    +
    +acl "localnet" {
    +        10.10.208.0/24 ; 127.0.0.0/8 ;
    +        } ;
    +
    + +

    Per poi aggiungere all'interno della stanza options la + direttiva che abilita' l'entita' localnet:

    + +

    /etc/bind/named.conf.options

    +
    +allow-query {"localnet" ;} ;
    +
    +
    + +
    +

    7.2   Ospitare una zona

    + +

    Se avete acquistato un nome di dominio e vi serve un + software DNS per gestirlo Bind e' la scelta piu' diffusa. + Ora vedremo come configurare una zona (come + piffa.net) in modo che Bind sia autoritativoper questa, + rispondendo alle query DNS di tutta la rete internet.

    + +
    +

    7.2.1   named.conf.local

    + +

    Prima di tutti impostiamo il server bind per gestire + la zona, per non fare confusione e' opportuno inserire le + propie zone DNS nel file named.conf.local e non in + named.conf.

    + +

    named.conf.local:

    +
    +/
    +// Do any local configuration here
    +//
    +
    +// Consider adding the 1918 zones here, if they are not used in your
    +// organization
    +//include "/etc/bind/zones.rfc1918";
    +
    +zone "piffa.net" {
    +        type master;
    +        file "/etc/bind/pz/piffa.net";
    +        }
    +
    + +
    +
    type master
    + +
    Il nostro server DNS sara' il principale, al quale + poi potremo affiancare dei DNS secondari nel caso + questo non sia disponibile.
    + +
    file "/etc/bind/pz/piffa.net"
    + +
    Dove verranno inserite le informazioni vere e + propie di questa zona.
    +
    +
    + +
    +

    7.2.2   Configurazione della + zona

    + +

    Ora dovremo preparare il file contenente i record DNS + della zona piffa.net, come abbiamo indicato + prima questi saranno contenuti nel file /etc/bind/pz/piffa.net . Tenere + le zone dentro una sottocartella e' buona abitudine, + usare pz per queste e' + una vecchia abitudine.

    + +

    piffa.net:

    +
    +; Zona per il dominio di secondo livello piffa.net
    +
    +$TTL 3D     ; 3 days
    +@                    IN SOA  ns1.piffa.net. hostmaster.piffa.net. (
    +                                200905245  ; serial
    +                                8H         ; refresh (8 hours)
    +                                2H         ; retry (2 hours)
    +                                4W         ; expire (4 weeks)
    +                                1D         ; minimum (1 day)
    +                                )
    +;
    +                        NS      ns1
    +                        NS      ns2
    +                        A       94.23.63.105
    +                        MX      10 smtp
    +                        TXT     "Piffanet main site"
    +;
    +ns1             A       94.23.63.105
    +ns2             A       65.98.21.97
    +zoo             A       94.23.63.105
    +smtp            A       94.23.63.105
    +test.piffa.net. A       94.23.63.105
    +*.piffa.net.    A       94.23.63.105 ; *catch all domain
    +www             CNAME   zoo
    +ftp             CNAME   zoo
    +
    + +

    All'interno di questo file si possono inserire dei + commenti con il carattere ; (punto-e-virgola), si faccia + attenzione alla rigida sintassi: apertura e chiusura + delle parentesi tonde nella parte IN SOA, uso del punto finale per precisare un + nome di dominio specifico (FQDN: Fully-qualified + Domain Name) come test.piffa.net. a differenza + degli altri domini di terzo livello come pop,imap,smtp .

    + +

    La zona inizia con una direttiva $TTL 3D (RFC 2308) che indica la + durata (in questo caso tre giorni) che ogni record + dovrebbe avrebbe nella cache degli altri serber DNS. + Questo valore dovrebbe essere superiore a un giorno, se + non modificate spesso i valori dei vostri record DNS e' + consigliabile settarlo a 2/3 settimane in modo da + limitare la frequenza delle query al propio server. + Questo parametro puo' essere modificato per singoli + record:

    +
    +$TTL 3D     ; 3 giorni: default se non specificato altrimenti
    +rapido  5h      IN      A       94.23.63.105 ; usa un TTL di 5 ore
    +lento   3w      IN      A       94.23.63.105 ; usa un TTL di 3 settimane
    +normale         IN      A       94.23.63.105 ; usa il TTL di default: 3 giorni
    +
    + +

    Segue poi il nome della zona, indicato con la + @ per richiamare la + zona originale precisata nel file named.conf.options . Segue il + campo SOA.

    + +
    +

    7.2.2.1   SOA: Start of + Authority Record

    + +

    Il record SOA puo' comparire solo una volta in una + zona, contiene informazioni relative all'autorita' del + server DNS.

    + +
    +
    ns1.piffa.net. name-server
    + +
    primary master DNS di questo dominio.
    + +
    hostmaster.piffa.net. email-addr
    + +
    email-addr: indirizzo email della persona + responsabile di questa zona, il primo punto viene + tradotto in una chiocciola @ dato che questo carattere + ha un'altro utilizzo all'interno di questo file. Il + referente della zona deve essere un + email valido e controllato, come consuetudine si usa + hostmaster@dominio.tilde + .
    + +
    200905245 serial number
    + +
    Questo valore serve per indicare quando e' stato + modificato questo file di configurazione, secondo il + formato yyyymmddss: + yyyy = anno, ''mm'' + = mese, ''dd'' = giorno, ''ss'' = seriale. Il seriale + che deve essere sempre specificato anche per una + cifra, va incrementato di una unita' nel caso vengano + fatte piu' modifiche nello stesso + giorno.
    + +
    8H refresh
    + +
    Indica ai DNS secondari quanto tempo attendere + per cercare di aggiornare i loro dati con il DNS + master.
    + +
    2H retry
    + +
    Intervallo di tempo per il DNS slave (secondario) + da aspettare prima di cercare di ricontattare il + master in caso di problemi col + refresh.
    + +
    4W expire
    + +
    Indica quando i dati dei dns secondarinon sono + piu' autoritativi in caso di impossibilita' degli + slaves di ri-aggiornarsi con il + master. Consigliato un valore di 2/4 + settimane.
    + +
    1D minimum
    + +
    Questo valore indicava il TTL fino alla versione + 8 di Bind, da Bind 9 e secondo la RFC2308 indica la + durata del negative caching, quanto i + resolvers (ad esempio un server dns cache) puo' + mantenere un record negativo (che non indica + la corrispondenza tra un nome di dominio e un ip, ma + la non esistenza del record). Nell'uso per il + negative caching viene fissato un valore massimo di 3 + ore dalla RFC 2308.
    +
    +
    + +
    +

    7.2.2.2   Altri campi:

    + +

    All'interno della zona possono essere utilizati vari + tipi di records (RR):

    + +
    +
    TXT
    + +
    Informazioni testuali associate ad un record
    + +
    NS
    + +
    Name Server della zona. Non deve essere un + cname.
    + +
    A
    + +
    Indirizzo ipv4 da associare al record
    + +
    AAA
    + +
    Indirizzo ipv6 da associare al record
    + +
    CNAME
    + +
    Canonical Name: un alias per un host: ad esempio + per il dominio piffa.net possiamo settare degli alias + come www.piffa.net, + http.piffa.net, virtual.piffa.net, ftp.piffa.net, + imap.piffa.net. Comodo quando diversi alias sono + sempre riferiti allo stesso ip.
    + +
    MX
    + +
    Mail Exchanger: server di posta che si occupera' + della posta elettronica per questo dominio.E' + opportuno avere almeno un server di posta di back-up, + per indicare la priorita' di un MX rispettoad un + altro si usa un valore di 2 cifre: il valore piu' + basso indica priorita' piu' bassa. Es: MX    10 + smtp.piffa.net. per il server SMTP principale e + MX      + 40 smtp2.piffa.net per il secondario. Non deve + essere un cname.
    + +
    PTR
    + +
    Reverse look-up, usato per la mappatura inversa + di un indirizzo ip a una stringa identificativa + dell'host. Si noti che per poter modificare questi + record si deve avere in gestione la zona + IP, se cosi' non fosse si dovra' chiedere al + propio provider la modifica di questo record per il + propio ip. Links: http://www.zytrax.com/books/dns/ch3/
    +
    +
    +
    +
    + +
    +

    7.3   DNS slave

    + +

    Data l'importanza del servizio DNS e' necessario avere + ridondanza per i server DNS che ospitano i vostri dati: in + caso di indisponibilita' del server master (nel + caso fosse il solo a tenere i dati questo comporterebbe la + scomparsa di tutti i servizi / host da esso + seviti!) il client potrebbe contattare uno degli + slave.

    + +

    Gli slave recuperano i dati dei recordos RR direttamente + dal master e non sara' quindi necessario dover mantenere + manualmente il file di configurazione della zona sugli + slaves, ogni volta che aggiorneremo il master questi dati + si propaghera' agli slaves automaticamente.

    + +

    Per attivare uno slave per la nostra zona di + esempio piffa.net si + inserisca nel file named.conf.local dello slave + server:

    +
    +zone "piffa.net" {
    +        type slave;
    +        file "/etc/bind/pz/piffa.net";
    +        masters { 192.168.0.1; };
    +        };
    +
    + +

    Facendo ripartire Bind il file /etc/bind/pz/piffa.net viene creato + automaticamente.

    + +

    Segue un estratto di /var/log/syslog al restart di bind9 sullo slave:

    +
    +... slave named[2256]: zone piffa.net/IN: loaded serial 200905245
    +... slave named[2256]: running
    +... slave named[2256]: zone piffa.net/IN: sending notifies (serial 200905245)
    +... slave named[2256]: client 192.168.0.1#1464: received notify for zone 'piffa.net'
    +... slave named[2256]: zone piffa.net/IN: notify from 192.168.0.1#1464: zone is up to date
    +
    + +
    +

    Avvertenza

    + +

    Bind9 (versione 9.3 presente in Debian + Lenny) richiede una esplicita autorizzazione alla + notifica per lo stesso server slave, che in fase di avvio + interroghera' (inviando un notify) se' stesso per + valutare se i dati relativi alla zona di cui e' slave + sono aggiornati. Si aggiunga quindi al file /etc/bind/named.conf.options + dello slave: allow-notify { 192.168.0.1; }; + all'interno della stanza options, in cui l'inidirizzo IP + inserito e' quello dello stesso slave server.

    +
    +
    + +
    +

    7.4   Aggiornamento dinamico: + nsupdate

    + +

    Dalla versione 8 di Bind e' dsponibile l'utility + nsupdate (disponibile nel + pacchetto dnsutils) per + aggiornare automaticamente i record di una zona secondo il + paradigma client / server ( RFC2136 ) . Posto che abbiate a + disposizione un server DNS Bind on-line su un indirizzo IP + fisso e un zona da gestire (che potrebbe essere anche solo + la delega di un dominio di terzo livello come + casa.miodominio.net) sara' possibile aggiornare + automaticamente i record che tirano a degli indirizzi IP + pubblici ma dnamici, come quelli spesso messi a + disposizione dei provider per le connessioni ad internet + residenziali, in modo da poter rendere sempre raggiungibile + la vostra workstation a casa anche dopo un aggiornamento + dell'ip dinamico associato alla connessione.

    + +

    L'auenticazione del client nsupdate che avra' la + possibilita' di aggiornare il server DNS master avviene + tramite Transaction signatures (TSIG, RFC2845) + usando un algoritmo di criptazione dati asimmetrico + HMAC-MD5 : generata una coppia di chiavi sul + client / nsupdate con l'utility si dovra' trasferire la + chiave pubblica sul server master, che verra' + configurato per onorare gli aggiornamenti (eliminazione e + inserimento di record RR) autenticati dalla chiave + privata.

    + +
    +

    7.4.1   Configurazione client + (nsupdate)

    + +

    Sul client, sul quale non deve essere necessariamente + installato un server DNS Bind ma la sola utility + nsupdate, generiamo la + coppia di chiavi con l'utility dnssec-keygen installabile tramite il + pacchetto bind9utils:

    +
    +dnssec-keygen -a HMAC-MD5 -b 512 -n USER home.piffa.net.
    +
    + +

    Otterremo le due chiavi Khome.piffa.net.+157+04331.key  + Khome.piffa.net.+157+04331.private, la + chiave pubblica dovra' essere resa noto al server master + che ricevera' l'update dei records.

    +
    + +
    +

    7.4.2   Configurazione server: + riconoscimento chiave

    + +
    +
    Per rendere nota al server la chiave pubblica + generata sul client si aggiunga quindi al file + /etc/bind/named.conf + sul server::
    + +
    +
    +
    key home.piffa.net. {
    + +
    algorithm HMAC-MD5; secret + "txfAkNTScANEu2V73mCeiDpXNc3pmf+7ONOoKnTKQKIZMzierSmeHjK5 + Z8ntnByt/PJwv26jCIsVh8n+xzVsRw=="; };
    +
    +
    +
    + +
    +

    Nota

    + +

    La parte secret, che potete leggere + direttamente nel file *.key della chiave genearta, e' + scritto tutto sulla stessa riga senza ritorni + a capo.

    +
    +
    + +
    +

    7.4.3   Server: gestione + dell'intera zona

    + +

    Sul server modifichiamo il file di configurazione + named.conf.local della + zona della quale vogliamo concedere l'aggiornamento al + client:

    +
    +zone "piffa.net" {
    +        type master;
    +        file "/etc/bind/pz/piffa.net" ;
    +        allow-update {
    +                        key  home.piffa.net;
    +                        };
    +};
    +
    + +
    +
    Sara' necessario assicurarsi che il demone di Bind + sia in grado di modificare il file /etc/bind/pz/piffa.net: dato + che questo file ora sara' gestito da lui si proceda a + cedergli la propieta' del file::
    + +
    chown bind /etc/bind/pz/piffa.net
    +
    + +

    Altro problema che si potrebbe porre: gli orologi di + sistema dei due host devono essere sincronizzati per + poter valutare l'opportunita' di un aggiornamento: si + consigla di installare su entrambi l'utility ntpdate e di eseguirla facendo + riferimento ai time server di Debian:

    +
    +apt-get install ntpdate
    +ntpdate-debian
    +
    + +

    Ora possiamo provare dal client a effettuare + l'iserimento di un record per testarne il + funzionamento:

    +
    +# nsupdate -k Khome.piffa.net.+157+04331.private -v
    +> server ns1.piffa.net
    +> update add home.piffa.net. 86400 A 192.168.0.2
    +> show
    +Outgoing update query:
    +;; ->>HEADER<<- opcode: UPDATE, status: NOERROR, id:      0
    +;; flags: ; ZONE: 0, PREREQ: 0, UPDATE: 0, ADDITIONAL: 0
    +;; UPDATE SECTION:
    +home.piffa.net.         86400   IN      A       192.168.0.1
    +
    +
    +> send
    +
    + +

    Per comprendere meglio l'uso dell'utility nsupdate si consiglia la lettura + della relativa pagina man. Nella prima riga viene + invocato il comando nsupdate impostando col flag + -k la chiave privata generata + precedentemente, con server si imposta quale server NS + autoritario della zona (che abbiamo precedentemente + configurato per ricevere gli aggiornamenti) vogliamo + contattare. Alla riga sucessiva update viene aggiunto un record + A per la il dominio + home.piffa.net + indirizzato all'IP 192.168.0.2, poi show mostra quanto ci si prepara + a comunicare al server con il finale send .

    + +

    Si noti che in questo modo l'intera zona + piffa.net e suscettibile di essere modificata dal client, + che potra' eliminare e inserire qualunque record. E' + possibile gestire in modo piu' granulare la zona, ad + esempio concedendo al client i privilegi per gestire solo + una parte della zona o i tipo di record da gestire.

    +
    + +
    +

    7.4.4   Automatizzare + l'aggiornamento dinamico

    + +

    Nsupdate risulta comodo per tenere aggiornati i record + DNS degli host connessi ad internet con indirizzi IP + dinamici (pubblici) assegnati dal provider. Il client + deve essere in grado di contattare autonomamente il + server DNS per comunicare un cambiamento del suo ip. + Vediamo innanzi tutto un primo script per nsupdate:

    +
    +#!/bin/bash
    +# Diamo al demone ppp un po' di tempo per negoziare la connessione
    +# prima di leggere l'IP ottenuto
    +sleep 15
    +IPADDR=$(/sbin/ifconfig ppp0 | awk '/inet/ { print $2 } ' | sed -e s/addr://)
    +
    +nsupdate  -k /root/dns/Khome.piffa.net.+157+04331.private <<-EOF
    +        server 192.168.0.254
    +        zone home.piffa.net.
    +        update delete home.piffa.net. A
    +        update delete home.piffa.net. MX
    +        update add home.piffa.net. 432000 A $IPADDR
    +        update add home.piffa.net. 432000 MX 10  home.piffa.net.
    +        show
    +        send
    +        EOF
    +
    + +

    Questo script legge il valore del device di rete + ppp0 creato dal + pppoe di una connessione ADSL per ottenere + l'indirizzo IP ottenuto dal provider (prima di farlo + aspetta 15 secondi per dare il tempo al pppoe di negoziare la + connessione).Vengono poi eliminati gli esistenti valori + A e MX per home.piffa.net (si noti il punto + finale dopo net) e inseriti quelli attuali.

    + +

    Resta da decidere quando richiamare questo script: + l'evento che causa l'assegnazione del nuovo IP in questo + caso e una nuova connessione pppoe, quindi sarebbe + consigliabile inserire lo script nelle routine comprese + in /etc/ppp/ip-up.d (si veda la + documentazione di ppp), nel caso questo non desse i + risultati sperati (per problemi di connessione) come via + estrema si consideri di mettere lo script nella routine + del demone cron in modo + che venga eseguito periodicamente (ad esempio ogni + giorno).

    +
    -
    +

    6   Samba

    + "#id84">8   Samba

    Samba e' un progetto libero che fornisce servizi di condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS.

    @@ -3008,10 +4280,10 @@ prepend domain-name-servers 127.0.0.1; implementazioni SMB/CIFS, e permette di ottenere interoperabilita' tra Linux, Unix, Mac OS X e Windows.

    -

    Samba e' un software che puo girare su piattaforme che non - siano Microsoft Windows, per esempio, UNIX, Linux, IBM System - 390, OpenVMS e altri sistemi operativi. Samba utilizza il - protocollo TCP/IP utilizzando i servizi offerti sul server +

    Samba e' un software che puo' girare su piattaforme che + non siano Microsoft Windows, per esempio, UNIX, Linux, IBM + System 390, OpenVMS e altri sistemi operativi. Samba utilizza + il protocollo TCP/IP utilizzando i servizi offerti sul server ospite. Quando correttamente configurato, permette di interagire con client o server Microsoft Windows come se fosse un file e print server Microsoft agendo da Primary @@ -3020,11 +4292,11 @@ prepend domain-name-servers 127.0.0.1;

    6.1   Pacchetti

    + "#id85">8.1   Pacchetti

    Pacchetti da installare per utilizzare Samba in - modalita' client [2]

    + modalita' client [2]

     samba-client
     
    @@ -3035,7 +4307,7 @@ samba-client samba smbfs smbclient
    - @@ -3045,25 +4317,22 @@ samba smbfs smbclient + "#id6">[2] + "docutils literal">CUPS.
    [2] Anche se nato per i sistemi Windows, Samba puo' essere usato anche per montare cartelle sotto GNU/Linux come alternativa a NFS. Per la condivisione di stampanti sarebbe invece opportuno intervenire direttamente su CUPS.

    Durante la prima installazione viene chiesto il nome del gruppo di appartenenza, il default per Windows e' - WORKGROUP. In aula usiamo invece - 208 .

    + WORKGROUP. In aula usiamo + invece 208 .

    Per riconfigurare Samba si usi il comando:

    @@ -3073,7 +4342,7 @@ dpkg-reconfigure samba-common
     
           

    6.2   Passwords e + "#id86">8.2   Passwords e autenticazione

    Per poter configurare Samba in modo che usi un sistema @@ -3096,15 +4365,13 @@ dpkg-reconfigure samba-common dovranno fisicamente scrivere sui file system. Se un utente non puo' scrivere in una certa posizione del file system (ad esempio nella cartella /mnt/condivisione che sara' stata + "docutils literal">/mnt/condivisione che sara' stata necessariamente creata inizialmente dall'utente - root) per mancanza dei privilegi di - scrittura allora neanche Samba potra' farlo nel momento - in mette a disposizione la risorsa all'utente. Se si - montano file-system dedicati per le condivisioni - controllare i permessi e propieta' dei punti di + root) per mancanza dei + privilegi di scrittura allora non potra' farlo neanche + quando Samba rendera' disponibile la risorsa all'utente. + Se si montano file-system dedicati per le condivisioni + controllare i permessi e proprieta' dei punti di mount*. Queste passwords sono salvate nel solito file /etc/shadow (richiamato da /etc/passwd). @@ -3112,13 +4379,11 @@ dpkg-reconfigure samba-common

    Samba deve essere compatibile con Windows e quindi utilizzare un sistema di criptazione delle password - diverso da /etc/shadow . Le password per Samba possono - essere gestite ad esempio col comando smbpasswd e vengono generalmente - salvate all'interno di /var/lib/samba/passdb.tdb .
    + diverso da /etc/shadow + . Le password per Samba possono essere gestite ad esempio + col comando smbpasswd e + vengono normalmente salvate all'interno di /var/lib/samba/passdb.tdb .
    3 Password per Windows.
    @@ -3134,7 +4399,7 @@ dpkg-reconfigure samba-common

    6.3   Creazione Utenti

    + "#id87">8.3   Creazione Utenti

    Creiamo per primo l'utente sotto GNU/Linux, facendo attenzione a non dargli una shell di sistema. Gli @@ -3147,8 +4412,8 @@ dpkg-reconfigure samba-common adduser --shell /bin/false sambo

    -

    Nel file /etc/passwd avremo qualcosa come:

    +

    Nel file /etc/passwd + comparira' qualcosa come:

     sambo:x:1001:1001:Sambo utente Samba,,,:/home/sambo:/bin/false
     
    @@ -3165,13 +4430,13 @@ smbpasswd -a sambo smbpasswd sambo -

    La password sotto Windows verra' modificata sul sistema +

    La password sotto Windows andra' modificata sul sistema Windows.

    6.4   Creare la + "#id88">8.4   Creare la condivisione

    La condivisione altro non e' che una cartella sul server @@ -3179,14 +4444,13 @@ smbpasswd sambo in base a una autenticazione basata su user-name / password. E' per altro possibile permettere l'accesso a una risorsa a chiunque indiscriminatamente (a tutti i - guest) ma la cosa e' sconsigliabile dal - punto di vista della sicurezza. Si decida se la cartella - condivisa debba risiedere nella home di un utente - (nel caso quest'ultimo ne sia l'unico fruitore) o in una - cartella in /mnt/ (nel caso piu' utenti accedano a questa). - Nel secondo caso si potranno gestire gli accessi sotto - GNU/Linux tramite i gruppi.

    + guest) ma la cosa e' + sconsigliabile dal punto di vista della sicurezza. Si + decida se la cartella condivisa debba risiedere nella + home di un utente (nel caso quest'ultimo ne sia + l'unico fruitore) o in una cartella in /mnt/ (nel caso piu' + utenti accedano a questa). Nel secondo caso si potranno + gestire gli accessi sotto GNU/Linux tramite i gruppi.

    Creazione della risorsa sambo_share nella home dell'utente sambo:

    @@ -3198,21 +4462,19 @@ smbpasswd sambo

    6.4.1   Sicurezza: permessi di + "#id89">8.4.1   Sicurezza: permessi di esecuzione sul server

    -

    Bisognerebbe notare sul server i permessi di +

    A lato server si presti attenzione ai permessi di esecuzione del file-system che ospita la cartella da condividere. Se i file che saranno contenuti nella condivisione saranno da usarsi sotto Windows non c'e' motivo che questi siano eseguibili sotto GNU/Linux. Si potrebbe avere quindi, ipotizzando una condivisione in - /mnt/share che risieda su di un file - system dedicato:

    + /mnt/share che risieda + su di un file system dedicato:

    -

    /etc/fstab

    +

    /etc/fstab

    /dev/hda10 /mnt/share ext3 rw, @@ -3228,12 +4490,12 @@ smbpasswd sambo

    6.5   Configurazione + "#id90">8.5   Configurazione dell'applicativo Samba vero e proprio.

    Avendo preparato gli utenti (ancora una volta: non si - dia una shell completa a un utente che serve solo per Samba - o la posta elettronica) e la cartella sul file system si + dia una shell completa a un utente che accede solo a Samba + o alla posta elettronica) e la cartella sul file system si puo' procedere a configurare la condivisione su Samba.

    /etc/samba/smb.conf riga ~235 , Share Definitions (in @@ -3258,17 +4520,44 @@ smbpasswd sambo

    Dopo aver salvato il file si puo' fare un primo controllo tramite l'utility testparm , - che controlla la sintassi del file di configurazione di - Samba. Se questo non rileva problemi si puo' procedere a un - # - /etc/init.d/samba restart .

    + "docutils literal">testparm , che controlla la + sintassi del file di configurazione di Samba. Se questo non + rileva problemi si puo' procedere a un # /etc/init.d/samba restart .

    + +
    +

    8.5.1   Creazione di un + gruppo

    + +

    Se si deve condividere una risorsa con un numero + consistente di utenti e' consigliabile lavorare in + termini termini di gruppi piuttosto che elencare la lista + degli utenti in valid + users.

    + +

    Dopo aver creato il gruppo del quale volete facciano + parte i vostri utenti (addgroup nome_gruppo), inserite i + vostri utenti nel gruppo (adduser nome_utente nome_gruppo) + e modificate la direttiva valid users in smb.conf per riferirsi ad un + gruppo piuttosto che a degli utenti. Per riferirsi a un + gruppo si usi il carattere @ + chicciola col nome_del_gruppo:

    +
    +# Negoziazione degli accessi su base gruppo
    +valid users = @nome_gruppo
    +
    +

    6.6   Testare il Servizio

    + "#id92">8.6   Testare il Servizio

    Come testare il servizio

    @@ -3308,17 +4597,16 @@ mount -t smbfs //localhost/sambo_share /mnt/sambo_mount/ --verbose -o user=sambo

    7   Server di posta: Postfix

    + "#id93">9   Server di posta: Postfix

    Il server di posta che prenderemo in considerazione e' - Postfix, a seguire un estratto di un file do configurazione - semplie con l'abilizazione delle Maildir - nelle /home degli utenti per la consegna della - posta:

    - -

    /etc/postfix/main.cf:

    + Postfix, a seguire un estratto di un file di configurazione + semplice con l'abilitazione delle Maildir + nelle /home degli utenti + per la consegna della posta:

    + +

    /etc/postfix/main.cf:

     # ...segue dalla riga ~30
     myhostname = 162.piffa.net
    @@ -3329,30 +4617,113 @@ mydestination = 162.piffa.net, localhost
     # Se non avete un ip pubblico e statico, con un adeguato record PTR
     # dovrete usare un realy host per l'invio della posta
     relayhost = smtp.piffa.net
    +
     mynetworks = 127.0.0.0/8 [::ffff:127.0.0.0]/104 [::1]/128
    +# Se dovete inviare la posta per i client della vostra LAN privata:
    +# mynetworks = 127.0.0.0/8 192.168.0.0/24 [::ffff:127.0.0.0]/104 [::1]/128
    +# E si faccia BEN ATTENZIONE a non diventare un open realay smtp
    +
     
     # Per effettuare lo storaggio della posta nelle home directory degli utenti
    -# in una Maildir invece che la Mailbox in /var/mail/utente
    +# in una Maildir invece che nella Mailbox in /var/mail/nome_utente
     # si disabiliti procmail
     #mailbox_command = procmail -a "$EXTENSION"
     
    -# Storaggio della posta nella _cartella_ Maildir/ (si noti lo slash)
    -# nella home dell'utente:
    +# cartella_i abiliti lo storaggio della posta nella Maildir/ (si noti lo slash)
    +# all'interno della  home dell'utente:
     home_mailbox = Maildir/
     mailbox_size_limit = 0
     recipient_delimiter = +
     inet_interfaces = all
     
    +
    +
    E' disponibile un file di configurazione di esempio ben + piu' articolato e commentato::
    + +
    /usr/share/postfix/main.cf.dist .
    +
    + +
    +

    9.1   Test del server smtp

    + +

    Per testare il corretto funzionamento del server di + posta si puo' procedere in vari modi.

    + +
      +
    • Spedire una mail a una casella locale / remota e + controllare i log (syslog)
    • + +
    • Collegarsi via telnet al server di posta: + http://www.netadmintools.com/art276.html
    • + +
    • usare una utility come SWAKS
    • +
    + +
    +

    9.1.1   Swaks

    + +
    +
    Per gli utenti meno esperti e' consigliabile + utilizzare SWAKS: si installi l'omonimo + pacchetto e si esegua un test con::
    + +
    swaks --to utente@destinatario.tilde + --from utente@propio.mail.tilde
    +
    + +

    Ecco un esempio di una sessione corretta:

    +
    +swaks --to andrea@piffa.net from andrea@mydomain.com
    +=== Trying smtp.piffa.net:25...
    +=== Connected to smtp.piffa.net.
    +<-  220 zoo.piffa.net ESMTP Postfix (Debian/GNU)
    + -> EHLO alice.mydomain.com
    +<-  250-zoo.piffa.net
    +<-  250-PIPELINING
    +<-  250-SIZE 10240000
    +<-  250-VRFY
    +<-  250-ETRN
    +<-  250-STARTTLS
    +<-  250-ENHANCEDSTATUSCODES
    +<-  250-8BITMIME
    +<-  250 DSN
    + -> MAIL FROM:<root@alice.mydomain.com>
    +<-  250 2.1.0 Ok
    + -> RCPT TO:<andrea@piffa.net>
    +<-  250 2.1.5 Ok
    + -> DATA
    +<-  354 End data with <CR><LF>.<CR><LF>
    + -> Date: Thu, 28 May 2009 13:11:19 +0200
    + -> To: andrea@piffa.net
    + -> From: root@alice.mydomain.com
    + -> Subject: test Thu, 28 May 2009 13:11:19 +0200
    + -> X-Mailer: swaks v20061116.0 jetmore.org/john/code/#swaks
    + ->
    + -> This is a test mailing
    + ->
    + -> .
    +<-  250 2.0.0 Ok: queued as 41FB261AFC
    + -> QUIT
    +<-  221 2.0.0 Bye
    +=== Connection closed with remote host.
    +
    +
    +
    +

    7.1   Imap e pop

    + "#id96">9.2   Imap e pop

    Postfix e' un server SMTP, di conseguenza se volete che i vostri utenti possano scaricare in locale la - posta generalemtne volete mettere a loro disposizione un - server POP3 o ancora meglio IMAP. Oppure - entrambi.

    + posta generalmente volete mettere a loro disposizione un + server POP3 o IMAP. Oppure entrambi.

    Pacchetti da installare
    @@ -3360,57 +4731,254 @@ inet_interfaces = all
    courier-imap courier-pop
    -

    i noti che IMAP necessita delle Maildir, non funziona - con le Mailbox in /var/mail/ .

    +

    Si noti che IMAP necessita delle Maildir, non + funziona con le Mailbox in /var/mail/ .

    +
    + +
    +

    9.3   Client a riga di + comando

    + +

    Per testare il corretto funzionamento del server di + posta e' utile avere a disposizione delle utility per + inviare e leggere la posta: ovviamente da riga di + comando.

    + +
    +

    9.3.1   mailx

    + +
    +
    Uno dei client piu' semplici, sopratutto per + inviare un messaggioi. e' sufficiente usare una formula + come::
    + +
    mail utente@dominio.com
    +
    + +

    Se il comando mail + non fosse disponibile si installi il pacchetto mailx.

    + +

    Al primo prompt si digitera' l'oggetto, il testo del + messaggio (per terminare l'inserimento lasciare una riga + vuota, digitare un punto + + Invio su una riga vuota), la Carbon Copy (se + necessaria).

    + +

    es:

    +
    +mail andrea@localhost
    +Subject: Oggetto della mail
    +Testo del messagio,
    +per terminare il messaggio
    +lasciare una riga vuota
    +e un punto (poi Invio).
    +
    +.
    +Cc:
    +
    + +

    Per altrre opzioni si veda la pagina man.

    +
    + +
    +

    9.3.2   Mutt

    + +

    Mutt e' uno dei gestori di posta preferiti da chi + preferisce utilizzare l'interfaccia testuale per la + gestione della posta.

    + +

    Mutt ha un file di configurazione .muttrc nella home + dell'utente, alcuni settaggi possono essere utili:

    + +
    +
    set folder="~/Maildir"
    + +
    Per utilizzare /home/nome_utente/Maildir come + mailbox, invece del default /var/mail/nome_utente.
    + +
    set editor="vim"
    + +
    Utilizzare vim + come editor per comporre i messaggi.
    +
    + +

    Spesso e' utile poter levvere al volo la + Mailbox / Maildir di un utente sul server di posta, per + controllare se i messaggi vengono recapitati + correttamente:

    +
    +mutt -f /var/mail/utente
    +mutt -f /home/utente/Maildir
    +
    + +

    In modo analogo si puo' consultare al volo la propia + mailbox su un server remoto tramite IMAP/POP:

    +
    +mutt -f imap://nome_utente@piffa.net
    +
    +

    7.1.1   Web client

    + "#id100">9.3.3   Web client

    Per mettere a disposizione degli utenti un client web - per gestire la propia posta si installi il pacchetto: - squirrelmail . Ci sono tanti altri - client web disponibili: questo e' particolarmente - semplice. Naturalemte dovrete aver installato: php5 - apache2 .

    + per gestire la propria posta si installi il pacchetto: + squirrelmail . Ci sono + tanti altri client web disponibili: questo e' + particolarmente semplice. Naturalmente dovrete aver + installato: php5 + apache2 .

    L'interfaccia dovrebbe essere disponibile all'url: http://localhost/squirrelmail . Se cosi' non fosse assicuratevi che Apache abbia incluso il file di configurazione di squirrelmail:

    +
    +cd /etc/apache2/conf.d/
    +ln -s /etc/squirrelmail/apache.conf ./squirrelmail.conf
    +
    +
    +
    -
    - cd /etc/apache2/conf.d/ ln -s - /etc/squirrelmail/apache.conf ./ -
    +
    +

    9.4   Graylisting

    + +

    Il graylisting e' un sistema relativamente poco + invasivo, con un limitato consumo di risorse per limitare + lo SPAM in arrivo sul propio server di posta. Come + suggerisce il nome e' una via di mezzo tra una white + list (una lista di mittenti privilegiata, sempre + benvenuti) e una black list (mittenti + bannati, banditi dal poter inviare nuovi + messaggi).

    + +

    Il funzionamento e' relativamente semplice: ogni + mittente sconosciuto viene immediatamente rifiutato con un + errore non grave come un server non + disponibile, provare piu' tardi. Questo inconveniente + non dovrebbe mettere in difficolta' un server di posta / + mittente legittimo, che dopo un periodo di attesa tentera' + nuovamente di inviare il messaggio ottenendo finalmente il + risultato atteso. Diversamente un bot per l'invio + di SPAM o un applicazione improvvisata (tipicamente di + derivazione virale) che stesse inviando il messaggio + probabilmente non insisterebbe, rinunciano ad + inviare il messaggio preferendo destinazioni meno + problematiche.

    + +
    +

    9.4.1   Abilitazione in + Postfix

    + +

    Installare il pacchetto: postgrey e aggiungere il file di + configurazione di Postfix /etc/postfix/main.cf:

    +
    +smtpd_recipient_restrictions =
    +        permit_mynetworks,
    +        reject_unauth_destination,
    +        check_policy_service inet:127.0.0.1:60000
    +
    +
    + +
    +

    9.4.2   Test

    + +

    Inviando un messaggio il client dovrebbe ricevere un + iniziale messaggio di rifiuto del messaggio:

    +
    +swaks --to andrea@piffa.net from andrea@mydonain.com
    +=== Trying smtp.piffa.net:25...
    +=== Connected to smtp.piffa.net
    +...
    +<-  250 2.1.0 Ok
    + -> RCPT TO:<andrea@piffa.net>
    +<** 450 4.2.0 <andrea@piffa.net>: Recipient address rejected:
    +Greylisted, see http://postgrey.schweikert.ch/help/piffa.net.html
    + -> QUIT
    +<-  221 2.0.0 Bye
    +=== Connection closed with remote host.
    +
    + +

    A lato server si dovrebbe rilevare su /var/log/syslog qualcosa di + simile:

    +
    +connect from alice.mydomain.com[65.98.21.97]
    +May 28 14:53:34 r24266 postgrey: action=greylist, reason=new,
    +   client_name=alice.mydomain.com,
    +   client_address=10.0.0.1, sender=root@alice.mydomain.com, recipient=andrea@piffa.net
    +May 28 14:53:34 r24266 postfix/smtpd[22538]:
    +   NOQUEUE: reject: RCPT from alice.mydomain.com[10.0.0.1]:
    +   450 4.2.0 <andrea@piffa.net>: Recipient address rejected: Greylisted,
    +   see http://postgrey.schweikert.ch/help/piffa.net.html;
    +   from=<root@alice.mydomain.com> to=<andrea@piffa.net>
    +   proto=ESMTP helo=<alice.mydomain.com>
    +May 28 14:53:34 r24266 postfix/smtpd[22538]: disconnect from alice.mydomain.com[10.0.0.1]
    +
    +
    + +
    +

    9.4.3   Statistiche

    + +

    E' sempre utile poter tracciare qualche statistica + sulle percentuali di messaggi ricevuti, da chi, messaggi + rifiutati (e per quale motivo). Statistiche che attingono + dai soliti log del server di posta /var/log/syslog di default oltre + che i dedicati /var/log/mail .

    + +

    Una utility semplice per analizzare l'attivita' del + propio server smtp potrebbe essere pflogsumm , installato il + pacchetto la si puo' invocare con:

    +
    +pflogsumm.pl  /var/log/mail.log
    +
    + +

    oppure utilizzare i log piu' vecchi ad es. /var/log/mail.log.0

    8   Firewall

    + "#id105">10   Firewall

    In Informatica, nell'ambito delle reti di computer, un firewall (termine inglese dal significato originario di parete refrattaria, muro tagliafuoco, muro ignifugo; in italiano anche parafuoco o parafiamma) e' un componente - passivo di difesa perimetrale che può anche svolgere - funzioni di collegamento tra due o piu' tronconi di rete. - Usualmente la rete viene divisa in due sottoreti: una, detta - esterna, comprende l'intera Internet mentre l'altra interna, - detta LAN (Local Area Network), comprende una sezione piu' o - meno grande di un insieme di computer locali. In alcuni casi - e' possibile che si crei l'esigenza di creare una terza - sottorete detta DMZ (o zona demilitarizzata) atta a contenere - quei sistemi che devono essere isolati dalla rete interna ma + passivo di difesa perimetrale che puo anche svolgere funzioni + di collegamento tra due o piu' tronconi di rete. Usualmente + la rete viene divisa in due sotto reti: una, detta esterna, + comprende l'intera Internet mentre l'altra interna, detta LAN + (Local Area Network), comprende una sezione piu' o meno + grande di un insieme di computer locali. In alcuni casi e' + possibile che si crei l'esigenza di creare una terza sotto + rete detta DMZ (o zona demilitarizzata) atta a contenere quei + sistemi che devono essere isolati dalla rete interna ma devono comunque essere protetti dal firewall.

    -

    Una prima definizione chiusa di firewall è la +

    Una prima definizione chiusa di firewall e' la seguente:

    Apparato di rete hardware o software che filtra tutti i @@ -3418,16 +4986,16 @@ inet_interfaces = all computer, applicando regole che contribuiscono alla sicurezza della stessa.

    -

    In realtà un firewall può essere realizzato con un +

    In realta' un firewall puo' essere realizzato con un normale computer (con almeno due schede di rete e software - apposito), può essere una funzione inclusa in un router o - può essere un apparato specializzato. Esistono inoltre i + apposito), puo' essere una funzione inclusa in un router o + puo' essere un apparato specializzato. Esistono inoltre i cosiddetti "firewall personali", che sono programmi installati sui normali calcolatori, che filtrano solamente i pacchetti che entrano ed escono da quel calcolatore; in tal caso viene utilizzata una sola scheda di rete.

    -

    La funzionalità principale in sostanza è quella di +

    La funzionalita' principale in sostanza e' quella di creare un filtro sulle connessioni entranti ed uscenti, in questo modo il dispositivo innalza il livello di sicurezza della rete e permette sia agli utenti interni che a quelli @@ -3436,28 +5004,28 @@ inet_interfaces = all potendo eseguire su di essi operazioni di: controllo modifica monitoraggio

    -

    Questo grazie alla sua capacità di "aprire" il - pacchetto IP per leggere le informazioni presenti sul suo - header, e in alcuni casi anche di effettuare verifiche sul - contenuto del pacchetto.

    +

    Questo grazie alla sua capacita' di "aprire" il pacchetto + IP per leggere le informazioni presenti sul suo header, e in + alcuni casi anche di effettuare verifiche sul contenuto del + pacchetto.

    8.2   Ipfilter

    + "#id107">10.2   Ipfilter

    Link: @@ -3475,17 +5043,17 @@ inet_interfaces = all pacchetti, non puo' quindi rilevare la presenza di virus o simili che si trasmettono su pacchetti separati: ricomporre, analizzare e tornare a scomporre i frammenti - rtichiederebbe troppa RAM e risorse di sistema, con il + richiederebbe troppa RAM e risorse di sistema, con il conseguente rischio di saturare il firewall fino all'abbandono dei nuovi pacchetti in transito. Ci sono altri software piu' adatti a questi compiti, ad esempio un proxy HTTP come Squid che e' appunto una applicazione di quarto livello, progettata e strutturata per analizzare e modificare i flussi di dati (il contenuto dei - pacchetti, non le sole inestazioni) facendo + pacchetti, non le sole intestazioni) facendo abbondate uso delle risorse RAM e di calcolo del sistema. Non a caso su macchine embedded dalle prestazioni molto - ridotte (CPU ARM ~250Mhz con ~30MB di RAM) Squid sfrutta al + ridotte (CPU ARM ~250MHZ con ~30MB di RAM) Squid sfrutta al massimo le risorse di sistema per gestire il traffico di una rete 10/100, mentre il lavoro tipico svolto da netfilter e' quasi irrilevante.

    @@ -3493,7 +5061,7 @@ inet_interfaces = all

    8.3   Progettazione di un + "#id108">10.3   Progettazione di un firewall

    Per implementare un firewall bisogna decidere un aio di @@ -3502,7 +5070,7 @@ inet_interfaces = all

    8.3.1   Collocazione

    + "#id109">10.3.1   Collocazione

    DMZ e MZ, internet, intranet, extranet. Frammentazione della rete, decidere se diversi reparti di una azienda si @@ -3534,7 +5102,8 @@ inet_interfaces = all

    8.3.2   Policy di default

    + "#id110">10.3.2   Policy di + default

    Drop o Accept: conseguenze per sicurezza, facilita' di gestione.

    @@ -3542,9 +5111,9 @@ inet_interfaces = all

    8.3.3   Hardware

    + "#id111">10.3.3   Hardware -

    Sostanzialmente potremmo distinquere due tipologie di +

    Sostanzialmente potremmo distinguere due tipologie di hardware:

    @@ -3561,7 +5130,7 @@ inet_interfaces = all uso del server stesso e della rete connessa.
    -

    Vantaggi e svantaggi: consumo elettrico, efficenza, +

    Vantaggi e svantaggi: consumo elettrico, efficienza, flessibilita', strumenti di gestione, sicurezza, OpenBSD.

    @@ -3570,21 +5139,26 @@ inet_interfaces = all

    8.4   Percorso dei pacchetti tra + "#id112">10.4   Percorso dei pacchetti tra tabelle e catene

    +

    E importante conoscere il percorso che i paccheti + seguono passando tra le varie catene, l'ordine infatti puo' + cambiare il riusultato ottenuto (che il pacchetto raggiunga + o meno l'host, oppure modificare il pachetto stesso).

    +

    link: - http://iptables-tutorial.frozentux.net/iptables-tutorial.html#TRAVERSINGOFTABLES

    + "http://www.frozentux.net/iptables-tutorial/chunkyhtml/c962.html"> + http://www.frozentux.net/iptables-tutorial/chunkyhtml/c962.html

    8.5   Concetti di base

    + "#id113">10.5   Concetti di base

    8.5.1   Tabelle, catene, + "#id114">10.5.1   Tabelle, catene, regole

    Iptables lavora su 3 tabelle (tables) di default:

    @@ -3593,7 +5167,7 @@ inet_interfaces = all
  • filter - Regola il firewalling: quali pacchetti accettare, quali bloccare
  • -
  • nat - Regola le attività di natting
  • +
  • nat - Regola le attivita' di natting
  • mangle - Interviene sulla alterazione dei pacchetti.
  • @@ -3601,9 +5175,9 @@ inet_interfaces = all

    Ogni tabella ha delle catene (chains) predefinite (INPUT, OUTPUT, FORWARD ... ) a cui possono essere - aggiunte catene custom. Ogni catena è composta da un + aggiunte catene custom. Ogni catena e' composta da un elenco di regole (rules) che identificano pacchetti di - rete secono criteri diversi (es: -p tcp --dport 80 -d + rete secondo criteri diversi (es: -p tcp --dport 80 -d 10.0.0.45) Ogni regola termina con una indicazione (target) su cosa fare dei pacchetti identificati dalla regola stessa (es: -j ACCEPT, -j DROP ...)

    @@ -3611,13 +5185,13 @@ inet_interfaces = all

    8.5.2   Match

    + "#id115">10.5.2   Match

    I Match di una regola (rule) servono a testare un pacchetto per valutare se corrisponda a certe - caratteriscttiche. I match di possono servire a - controllare se un pacchetto e' destinato a una porta - particolare o utilizza un protocollo particolare.

    + caratteristiche. I match di possono servire a controllare + se un pacchetto e' destinato a una porta particolare o + utilizza un protocollo particolare.

    Alcuni esempi:

    @@ -3630,7 +5204,7 @@ inet_interfaces = all
    -s [!] address[/mask]
    Indirizzo IP sorgente (o network con maschera di - sottorete)
    + sotto rete)
    -d [!] address[/mask]
    @@ -3663,7 +5237,7 @@ inet_interfaces = all

    8.5.3   Targets

    + "#id116">10.5.3   Targets

    Se un pacchetto soddisfa le condizioni del Match salta (jump) su uno dei target possibili, in @@ -3675,7 +5249,7 @@ inet_interfaces = all

    -j ACCEPT
    -
    Il pachetto matchato viene accettato e procede +
    Il pacchetto matchato viene accettato e procede verso la sua destinazione. Si usa per definire il traffico permesso.
    @@ -3746,7 +5320,7 @@ inet_interfaces = all "option">-j REDIRECT Redirige il pacchetto ad una porta locale. - Usabile solo in nat / PREROUTING e nat / OUTPUT è + Usabile solo in nat / PREROUTING e nat / OUTPUT e' previsto per fare un transparent proxy (con proxy server in esecuzione sulla macchina con iptables) @@ -3757,9 +5331,9 @@ inet_interfaces = all "option">-j RETURN Interrompe l'attraversamento della catena. Se - questa è una secondaria, il pacchetto torna ad + questa e' una secondaria, il pacchetto torna ad attraversare la catena madre da punto in cui aveva - fatto il salto nella secondaria. Se il RETURN è in + fatto il salto nella secondaria. Se il RETURN e' in una delle catene di default, il pacchetto interrompe l'attraversamento e segue la policy di default. @@ -3780,7 +5354,7 @@ inet_interfaces = all "option">-j MIRROR Curioso e sperimentale, questo target invia un - pacchetto speculare al mittente. In pratica è come + pacchetto speculare al mittente. In pratica e' come se facesse da specchio per tutti i pacchetti ricevuti. Da usare con cautela, per evitare attacchi DOS indiretti. @@ -3792,11 +5366,11 @@ inet_interfaces = all

    8.6   Tabella Filter

    + "#id117">10.6   Tabella Filter

    E' quella implicita e predefinita (-t filter) Riguarda - le attività di filtraggio del traffico. Ha 3 catene - di default: INPUT - Riguarda tutti i pacchetti destinati al + le attivita' di filtraggio del traffico. Ha 3 catene di + default: INPUT - Riguarda tutti i pacchetti destinati al sistema. In entrata da ogni interfaccia. OUTPUT - Riguarda i pacchetti che sono originati dal sistema e destinati ad uscire. FORWARD - Riguarda i pacchetti che attraversano il @@ -3816,8 +5390,8 @@ inet_interfaces = all

    8.7   Flush automatico per macchine - remote

    + "#id118">10.7   Flush automatico per + macchine remote

    Se state provando una configurazione del firewall per una macchina remota e' buona norma per evitare brutte @@ -3825,15 +5399,14 @@ inet_interfaces = all delle regole dopo qualche minuto. Potreste infatti inavvertitamente impostare una regola che vi impedisca di raggiungere la macchina remota, cosi' da non poter neanche - eliminare quella regola e ripristinare la situazioe + eliminare quella regola e ripristinare la situazione precedente.

    -

    Veramnete, prima di lavorare sul firewall di - una macchina remota inpostate almeno un at now +5 min o con un'oretta di margine per fare - il flush delle regole (su tutte le tabelle):

    +

    Veramente, prima di lavorare sul firewall di + una macchina remota impostate almeno un at now +5 min o con un'oretta di + margine per fare il flush delle regole (su tutte + le tabelle):

         at now +5 min
     at> /sbin/iptables -F
    @@ -3843,11 +5416,11 @@ at> [CTR+d]
     
           

    8.8   Gestione regole + "#id119">10.8   Gestione regole (rules)

    -

    Il comando iptables viene usato per ogni attività - di gestione e configurazione.

    +

    Il comando iptables viene usato per ogni attivita' di + gestione e configurazione.

    Inserimento regole:

    @@ -3910,21 +5483,19 @@ at> [CTR+d]

    8.9   Salvataggio regole

    - -

    Il comando iptables serve per interagire con il - framework Netfilter ch gestisce il firewall di - Linux al livello del kernel. Questo comporta, in modo - analogo a quando avvene col comando ifconfig, - che i cambiameti impostati siano in tempo reale, - RAM, non persistenti nel sistema: al boot sucessivo - del sistema tutto tornera' alle impostazioni di base (in - questo caso nulle, con policy di default settate - su ACCEPT per tutto).

    + "#id120">10.9   Salvataggio regole + +

    Il comando iptables + serve per interagire con il framework Netfilter che gestisce il firewall + di Linux al livello del kernel. Questo comporta, in modo + analogo a quando avviene col comando ifconfig, che i cambiamenti + impostati siano in tempo reale, RAM, non + persistenti nel sistema: al boot successivo del sistema + tutto tornera' alle impostazioni di base (in questo caso + nulle, con policy di default settate su ACCEPT per tutto).

    Le varie invocazioni di iptables potrebbero essere richiamate da degli scripts dedicati, ma fortunatamente e' @@ -3941,34 +5512,32 @@ at> [CTR+d] routing, partenza di servizi es file_sharing per un back-up...): il sistema operativo Debian permette di legare l'esecuzione di comandi alla attivazione di una device di - rete (up), dopo la sua attivazione (post-up, - utile per devices che richiedono un certo tempo per - inizializzarsi: come un tunnel o una connessione punto a - punto), prima della sua attivazione (pre-up). - Allo stesso modo sono disponibili eventi analoghi per - accompagnare la disattivazione dei device di rete: si veda - la pagina man di interfaces.

    + rete (up), dopo la sua + attivazione (post-up, utile per devices che richiedono + un certo tempo per inizializzarsi: come un tunnel o una + connessione punto a punto), prima della sua attivazione + (pre-up). Allo stesso modo sono + disponibili eventi analoghi per accompagnare la + disattivazione dei device di rete: si veda la pagina man di + interfaces.

    Nel nostro caso avremo per una possibile scheda - eth0:

    + eth0:

    -

    /etc/network/interfaces

    +

    /etc/network/interfaces

     iface eth1 inet static
             up /sbin/iptables-restore /root/firewall/basic_fw
    -        # Seguno i soliti parametri della scheda di rete
    +        # Seguono i soliti parametri della scheda di rete
             address 10.10.208.21
     

    8.9.1   Iptables-save

    + "#id121">10.9.1   Iptables-save

    Per salvare le regole di iptables attualmente presenti nel kernel si usi il comando:

    @@ -3984,17 +5553,15 @@ iface eth1 inet static

    Se non avete un'idea migliore potreste voler tenere gli script dei firewall in una cartella ~/firewall nella home directory - dell'utente root.

    + "docutils literal">~/firewall nella home directory + dell'utente root.

    8.9.2   Iptables-restore

    + "#id122">10.9.2   Iptables-restore -

    Per ripristinare un set di regole prcedentemente +

    Per ripristinare un set di regole precedentemente salvate con iptables-save si utilizzi

    + +
    +

    10.10   Esempi

    + +

    Seguono alcuni esempi sull'uso di iptables, lo scenario + e' un computer con un paio di schede di rete fisiche una + delle quali collegata alla rete internet l'altra a una rete + privata per la LAN interna.

    + +
    +
      +
    1. eth0 scheda di + rete principale sulla rete privata interna + 192.168.0.0/24
    2. + +
    3. eth1 scheda di + rete secondaria per la connessione ad internet
    4. + +
    5. ppp0 + punto-a-punto per una connessione ad internet
    6. +
    +
    + +
    +

    10.10.1   Bloccare i ping + dall'esterno

    + +

    Spesso gli script che attaccano + automaticamente le varie reti provano a fare un + ping per verificare quali IP sono on-line: bloccare il + traffico ICMP in + ingresso puo' aiutare ad evitare parte di questi + attacchi:

    +
    +iptables -A INPUT -i ppp0 -p ICMP -j DROP
    +
    +
    + +
    +

    10.10.2   Masquerading + (sNAT)

    + +
    +
    Per attivare la network address translation (in + questo caso un SNAT) per la rete locale privata + sull'indirizzo ip del modem::
    + +
    iptables -t nat -A POSTROUTING -s + 192.168.0.0/255.255.255.0 -o ppp0 -j MASQUERADE
    +
    + +

    Il Masquerading a differenza dello + SNAT puro (-j SNAT + --to-source proprio_ip_pubblico + ) legge l'indirizzo ip del device ``ppp0. In questo + modo se l'IP cambia automaticamente si aggiorna anche il + source natting. Se avete un indirizzo IP statico + assegnato al vostro gateway potete invece usare lo SNAT + semplice.

    + +
    +
    Altri esempi::
    + +
    +

    ## Change source addresses to + 1.2.3.4. # iptables -t nat -A POSTROUTING -o eth0 -j + SNAT --to 1.2.3.4

    + +

    ## Change source addresses to 1.2.3.4, 1.2.3.5 or + 1.2.3.6 # iptables -t nat -A POSTROUTING -o eth0 -j + SNAT --to 1.2.3.4-1.2.3.6

    + +

    ## Change source addresses to + 1.2.3.4, ports 1-1023 # iptables -t nat -A + POSTROUTING -p tcp -o eth0 -j SNAT --to + 1.2.3.4:1-1023

    +
    +
    +
    + +
    +

    10.10.3   Brute force

    + +

    Per limitare attacchi di tipo brute force su SSH:

    +
    +iptables -A INPUT -i ppp0 -p tcp -m tcp --dport 22 -m state --state NEW -m recent --update --seconds 3000 --hitcount 4 --name DEFAULT --rsource -j DROP
    +
    +iptables -A INPUT -i ppp0 -p tcp -m tcp --dport 22 -m state --state NEW -m recent --set --name DEFAULT --rsource
    +
    +
    +
    + +
    +

    10.11   Proc filesystem

    + +

    Tramite il filesystem virtuale proc + possiamo monitorare talvolta anche modificarei, a seconda + dei casi, alcuni parametri utili per il networking. La + parte di proc che ci interessa si riconduce al percorso: + /proc/sys/net/ipv4 : + vediamo alcuni dei parametri fondamentali.

    + +
    +

    10.11.1   ip_forward

    + +

    Questa variabile determine se l'instradamento dei + pacchetti e' attvo, in caso positivo il kernel + instradera' i pacchetti (routing). Con ip_forward settato + a 0 la nostra macchina + continuera' a vedere le varie reti su cui eventualmente + si trova (gateway) ma non instradera' i pacchetti da + parte di altri host.

    + +

    Questo parametro determina tutti gli instradamenti che + il nostro host puo' fare, quindi e' determinante anche + per NAT, firewall, masquerading.

    + +

    E' possibile settarlo per le singole interfacce, ad + esempio per eth0: /proc/sys/net/ipv4/conf/eth0/forwarding + .

    + +

    Per approfondimenti su cosa si intenda per + instradamento: rfc1812.txt sezione 2.3:

    +
    +In the Internet model, constituent networks are connected together by
    +   IP datagram forwarders which are called routers or IP routers.  In
    +   this document, every use of the term router is equivalent to IP
    +   router.  Many older Internet documents refer to routers as gateways.
    +
    + A router connects to two or more logical interfaces, represented by
    +   IP subnets or unnumbered point to point lines (discussed in section
    +   [2.2.7]).  Thus, it has at least one physical interface.  Forwarding
    +   an IP datagram generally requires the router to choose the address
    +   and relevant interface of the next-hop router or (for the final hop)
    +   the destination host.  This choice, called relaying or forwarding
    +   depends upon a route database within the router.  The route database
    +   is also called a routing table or forwarding table.  The term
    +   "router" derives from the process of building this route database;
    +   routing protocols and configuration interact in a process called
    +   routing.
    +
    +Routers provide datagram transport only, and they seek to minimize
    +   the state information necessary to sustain this service in the
    +   interest of routing flexibility and robustness.
    +
    +
    + +
    +

    10.11.2   ip_default_ttl

    + +

    Time to leave di default usato dal nostro + host: in genere 64.

    +
    + +
    +

    10.11.3   ip_local_port_range

    + +

    Il range di porte usato dal nostro host quando si + connette come client ad altri host. Puo' essere utile + modificarlo per poi intercettare piu' facilmente i + pacchetti provenienti da qusto host, oppupure quel + qualunqe limitazione vogliamo imporre sul range da + usarsi. Si ricorda che solo root puo' aprire porte sotto + la 1024.

    +
    +
    -
    +

    9   NOTE

    + "#id131">11   FTP Server + +

    Il File Transfer Protocol (FTP) (protocollo di + trasferimento file), è un Protocollo per la trasmissione di + dati tra host basato su TCP, in genere usato dagli autori di + pagine web per pubblicare queste nei propio spazi + web. Storicamente veniva anche usato, mediate l'utilizzo di + utenze anonime, come punto di scambio per materiali di vari + utenti tra loro sconosciuti (una directory dei materiali + scaricabili e una dedicata agli uploads degli + utenti, poi riordinati dall'ftpmaster). Tuttora si + mantiene la cosuetudine di renedere disponibile i materiali + dei mirrors anche tramite FTP, probabilmente per + garantire l'accesso ai client piu' datati che non possono + utilizzare tecnologie piu' recenti.

    + +

    Il protocollo FTP e' in chiaro (cioe' non criptato), sia + per quanto riguarda il traffico ad esso associato che per il + passaggio delle passwords degli utenti, facilmente sniffabili + da chiunque abbia accesso alla rete. Naturalmente vsftp per + quanto votato alla sicurezza non modifica queste + caratteristiche del protocollo FTP (ma consente di usare + OpenSSL per la autenticazione degli utenti).

    + +

    Se propio si deve mettere a disposizione un server FTP ai + propi utenti si considerino le seguenti alternative:

    + +
      +
    • Spingere gli utenti ad usare SFTP invece che FTP
    • + +
    • Spingere gli utenti ad usare SSL per autenticarsi al + server FTP
    • + +
    • Nel caso di webdesigners si consideri la possibilita' + di offrire alternative come GIT, Subversion, Rsync o + Webdav
    • +
    + +

    Nel caso non si possa evitare il server FTP:

      -
    • controllare apache
    • +
    • Non dare agli utenti FTP una shell di sistema ( + Concedere come shell ftp + al posto di bash in + /etc/passwd)
    • + +
    • Rendere il filesytem su cui scrive il demone FTP + noexec e nosuid (vedi dopo)
    • + +
    • Utilizzare un demone FTP come Vsftp: un server FTP con + una forte inclinazione alla sicurezza: Very Secure FTP + Daemon.
    -

    sintassi: in monospace :

    +

    Per maggiori informazioni sulle scelte di design legate + alla sicurezza del demone si veda: http://vsftpd.beasts.org/DESIGN

    + +

    Vsftp mette a disposizione le seguenti funzionalita':

      -
    • nomi di files
    • +
    • Virtual IP configurations
    • + +
    • Virtual users
    • + +
    • Standalone or inetd operation
    • + +
    • Powerful per-user configurability
    • + +
    • Bandwidth throttling
    • -
    • comandi
    • +
    • Per-source-IP configurability
    • -
    • pacchetti
    • +
    • Per-source-IP limits
    • + +
    • IPv6
    • + +
    • Encryption support through SSL integration
    + +
    +

    11.1   Pacchetti

    + +

    Per installare il demone vero e propio si usi il + pacchetto vsftpd , mentre + per aver un client da cui fare qualche test sono + dipsonibili:

    + +
      +
    • ftp (pacchetto da + installare) e' il solito client a riga di comando
    • + +
    • gftp e' un client + grafico simile al classico WSftp
    • + +
    • Normalmente i file mananager com Konqueror possono + lavarorare come client FTP
    • +
    +
    + +
    +

    11.2   Sessioni ftp

    + +

    Vediamo alcuni dei comandi di base per gestire una + sessione ftp a riga di comando:

    + +
    +
    ftp nome_host
    + +
    stabilire la connessione all'host, poi verra' chiesta + la password dell'utente. Se avete sbagliato utente: user + .
    + +
    help
    + +
    Lista dei comandi disponibili.
    + +
    help [nome_comando]
    + +
    Cosa fa quel comando.
    + +
    put
    + +
    Per caricare un file.
    + +
    get
    + +
    Per scaricare un file.
    + +
    ls
    + +
    Lista dei file disponibili.
    + +
    cd
    + +
    Spostarsi in un altra directory.
    + +
    lcd
    + +
    Cambio directory in LOCALE.
    + +
    mput/mget
    + +
    Per lavorare su file multipli.
    + +
    prompt
    + +
    +
    +
    Per uscire dalla modalita' interattiva
    + +
    +
    +
    (non vi chiede conferma di ogni singola + operazione
    + +
    su ogni singolo file...).
    +
    +
    +
    +
    + +
    binary
    + +
    Entra in modalita' trasferimento binario.
    + +
    asii
    + +
    Entra in modalita' trasferimento ascii.
    + +
    bye
    + +
    Per chiudere la sessione.
    +
    +
    + +
    +

    11.3   Configurazione + iniziale

    + +

    Il demone di vsftpd e' immediatamente disponibile ma + solo in modalita' anonima (si pensi a uno scenario in cui + si vuole rendere disponibili dei files tramite FTP) e in + sola lettura. Per accedere al servizio si usi + quini come utente anonymous (la passwords in genere + e' come consuetudine il propio indirizzo email), la cui + home directory sara' /home/ftp/ (/srv/ftp in Squeeze):

    +
    +zoo:~# ftp localhost
    +Connected to localhost.localdomain.
    +220 (vsFTPd 2.0.7)
    +Name (localhost:root): anonymous
    +331 Please specify the password.
    +Password:
    +230 Login successful.
    +Remote system type is UNIX.
    +Using binary mode to transfer files.
    +ftp> ls
    +200 PORT command successful. Consider using PASV.
    +150 Here comes the directory listing.
    +-rw-r--r--    1 0        0               0 Feb 03 17:17 anoni
    +226 Directory send OK.
    +
    +
    + +
    +

    11.4   Abilitare gli utenti + locali

    + +

    Per poter modificare le impostazioni iniziali, ad + esempio per permettere l'accesso agli utenti del server, si + modifichera' il file /etc/vsftpd.conf, a seguire le + impostazioni fondamentali ed altre interessanti per rendere + il server accessibile da utenti di sistema (autenticati + tramite la loro password, quindi con PAM) per il tipico + utilizzo di web designers che debbano pubblicare le loro + pagine web (e non si siano fatti convincere a usare + SFTP!):

    +
    +# Allow anonymous FTP? (Beware - allowed by default if you comment this out).
    +anonymous_enable=NO
    +# Disabilitiamo l'utente anonimo
    +
    +# Uncomment this to allow local users to log in.
    +local_enable=YES
    +# Accesso garantito agli utenti di sistema
    +
    +# Uncomment this to enable any form of FTP write command.
    +write_enable=YES
    +# Permettiamo agli utenti di caricare documenti nella loro home
    +
    +# You may fully customise the login banner string:
    +ftpd_banner=Benvenuti al servizio ftp del sito example.com
    +
    + +

    Per abilitare i cambiamenti si proceda a riavviare il + server: /etc/init.d/vsftpd + restart e si monitorizzi il file di log tail -f + /var/log/vsftpd.log per controllarne il funzionamento + (e anche /var/log/syslog + nel caso non si riuscisse a far partire correttamente il + servizio.

    + +

    NOTE: Se non riuscite ad ottenere un directory + listing (ls) + ottenendo un errore 500 + Illegal PORT command? FTP error abilitare la modalita' + passiva col comando ftp passive.

    +
    + +
    +

    11.5   Jail chroot

    + +

    Si puo' impedire all'utente di spostarsi arbitrariamente + per il file system del servere visualizzare il contenuto + delle directory, ad esempio la cartella /etc, confinandolo in una jail + chroot limitata alla sua home directory:

    +
    +# You may restrict local users to their home directories.  See the FAQ for
    +# the possible risks in this before using chroot_local_user or
    +# chroot_list_enable below.
    +chroot_local_user=YES
    +
    + +

    Generalmente un utente di sistema con il solo accesso + FTP non dovrebbe avere la possibilita' di poter navigare + liberamente per il file system del server, esponendo file + di configurazione e quant'altro l'utente potrebbe trarre + utili informazioni sul quali software siano installati e di + che tipo:

    +
    +Remote system type is UNIX.
    +Using binary mode to transfer files.
    +ftp> pwd
    +257 "/"
    +ftp> cd /etc/
    +550 Failed to change directory.
    +
    +
    + +
    +

    11.6   Permessi sul + filesystem

    + +

    Come accennato precedentemente e' opportuno che i + filesystems sui quali un utente puo' scrivere o modificare + il contenuto non abbiano i privilegi di eseguibilita' e + suid, nel nonstro caso vsftpd lavora sull'intera /home/ directory quindi avremo in + /etc/fstab:

    +
    +/dev/mapper/store-homes /home   ext3    rw,nosuid,noexec     0      2
    +
    +
    + +
    +

    11.7   Shell dell'utente

    + +

    Come gia' detto piu' volte le passwords degli utenti + viaaggiano in rete in chiaro, ponendo un grave problema di + sicurezza. Sara' quindi opportuno disbilitare la shell di + questi utenti, tramite il flag --shell + /bin/false in fase di creazione degli utenti:

    +
    +# adduser --shell /bin/false nome_utente
    +
    + +

    Oppure correggiendo manualmente il file /etc/passwd per modificare + l'inpostazione della shell dell'utente:

    +
    +nome_utente:x:1001:1001::/var/spool/postfix:/bin/bash
    +# la riga sopra deve essere trasformata in
    +nome_utente:x:1001:1001::/var/spool/postfix:/bin/false
    +
    + +

    Sui sistemi DEbian REcenti sara' necessario aggiungere + /bin/false all'elenco + delle shell valide.

    + +

    /etc/shells

    +
    +...
    +/bin/false
    +
    +
    + +
    +

    11.8   Altre opzioni

    + +
    +
    xferlog_enable=YES
    + +
    Verra' tenuto un file di log /var/log/vsftpd.log degli upload + e download sul server.
    + +
    hide_ids=YES
    + +
    Nasconde le userid e groupid mascherandole con + ftp .
    + +
    anon_root=/home/ftp
    + +
    Home directory dell'utente anonimo.
    + +
    write_enable=YES
    + +
    Permette agli utenti di eseguire i comandi che + possono modificare il filesystem: STOR, DELE, RNFR, RNTO, + MKD, RMD, APPE e SITE .
    + +
    idle_session_timeout=600
    + +
    Permette agli utenti di restare connessi piu' a + lungo, utile per i webdesigners che passano intere + giornate connessi al server.
    +
    +