X-Git-Url: http://git.piffa.net/web?a=blobdiff_plain;f=servizi.html;h=5be409b816f9c3afb3eaafec3d5d0481b33d385e;hb=f32b9711a14936139aa89c128ae65ca19996ab96;hp=5880af30e9753ec5a7e3788c475cb7d266d13052;hpb=f951de09f5f91256174f2aeeea20d6bf1faa2e57;p=doc%2F.git diff --git a/servizi.html b/servizi.html index 5880af3..5be409b 100644 --- a/servizi.html +++ b/servizi.html @@ -4,299 +4,259 @@ + "HTML Tidy for Linux/x86 (vers 25 March 2009), see www.w3.org"> - Servizi Di rete passo a passo + Servizi di rete passo a passo
-

Servizi Di rete passo a passo

+

Servizi di rete passo a passo

- Appunti sulla installazione e configurazione dei servizi

+ "appunti-sulla-installazione-e-configurazione-dei-servizi-di-rete-in-ambiete-gnu-linx"> + Appunti sulla installazione e configurazione dei servizi di + rete in ambiete Gnu/Linx
@@ -319,18 +279,22 @@ - +
Version:0.30.94
-

Questa guida e' dedicata agli studenti delle lezioni di - informatica tenute da Andrea nel lab208. Nella parte iniziale - sono presenti alcuni richiami alle impostazioni di rete e di - installazione del laboratorio 208 (lab208) dove generalmente si - tengono le lezioni. Questi parametri non sono interessanti per - chiunque si trovasse al di fuori della rete piffa.net .

+

Questa guida tratta la configurazione di base dei principali + servizi di rete utilizzati con sistemi operativi Unix + e derivati come GNU/Linux per gli studenti dei corsi + per amministratori di rete in ambiente GNU/Linux. In + particolare questa guida e' stata scritta usando come + riferimento la distribuzione Debian GNU/Linux. Gli + esempi presentati dovrebbero quindi essere direttamente + utilizzabili anche su distribuzioni derivate da Debian come + Ubuntu, per sistemi operativi diversi si presti attenzione ai + percorsi dei file citati.

Indice degli argomenti

@@ -338,321 +302,896 @@ -
+
  • + 9   Server di posta: Postfix -

    Generato con: http://docutils.sourceforge.net/rst.html

    + +
  • -

    Sul portatile di Andrea, corrispondente all'ip 254, gira - un DHCP, proxy http e mirror di Debian ( http://debian.piffa.net). Se - Andrea non e' in aula (o ancora peggio non c'e' il suo - portatile Net) gli studenti dovranno darsi un indirizzo ip - manualmente e disabilitare il proxy (che pero' e - trasparente, quindi fate pure come se non ci fosse ;) .

    -
    +
  • 10.6   Tabella Filter
  • + +
  • 10.7   Flush automatico per + macchine remote
  • + +
  • 10.8   Gestione regole + (rules)
  • + +
  • + 10.9   Salvataggio regole + + +
  • + +
  • + 10.10   Esempi + + +
  • + + + +
  • + 11   FTP Server + + +
  • + + + +

    Generato il 2010-02-09 con: http://docutils.sourceforge.net/rst.html

    + +
    +

    1   Configurazione sistema

    + +
    +

    1.1   Solo per uso interno

    + +

    Impostazioni di base per la configurazione del sistema + operativo e della rete nel laboratorio 208 facente parte + della rete piffa.net .

    + +

    Sono qui riportati i parametri della rete locale per + comodita' degli studenti, gli altri lettori possono + considerarli come riferimento per comprendere i valori + espressi nei vari file di configurazione. Ad esempio: + quando leggerete 10.10.208.248:3128 saprete che si tratta + del nostro proxy http in ascolto sulla porta + 3128, stara' quindi a voi sostituire i dati + con gli equivalenti IP della vostra rete.

    +
    + +
    +

    1.2   Rete

    + +

    Parametri della rete attualmente in uso:

    + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
    Parametri della rete
    rete10.10.208.0/24
    netmask255.255.255.0
    broadcast10.10.208.255
    gateway10.10.208.248
    DNS10.10.208.248
    + +

    Dal server locale degli studeti, + Bender, corrispondente all'IP 10.10.208.248, vengono erogati i servizi + DHCP, DNS, gateway (con NAT), proxy http e mirror della + distribuzione Debian ( http://debian.piffa.net). + Altri servizi in esecuzione sul server:

    + + + +

    Durante il corso delle lezioni e' opportuno che le + macchine degli studenti si appoggino al server Bender + (ottetto finale 248), nel caso questo non fosse + raggiungibile (ad esempio per permettere impostazioni di + DHCP / routing diverse) sara' comunque disponibile il + 10.10.208.254 come gateway | DNS per la + rete 10.10.208.10.

    + +

    Non e' piu' possibile raggiungere + Bender tramite l'IP pubblico 212.22.136.248 o qualsiasi altro + ip della classe C 212.22.136.0/24 precedentemente + disponibile.

    + +

    Il computer del docente con il server VNC e' sempre + configurato con l'ottetto finale: 177 della + rete utilizzata durante le lezioni (quindi generalmente la + VNC sara' disponibile sul 10.10.208.177:1.

    + +

    Gli studenti sono pregati di non impedire l'accesso SSH + alla propria macchina dal computer del docente, e non + modificare la password dell'utente root del + sistema operativo pre-istallato (ad es: + Diurno).

    + +
    +

    1.2.1   interfaces

    + +

    Segue un esempio del file di configurazione della + scheda di rete con configurazione statica:

    + +

    /etc/network/interfaces:

    +
    +# /etc/network/interfaces -- configuration file for ifup(8), ifdown(8)
    +
    +# The loopback interface
    +iface lo inet loopback
    +
    +# La prima scheda di rete (se si chiama eth0)
    +iface etho inet static
    +  # esempio con dhcp:
    +  # iface etho inet dhcp
    +address 10.10.208.101
    +netmask 255.255.255.0
    +network 10.10.208.0
    +broadcast 10.10.208.255
    +gateway 10.10.208.254
    +
    +# Quali interfaccie devono partire automaticamente:
    +auto lo eth0
    +
    + +

    Controllare il nome della propria scheda di rete: a + volte udev rinomina la prima scheda a eth1, + oppure potreste avere piu' di una scheda di rete (anche + un'interfaccia firewire puo' essere + automaticamente abilitata come scheda di rete).

    + +

    Se si usano schede di rete virtuali ( eth0:1 + , eth0:1 , ...) ricordarsi che queste dipendono dalla + scheda fisica a cui sono associate: abbattere con + ifconfig down + eth0 la scheda principale + fara' cadere anche queste. Tornando ad attivare la scada + principale con ifconfig eth0 + up la virtuale tornera' + attiva: nel caso voleste disabilitarla dovrete quindi + sempre abbattere manualmente la scheda virtuale + prima della scheda reale.

    + +

    I DNS vanno indicati nel file /etc/resolv.conf , la cui sintassi e' + spiegata al punto 4.6 . Come DNS si deve usare + il server Bender, alcuni parametri dei software di + installazione, risoluzione dei mirror, vengono + opportunamente modificatia da questo DNS.

    +
    +

    1.3   Bash completion

    + "#id13">1.3   Bash completion

    Il completamento automatico della shell (che si attiva premendo il tasto tab una o due volte mentre si sta @@ -666,7 +1205,7 @@ ad es. volendo digitare apt-get inst[TAB] xtigh[TAB] ora verra' completatato + "pre">xtigh[TAB] ora verra' completato automaticamente sia la parola install che il nome del pacchetto Working more productively with bash 2.x/3.x + +

  • UNIX / Linux Shell Scripting Tutorial: http://steve-parker.org/sh/sh.shtml
  • 1.4   Vim

    + "#id14">1.4   Vim

    Vim e' l'editor di testo preferito dai sistemisti, quindi sara' conveniente impostare fin da subito alcune impostazioni per renderlo piu' comodo.

    Assicurarsi che sia installata nel sistema la versione - completa dell'editor vim - nstallando il pacchetto vimi:

    + completa dell'editor installando il pacchetto vim:

    +
    +# apt-get install vim
    +
    + +

    Modificare poi il file di configurazione generale + /etc/vim/vimrc

    -       # apt-get install vim
    -
    -e modificare il file di configurazione generale ``/etc/vim/vimrc`` ::
    -
    -   " All system-wide defaults are set in $VIMRUNTIME/debian.vim (usually just
    -   " /usr/share/vim/vimcurrent/debian.vim) and sourced by the call to :runtime
    -   " you can find below.  If you wish to change any of those settings, you should
    -   " do it in this file (/etc/vim/vimrc), since debian.vim will be overwritten
    -   " everytime an upgrade of the vim packages is performed.  It is recommended to
    -   " make changes after sourcing debian.vim since it alters the value of the
    -   " 'compatible' option.
    -
    -   " This line should not be removed as it ensures that various options are
    -   " properly set to work with the Vim-related packages available in Debian.
    -   runtime! debian.vim
    -
    -   " Uncomment the next line to make Vim more Vi-compatible
    -   " NOTE: debian.vim sets 'nocompatible'.  Setting 'compatible' changes numerous
    -   " options, so any other options should be set AFTER setting 'compatible'.
    -   "set compatible
    -
    -   " Vim5 and later versions support syntax highlighting. Uncommenting the next
    -   " line enables syntax highlighting by default.
    -   syntax on
    -
    -   " If using a dark background within the editing area and syntax highlighting
    -   " turn on this option as well
    -   set background=dark
    -
    -   " Uncomment the following to have Vim jump to the last position when
    -   " reopening a file
    -
    -   if has("autocmd")
    -     au BufReadPost * if line("'\"") > 0 && line("'\"") <= line("$")
    -       \| exe "normal! g'\"" | endif
    -   endif
    -
    -   " Uncomment the following to have Vim load indentation rules and plugins
    -   " according to the detected filetype.
    -   if has("autocmd")
    -     filetype plugin indent on
    -   endif
    -
    -   " The following are commented out as they cause vim to behave a lot
    -   " differently from regular Vi. They are highly recommended though.
    -   set showcmd             " Show (partial) command in status line.
    -   "set showmatch          " Show matching brackets.
    -   set ignorecase          " Do case insensitive matching
    -   "set smartcase          " Do smart case matching
    -   "set incsearch          " Incremental search
    -   set autowrite           " Automatically save before commands like :next and :make
    -   "set hidden             " Hide buffers when they are abandoned
    -   "set mouse=a            " Enable mouse usage (all modes) in terminals
    -
    -   " Source a global configuration file if available
    -   " XXX Deprecated, please move your changes here in /etc/vim/vimrc
    -   if filereadable("/etc/vim/vimrc.local")
    -     source /etc/vim/vimrc.local
    -   endif
    +" All system-wide defaults are set in $VIMRUNTIME/debian.vim (usually just
    +" /usr/share/vim/vimcurrent/debian.vim) and sourced by the call to :runtime
    +" you can find below.  If you wish to change any of those settings, you should
    +" do it in this file (/etc/vim/vimrc), since debian.vim will be overwritten
    +" everytime an upgrade of the vim packages is performed.  It is recommended to
    +" make changes after sourcing debian.vim since it alters the value of the
    +" 'compatible' option.
    +
    +" This line should not be removed as it ensures that various options are
    +" properly set to work with the Vim-related packages available in Debian.
    +runtime! debian.vim
    +
    +" Uncomment the next line to make Vim more Vi-compatible
    +" NOTE: debian.vim sets 'nocompatible'.  Setting 'compatible' changes numerous
    +" options, so any other options should be set AFTER setting 'compatible'.
    +"set compatible
    +
    +" Vim5 and later versions support syntax highlighting. Uncommenting the next
    +" line enables syntax highlighting by default.
    +syntax on
    +
    +" If using a dark background within the editing area and syntax highlighting
    +" turn on this option as well.
    +set background=dark
    +
    +" Uncomment the following to have Vim jump to the last position when
    +" reopening a file
    +
    +if has("autocmd")
    +  au BufReadPost * if line("'\"") > 0 && line("'\"") <= line("$")
    +    \| exe "normal! g'\"" | endif
    +endif
    +
    +" Uncomment the following to have Vim load indentation rules and plugins
    +" according to the detected filetype.
    +" This is not recommanded if you often copy and paste into vim,
    +" as it messes all the indentation.
    +if has("autocmd")
    +  filetype plugin indent on
    +endif
    +
    +" This goes for comments folding: use co to expnad and zc to compress,
    +" zi to toggle on/off
    +set fdm=expr
    +set fde=getline(v:lnum)=~'^\\s*#'?1:getline(prevnonblank(v:lnum))=~'^\\s*#'?1:getline(nextnonblank(v:lnum))=~'^\\s*#'?1:0
    +
    +" The following are commented out as they cause vim to behave a lot
    +" differently from regular Vi. They are highly recommended though.
    +set showcmd             " Show (partial) command in status line.
    +"set showmatch          " Show matching brackets.
    +# Ignorecase is quite userfull
    +set ignorecase          " Do case insensitive matching
    +"set smartcase          " Do smart case matching
    +"set incsearch          " Incremental search
    +set autowrite           " Automatically save before commands like :next and :make
    +"set hidden             " Hide buffers when they are abandoned
    +"set mouse=a            " Enable mouse usage (all modes) in terminals
    +
    +" Source a global configuration file if available
    +" XXX Deprecated, please move your changes here in /etc/vim/vimrc
    +if filereadable("/etc/vim/vimrc.local")
    +  source /etc/vim/vimrc.local
    +endif
     
    + +

    I principianti faranno bene ad esercitarsi con + vimtutor it.

    + +

    Altri link per VIM:

    + +

    1.5   VNC

    + "#id15">1.5   VNC

    I Virtual Network Computing (o VNC) sono software di - controllo remoto e servono per amministrare il proprio - computer a distanza o visuallizare la sessione di lavoro di - un altro computer sul proprio a scopo didattico. - Installando un server VNC sulla propria macchina ed - impostando una opportuna password si consente ai client VNC - di ricevere una immagine dello schermo ed eventualmente di - inviare input di tastiera e mouse al computer server - (durante le lezioni questo non e' possibile per gli - studenti, solo Andrea esegue i comandi). In pratica si può - gestire il computer server da un'altra postazione, come se - fosse il proprio computer fisico.

    - -

    Scaricare il pacchetto xtightvncviewer e lo script guarda.sh - in una posizione (collocazione nel path degli - utenti, es echo $PATH per - visualizzare l'attuale path ) comoda per gli utenti ( in - genere /bin ), rndere eseguibile lo script.

    + controllo remoto e servono per amministrare un computer a + distanzai. Nel nostro caso la VNC sara' utilizzata per + visualizzare la sessione di lavoro di un altro computer sul + proprio a scopo didattico.

    + +

    Per collegarvi al server del docente usate lo script + guarda.sh che dovrebbe gia essere + disponibili sui sistemi preconfigurati, oppure potete + invocare direttamente il collegamento con:

    +
    +xtightvncviewer -viewonly 10.10.208.177:1
    +
    + +

    Se il comando non fosse disponibile installate il + pacchetto xtightvncviewer. Potete anche scaricare + lo script guarda.sh e renderlo eseguibile, ed + eventualmente creare una voce nel menu di KDE per + richiamarlo.

    Procedura:

     su root
    -cd /bin
    -wget http://debian.piffa.net/guarda.sh
    +cd /usr/local/bin
    +wget http://bender/guarda.sh
     chmod +x guarda.sh
     exit
     
    +

    Per eseguire lo script digitare semplicemente guarda.sh, + oppure creare un link / collegamento sul Desktop allo + script /usr/local/bin/guarda.sh.

    + +

    Le impostazioni del server VNC sono:

    + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
    ParametroValore
    IP10.10.208.177:1
    Server grafico:1
    passwordpassword
    +

    Si noti che non e' possibile lanciare un applicativo sul server grafico di un utente da una shell in cui si sta lavorando come altro utente, anche se root. E' quindi @@ -869,7 +1483,7 @@ exit

    1.6   Lista dei pacchetti di + "#id16">1.6   Lista dei pacchetti di base

    I pacchetti installati generalmente kde-core e' piu' leggero del pacchetto kde, esiste anche un equivalente - gnome-core gnome e il log-in manager + "pre">kde. Esiste un equivalente gdm per il l'ambiente grafico - Gnome. + "pre">gnome-core per chi preferisce + Gnome, nel caso si potrebbe installare il log-in + manager gdm al posto di + kdm. @@ -908,7 +1521,7 @@ kde-core kdm kde-i18n-it xorg vim less xtightvncviewer

    1.7   Apt configurazione

    + "#id17">1.7   Apt configurazione

    Vediamo i due file principali di apt:

    @@ -922,7 +1535,7 @@ kde-core kdm kde-i18n-it xorg vim less xtightvncviewer

    1.7.1   sources.list

    + "#id18">1.7.1   sources.list

    Questo file contiene i sorgenti da cui apt preleva i pacchetti da installare tramite dpkg, @@ -947,7 +1560,8 @@ kde-core kdm kde-i18n-it xorg vim less xtightvncviewer

    • deb per pacchetti Debian binari
    • + "pre">deb per pacchetti Debian binari, + pronti per l'installazione.
    • deb-src per i pacchetti sorgenti @@ -963,122 +1577,633 @@ kde-core kdm kde-i18n-it xorg vim less xtightvncviewer # esempio di accesso a un CDROM: # cdrom:[Debian GNU/Linux 5.0.1 _Lenny_ - Official i386 kde-CD Binary-1 20090$ -# Archivio principale debian via http su piffa.net, -# non funziona al difuori dell'aula dei corsi -deb http://debian.piffa.net/debian/ Lenny main -# deb http://debian.piffa.net/debian/ Lenny non-free contrib +# ftp.it.debian.org viene rediretto su un mirror interno +# quando vi trovate nella rete interna piffa.net +deb http://ftp.it.debian.org/debian/ lenny main +# Sono disponibili anche i rami non-free contrib +# deb http://ftp.it.debian.org/debian/ lenny non-free contrib +# Sono disponibili anche le release unstable e testing +# deb http://ftp.it.debian.org/debian/ testing main non-free contrib +# deb http://ftp.it.debian.org/debian/ sid main non-free contrib -# Mirror da kernel.org da usare a casa: -deb http://mirrors.eu.kernel.org/debian/ Lenny main +# Sorgenti dei pacchetti: +# deb-src http://ftp.bononia.it/debian/ lenny main + +# Mirror da kernel.org europa da usare a casa: +deb http://mirrors.eu.kernel.org/debian/ lenny main # Security dal sito principale -deb http://security.debian.org/ Lenny/updates main -deb-src http://security.debian.org/ Lenny/updates main +deb http://security.debian.org/ lenny/updates main +# deb-src http://security.debian.org/ lenny/updates main -# Debian volatile per le cose soggette a cambiamenti non legati -# a dinamiche di sicurezza +# Debian volatile per i pacchetti soggetti a frequanti cambiamenti +# non legati a dinamiche di sicurezza deb http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main -deb-src http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main +# deb-src http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main -# Esempio di accesso a un filesystem locale contenente i pacchetti: -# deb file:/mnt/mirror Sid main non-free contrib +# Esempio di accesso a un file system locale contenente i pacchetti: +# Potete scaricarei in aula con debmirror da debian.piffa.net +# un mirror locale da usare poi a casa anche senza internet +# deb file:/mnt/mirror sid main non-free contrib

    1.7.2   /etc/apt/apt.conf

    + "#id19">1.7.2   /etc/apt/apt.conf

    Questo file contiene le opzioni di apt, come ad esempio il proxy:

    -Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128"
    +Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.248:3128";
     

    Si tenga conto che se si imposta un proxy per apt sul proprio portatile e tornati a casa propria si vuole - scaricare nuovi pacchetti si dovra' disabilitare il - proxy.

    + scaricare nuovi pacchetti si dovra' disabilitare il proxy + commentando la riga con ";" (''punto-e-virgola''). Su un + portatile vi conviene tracciare il mirror ftp.it.debian.org senza impostare il + proxy: in aula verra' rediretto al mirror locale e a casa + vi appoggerete al mirror ufficiale.

    + +

    E' consigliabile impostare il proxy per apt anche in + presenza di un proxy-http trasparente.

    - -
    -

    3   Apache

    - -

    Apache HTTP Server, o più comunemente Apache, e' il nome - dato alla piattaforma server Web modulare più diffusa (ma - anche al gruppo di lavoro open source che ha creato, - sviluppato e aggiornato il software server), in grado di - operare da sistemi operativi UNIX-Linux e Microsoft.

    + "#id20">2   Squid + +

    Squid e' un proxy cache http (ma puo' anche gestire i + protocolli FTP e https) robusto e strutturato, grazie alla + sua flessibilita' puo' essere utilizzato sia in piccole reti + locali che in scenari piu' complessi. E' molto semplice + configurarlo per la semplice condivisione della + navigazione internet all'interno di una rete locale, per + poi poter sucessivamente implementare la autenticazione degli + utenti, il filtraggio dei contenuti (Squid e' una + applicazione che si muove nel 4' livello del modello TCP/IP a + differenza di un ipfilter limitato al 2'), il + bilanciamento del carico tra piu' server proxy.

    + +

    Se il server Squid e' in grado di accedere a internet + puor' permette la navigazione web a una rete basata su + indirizzi IP privati (es una 192.168.0.0/24). E se la rete + privata deve solo navigare in internet, non serve introdurre + nella rete un NAT (si veda la sezione sui firewall) per + condividere la connessione: basta il solo Squid. Per altro + non servira' neanche un servizio DNS accessibile dai clients + dato che sara' il solo Squid a risolvere i nomi di dominio + per i suoi client http.

    + +

    Inoltre Squid svolge la funzione di anonymizer: + nasconde i client http alla rete internet: e' solo il server + proxy ad accedere ai server web frequentati dai client: + questi non sono percepiti ed esposti all'esterno della rete + locale ma si relazionano solo con Squid. Dal punto di vista + della sicurezza della rete locale questo e' preferibile ad un + approccio alla navigazione basato su NAT.

    + +

    Squid ascolta di default sulla porta 3128, per + quanto in genere la porta preferita per i servizi di caching + http sia la 8080. Per utilizzarlo subito anche per apt + si aggiunga ad /etc/apt/apt.conf

    +
    +Acquire::http::Proxy "10.10.208.254:3128";
    +
    -

    Un server web e' un processo, e per estensione il computer - su cui è in esecuzione, che si occupa di fornire, su - richiesta del browser, una pagina web (spesso scritta in - HTML). Le informazioni inviate dal server web viaggiano in - rete trasportate dal protocollo HTTP. L'insieme di server web - dà vita al World Wide Web, uno dei servizi più - utilizzati di Internet.

    +

    Per installare Squid si usi il pacchetto:

    +
    +squid3
    +
    -
    +

    3.1   Pacchetti da - installare::

    + "#id21">2.1   Configurazione: + squid.conf -
    - apache2 apache2-doc -
    +

    egue un estratto delle direttive principali viste in + aula presenti nel file di configurazione /etc/squid3/squid.conf .

    -

    Con la release 2.0 di Apache viene automaticamente resa - disponibile anche la versione SSL (Secure Socket Layer, - cpnnessioni criptate ) del web server.

    -
    +
    +

    2.1.1   Cache_dir

    + +

    Cache dir serve per impostare caratteristiche + fondamentali della cache creata sul supporto di storaggio + quali dimensione e percorso nel file-system. Essendo la + dimensione di default della cache pari a ~``100 MB`` e' + altamente consigliabili aumentare questo parametro se si + vuole godere dei vantaggi della funzione di cache per + piu' clients.

    + +

    Per stabilire il dimensionamento della cache si tenga + conto dello spazio disponibile, dimensioni tipiche e + massime degli oggetti che si vuole tenere in cache (un + solo file .iso occupa circa 700 + MB, il pacchetto + Openoffice.org circa 150 MB, un pacchetto Debian circa 20 + MB), e in fine del numero dei client.

    + +

    Si presti poi attenzione alla natura dei dati che + saranno salvati nella cache: sono tutti dati facilmente + sostituibili (gli originali sono on-line) la cui perdita + causerebbe solo la necessita' di ripopolare la cache. + Questo rende la cache di Squid un possibile candidato ad + un RAID stirpe (livello 0) a ad un file system che + prediliga le performance a scapito della consistenza, con + vantaggi sia per le prestazioni (e la velocita' di + navigazione e' uno dei motivi per cui si installa Squid) + che per l'utilizzo estensivo dello spazio di + storaggio.

    + +

    Questo fino al momento in cui per voi non sia piu' + importante garantire la disponibilita' del servizio: se + il RAID stripe dovesse rompersi gli utenti non potrebbero + piu' navigare, cosa che per natura dello stripe e' piu' + probabile rispetto ad un filesytem normale.

    + +
    +

    2.1.1.1   Opzioni del file + system

    + +

    I dati che compongono la cache vengono salvati sul + filesytem del server dietro richiesta dei client http + degli utenti della rete locale. Come per i servizi di + file sharing o per la posta elettronica non c'e' motivo + che il filesystem su cui sono ospitati questi dati + abbiano i privilegi di eseguibilita' o suid (in genere + si possono anche usare opzioni come noatime per rendere + i file-systems piu' veloci, scegliere di utilizzare un + journal dipende dalla dimesione della cache dalle + preferenze: affidabilita' oppure prestazioni):

    + +

    /etc/fstab

    +
    +...
    +# Filesystem per Squid http cache
    +/dev/md3/       /var/spool/squid/       ext2,noexec,nosuid,noatime  0 3
    +
    +
    +
    -
    -

    3.2   Configurazione di - Apache

    +
    +

    2.1.2   Configurazioni di + Cache_dir

    -

    I file di configurazione di apache si trovano nella - cartella: /etc/apache2 e sono strutturati come - descritto nel file /usr/share/doc/apache2/README.Debian.gz - . Sostanzialmente lo schema e' il seguente:

    +

    Ora possiamo impostare la cache nel file di + configurazione /etc/squid3/squid.conf:

    +
    +#TAG: cache_dir (riga 1628)
    +#       Usage:
    +#
    +#       cache_dir Type Directory-Name Fs-specific-data [options]
    +#
    +#       You can specify multiple cache_dir lines to spread the
    +#       cache among different disk partitions.
    +#       ...
    +#Default:
    +# cache_dir ufs /var/spool/squid3 100 16 256
    +cache_dir aufs /var/spool/squid3 300 24 256
    +#         |    |                 |   |  secondo livello di directory
    +#         |    |                 |   directory primo livello
    +#         |    |                 dimensione in MB
    +#         |    path della cache
    +#         algoritmo
    +
    -
    -
    apache2.conf
    +

    Se si modifica la struttura della cache di Squid, ad + esempio variando il numero delle directory, puo' essere + opportuno cancellare e rigenerare la cache. Tipicamente + e' consigliabile cancellare (se si ha ridotto il numero + delle directory) la vecchia cache e poi generare una + nuova struttura. Se si vuole star nel sicuro ogni volta + che si modifica l'impostazione delle directory si svuoti + la vecchia cache e se ne generi una nuova:

    +
    +# /etc/init.d/squid3 stop
    +# rm -r /var/spool/squid3/??
    +# squid3 -z
    +# /etc/init.d/squid3 start
    +
    +
    -
    -

    File di configurazione principale del - servizio.

    +
    +

    2.1.3   TAG: + maximum_object_size

    -

    httpd.conf e' il vecchio file di - configurazione di Apache1, presente per motivi di - retrocompatibilita' e' generalemente vuoto.

    -
    +

    Questa direttiva imposta la dimensione massima degli + oggetti che vengono salvati sul supporto di storaggio, + oggetti di dimensioni superiori saranno comunque + scaricati ma non tenuti in cache.

    -
    ports.conf
    +

    TAG: maximum_object_size (1760):

    +
    +# TAG: maximum_object_size (1760)
    +#       Objects larger than this size will NOT be saved on disk.  The
    +#       value is specified in kilobytes, and the default is 4MB.  If
    +#       you wish to get a high BYTES hit ratio, you should probably
    +#       increase this (one 32 MB object hit counts for 3200 10KB
    +#       hits).  If you wish to increase speed more than your want to
    +#       save bandwidth you should leave this low.
    +#
    +#       NOTE: if using the LFUDA replacement policy you should increase
    +#       this value to maximize the byte hit rate improvement of LFUDA!
    +#       See replacement_policy below for a discussion of this policy.
    +#
    +#Default:
    +# maximum_object_size 4096 KB
    +maximum_object_size 150 MB
    +
    +
    -
    In questo file vengono specificate le porte sulle - quali resta in ascolto il server web. Si noti che - utilizzando dei virtual hosts generalmente viene - specificata per questi la porta su cui ascoltare nel file - di configurazione del virtual host, ad es: <VirtualHost *:80>
    +
    +

    2.1.4   TAG: cache_mem

    + +

    Cache_mem imposta quanta memoria RAM + venga dedicata alla cache di Squid. Si consideri non solo + quanta RAM sia disponibile sul sistema, ma anche quale + sia l'utilizzo tipico di questo: altri servizi + fondamentali necessitano di molta memoria?

    + +

    Questo parametro per altro influisce sulle prestazioni + e sul degrado dei supporti di storaggio (sopratutto se + magnetici). Ad esempio se si stanno utilizzando dischi + rigidi esterni USB per la cache sara' preferibile cercare + di usare quanta piu' RAM possibile per evitare il + sovraccarico computazionale dovuto alla gestione dello + stack USB, fenomeno evidente sui sistemi embedded come + NAS.

    + +

    Se si stesse pensando di usare dell'hardware + embedded a basse prestazioni / consumo per + realizzare un server gateway / NAT / Squid si tenga + presente che Squid e' relativamente esoso di risorse + rispetto agli altri servizi: avra' bisogno di ~25MB + (MegaByte) di RAM e ~150MHZ di CPU ARM per + servire decorosamente una decina di client http su una + rete ethernet 10/100. In questo caso non fate scendere + cache_mem sotto i 2/4 + MB pena un accesso continuo + al supporto di storaggio.

    -
    sites-available
    +

    Se invece si disponesse di una macchina dedicata a + Squid con gigabytes di RAM non si esiti a dedicarne buona + parte a cache_mem.

    -
    In questa cartella vengono raccolti i file di - configurazione dei virtual host disponibili.
    +

    TAG: cache_mem (1566):

    +
    +#       'cache_mem' specifies the ideal amount of memory to be used
    +#       for:
    +#               * In-Transit objects
    +#               * Hot Objects
    +#               * Negative-Cached objects
    +#Default:
    +# cache_mem 8 M
    +cache_mem 100 M
    +
    +
    + +
    +

    2.1.5   TAG: + minimum_object_size

    + +

    Questo parametro imposta la dimensione minima degli + oggetti salvati nella cache. Settato a 0 o a + valori molto piccoli puo' influire negativamente sulla + frammentazione del filesytem e consumare un numero + elevato di inode (cosa non piu' importante con + ext4 o altri filesytem).

    + +

    In scenari con connessioni molto veloci ( >~10Mb), + pochi client (una decina) e server poco performanti nella + velocita' di accesso ai filesystem ( ~20MB/s, per quanto + il limte sia piuttosto il seek-time ) tenere in + cache i file piu' piccoli finisce per aumentare la + latenza della navigazione.

    + +

    TAG: minimum_object_size:

    +
    +#  TAG: minimum_object_size     (bytes)
    +#       Objects smaller than this size will NOT be saved on disk.  The
    +#       value is specified in kilobytes, and the default is 0 KB, which
    +#       means there is no minimum.
    +#
    +#Default:
    +# minimum_object_size 0 KB
    +minimum_object_size 0 KB
    +
    +
    +
    + +
    +

    2.2   Negoziazione degli accesi al + servizio

    + +

    Squid fa parte di quei servizi suscettibili di diventare + un open relay, sara' quindi necessario prestare attenzione + a delimitare la rete che puo' accedere al servizio.

    + +
    +
    Open Relay:
    + +
    Un servizio a cui possono accedere tutti + indiscriminatamente. La cosa puo' andare bene per servizi + come i server web, che aspirano per loro natura al + maggior numero possibile di utenti, ma non a servizi come + i proxy http oppure ai server di posta elettronica + (adibiti ai soli utenti della rete locale).
    +
    + +

    Generalmente non volete che il vostro proxy http venga + usato da persone sconosciute ed esterne alla vostra rete, + le quali sostanzialmente navigherebbero sotto + l'identita' del vostro proxy (probabilmente per + visionare materiali che non vorrebbero fossero ricondotti + direttamente a loro) generando traffico e consumando banda + della vostra connessione a internet. Tenere Squid in + modalita' Open relay e' al giorno d'oggi un buon + modo per essere inseriti in una black list.

    + +

    Per poter limitare gli accessi a Squid dal punto di + vista dell'applicazione (quarto livello TCP/IP) si + identifichera' inizialmente l'entita' rete locale + (es: localnet) con una ACL di tipo + src (indirizzi IP sorgenti) indicando la + classe / range di IP della nostra rete.

    + +
    + Dopodiche l'accesso (http_access) si concedera' + (allow) a questa entita' (es: localnet) negando chiunque altro. +
    + +

    Per maggiori dettagli sulla sintassi utilizzabile per + esprimere i range di IP: + http://www.visolve.com/squid/squid24s1/access_controls.php

    + +

    E' poi sempre possibile tenere il proxy in ascolto su un + solo indirizzo IP, nel caso si disponga di piu' device di + rete, oppure settare un IP firewall per limitare il + traffico in base al protocollo IP.

    + +
    +

    2.2.1   ACL e http access

    + +

    Si proceda a creare una ACL di + tipo src per identificare la nostra rete + locale, poi si abiliti l'accesso a questa con la + direttiva http_access. Tutto quanto non e' + espressamente autorizzato viene poi negato da un + http_access deny + all finale.

    +
    +#  TAG: acl
    +#       Defining an Access List
    +#
    +#       Every access list definition must begin with an aclname and acltype,
    +#       followed by either type-specific arguments or a quoted filename that
    +#       they are read from.
    +#       ...
    +#       ***** ACL TYPES AVAILABLE *****
    +#
    +#       acl aclname src ip-address/netmask ...          # clients IP address
    +# riga 588
    +
    +# Example rule allowing access from your local networks.
    +# Adapt to list your (internal) IP networks from where browsing
    +# should be allowed
    +#acl localnet src 10.0.0.0/8    # RFC1918 possible internal network
    +#acl localnet src 172.16.0.0/12 # RFC1918 possible internal network
    +#acl localnet src 192.168.0.0/16        # RFC1918 possible internal network
    +#
    +acl localnet src 10.10.208.0/24
    +
    +# Riga 606
    +#  TAG: http_access
    +#       Allowing or Denying access based on defined access lists
    +#
    +#       Access to the HTTP port:
    +#       http_access allow|deny [!]aclname ...
    +#
    +#       NOTE on default values:
    +#
    +#       If there are no "access" lines present, the default is to deny
    +#       the request.
    +
    +# Riga 643
    +# INSERT YOUR OWN RULE(S) HERE TO ALLOW ACCESS FROM YOUR CLIENTS
    +
    +# Example rule allowing access from your local networks.
    +# Adapt localnet in the ACL section to list your (internal) IP networks
    +# from where browsing should be allowed
    +#http_access allow localnet
    +http_access allow localnet
    +
    +
    +
    + +
    +

    2.3   Testare Squid

    + +

    Dopo aver configurato squid e' fondamentale testarne il + corretto funzionamento per assicurarsi di non aver creato + un open-relay. Per fare dei test significativi + serve utilizzare degli host remoti: ci si connetta via ssh + a questi e si usi wget da riga di comando.

    + +
    +

    2.3.1   Client: ~/.wgetrc

    + +

    Nel file .wgetrc (si noti il punto iniziale: e' + un file nascosto) si puo' impostare il proxy per wget. Si + utilizzi l'indirizzo IP del server che si vuole testare, + e si seguano i log /var/log/squid3/access.log sul + server.

    + +

    Da notare che la prova va' fatta su una macchina della + rete che si vuole testare, non da localhost. Per + altro se si utilizzasse direttamente localhost non si testerebbe la + ACL predisposta, dato che si si rientrerebbe + nella ACL (pre-configurata di default) localhost.

    + +
    +
    .wgetrc
    + +
    http_proxy=10.10.208.178:3128
    +
    + +

    Si proceda a scaricare dal client scelto con un + wget:

    +
    +wget http://www.google.it
    +
    +
    + +
    +

    2.3.2   Server: + access.log

    + +

    Si puo' controllare il corretto funzionamento del + server seguendo i log di accesso a Squid:

    +
    +# tail -f /var/log/squid3/access.log
    +
    + +

    In oltre e' possibile configurare diversi + analizzatori di log come Webalizer per studiare i log di + Squid.

    +
    +
    +
    + +
    +

    3   Tiny proxy

    + +

    Se avete l'esigenza di un proxy server per la condivisione + della connessione ad internet ma non avete la necessita' o le + risorse di un caching proxy come Squid potete + considerare tinyproxy, questo e' molto piu' + leggero (utilizza circa ~2MB di RAM e ovviamente non deve + accedere continuamente ad un file system per lo storaggio + della cache) e risulta piu' semplice nella + configurazione.

    + +

    TinyProxy puo' essere utilizzato come sostituto di + emergenza in una rete in cui Squid e' momentaneamente non + disponibile.

    + +

    File di configurazione: /etc/tinyproxy/tinyproxy.conf

    +
    +# Porta su cui ascoltare
    +Port 3128
    +# IP su cui ascoltare
    +Listen 10.10.208.160
    +# Negoziazione accessi
    +Allow 10.10.208.0/24
    +
    +
    + +
    +

    4   Apache

    + +

    Apache HTTP Server, o piu' comunemente Apache (a + patchy NCSA web server ), e' il server web modulare piu' + diffuso e strutturato disponibile con licenza libera, in + grado di operare da sistemi operativi UNIX/Linux e + Microsoft.

    + +

    Un server web e' un processo, e per estensione il computer + su cui e' in esecuzione, che si occupa di fornire, su + richiesta del browser, una pagina web (spesso scritta in + HTML). Le informazioni inviate dal server web viaggiano in + rete trasportate dal protocollo HTTP. L'insieme di server web + da' vita al World Wide Web, uno dei servizi piu' utilizzati + di Internet.

    + +
    +

    4.1   Pacchetti da + installare::

    + +
    + apache2 apache2-doc +
    + +

    Con la release 2.0 di Apache viene automaticamente resa + disponibile anche la versione SSL (Secure Socket Layer, + connessioni criptate ) del web server senza che ci sia la + necessita' di installare altri pacchetti.

    +
    + +
    +

    4.2   Configurazione di + Apache

    + +

    I file di configurazione di apache si trovano nella + cartella: /etc/apache2 e sono strutturati come + descritto nel file /usr/share/doc/apache2/README.Debian.gz + . Sostanzialmente lo schema e' il seguente:

    + +
    +
    apache2.conf
    + +
    +

    File di configurazione principale del + servizio.

    + +

    httpd.conf e' il vecchio file di + configurazione di Apache1, presente per motivi di + retrocompatibilita' e' generalmente vuoto.

    +
    + +
    ports.conf
    + +
    In questo file vengono specificate le porte sulle + quali resta in ascolto il server web. Si noti che + utilizzando dei virtual hosts generalmente viene + specificata per questi la porta su cui ascoltare nel file + di configurazione del virtual host, ad es: <VirtualHost *:80>
    + +
    sites-available
    + +
    In questa cartella vengono raccolti i file di + configurazione dei virtual host disponibili.
    sites-enabled
    @@ -1101,7 +2226,7 @@ Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128"

    3.3   apache.conf

    + "#id37">4.3   apache.conf

    File di configurazione del servizio Apache, contiene le impostazioni generiche (ad esempio utilizzo della RAM e @@ -1118,8 +2243,8 @@ Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128"

    Numero di secondi da aspettare prima di chiudere la connessione con il client. Questo parametro serve a liberare le risorse di sistema nel caso che un client, - magar a causa di una connessione particolarmente lenta o - instabili, tenga attivo indefinitivamente un processo di + magari a causa di una connessione particolarmente lenta o + instabili, tenga attivo indefinitamente un processo di apache.
    KeepAlive
    @@ -1127,10 +2252,10 @@ Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128"
    L'estensione keep-alive (http 1.0) congiuntamente alle connessioni persistenti (http 1.1) permettono al server di rispondere a piu' richieste dei client mediante - la stessa connessione. Il protocoll http per sua natura - e' senza stato (statelessi ), quindi ogni - risorsa richiesta (per pagine web si pensi ad esempio - alle immagini) dal client necessita di una connessione + la stessa connessione. Il protocollo http per sua natura + e' senza stato (stateless ), quindi ogni risorsa + richiesta (per pagine web si pensi ad esempio alle + immagini) dal client necessita di una connessione autonoma. Keep-alive permette di ottimizzare la connessione anche fino al 50% a seconda delle situazioni e contenuti.
    @@ -1142,7 +2267,7 @@ Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128" attribuire le risorse di sistema disponibili al server Apache. Tenere questi parametri bassi serve a limitare il rischio di Denial of Service per il server, nel caso - offra altri servizi. I settagi di default sono come + offra altri servizi. I settagli di default sono come sempre abbastanza conservativi, se si conta di usare il proprio Apache per servire un sito web con molti visitatori sara' necessario aumentare sensibilmente le @@ -1158,7 +2283,7 @@ Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128"

    3.4   Installazione di PHP

    + "#id38">4.4   Installazione di PHP

    Pacchetti da installare: php5 @@ -1166,14 +2291,14 @@ Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128"

    3.4.1   Test del modulo + "#id39">4.4.1   Test del modulo php

    Creare nella cartella /var/www (o altra cartella visibile) un file con estensione *.php (es /var/ww/info.php contenete codice php + "pre">/var/www/info.php contenete codice php eseguibile dall'interprete, ad es:

     <?php phpinfo() ; ?>
    @@ -1182,22 +2307,22 @@ Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128"
               

    Questa funzione di php generera' la tipica pagina con le impostazioni attuali per PHP. Richiamando la pagina (es: http://localhost/info.php ) verra + "pre">http://localhost/info.php ) verra' generata dall'interprete PHP la pagina HTML e resa - disponibile tramite Apache ai utclient HTTP, a prova del - correto funzionamento del modulo di PHP e della sua - integrazione con il serv web Apache. In caso contrario se - il client http proporra di scaricare la pagina invece che - visualizzarla nel browser: non funziona l'interprete di - php o sono mal configurati i MIME-type. prima di tutto - assicurarsi di aver fatoo ripartire Apache.

    + disponibile tramite Apache ai client HTTP, a prova del + corretto funzionamento del modulo di PHP e della sua + integrazione con il server web Apache. In caso contrario + se il client http proporra' di scaricare la pagina invece + che visualizzarla nel browser: non funziona l'interprete + di php o sono mal configurati i MIME-type. prima di tutto + assicurarsi di aver fatto ripartire Apache.

    + "installazione-del-supporto-per-mysql-a-php">

    3.4.2   Installazione del supporto - per Mysql

    + "#id40">4.4.2   Installazione del supporto + per Mysql a PHP

    Installare i pacchetti:

    @@ -1213,11 +2338,11 @@ php5-mysql phpmyadmin
     
             

    3.4.3   phpmyadmin

    + "#id41">4.4.3   phpmyadmin -

    L'interfaccia web Phpmyadmin non richede +

    L'interfaccia web Phpmyadmin non richiede necessariamente la presenza di un database Mysql locale, - puo' infatti essere utilizzata per gestire databases + puo' infatti essere utilizzata per gestire database remoti (il suo file di configurazione: /etc/phpmyadmin/config.inc.php ). Nel @@ -1236,10 +2361,10 @@ php5-mysql phpmyadmin

    + "installazione-del-supporto-per-postgresql-a-php">

    3.4.4   Installazione del supporto - per Postgresql

    + "#id42">4.4.4   Installazione del supporto + per Postgresql a PHP

    Installare i pacchetti:

    @@ -1255,12 +2380,12 @@ php5-pgsql phppgadmin
     
             

    3.4.5   phppgadmin

    + "#id43">4.4.5   phppgadmin

    L'interfaccia web Phppgadmin per il database server - PostgreSQL non richede necessariamente la presenza di un + PostgreSQL non richiede necessariamente la presenza di un database locale, puo' infatti essere utilizzata per - gestire databases remoti (il suo file di configurazione: + gestire database remoti (il suo file di configurazione: /etc/phppgadmin/config.inc.php ). Nel caso si voglia installare localmente Mysql si utilizzi il @@ -1280,7 +2405,7 @@ php5-pgsql phppgadmin

    3.5   Virtual hosts

    + "#id44">4.5   Virtual hosts
      @@ -1295,13 +2420,13 @@ php5-pgsql phppgadmin

      I virtual host permettono di avere piu' siti internet disponibili tramite lo stesso server web, eventualmente - mappati su un solo indirizzo ip. Sono generalemente di due + mappati su un solo indirizzo IP. Sono generalmente di due tipi:

        -
      • Basati su indirizzi ip. Se si ha la - possibilita' di avere piu' indirizzi ip dedicati per i +
      • Basati su indirizzi IP. Se si ha la + possibilita' di avere piu' indirizzi IP dedicati per i diversi siti che si vuole servire. ES: <VirtualHost
      • Basati su nomi di dominio che puntano allo - stesso ip. Soluzione piu' economica e diffusa che si + stesso IP. Soluzione piu' economica e diffusa che si basa sulle funzionalita' di http 1.1 .
      @@ -1321,73 +2446,84 @@ php5-pgsql phppgadmin

      3.5.1   Gestione DNS

      + "#id45">4.5.1   Gestione DNS

      Prima di tutto per poter impostare i virtual hosts dovete avere un server DNS che risolva i vostri nomi di - dominio sull'indirizzo ip del server. Questo si puo' + dominio sull'indirizzo IP del server. Questo si puo' ottenere in vari modi, ad es:

      -
      Bind (DNS server)
      +
      /etc/hosts
      -
      Impostare i campi A nelle proprie zone gestite - dal server dns Bind. Ad es: Per prove sul proprio sistema potete impostare i + nomi dei vostri virtual server nel file /etc/hosts + .
      + +
      Dnsmasq (DNS server)
      + +
      Utilizzabile al livello della rete locale per + fare dei test, utilizzando direttive come: papo            - A       - 212.22.136.248
      + "pre">address=/davide.piffa.net/10.10.208.178
      Servizio DNS dinamico on line.
      Utilizzare un servizio come ad es: https://www.dyndns.com/ - per mappare nomi di dominio sul proprio indirizzo ip, - comodo ad esempio se si dispone di un indirzzo ip + per mappare nomi di dominio sul proprio indirizzo IP, + comodo ad esempio se si dispone di un indirizzo IP pubblico (anche se dinamico) per la propria connessione ad internet.
      -
      Dnsmasq (DNS server)
      +
      Bind (DNS server)
      -
      Utilizzabile a livello locale per fare dei test, - utilizzando direttive come: Impostare i campi A nelle proprie zone gestite + dal server DNS Bind. Ad es: address=/davide.piffa.net/10.10.208.178
      - -
      /etc/hosts
      - -
      Per prove strettamente a livello locale - potete impostare i nomi dei vostri virtual server nel - file /etc/hosts .
      + "pre">papo            + A       + 212.22.136.248
      -
      -# dig 177.piffa.net
      +        
      -; <<>> DiG 9.5.1-P1 <<>> 177.piffa.net -;; global options: printcmd -;; Got answer: -;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 38036 -;; flags: qr aa rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 1, AUTHORITY: 0, ADDITIONAL: 0 +
      +

      4.5.2   Eseguire una query DNS con + dig::

      -;; QUESTION SECTION: -;177.piffa.net. IN A +

      Per testare la corretta risoluzione dei vostri nomi di + dominio sui relaivi indirizzi IP si usi dig (o altre + utlity, vedere la sezione relativa i DNS). Dig e' + contenuto nel pacchetto dnsutils.

      -;; ANSWER SECTION: -177.piffa.net. 0 IN A 10.10.208.177 +
      +

      # dig 177.piffa.net

      -;; Query time: 12 msec -;; SERVER: 10.10.208.254#53(10.10.208.254) -;; WHEN: Wed May 6 12:27:08 2009 -;; MSG SIZE rcvd: 47 -
    +

    ; <<>> DiG 9.5.1-P1 <<>> + 177.piffa.net ;; global options: printcmd ;; Got + answer: ;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, + status: NOERROR, id: 38036 ;; flags: qr aa rd ra; + QUERY: 1, ANSWER: 1, AUTHORITY: 0, ADDITIONAL: 0

    -

    La parte interessante e' ;; QUESTION SECTION: ;177.piffa.net. IN A

    + +

    ;; ANSWER SECTION: 177.piffa.net. 0 IN A + 10.10.208.177

    + +

    ;; SERVER: 10.10.208.248#53(10.10.28.248)

    + + +

    La parte interessante e' l'ANSWER SECTION: + 177.piffa.net.          0       @@ -1399,12 +2535,27 @@ php5-pgsql phppgadmin , nel nostro Apache (che risponde all'ip 10.10.208.177 ) dovra' essere disponibile un virtual host che corrisponde al nome 177.piffa.net .

    + "pre">177.piffa.net (ServerName) .

    + +

    Il server DNS utilizzato dal sistema e' evidenziato + dalla stringa: ;; SERVER: + 10.10.28.248#53(10.10.28.248) che + dovrebbe corrispondere a quanto impostato nel vostro + /etc/resolv.conf. Se il vostro browser + web utilizza un proxy http sara questo a risolvere i nomi + di dominio, tipicamente potete disabilitare l'uso del + proxy per determinati domini nella sezione di + configurazione del browser.

    -
    +

    3.5.2   Virtual host

    + "#id47">4.5.3   Virtual hosts

    Esempio di Virtual host:

    @@ -1420,8 +2571,8 @@ php5-pgsql phppgadmin
                 "pre"><VirtualHost \*:80 >
                 La prima riga indica l'inizio della stanza relativa al
    -            nostro virtual host, che ascolotera' su qualunque
    -            indirizzo ip (nel caso il server abbia piu' indirizzi
    +            nostro virtual host, che ascoltera' su qualunque
    +            indirizzo IP (nel caso il server abbia piu' indirizzi
                 dai quali e' raggiungibile) sulla porta 80.
    @@ -1429,7 +2580,7 @@ php5-pgsql phppgadmin
                 
  • Server/name precisa quale sara' il nome di dominio a cui verra' associato questo sito - rispetto ad altri eventualmenti presenti sullo stesso + rispetto ad altri eventualmente presenti sullo stesso server web.
  • Quelle che abbiamo appena visto sono le direttive essenziali per definire un sito virtuale, potrebbe essere - utile aggiungene altre:

    + utile aggiungere altre:

    • @@ -1473,7 +2624,7 @@ php5-pgsql phppgadmin

      Livello di importanza degli - eventi loggati= warning attenzione .

      + eventi loggati: warning attenzione .

  • @@ -1516,29 +2667,31 @@ php5-pgsql phppgadmin

    3.6   Negoziazione accessi

    + "#id48">4.6   Negoziazione accessi

    Tipicamente quando si installa un server web il proprio desiderio e' di dare accesso ai materiali disponibili al - maggior numero di visitatori possibile. Talvolta pero' puo - essere utile o necessario limitare gli accessi, ad esempio - per escludere un bot indesiderato che scansiona - ininterottamente le nostre pagine o per creare una Area - Riservata i cui materiali non devono essere + maggior numero di visitatori possibile. Talvolta pero' puo' + essere utile poter limitare questi accessi, ad esempio per + escludere un bot indesiderato che scansiona + ininterrottamente le nostre pagine o per creare una + Area Riservata i cui materiali non devono essere disponibile a tutti.

    3.6.1   Limiti su base ip

    + "#id49">4.6.1   Limiti su base IP -

    La forma piu' semplice di restrizine degli accessi e' +

    La forma piu' semplice di restrizione degli accessi e' su base degli indirizzi IP dei client: tipicamente i siti web sono settati per dare accesso a chiunque:

     <VirtualHost *:80 >
            # ...
    -       Order allow,deny
    -       Allow from all
    +       <Directory "/var/www/177.piffa.net">
    +         Order allow,deny
    +         Allow from all
    +       </Directory>
     </VirtualHost>
     
    @@ -1546,9 +2699,12 @@ php5-pgsql phppgadmin questo modo:

     <VirtualHost *:80 >
    -       Order allow,deny
    -       Allow from all
    -       Deny from 192.168.0.1
    +       # ...
    +       <Directory "/var/www/177.piffa.net">
    +         Order allow,deny
    +         Allow from all
    +         Deny from 192.168.0.1
    +       </Directory>
     </VirtualHost>
     
    @@ -1569,38 +2725,214 @@ php5-pgsql phppgadmin directory /limitata Si tenga pero' conto che e' relativamente facile per un malintenzionato cambiare il - propio indirizzo ip, oppure collegarsi da un altra zona. + proprio indirizzo IP, oppure collegarsi da un altra zona. Meno facile e' accedere ad una classe privata trovandosi - all'esterno di questa, ma e' comunque possibile mandare - delle richieste GET per cercare di mandare in Denial Of - Service il webserver.

    + all'esterno di questa, ma ci sono comunque soluzioni piu' + eleganti.

    + + +
    +
    + +
    +

    4.7   User Authentication

    + +

    Si puo' negoziare gli accessi ad un area del sito + tramite autenticazione basata su nome utente / + password. Questo puo' venire utile per creare una area + download intranet, alla quale possano accedere + solo gli utenti previsti a prescindere dagli indirizzi IP + dei loro client.

    + +

    Tramite il modulo di Apache mod-auth e' + possibile implementare questo paradigma, per quanto + esistano soluzioni piu' granulari e sofisticate, che + richiedono pero' l'implementazione di interpreti di + linguaggi di programmazione, criptazione delle passwords, + gestione degli utenti ed eventualmente delle sessioni. Mod + auth non richiede l'installazione di niente di tutto + questo.

    + +

    link: http://www.apacheweek.com/features/userauth

    + +
    +

    4.7.1   Definire la + cartella

    + +

    Decidere quale sara' il path della cartella + da sottoporre ad autenticazione:

    + +
    + mkdir /var/www/177.piffa.net/privata +
    +
    + +
    +

    4.7.2   Creazione del database + delle passwords

    + +

    Un modo semplice per gestire una database di + user-id / passwords e' utilizzare l'utility + htpasswd di Apache. Questa crea un file + in cui un crypt delle password viene associato + agli utenti.

    + +

    Si dovra' decidere dove tenere questo file, la cosa + importante e' che non sia visibile nel sito web: non deve + essere scaricabile dai visitatori. Deve essere cioe' + all'esterno della DocumentRoot: un buon posto + potrebbe essere la /home dell'utente.

    + +

    Creiamo (con il flag -c) il + file /home/utente/passwords con l'utente + luca:

    +
    +htpasswd -c /home/utente/passwords luca
    +
    + +

    htpasswd ci chiedera' la password da + associare all'utente luca. + Per successive modifiche della password o aggiunta di + nuovi utenti non sara' necessario usare il flag + -c.

    -
    +

    3.6.2   User - Authentication

    - -

    A volte conviene negoziare gli accessi ad un area di - un sito tramite autenticazione basata sull'accopiata - nome utente / password. Questo puo' venire utile - per creare una area download intranet, alla - quale possano accedere solo gli utenti previsti a - prescindere dagli indirizzi IP dei loro client. Per - quanto esistano soluzioni piu' granulari e sofisticate - per ottenere questo, mod-auth puo'essere - sufficente. E mod auth non richiede l'installazione di - software aggiuntivi.

    - -

    link: http://www.apacheweek.com/features/userauth

    + "#id53">4.7.3   Configurazione di + Apache + +

    Ora possiamo passare alla configurazione vera e + propria di Apache, ma con una novita': andremo a inserire + la voce in un .htaccess invece che modificare + (tramite una direttiva <Directory> ) il file di + impostazione del virtual-host.

    + +

    Questo per motivi pratici: solo l'utente root + puo' modificare l'impostazione del virtual host nel file + /etc/apache2/sites-enabled/177.piffa.net, + ma spesso il motivo per cui creiamo i virtual hosts e' + ospitare i siti di altri utenti, che possono solo + pubblicare (generalmente tramite FTP) i loro + documenti nella loro DocumentRoot, senza poter + quindi modificare in alcun modo la configurazione del + virtual host.

    + +

    Dando agli utenti la possibilita' di modificare + (AllowOverride) autonomamente alcuni parametri + (in questo caso solo l'AuthConfig) relativi al + funzionamento del loro spazio web ci togliera' + l'incombenza di dover intervenire continuamente sui vari + virtual host.

    + +

    Abilitiamo l'AllowOverride nel file di configurazione + del virtual host per la sola directory privata:

    +
    +<VirtualHost *:80 >
    +    ServerName 177.piffa.net
    +    DocumentRoot /var/www/177.piffa.net/
    +    ServerAdmin webmaster@177.piffa.net
    +    <Directory "/var/www/177.piffa.net/privata">
    +        AllowOverride AuthConfig
    +    </Directory>
    +</VirtualHost>
    +
    + +

    Per rendere il cambiamento effettivo sara' necessario + fare un restart / reload di Apache.

    + +

    Ora sara' possibile, anche per l'utente di sistema, + creare un file .htaccess che sara' onorato da + Apache.

    + +

    /var/www/177.piffa.net/privata/.htaccess

    +
    +# Messaggio visualizzato al prompt per l'autenticazione
    +AuthName "Area privata soggetta ad autentizazione"
    +# tipo di autenticazione da usarsi
    +AuthType Basic
    +# File precedentemente generato con htpasswd
    +AuthUserFile  /home/utente/passwords
    +
    +# Negoziazione degli accessi
    +# valid users permette l'accesso agli utenti specificati
    +# nel file generato da htpasswd
    +require valid-user
    +
    + +

    Si noti che non e' necessario fare ripartire Apache + per onorare i cambiamenti (un utente non avrebbe la + possibilita' di farlo!).

    + +
    +
    Oltre a valid-users si potrebbe scegliere di + usare la formula users + che permette di elencare esplicitamente gli + utenti::
    + +
    require user pippo pluto
    +
    + +

    L'utente paperino che fosse comunque presente + nel file generato da htpasswd non potrebbe accedere alla + risorsa.

    + +
    +
    Nel caso ci fossero molti utenti conviene gestirli + tramite gruppi::
    + +
    require group staff studenti
    +
    + +

    I gruppi vengono definiti in un file in modo simile a + /etc/groups per gli utenti di + sistema:

    +
    +staff:andrea sara
    +studenti: lucap federico luca
    +
    + +

    da richiamare tramite la direttiva AuthGroupFile.

    3.7   Cavets

    + "#id54">4.8   Cavets

    Problemi di cache:

    @@ -1625,54 +2957,154 @@ php5-pgsql phppgadmin

    4   Domain Name System

    + "#id55">5   Domain Name System -

    Domain Name System (spesso indicato con DNS) è un +

    Domain Name System (spesso indicato con DNS) e' un servizio utilizzato per la risoluzione di nomi di host in - indirizzi IP e viceversa. Il servizio è realizzato tramite - un database distribuito, costituito dai server DNS.

    + indirizzi IP e viceversa. Il servizio e' realizzato tramite + un sistema gerarchico (quindi una struttura + ad albero, simile ai file system) + distribuito (ogni server DNS facente parte + del sistema puo' mantenere solo una parte delle informazioni, + ad esempio per la sua sola zona), costituito dai + server DNS.

    + +

    I DNS sono un servizio core (fondamentale) per la + rete internet come per qualunque rete locale. Ad esempio + durante la navigazione web un client vorrebbe vedere + l'URL http://ww.piffa.net/, quindi per potersi + connettere via http al server web deve prima + ottenere l'indirizzo IP del server http + corrispondente a www.piffa.net. Se il DNS gli + fornisce un IP sbagliato l'utente non potra' raggiungere il + servizio: di fatto e' come se il serve http fosse spento.

    + +

    Stessa cosa vale per gli altri servizi, come la posta + elettronica, ssh, ecc. : prima si deve effettuare una + query DNS.

    + +

    Potrebbe verificarsi uno scenario simile a questo: i + vostri server per i siti web funzionano correttamente come i + siti ospitati, stessa cosa per i vostri server di posta, IMAP + e POP3, e tutto il resto. Ma se poi un errore nella + configurazione del DNS non rende raggiungibile l'intero + sito: per l'utente finale e' come se nulla + funzionasse.

    + +

    Infatti quando si parla di un intervento della Polizia + Postale per l'oscuramento di un sito dal punto di + vista pratico questo si traduce generalmente nella rimozione + o mistificazione del record DNS relativo a quel dominio (la + PP ha facolta' di chiedere un simile intervento ai + principali provider internet che forniscono connettivita' + agli utenti italiani, oltre che poter agire direttamente sul + NIC italiano per i domini della TLD .it)

    + +

    L'operazione di convertire un nome in un indirizzo e' + detta risoluzione DNS, convertire un indirizzo IP in nome e' + detto risoluzione inversa.

    -

    Il nome DNS denota anche il protocollo che regola il - funzionamento del servizio, i programmi che lo implementano, - i server su cui questi girano, l'insieme di questi server che - cooperano per fornire il servizio.

    +
    + Un Registar e' un operatore che ha la facolta' + (accreditamento da parte dell ICANN) di registrare i domini + di secondo livello per gli utenti finali, dietro compenso + di una modica cifra (una decina di euro) che vale come + contributo su base annuale per il mantenimento + dell'infrastruttura. +
    -

    I nomi DNS, o "nomi di dominio", sono una delle - caratteristiche più visibili di Internet.

    +
    +

    5.1   Risoluzione Inversa

    -

    C'è confusione in merito alla definizione dell'acronimo: - la S spesso viene interpretata come service, ma la - definizione corretta è system.

    +

    Per la risoluzione inversa sono invece i provider di + connettivita' a gestire i DNS: se volete impostare il + PTR associato al vostro indirizzo IP dovete + contattare il vostro provider (tipo telecom per + una connessione ADSL) e non il Registar del vostro + dominio.

    -

    L'operazione di convertire un nome in un indirizzo è - detta risoluzione DNS, convertire un indirizzo IP in nome è - detto risoluzione inversa.

    +

    Ad esempio all'IP 212.22.136.248 era associato un PTR + bender.piffa.net, corrispondente al + record 212 facente parte della zona 136.22.212.in-addr.arpa gestito dal + provider Tiscali/Nextra proprietario della classe C + 212.22.136.0. Se avete un solo IP + conviene lasciare al fornitore la gestire del PTR, ma se + avete a disposizione un'itera classe potete chiedere sempre + al vostro provider che vi deleghi la gestione + della zona tramite i vostri DNS.

    + +

    Per alcuni servizi, ad esempio la spedizione della posta + elettronica, e' richiedeiesto che venga impostata + correttamente l'associazione tra il PTR dell'indirizzo IP + usato dal server di postai e il record A RR al quale questo + punta( RFC1912 sezione 2.1, paragrafo 2).

    + +

    Si veda:

    + + +

    4.1   Nomi di dominio

    - -

    Un nome a dominio è costituito da una serie di stringhe - separate da punti, ad esempio it.wikipedia.org. A - differenza degli indirizzi IP, dove la parte più - importante del numero è la prima partendo da sinistra, in - un nome DNS la parte più importante è la prima partendo - da destra. Questa è detta dominio di primo livello (o TLD, - Top Level Domain), per esempio .org o .it.

    - -

    Un dominio di secondo livello consiste in due parti, per - esempio wikipedia.org, e così via. Ogni ulteriore elemento - specifica un'ulteriore suddivisione. Quando un dominio di - secondo livello viene registrato all'assegnatario, questo - è autorizzato a usare i nomi di dominio relativi ai - successivi livelli come it.wikipedia.org (dominio di terzo - livello) e altri come some.other.stuff.wikipedia.org - (dominio di quinto livello) e così via.

    + "#id57">5.2   Nomi di dominio + +

    Un nome a dominio e' costituito da una serie di stringhe + separate da punti, ad esempio bender.piffa.net. I nomi di + dominio si leggono da destra verso sinistra: TLD o + dominio di primo livello net, + secondo livello piffa, terzo livello bender. Il + dominio di primo livello (o TLD, Top Level Domain, + pronunciato tilde in Italia), per esempio .net o + .it sono limitati e decisi direttamente dall'ente + assegnatario ICANN ( Internet Corporation for Assigned + Names and Numbers).

    + +

    L'utente finale potra' chiedere l'assegnazione (pagando + un contributo al Register preferito per il mantenimento + delle spese dell'infrastruttura) di un dominio di + secondo livello (es piffa) di + una delle varie TLD disponibili (noi italiani diciamo + tildi), sempre che non sia gia' stato assegnato a + qualcun altro.

    + +

    Ottenuto il secondo livello sara' l'utente a gestirlo: + potra' in stanziare domini di terzo livello (es bender) e + anche oltre (es www.andrea.bender.piffa.net). Tali records + saranno mantenuti dall'utente, sotto la sua responsbilita': + se il proprio server DNS non fosse raggiungibile o + risultasse mal configurato gli utenti non potrebbero + risolvere / raggiungere i siti di loro interesse.

    + +

    Tipicamente si ha almeno un server DNS secondario per + garantire la sussistenza del servizio in caso di guasto del + DNS principale. I secondari replicano i dati + presenti nei DNS principali.

    4.2   Tipologie di record

    + "#id58">5.3   Tipologie di record

    Ad un nome DNS possono corrispondere diversi tipi di informazioni. Per questo motivo, esistono diversi tipi di @@ -1681,7 +3113,7 @@ php5-pgsql phppgadmin

    • Record A - Indica la corrispondenza tra un nome ed - uno (o più) indirizzi IP (per la precisione indirizzi + uno (o piu') indirizzi IP (per la precisione indirizzi IPv4, ovvero la versione attualmente in uso).
    • Record MX - (Mail eXchange) indica a quali server @@ -1690,8 +3122,8 @@ php5-pgsql phppgadmin
    • Record CNAME - Sono usati per creare un alias, ovvero per fare in modo che lo stesso calcolatore sia noto con - più nomi. Uno degli utilizzi di questo tipo di record - consiste nell'attribuire ad un host che offre più + piu' nomi. Uno degli utilizzi di questo tipo di record + consiste nell'attribuire ad un host che offre piu' servizi un nome per ciascun servizio. In questo modo, i servizi possono poi essere spostati su altri host senza dover riconfigurare i client, ma modificando solo il @@ -1727,12 +3159,12 @@ php5-pgsql phppgadmin

      4.3   Utilizzo

      + "#id59">5.4   Utilizzo

      I computer vengono identificati in rete grazie agli indirizzi IP, questi pero' non sono comodi per gli utenti come riferimento per i vari server. Ad esempio - sarebbe scomodoriferirsi al motore di ricerca Goggle con + sarebbe scomodo riferirsi al motore di ricerca Goggle con uno dei suoi IP: 74.125.43.104, e' preferibile usare il nome di dominio www.google.com:

      @@ -1744,7 +3176,7 @@ PING www.l.google.com (74.125.43.104) 56(84) bytes of data.

      4.4   Risoluzione dei nomi di + "#id60">5.5   Risoluzione dei nomi di dominio

      Ci sono vari strumenti per interrogare i server DNS e @@ -1809,11 +3241,11 @@ ns4.mydomain.com. 96208 IN A 63.251.83.74

      4.5   Dig

      + "#id61">5.6   Dig

      Vediamo alcune opzioni utili nell'utilizzo di dig per - l'inerrogazione dei DNS Server:

      + l'interrogazione dei DNS Server:

       $ dig www.google.it
       
      @@ -1852,8 +3284,8 @@ l.google.com.           80856   IN      NS      g.l.google.com.
               
      $ dig
      -
      (semza opzioni o oggetti) Fornisce l'elenco dei - root servers utilizzati. I root server sono i +
      (senza opzioni o oggetti) Fornisce l'elenco dei + root server utilizzati. I root server sono i server che mantengono le informazioni sui domini di primo livello (TLD) e sono quindi il punto di partenza per scorrere nella directory dei DNS per recuperare le @@ -1881,375 +3313,2957 @@ l.google.com. 80856 IN NS g.l.google.com.

      ...

      -
      -
      -
      -

      5   DNSmasq

      +
      +
      dig @nome_dns
      -

      Dnsmasq puo' svolgere le funzioni di un DNS cache / - forwarder e un server DHCP caratterizzato dalla facilita' di - configurazione, dalla leggerezza e dalla possibilita' di - modificare rapidamente i record DNS serviti alla rete. Puo' - essere anche utilizzato come server per il boot da rete - <http://www.debian-administration.org/articles/478>_ - .

      +
      Permette di fare una query ad un server dns + particolare. Es: dig + @151.99.25.1 www.google.it
      -

      Dnsmasq e' un interessante alternativa all'uso del server - DNS Bind in modalita' cache-only (non autoritativo) - accompagnato dal server DHCPD. I vantaggi sono:

      +
      dig MX www.google.it
      -
        -
      • Leggerezza: puo' essere fatto girare su una macchina - relativamente debole in caso di bisogno.
      • +
        Chiede un campo in particolare, in questo caso il + campo MX
        -
      • Rapidita' di configurazione (in particolare per servire - dei record A / MX alla rete, modificando al volo i valori - originali ospitati sul server DNS Publico).
      • +
        dig ANY www.google.it
        -
      • Ben integrato con connssioni PPP (utile se dovete - rendere disponibile rapidamente una connessione a internet - a una rete in difficolta').
      • -
      +
      Chiede tutti i campi, non solo i campi + a
      -

      Tutto cio' rende Dnsmasq una soluzione valida in - particolare quando si deve intervenire in una rete - pre-esistente in cui il server principale e' in crisi: si - potra' utilizzare Dnsmasq anche su una macchina piu' debole e - mascherare i servizi al momento non disponibili. - Molto utile per scopi didattici, sopratutto per testare - server SMTP impostando al volo i campi MX per nomi di dominio +

      dig -x 74.125.43.104
      + +
      Effettua una richiesta inversa: dall'IP al PTR + associato.
      +
      +
      + +
      +

      5.7   resolv.conf

      + +

      Il file /etc/resolv.conf contiene le impostazioni + sul dns usato dal sistema, in genere anche altre + applicazioni che devono effettuare query DNS leggono + resolv.conf per conoscere l'ubicazione del DNS.

      + +

      /etc/resolv.conf:

      + +
      +
        +
      • nameserver: indica il nameserver da + utilizzare, indicato con l'indirizzo IP.
      • + +
      • domain: indica il nome di dominio + della rete attuale, vedi voce successiva.
      • + +
      • search: nome di dominio usato dalla + rete sul quale cercare gli hosts. Ad esempio se + impostato su piffa.net pingando l' host bender + viene automaticamente fatto un tentativo di ricerca per + bender.piffa.net.
      • +
      +
      + +

      Predisponendo l'infrastruttura di rete della vostra LAN + e' consigliabile impostare sempre almeno un DNS cache sul + vostro server locale per i vari client. In questo modo in + caso di malfunzionamento del DNS o necessita' di + intervenire / sostituire i DNS non sara' piu' necessario + dover reimpostare ogni singolo client della LAN: bastera' + intervenire sul server DNS cache, ad esempio per utilizzare + un nuovo forwarder, o modificare al volo un record DNS. La + modifica, anche detta mascheramento, di un record + come il server smtp o un MX potrebbe + tirarvi rapidamente fuori dai guai nel caso di un problema + improvviso con la posta elettronica o qualunque altro + servizio che possiate reindirizzare col DNS.

      + +

      Utilizzare un server DHCP e una DNS cache come + Dnsmasq possono permettervi di risolvere + al volo molte delle problematiche relative alla + configurazione della vostra LAN: ad esempio dover + intervenire manualmente su decine di client per modificare + le impostazioni di SMTP | gateway | DNS | proxy.

      + +

      Si veda anche la pagina man di resolv.conf.

      + +
      +

      Avvertenza

      + +

      Attenzione: se si usa un client DHCP, ppp + (ADSL compresa) o simile questo file potrebbe' essere + riscritto automaticamente in base a quanto ottenuto dal + DHCP. Si veda la documentazione del pacchetto resolvconf.

      +
      +
      + +
      +

      5.8   /etc/hosts

      + +

      Tabella statica per l'associazione tra IP e nomi di + dominio:

      +
      +# cat /etc/hosts
      +
      + +
      + 127.0.0.1 localhost.localdomain localhost 10.10.208.162 + daniela daniela.piffa.net 10.10.208.254 mirror + mirror.piffa.net 91.191.138.15 thepiratebay.org + 192.168.0.11 chrome chrome.mydomain.com +
      + +

      Il contenuto del file e' un associazione tra un + IP e stringhe di testo (anche piu' di una per IP) + es: mirror o veri e propi nomi di dominio + mirror.piffa.net. Si puo inserire un nome + semplice come casa per riferirsi ad un host che si + ha necessita' di contattare spesso, oppure mappare un nome + di dominio completo su un indirizzo IP.

      + +

      Il problema e' la gestione di questo file su molti + hosts: quando gli host cambiano IP si devono aggiornare + manualmente i records, operazione in se' non + particolarmente gravosa ma che andra' fatta per ogni client + della vostra LAN. Un metodo semplice per distribuire questo + file e' utilizzare Dnsmasq: + questo infatti legge e onora il file hosts che + avete prodotto e lo rende disponibile ai clients tramite le + query DNS.

      + +

      Dnsmasq lavora come un server DNS, i vostri client lo + interrogheranno per tradurre nomi di host e domini in + indirizzi IP, risolvendo il problema della + distribuzione del file hosts tra + molteplici clients. Infatti il servizio DNS indica appunto + una directory distribuita per la risoluzione dei + nomi di dominio, risolvendo i problemi dell'aggiornamento e + diffusione dei continui cambiamenti di questa.

      + +

      Modificare la risoluzione di un nome di dominio + esistente (ad esempio riconducendola a un IP interno) e' un + modo drastico e funzionale per annullarlo + rendendolo non disponibile alla propria rete locale. Ad + esempio aggiungere al file /etc/hosts:

      +
      +127.0.0.1       www.facebook.com
      +
      + +

      Impedira' agli utenti della LAN di raggiungere + facebook, ora reindirizzato a localhost.

      + +

      Oppure si potrebbe ricondurre l'indirizzo IP di un + server HTTP pubblico usato per i downloads (ad esempio un + mirror della propia distribuzione come ftp.it.debian.org) a un equivalente + mirror creato all'interno della rete locale, riducendo il + traffico verso l'esterno e aumentando notevolmente la + velocita' di scaricamento.

      +
      + +
      +

      5.9   Hostname

      + +

      Ogni computer ha un proprio nome visualizzabile + (e modificabile) con il comando hostname. + Quando utilizzate a una shell su un host in genere + l'hostname compare nel prompt della shell.

      + +

      Per visualizzare il nome dell'host su cui si sta + operando si digiti semplicemnte hostname, + lo stesso comando con un oggetto modifica temporaneamente + il nome dell'host. Per modificare in modo permanente il + nome del computer si modifichi il contenuto del file + /etc/hostname.

      + +

      Si faccia attenzione a non aver un hostname puramente + numerico: ad es. 161. E' opportuno che il nome sia + comunque un alfanumerico: host-161 o + simile.

      + +
      +

      5.9.1   FQDN

      + +

      Per semplicita' gli host sono generalemente + raggiungibili dall'esterno mappando il loro IP su un nome + di dominio FQDN: fully qualified domain name, composto + generalmente da hostname.``domain-name``, ad es. + bender.``piffa.net``.

      + +

      Alcuni servizi internet fanno affidamento sul PTR + dell'IP del server per cercare una conferma che il + servizio sia veramente chi afferma di essere (ad + esempio STMP).

      + +

      Non e' automatico che un servizio, ad esempio un + server di posta, si qualifichi leggendo il contenuto del + file hostname aggiungendo come suffisso il + dominio della rete di cui fa parte l' host: a volte + questo parametro puo' essere specificato nel file di + configurazione del servizio:

      +
      +* Squid (HTTP proxy): ``visible_hostname``
      +
      +* Postfix (SMTP server): ``myhostname``
      +
      + +

      I motivi sono diversi, senza entrare nel dettaglio dei + vari protocolli si pensi comunque che un host ha sempre + un solo nome, ma puo' avere un numero variabile di + device di rete sia fisici che virtuali con + relativi indirizzi IP, e piu' servizi in ascolto + sui vari IP.

      +
      +
      +
      + +
      +

      6   DNSmasq

      + +

      Dnsmasq puo' svolgere le funzioni di un DNS cache / + forwarder, server DHCP, e' caratterizzato dalla facilita' di + configurazione, limitato uso di risorse, adattabilita' a + connessioni dinamiche come ADSL o altre punto a + punto (anche via cellulari) per condividere rapidamente la + rete (cosa molto utile se ci dovesse trovare a ridare + connettetivita' a una rete momentaneamente sprovvista), dalla + possibilita' di modificare rapidamente i record DNS serviti + alla rete anche grazie alla distribuzione del file /etc/hosts + locale. Puo' essere anche utilizzato come server per il + boot da rete + <http://www.debian-administration.org/articles/478>_ + .

      + +

      Dnsmasq e' un interessante alternativa all'uso del server + DNS Bind in modalita' forwarding e cache-only (non + autoritativo) accompagnato dal server DHCPd. I vantaggi + sono:

      + +
        +
      • Leggerezza: puo' essere fatto girare su una macchina + relativamente debole in caso di bisogno.
      • + +
      • Rapidita' di configurazione (in particolare per servire + dei record A / MX alla rete, modificando al volo i valori + originali ospitati sul server DNS pubblico).
      • + +
      • Ben integrato con connessioni PPP : e' ingrado di + rilevare i cambiamenti dei dns suggeriti e impostarli come + forwarders (utile se dovete rendere disponibile rapidamente + una connessione a internet a una rete in difficolta').
      • +
      + +

      Tutto cio' rende Dnsmasq una soluzione valida in + particolare quando si deve intervenire in una rete + pre-esistente in cui il server principale e' in crisi: si + potra' utilizzare Dnsmasq anche su una macchina piu' debole e + mascherare i servizi al momento non disponibili. + Molto utile per scopi didattici, sopratutto per testare + server SMTP impostando al volo i campi MX per nomi di dominio fittizi.

      + +
      +

      6.1   Configurazione

      + +

      Vediamo alcune direttive di basi del file di + configurazione /etc/dnsmasq.conf utili per la + configurazione sia del DNS cache che per il DHCP + server:

      + +
      +
      domain-needed
      + +
      Non inoltrare query ai server DNS esterni per nomi + semplici (es andrea, portatile, pippo) che verranno + risolti solo in locale o causeranno direttamente una + risposta not found .
      + +
      bogus-priv
      + +
      Simile alla voce precedente ma per i reverse + look-up.
      + +
      domain
      + +
      Nome di dominio della rete da passare ai client.
      + +
      expand_hosts
      + +
      Aggiunge il nome host ( + /etc/hostname) dei client al nome di + dominio per qualificarli in rete, senza bisogno di dover + comporre a un elenco statico di record nel file + /etc/hosts o nello stesso file di + configurazione di dnsmasq. Es: se un vostro client si + chiama chrome e il vostro dominio piffa.net dnsmasq rendera' disponibile + il campo A per il dominio chrome.piffa.net diretto all'ip che + verra' assegnato al client.
      +
      +
      + +
      +

      6.2   DHCP

      + +

      Per attivare il demone DHCP di Dnsmasq basta aggiungere + al file di configurazione il range degli IP che si + vuole assegnare ai client con il lease time (tempo + di rilascio: quanto a lungo saranno validi gli IP + assegnati) espresso in ore.

      + +

      Si faccia attenzione: in una rete puo' essere + presente un solo server DHCP, o per meglio + dire qualunque server DHCP ascolta sul broadcast 255.255.255.255 e potrebbe rispondere a + un pacchetto di richiesta DHCP. Quindi non fate partire + inavvertitamente un server DHCP in una rete gia' servita e + non vi azzardate ad andare in giro con un portatile + con un server DHCP attivo nelle reti altrui. + Questo vale anche per i laboratori di informatica dei corsi + di reti: non fate partire il vostro server DHCP se siete + collegati alla rete interna!

      + +

      /etc/dnsmasq.conf (riga 118):

      +
      +dhcp-range=192.168.0.20,192.168.0.50,24h
      +
      +
      + +
      +

      6.3   DNS cache

      + +

      Dnsmasq lavora di default come cache dns: inserire al + file /etc/resolv.conf il nameserver localhost + in cima alla lista dei nameserver disponibili.

      + +
      + nameserver 127.0.0.1 +
      + +

      Questo pero' potrebbe essere problematico se un altro + servizio, ad esempio il DHCP client, riscrive il contenuto + del file /etc/resolv.conf. Per superare il + problema si aggiunga (riga 20) al file di configurazione + /etc/dhcp3/dhclient.conf

      +
      +prepend domain-name-servers 127.0.0.1;
      +
      + +

      Oppure potrebbe essere il nostro PPP client + (per la connessione ADSL) a intervenire sul file //etc/resolv.conf, si modifichi quindi + /etc/ppp/peers/dsl-provider commentando + usepeerdns. Se la vostra connessione ad + internet e' ADSL raramente dovreste aver bisogno di + cambiare i DNS una volta impostati (a meno che non usiate + un portatile!).

      +
      -
      +

      6   Samba

      + "#id70">7   Bind : DNS Autoritativo -

      Samba e' un progetto libero che fornisce servizi di - condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS.

      +

      Le soluzioni viste possono bastare per la rete locale o + per fare delle prove, ma prima o poi verra' il momento in cui + si e' chiamati a gestire dei domini su internet: lo standard + e' da sempre Bind ( demone named), ora alla + versione 9.

      -

      Samba e' liberamente disponibile, al contrario di altre - implementazioni SMB/CIFS, e permette di ottenere - interoperabilita' tra Linux, Unix, Mac OS X e Windows.

      +

      Installare i pacchetti:

      +
      +bind9
      +
      -

      Samba e' un software che puo girare su piattaforme che non - siano Microsoft Windows, per esempio, UNIX, Linux, IBM System - 390, OpenVMS e altri sistemi operativi. Samba utilizza il - protocollo TCP/IP utilizzando i servizi offerti sul server - ospite. Quando correttamente configurato, permette di - interagire con client o server Microsoft Windows come se - fosse un file e print server Microsoft agendo da Primary - Domain Controller (PDC) o come Backup Domain Controller, puo' - inoltre prendere parte ad un dominio Active Directory.

      +
      +

      7.1   DNS cache

      + +

      Bind appena installato funzionera' come DNS cache: si + faccia un test con un dig + @localhost . Bind a + differenza di Dnsmasq e' autonomo: non ha bisogno di + forwardare (inoltrare) le query a un DNS esterno: queste + verranno risolte direttamente da Bind partendo dai DNS + root servers.

      + +

      E' comunque possibile impostare dei DNS forwarders, + tipicamente i DNS server forniti dal proprio provider, per + velocizzare le query:

      + +

      /etc/bind/named.conf.options (riga 13):

      +
      +forwarders {
      +                 10.10.208.254;
      +           };
      +
      -
      +

      Nel caso si voglia usare Bind solo come server DNS cache + per la propria LAN senza ospitare delle zone DNS pubbliche + sara' il caso di limitare gli accessi al server alla sola + LAN:

      + +

      /etc/bind/named.conf.options (riga 19):

      +
      +// Se il proprio server ha IP 10.10.208.254
      +// sulla rete LAN privata:
      +listen-on { 10.10.208.254; }
      +
      + +

      E non si lasci il server in ascolto su uno degli + eventuali indirizzi IP pubblici.

      + +

      Se questo non fosse possibile si puo' sempre lavorare su + una acl:

      + +

      /etc/bind/named.conf

      +
      +acl "localnet" {
      +        10.10.208.0/24 ; 127.0.0.0/8 ;
      +        } ;
      +
      + +

      Per poi aggiungere all'interno della stanza options la + direttiva che abilita' l'entita' localnet:

      + +

      /etc/bind/named.conf.options

      +
      +allow-query {"localnet" ;} ;
      +
      +
      + +

      6.1   Pacchetti

      + "#id72">7.2   Ospitare una zona -

      Pacchetti da installare per utilizzare Samba in - modalita' client [2]

      +

      Se avete acquistato un nome di dominio e vi serve un + software DNS per gestirlo Bind e' la scelta piu' diffusa. + Ora vedremo come configurare una zona (come + piffa.net) in modo che Bind sia autoritativoper questa, + rispondendo alle query DNS di tutta la rete internet.

      + +
      +

      7.2.1   named.conf.local

      + +

      Prima di tutti impostiamo il server bind per gestire + la zona, per non fare confusione e' opportuno inserire le + propie zone DNS nel file named.conf.local e non in named.conf.

      + +

      named.conf.local:

      +
      +/
      +// Do any local configuration here
      +//
      +
      +// Consider adding the 1918 zones here, if they are not used in your
      +// organization
      +//include "/etc/bind/zones.rfc1918";
      +
      +zone "piffa.net" {
      +        type master;
      +        file "/etc/bind/pz/piffa.net";
      +        }
      +
      + +
      +
      type master
      + +
      Il nostro server DNS sara' il principale, al quale + poi potremo affiancare dei DNS secondari nel caso + questo non sia disponibile.
      + +
      file "/etc/bind/pz/piffa.net"
      + +
      Dove verranno inserite le informazioni vere e + propie di questa zona.
      +
      +
      + +
      +

      7.2.2   Configurazione della + zona

      + +

      Ora dovremo preparare il file contenente i record DNS + della zona piffa.net, come abbiamo indicato + prima questi saranno contenuti nel file /etc/bind/pz/piffa.net . Tenere le zone + dentro una sottocartella e' buona abitudine, usare + pz per queste e' una vecchia + abitudine.

      + +

      piffa.net:

      +
      +; Zona per il dominio di secondo livello piffa.net
      +
      +$TTL 3D     ; 3 days
      +@                    IN SOA  ns1.piffa.net. hostmaster.piffa.net. (
      +                                200905245  ; serial
      +                                8H         ; refresh (8 hours)
      +                                2H         ; retry (2 hours)
      +                                4W         ; expire (4 weeks)
      +                                1D         ; minimum (1 day)
      +                                )
      +;
      +                        NS      ns1
      +                        NS      ns2
      +                        A       94.23.63.105
      +                        MX      10 smtp
      +                        TXT     "Piffanet main site"
      +;
      +ns1             A       94.23.63.105
      +ns2             A       65.98.21.97
      +zoo             A       94.23.63.105
      +smtp            A       94.23.63.105
      +test.piffa.net. A       94.23.63.105
      +*.piffa.net.    A       94.23.63.105 ; *catch all domain
      +www             CNAME   zoo
      +ftp             CNAME   zoo
      +
      + +

      All'interno di questo file si possono inserire dei + commenti con il carattere ; + (punto-e-virgola), si faccia attenzione alla rigida + sintassi: apertura e chiusura delle parentesi tonde nella + parte IN SOA, uso + del punto finale per precisare un nome di + dominio specifico (FQDN: Fully-qualified Domain + Name) come test.piffa.net. a differenza degli + altri domini di terzo livello come pop,imap,smtp .

      + +

      La zona inizia con una direttiva $TTL + 3D (RFC 2308) che indica la + durata (in questo caso tre giorni) che ogni record + dovrebbe avrebbe nella cache degli altri serber DNS. + Questo valore dovrebbe essere superiore a un giorno, se + non modificate spesso i valori dei vostri record DNS e' + consigliabile settarlo a 2/3 settimane in modo da + limitare la frequenza delle query al propio server. + Questo parametro puo' essere modificato per singoli + record:

      +
      +$TTL 3D     ; 3 giorni: default se non specificato altrimenti
      +rapido  5h      IN      A       94.23.63.105 ; usa un TTL di 5 ore
      +lento   3w      IN      A       94.23.63.105 ; usa un TTL di 3 settimane
      +normale         IN      A       94.23.63.105 ; usa il TTL di default: 3 giorni
      +
      + +

      Segue poi il nome della zona, indicato con la + @ per richiamare la zona originale + precisata nel file named.conf.options . Segue il campo + SOA.

      + +
      +

      7.2.2.1   SOA: Start of + Authority Record

      + +

      Il record SOA puo' comparire solo una volta in una + zona, contiene informazioni relative all'autorita' del + server DNS.

      + +
      +
      ns1.piffa.net. name-server
      + +
      primary master DNS di questo dominio.
      + +
      hostmaster.piffa.net. email-addr
      + +
      email-addr: indirizzo email della persona + responsabile di questa zona, il primo punto viene + tradotto in una chiocciola @ + dato che questo carattere ha un'altro utilizzo + all'interno di questo file. Il referente della zona + deve essere un email valido e + controllato, come consuetudine si usa hostmaster@dominio.tilde .
      + +
      200905245 serial number
      + +
      Questo valore serve per indicare quando e' stato + modificato questo file di configurazione, secondo il + formato yyyymmddss: yyyy + = anno, ''mm'' = mese, ''dd'' = giorno, ''ss'' = + seriale. Il seriale che deve essere sempre + specificato anche per una cifra, va incrementato di + una unita' nel caso vengano fatte piu' modifiche + nello stesso giorno.
      + +
      8H refresh
      + +
      Indica ai DNS secondari quanto tempo attendere + per cercare di aggiornare i loro dati con il DNS + master.
      + +
      2H retry
      + +
      Intervallo di tempo per il DNS slave (secondario) + da aspettare prima di cercare di ricontattare il + master in caso di problemi col + refresh.
      + +
      4W expire
      + +
      Indica quando i dati dei dns secondarinon sono + piu' autoritativi in caso di impossibilita' degli + slaves di ri-aggiornarsi con il + master. Consigliato un valore di 2/4 + settimane.
      + +
      1D minimum
      + +
      Questo valore indicava il TTL fino alla versione + 8 di Bind, da Bind 9 e secondo la RFC2308 indica la + durata del negative caching, quanto i + resolvers (ad esempio un server dns cache) puo' + mantenere un record negativo (che non indica + la corrispondenza tra un nome di dominio e un ip, ma + la non esistenza del record). Nell'uso per il + negative caching viene fissato un valore massimo di 3 + ore dalla RFC 2308.
      +
      +
      + +
      +

      7.2.2.2   Altri campi:

      + +

      All'interno della zona possono essere utilizati vari + tipi di records (RR):

      + +
      +
      TXT
      + +
      Informazioni testuali associate ad un record
      + +
      NS
      + +
      Name Server della zona. Non deve essere un + cname.
      + +
      A
      + +
      Indirizzo ipv4 da associare al record
      + +
      AAA
      + +
      Indirizzo ipv6 da associare al record
      + +
      CNAME
      + +
      Canonical Name: un alias per un host: ad esempio + per il dominio piffa.net possiamo settare degli alias + come www.piffa.net, http.piffa.net, virtual.piffa.net, ftp.piffa.net, imap.piffa.net. Comodo quando + diversi alias sono sempre riferiti allo stesso + ip.
      + +
      MX
      + +
      Mail Exchanger: server di posta che si occupera' + della posta elettronica per questo dominio.E' + opportuno avere almeno un server di posta di back-up, + per indicare la priorita' di un MX rispettoad un + altro si usa un valore di 2 cifre: il valore piu' + basso indica priorita' piu' bassa. Es: MX    10 smtp.piffa.net. per il server SMTP + principale e MX      + 40 smtp2.piffa.net per il secondario. + Non deve essere un cname.
      + +
      PTR
      + +
      Reverse look-up, usato per la mappatura inversa + di un indirizzo ip a una stringa identificativa + dell'host. Si noti che per poter modificare questi + record si deve avere in gestione la zona + IP, se cosi' non fosse si dovra' chiedere al + propio provider la modifica di questo record per il + propio ip. Links: http://www.zytrax.com/books/dns/ch3/
      +
      +
      +
      +
      + +
      +

      7.3   DNS slave

      + +

      Data l'importanza del servizio DNS e' necessario avere + ridondanza per i server DNS che ospitano i vostri dati: in + caso di indisponibilita' del server master (nel + caso fosse il solo a tenere i dati questo comporterebbe la + scomparsa di tutti i servizi / host da esso + seviti!) il client potrebbe contattare uno degli + slave.

      + +

      Gli slave recuperano i dati dei recordos RR direttamente + dal master e non sara' quindi necessario dover mantenere + manualmente il file di configurazione della zona sugli + slaves, ogni volta che aggiorneremo il master questi dati + si propaghera' agli slaves automaticamente.

      + +

      Per attivare uno slave per la nostra zona di + esempio piffa.net si inserisca nel file + named.conf.local dello slave server:

      -samba-client
      +zone "piffa.net" {
      +        type slave;
      +        file "/etc/bind/pz/piffa.net";
      +        masters { 192.168.0.1; };
      +        };
       
      -

      Pacchetti da installare per utilizzare Samba in - modalita' server:

      +

      Facendo ripartire Bind il file /etc/bind/pz/piffa.net viene creato + automaticamente.

      + +

      Segue un estratto di /var/log/syslog al restart di + bind9 sullo slave:

      -samba smbfs smbclient
      +... slave named[2256]: zone piffa.net/IN: loaded serial 200905245
      +... slave named[2256]: running
      +... slave named[2256]: zone piffa.net/IN: sending notifies (serial 200905245)
      +... slave named[2256]: client 192.168.0.1#1464: received notify for zone 'piffa.net'
      +... slave named[2256]: zone piffa.net/IN: notify from 192.168.0.1#1464: zone is up to date
       
      - - - - - +
      +

      Avvertenza

      + +

      Bind9 (versione 9.3 presente in Debian + Lenny) richiede una esplicita autorizzazione alla + notifica per lo stesso server slave, che in fase di avvio + interroghera' (inviando un notify) se' stesso per + valutare se i dati relativi alla zona di cui e' slave + sono aggiornati. Si aggiunga quindi al file /etc/bind/named.conf.options dello + slave: allow-notify { + 192.168.0.1; }; all'interno della stanza options, + in cui l'inidirizzo IP inserito e' quello dello stesso + slave server.

      +
      + + +
      +

      7.4   Aggiornamento dinamico: + nsupdate

      + +

      Dalla versione 8 di Bind e' dsponibile l'utility + nsupdate (disponibile nel pacchetto + dnsutils) per aggiornare automaticamente + i record di una zona secondo il paradigma client / server ( + RFC2136 ) . Posto che abbiate a disposizione un server DNS + Bind on-line su un indirizzo IP fisso e un zona da gestire + (che potrebbe essere anche solo la delega di un dominio di + terzo livello come casa.miodominio.net) sara' + possibile aggiornare automaticamente i record che tirano a + degli indirizzi IP pubblici ma dnamici, come + quelli spesso messi a disposizione dei provider per le + connessioni ad internet residenziali, in modo da poter + rendere sempre raggiungibile la vostra workstation a casa + anche dopo un aggiornamento dell'ip dinamico associato alla + connessione.

      + +

      L'auenticazione del client nsupdate che avra' la + possibilita' di aggiornare il server DNS master avviene + tramite Transaction signatures (TSIG, RFC2845) + usando un algoritmo di criptazione dati asimmetrico + HMAC-MD5 : generata una coppia di chiavi sul + client / nsupdate con l'utility si dovra' trasferire la + chiave pubblica sul server master, che verra' + configurato per onorare gli aggiornamenti (eliminazione e + inserimento di record RR) autenticati dalla chiave + privata.

      + +
      +

      7.4.1   Configurazione client + (nsupdate)

      + +

      Sul client, sul quale non deve essere necessariamente + installato un server DNS Bind ma la sola utility + nsupdate, generiamo la coppia di chiavi + con l'utility dnssec-keygen installabile tramite il + pacchetto bind9utils:

      +
      +dnssec-keygen -a HMAC-MD5 -b 512 -n USER home.piffa.net.
      +
      + +

      Otterremo le due chiavi Khome.piffa.net.+157+04331.key  + Khome.piffa.net.+157+04331.private, la + chiave pubblica dovra' essere resa noto al server master + che ricevera' l'update dei records.

      +
      + +
      +

      7.4.2   Configurazione server: + riconoscimento chiave

      + +
      +
      Per rendere nota al server la chiave pubblica + generata sul client si aggiunga quindi al file + /etc/bind/named.conf sul + server::
      + +
      +
      +
      key home.piffa.net. {
      + +
      algorithm HMAC-MD5; secret + "txfAkNTScANEu2V73mCeiDpXNc3pmf+7ONOoKnTKQKIZMzierSmeHjK5 + Z8ntnByt/PJwv26jCIsVh8n+xzVsRw=="; };
      +
      +
      +
      + +
      +

      Nota

      + +

      La parte secret, che potete leggere + direttamente nel file *.key della chiave genearta, e' + scritto tutto sulla stessa riga senza ritorni + a capo.

      +
      +
      + +
      +

      7.4.3   Server: gestione + dell'intera zona

      + +

      Sul server modifichiamo il file di configurazione + named.conf.local della zona della quale + vogliamo concedere l'aggiornamento al client:

      +
      +zone "piffa.net" {
      +        type master;
      +        file "/etc/bind/pz/piffa.net" ;
      +        allow-update {
      +                        key  home.piffa.net;
      +                        };
      +};
      +
      + +
      +
      Sara' necessario assicurarsi che il demone di Bind + sia in grado di modificare il file /etc/bind/pz/piffa.net: dato che + questo file ora sara' gestito da lui si proceda a + cedergli la propieta' del file::
      + +
      chown bind /etc/bind/pz/piffa.net
      +
      + +

      Altro problema che si potrebbe porre: gli orologi di + sistema dei due host devono essere sincronizzati per + poter valutare l'opportunita' di un aggiornamento: si + consigla di installare su entrambi l'utility ntpdate + e di eseguirla facendo riferimento ai time server di + Debian:

      +
      +apt-get install ntpdate
      +ntpdate-debian
      +
      + +

      Ora possiamo provare dal client a effettuare + l'iserimento di un record per testarne il + funzionamento:

      +
      +# nsupdate -k Khome.piffa.net.+157+04331.private -v
      +> server ns1.piffa.net
      +> update add home.piffa.net. 86400 A 192.168.0.2
      +> show
      +Outgoing update query:
      +;; ->>HEADER<<- opcode: UPDATE, status: NOERROR, id:      0
      +;; flags: ; ZONE: 0, PREREQ: 0, UPDATE: 0, ADDITIONAL: 0
      +;; UPDATE SECTION:
      +home.piffa.net.         86400   IN      A       192.168.0.1
      +
      +
      +> send
      +
      + +

      Per comprendere meglio l'uso dell'utility nsupdate + si consiglia la lettura della relativa pagina man. Nella + prima riga viene invocato il comando nsupdate + impostando col flag -k la + chiave privata generata precedentemente, con server + si imposta quale server NS autoritario della zona (che + abbiamo precedentemente configurato per ricevere gli + aggiornamenti) vogliamo contattare. Alla riga sucessiva + update viene aggiunto un record + A per la il dominio home.piffa.net indirizzato all'IP + 192.168.0.2, poi show + mostra quanto ci si prepara a comunicare al server con il + finale send .

      + +

      Si noti che in questo modo l'intera zona + piffa.net e suscettibile di essere modificata dal client, + che potra' eliminare e inserire qualunque record. E' + possibile gestire in modo piu' granulare la zona, ad + esempio concedendo al client i privilegi per gestire solo + una parte della zona o i tipo di record da gestire.

      +
      + +
      +

      7.4.4   Automatizzare + l'aggiornamento dinamico

      + +

      Nsupdate risulta comodo per tenere aggiornati i record + DNS degli host connessi ad internet con indirizzi IP + dinamici (pubblici) assegnati dal provider. Il client + deve essere in grado di contattare autonomamente il + server DNS per comunicare un cambiamento del suo ip. + Vediamo innanzi tutto un primo script per nsupdate:

      +
      +#!/bin/bash
      +# Diamo al demone ppp un po' di tempo per negoziare la connessione
      +# prima di leggere l'IP ottenuto
      +sleep 15
      +IPADDR=$(/sbin/ifconfig ppp0 | awk '/inet/ { print $2 } ' | sed -e s/addr://)
      +
      +nsupdate  -k /root/dns/Khome.piffa.net.+157+04331.private <<-EOF
      +        server 192.168.0.254
      +        zone home.piffa.net.
      +        update delete home.piffa.net. A
      +        update delete home.piffa.net. MX
      +        update add home.piffa.net. 432000 A $IPADDR
      +        update add home.piffa.net. 432000 MX 10  home.piffa.net.
      +        show
      +        send
      +        EOF
      +
      + +

      Questo script legge il valore del device di rete + ppp0 creato dal pppoe di + una connessione ADSL per ottenere l'indirizzo IP ottenuto + dal provider (prima di farlo aspetta 15 secondi per dare + il tempo al pppoe di negoziare la + connessione).Vengono poi eliminati gli esistenti valori + A e MX per + home.piffa.net (si noti il punto finale + dopo net) e inseriti quelli attuali.

      + +

      Resta da decidere quando richiamare questo script: + l'evento che causa l'assegnazione del nuovo IP in questo + caso e una nuova connessione pppoe, + quindi sarebbe consigliabile inserire lo script nelle + routine comprese in /etc/ppp/ip-up.d (si veda la + documentazione di ppp), nel caso questo non desse i + risultati sperati (per problemi di connessione) come via + estrema si consideri di mettere lo script nella routine + del demone cron in modo che venga eseguito + periodicamente (ad esempio ogni giorno).

      +
      +
      + + + + +
      +

      8   Samba

      + +

      Samba e' un progetto libero che fornisce servizi di + condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS.

      + +

      Samba e' liberamente disponibile, al contrario di altre + implementazioni SMB/CIFS, e permette di ottenere + interoperabilita' tra Linux, Unix, Mac OS X e Windows.

      + +

      Samba e' un software che puo' girare su piattaforme che + non siano Microsoft Windows, per esempio, UNIX, Linux, IBM + System 390, OpenVMS e altri sistemi operativi. Samba utilizza + il protocollo TCP/IP utilizzando i servizi offerti sul server + ospite. Quando correttamente configurato, permette di + interagire con client o server Microsoft Windows come se + fosse un file e print server Microsoft agendo da Primary + Domain Controller (PDC) o come Backup Domain Controller, puo' + inoltre prendere parte ad un dominio Active Directory.

      + +
      +

      8.1   Pacchetti

      + +

      Pacchetti da installare per utilizzare Samba in + modalita' client [2]

      +
      +samba-client
      +
      + +

      Pacchetti da installare per utilizzare Samba in + modalita' server:

      +
      +samba smbfs smbclient
      +
      + +
      + + + + + + + + + + + + +
      [2]Anche se nato per i sistemi Windows, Samba puo' + essere usato anche per montare cartelle sotto + GNU/Linux come alternativa a NFS. Per la condivisione + di stampanti sarebbe invece opportuno intervenire + direttamente su CUPS.
      + +

      Durante la prima installazione viene chiesto il nome del + gruppo di appartenenza, il default per Windows e' + WORKGROUP. In aula usiamo invece + 208 .

      + +

      Per riconfigurare Samba si usi il comando:

      +
      +dpkg-reconfigure samba-common
      +
      +
      + +
      +

      8.2   Passwords e + autenticazione

      + +

      Per poter configurare Samba in modo che usi un sistema + di negoziazione degli accessi alle cartelle condivise + basato su accoppiate nome utente / password + bisogna distinguere tra 3 livelli di password (e + generalmente volete usare sempre la stessa + password per ognuno di questi) e delle differenze tra + le modalita' di autenticazione (e quindi anche di + criptaggio delle passwords) usate da sistemi GNU/Linux e + Windows:

      + +
      +
      1 Sistema *Unix ( GNU/Linux )
      + +
      E' la password dell'utente di sistema che + viene usata sul sistema operativo su cui gira il software + Samba. E' importante tenere conto anche delle + user-id e group-id degli utenti che + dovranno fisicamente scrivere sui file system. Se un + utente non puo' scrivere in una certa posizione del file + system (ad esempio nella cartella /mnt/condivisione che sara' stata + necessariamente creata inizialmente dall'utente + root) per mancanza dei privilegi di + scrittura allora neanche Samba potra' farlo nel momento + in mette a disposizione la risorsa all'utente. Se si + montano file-system dedicati per le condivisioni + controllare i permessi e proprieta' dei punti di + mount*. Queste passwords sono salvate nel solito + file /etc/shadow (richiamato da /etc/passwd).
      + +
      2 Password per l'applicativo Samba
      + +
      Samba deve essere compatibile con Windows e quindi + utilizzare un sistema di criptazione delle password + diverso da /etc/shadow . Le password per Samba possono + essere gestite ad esempio col comando smbpasswd e vengono generalmente + salvate all'interno di /var/lib/samba/passdb.tdb .
      + +
      3 Password per Windows.
      + +
      Gli utenti Windows effettuano il log-in alla partenza + della sessione di Windows. Se si avra' l'accortezza di + usare sempre la stessa password data + precedentemente anche a Windows (o viceversa impostare la + password per GNU/Linux / Samba uguale a quella di + Windows) l'utente potra' accedere automaticamente alle + condivisioni a lui disponibili.
      +
      +
      + +
      +

      8.3   Creazione Utenti

      + +

      Creiamo per primo l'utente sotto GNU/Linux, facendo + attenzione a non dargli una shell di sistema. Gli + utenti Windows che accedono al server solo per le + condivisioni non hanno bisogno di poter eseguire comandi + sul server!

      + +

      Creazione di un utente denominato sambo:

      +
      +adduser --shell /bin/false sambo
      +
      + +

      Nel file /etc/passwd avremo qualcosa come:

      +
      +sambo:x:1001:1001:Sambo utente Samba,,,:/home/sambo:/bin/false
      +
      + +

      Aggiunta dell'utente al database delle password per + Samba e generazione della sua password:

      +
      +smbpasswd -a sambo
      +
      + +

      Se successivamente si vorra' modificare la password di + un utente gia' esistente si usi:

      +
      +smbpasswd  sambo
      +
      + +

      La password sotto Windows verra' modificata sul sistema + Windows.

      +
      + +
      +

      8.4   Creare la + condivisione

      + +

      La condivisione altro non e' che una cartella sul server + che viene resa disponibile ai client negoziando l'accesso + in base a una autenticazione basata su user-name / + password. E' per altro possibile permettere l'accesso + a una risorsa a chiunque indiscriminatamente (a tutti i + guest) ma la cosa e' sconsigliabile dal + punto di vista della sicurezza. Si decida se la cartella + condivisa debba risiedere nella home di un utente + (nel caso quest'ultimo ne sia l'unico fruitore) o in una + cartella in /mnt/ (nel caso piu' utenti accedano a questa). + Nel secondo caso si potranno gestire gli accessi sotto + GNU/Linux tramite i gruppi.

      + +

      Creazione della risorsa sambo_share nella home + dell'utente sambo:

      +
      +# mkdir /home/sambo/sambo_share
      +# chown sambo:sambo /home/sambo/sambo_share/
      +
      + +
      +

      8.4.1   Sicurezza: permessi di + esecuzione sul server

      + +

      Bisognerebbe notare sul server i permessi di + esecuzione del file-system che ospita la cartella da + condividere. Se i file che saranno contenuti nella + condivisione saranno da usarsi sotto Windows non c'e' + motivo che questi siano eseguibili sotto GNU/Linux. Si + potrebbe avere quindi, ipotizzando una condivisione in + /mnt/share che risieda su di un file + system dedicato:

      + +

      /etc/fstab

      + +
      + /dev/hda10 /mnt/share ext3 rw, + nosuid,noexec 0 3 +
      + +

      Si noti anche l'uso di nosuid per evitare la + possibilita' di eseguire programmi con credenziali + diverse.

      +
      +
      + +
      +

      8.5   Configurazione + dell'applicativo Samba vero e proprio.

      + +

      Avendo preparato gli utenti (ancora una volta: non si + dia una shell completa a un utente che serve solo per Samba + o la posta elettronica) e la cartella sul file system si + puo' procedere a configurare la condivisione su Samba.

      + +

      /etc/samba/smb.conf riga ~235 , Share Definitions (in + vim si usi 235gg ):

      +
      +[sambo_share]
      +        # Percorso della cartella condivisa
      +        path = /home/sambo/sambo_share
      +        # Se gli utenti possono scrivere / modificare file
      +        writable = yes
      +        # Negoziazione degli accessi su base utenti / passwords
      +        valid users = sambo
      +
      +        # #######################################
      +        # Altri parametri opzionali di interesse
      +        # Se posso vedere la condivisione da esplora risorse
      +        # anche se non ho i privilegi per accedervi.
      +        browseable = yes
      +        # Commento indicativo della risorsa
      +        comment = Condivisione per Sambo
      +
      + +

      Dopo aver salvato il file si puo' fare un primo + controllo tramite l'utility testparm , + che controlla la sintassi del file di configurazione di + Samba. Se questo non rileva problemi si puo' procedere a un + # + /etc/init.d/samba restart .

      + +
      +

      8.5.1   Creazione di un + gruppo

      + +

      Se si deve condividere una risorsa con un numero + consistente di utenti e' consigliabile lavorare in + termini termini di gruppi piuttosto che elencare la lista + degli utenti in valid users.

      + +

      Dopo aver creato il gruppo del quale volete facciano + parte i vostri utenti (addgroup + nome_gruppo), inserite i + vostri utenti nel gruppo (adduser + nome_utente nome_gruppo) e modificate la direttiva + valid users in + smb.conf per riferirsi ad un gruppo + piuttosto che a degli utenti. Per riferirsi a un gruppo + si usi il carattere @ + chicciola col nome_del_gruppo:

      +
      +# Negoziazione degli accessi su base gruppo
      +valid users = @nome_gruppo
      +
      +
      +
      + +
      +

      8.6   Testare il Servizio

      + +

      Come testare il servizio

      + +

      es:

      +
      +smbclient -U sambo -L localhost
      +
      + +

      Questo comando permette di esplorare la risorsa + qualificandosi come utente, in questo modo potete testare + il corretto funzionamento dell'autenticazione. Si provi + inizialmente a sbagliare la password deliberatamente, poi a + inserirla correttamente: dovrebbero essere visibili le + risorse disponibili al solo utente sambo: la suo /home e la + cartella samba_share:

      +
      +Sharename       Type      Comment
      +---------       ----      -------
      +sambo_share     Disk      Condivisione per Sambo
      +print$          Disk      Printer Drivers
      +IPC$            IPC       IPC Service (base server)
      +sambo           Disk      Home Directories
      +
      + +

      In particolare l'ultima voce relativa alla home + directory dell'utente dovrebbe essere visibile solo agli + utenti autenticati.

      + +

      In alternativa e' possibile montare realmente la + condivisone anche su GNU/Linux tramite un client per samba + e testarne il corretto funzionamento:

      +
      +mount -t smbfs //localhost/sambo_share /mnt/sambo_mount/ --verbose -o user=sambo
      +
      +
      +
      + +
      +

      9   Server di posta: Postfix

      + +

      Il server di posta che prenderemo in considerazione e' + Postfix, a seguire un estratto di un file di configurazione + semplice con l'abilitazione delle Maildir + nelle /home degli utenti per la consegna della + posta:

      + +

      /etc/postfix/main.cf:

      +
      +# ...segue dalla riga ~30
      +myhostname = 162.piffa.net
      +alias_maps = hash:/etc/aliases
      +alias_database = hash:/etc/aliases
      +myorigin = 162.piffa.net
      +mydestination = 162.piffa.net, localhost
      +# Se non avete un ip pubblico e statico, con un adeguato record PTR
      +# dovrete usare un realy host per l'invio della posta
      +relayhost = smtp.piffa.net
      +
      +mynetworks = 127.0.0.0/8 [::ffff:127.0.0.0]/104 [::1]/128
      +# Se dovete inviare la posta per i client della vostra LAN privata:
      +# mynetworks = 127.0.0.0/8 192.168.0.0/24 [::ffff:127.0.0.0]/104 [::1]/128
      +# E si faccia BEN ATTENZIONE a non diventare un open realay smtp
      +
      +
      +# Per effettuare lo storaggio della posta nelle home directory degli utenti
      +# in una Maildir invece che nella Mailbox in /var/mail/nome_utente
      +# si disabiliti procmail
      +#mailbox_command = procmail -a "$EXTENSION"
      +
      +# cartella_i abiliti lo storaggio della posta nella Maildir/ (si noti lo slash)
      +# all'interno della  home dell'utente:
      +home_mailbox = Maildir/
      +mailbox_size_limit = 0
      +recipient_delimiter = +
      +inet_interfaces = all
      +
      + +
      +
      E' disponibile un file di configurazione di esempio ben + piu' articolato e commentato::
      + +
      /usr/share/postfix/main.cf.dist .
      +
      + +
      +

      9.1   Test del server smtp

      + +

      Per testare il corretto funzionamento del server di + posta si puo' procedere in vari modi.

      + +
        +
      • Spedire una mail a una casella locale / remota e + controllare i log (syslog)
      • + +
      • Collegarsi via telnet al server di posta: + http://www.netadmintools.com/art276.html
      • + +
      • usare una utility come SWAKS
      • +
      + +
      +

      9.1.1   Swaks

      + +
      +
      Per gli utenti meno esperti e' consigliabile + utilizzare SWAKS: si installi l'omonimo + pacchetto e si esegua un test con::
      + +
      swaks --to utente@destinatario.tilde + --from utente@propio.mail.tilde
      +
      + +

      Ecco un esempio di una sessione corretta:

      +
      +swaks --to andrea@piffa.net from andrea@mydomain.com
      +=== Trying smtp.piffa.net:25...
      +=== Connected to smtp.piffa.net.
      +<-  220 zoo.piffa.net ESMTP Postfix (Debian/GNU)
      + -> EHLO alice.mydomain.com
      +<-  250-zoo.piffa.net
      +<-  250-PIPELINING
      +<-  250-SIZE 10240000
      +<-  250-VRFY
      +<-  250-ETRN
      +<-  250-STARTTLS
      +<-  250-ENHANCEDSTATUSCODES
      +<-  250-8BITMIME
      +<-  250 DSN
      + -> MAIL FROM:<root@alice.mydomain.com>
      +<-  250 2.1.0 Ok
      + -> RCPT TO:<andrea@piffa.net>
      +<-  250 2.1.5 Ok
      + -> DATA
      +<-  354 End data with <CR><LF>.<CR><LF>
      + -> Date: Thu, 28 May 2009 13:11:19 +0200
      + -> To: andrea@piffa.net
      + -> From: root@alice.mydomain.com
      + -> Subject: test Thu, 28 May 2009 13:11:19 +0200
      + -> X-Mailer: swaks v20061116.0 jetmore.org/john/code/#swaks
      + ->
      + -> This is a test mailing
      + ->
      + -> .
      +<-  250 2.0.0 Ok: queued as 41FB261AFC
      + -> QUIT
      +<-  221 2.0.0 Bye
      +=== Connection closed with remote host.
      +
      +
      +
      + +
      +

      9.2   Imap e pop

      + +

      Postfix e' un server SMTP, di conseguenza se volete che + i vostri utenti possano scaricare in locale la + posta generalmente volete mettere a loro disposizione un + server POP3 o IMAP. Oppure entrambi.

      + +
      +
      Pacchetti da installare
      + +
      courier-imap courier-pop
      +
      + +

      Si noti che IMAP necessita delle Maildir, non + funziona con le Mailbox in /var/mail/ + .

      +
      + +
      +

      9.3   Client a riga di + comando

      + +

      Per testare il corretto funzionamento del server di + posta e' utile avere a disposizione delle utility per + inviare e leggere la posta: ovviamente da riga di + comando.

      + +
      +

      9.3.1   mailx

      + +
      +
      Uno dei client piu' semplici, sopratutto per + inviare un messaggioi. e' sufficiente usare una formula + come::
      + +
      mail utente@dominio.com
      +
      + +

      Se il comando mail non + fosse disponibile si installi il pacchetto mailx.

      + +

      Al primo prompt si digitera' l'oggetto, il testo del + messaggio (per terminare l'inserimento lasciare una riga + vuota, digitare un punto + + Invio su una riga vuota), la Carbon + Copy (se necessaria).

      + +

      es:

      +
      +mail andrea@localhost
      +Subject: Oggetto della mail
      +Testo del messagio,
      +per terminare il messaggio
      +lasciare una riga vuota
      +e un punto (poi Invio).
      +
      +.
      +Cc:
      +
      + +

      Per altrre opzioni si veda la pagina man.

      +
      + +
      +

      9.3.2   Mutt

      + +

      Mutt e' uno dei gestori di posta preferiti da chi + preferisce utilizzare l'interfaccia testuale per la + gestione della posta.

      + +

      Mutt ha un file di configurazione .muttrc + nella home dell'utente, alcuni settaggi possono + essere utili:

      + +
      +
      set folder="~/Maildir"
      + +
      Per utilizzare /home/nome_utente/Maildir come mailbox, invece del default + /var/mail/nome_utente.
      + +
      set editor="vim"
      + +
      Utilizzare vim + come editor per comporre i messaggi.
      +
      + +

      Spesso e' utile poter levvere al volo la + Mailbox / Maildir di un utente sul server di posta, per + controllare se i messaggi vengono recapitati + correttamente:

      +
      +mutt -f /var/mail/utente
      +mutt -f /home/utente/Maildir
      +
      + +

      In modo analogo si puo' consultare al volo la propia + mailbox su un server remoto tramite IMAP/POP:

      +
      +mutt -f imap://nome_utente@piffa.net
      +
      +
      + +
      +

      9.3.3   Web client

      + +

      Per mettere a disposizione degli utenti un client web + per gestire la propria posta si installi il pacchetto: + squirrelmail . Ci sono tanti altri + client web disponibili: questo e' particolarmente + semplice. Naturalmente dovrete aver installato: + php5 apache2 + .

      + +

      L'interfaccia dovrebbe essere disponibile all'url: + http://localhost/squirrelmail . Se + cosi' non fosse assicuratevi che Apache abbia incluso il + file di configurazione di squirrelmail:

      +
      +cd /etc/apache2/conf.d/
      +ln -s /etc/squirrelmail/apache.conf ./squirrelmail.conf
      +
      +
      +
      + +
      +

      9.4   Graylisting

      + +

      Il graylisting e' un sistema relativamente poco + invasivo, con un limitato consumo di risorse per limitare + lo SPAM in arrivo sul propio server di posta. Come + suggerisce il nome e' una via di mezzo tra una white + list (una lista di mittenti privilegiata, sempre + benvenuti) e una black list (mittenti + bannati, banditi dal poter inviare nuovi + messaggi).

      + +

      Il funzionamento e' relativamente semplice: ogni + mittente sconosciuto viene immediatamente rifiutato con un + errore non grave come un server non + disponibile, provare piu' tardi. Questo inconveniente + non dovrebbe mettere in difficolta' un server di posta / + mittente legittimo, che dopo un periodo di attesa tentera' + nuovamente di inviare il messaggio ottenendo finalmente il + risultato atteso. Diversamente un bot per l'invio + di SPAM o un applicazione improvvisata (tipicamente di + derivazione virale) che stesse inviando il messaggio + probabilmente non insisterebbe, rinunciano ad + inviare il messaggio preferendo destinazioni meno + problematiche.

      + +
      +

      9.4.1   Abilitazione in + Postfix

      + +

      Installare il pacchetto: postgrey + e aggiungere il file di configurazione di Postfix + /etc/postfix/main.cf:

      +
      +smtpd_recipient_restrictions =
      +        permit_mynetworks,
      +        reject_unauth_destination,
      +        check_policy_service inet:127.0.0.1:60000
      +
      +
      + +
      +

      9.4.2   Test

      + +

      Inviando un messaggio il client dovrebbe ricevere un + iniziale messaggio di rifiuto del messaggio:

      +
      +swaks --to andrea@piffa.net from andrea@mydonain.com
      +=== Trying smtp.piffa.net:25...
      +=== Connected to smtp.piffa.net
      +...
      +<-  250 2.1.0 Ok
      + -> RCPT TO:<andrea@piffa.net>
      +<** 450 4.2.0 <andrea@piffa.net>: Recipient address rejected:
      +Greylisted, see http://postgrey.schweikert.ch/help/piffa.net.html
      + -> QUIT
      +<-  221 2.0.0 Bye
      +=== Connection closed with remote host.
      +
      + +

      A lato server si dovrebbe rilevare su /var/log/syslog qualcosa di simile:

      +
      +connect from alice.mydomain.com[65.98.21.97]
      +May 28 14:53:34 r24266 postgrey: action=greylist, reason=new,
      +   client_name=alice.mydomain.com,
      +   client_address=10.0.0.1, sender=root@alice.mydomain.com, recipient=andrea@piffa.net
      +May 28 14:53:34 r24266 postfix/smtpd[22538]:
      +   NOQUEUE: reject: RCPT from alice.mydomain.com[10.0.0.1]:
      +   450 4.2.0 <andrea@piffa.net>: Recipient address rejected: Greylisted,
      +   see http://postgrey.schweikert.ch/help/piffa.net.html;
      +   from=<root@alice.mydomain.com> to=<andrea@piffa.net>
      +   proto=ESMTP helo=<alice.mydomain.com>
      +May 28 14:53:34 r24266 postfix/smtpd[22538]: disconnect from alice.mydomain.com[10.0.0.1]
      +
      +
      + +
      +

      9.4.3   Statistiche

      + +

      E' sempre utile poter tracciare qualche statistica + sulle percentuali di messaggi ricevuti, da chi, messaggi + rifiutati (e per quale motivo). Statistiche che attingono + dai soliti log del server di posta /var/log/syslog di default oltre che i + dedicati /var/log/mail .

      + +

      Una utility semplice per analizzare l'attivita' del + propio server smtp potrebbe essere pflogsumm , installato il pacchetto la + si puo' invocare con:

      +
      +pflogsumm.pl  /var/log/mail.log
      +
      + +

      oppure utilizzare i log piu' vecchi ad es. /var/log/mail.log.0

      +
      +
      +
      + +
      +

      10   Firewall

      + +

      In Informatica, nell'ambito delle reti di computer, un + firewall (termine inglese dal significato originario di + parete refrattaria, muro tagliafuoco, muro ignifugo; in + italiano anche parafuoco o parafiamma) e' un componente + passivo di difesa perimetrale che puo anche svolgere funzioni + di collegamento tra due o piu' tronconi di rete. Usualmente + la rete viene divisa in due sotto reti: una, detta esterna, + comprende l'intera Internet mentre l'altra interna, detta LAN + (Local Area Network), comprende una sezione piu' o meno + grande di un insieme di computer locali. In alcuni casi e' + possibile che si crei l'esigenza di creare una terza sotto + rete detta DMZ (o zona demilitarizzata) atta a contenere quei + sistemi che devono essere isolati dalla rete interna ma + devono comunque essere protetti dal firewall.

      + +

      Una prima definizione chiusa di firewall e' la + seguente:

      + +

      Apparato di rete hardware o software che filtra tutti i + pacchetti entranti ed uscenti, da e verso una rete o un + computer, applicando regole che contribuiscono alla sicurezza + della stessa.

      + +

      In realta' un firewall puo' essere realizzato con un + normale computer (con almeno due schede di rete e software + apposito), puo' essere una funzione inclusa in un router o + puo' essere un apparato specializzato. Esistono inoltre i + cosiddetti "firewall personali", che sono programmi + installati sui normali calcolatori, che filtrano solamente i + pacchetti che entrano ed escono da quel calcolatore; in tal + caso viene utilizzata una sola scheda di rete.

      + +

      La funzionalita' principale in sostanza e' quella di + creare un filtro sulle connessioni entranti ed uscenti, in + questo modo il dispositivo innalza il livello di sicurezza + della rete e permette sia agli utenti interni che a quelli + esterni di operare nel massimo della sicurezza. Il firewall + agisce sui pacchetti in transito da e per la zona interna + potendo eseguire su di essi operazioni di: controllo modifica + monitoraggio

      + +

      Questo grazie alla sua capacita' di "aprire" il pacchetto + IP per leggere le informazioni presenti sul suo header, e in + alcuni casi anche di effettuare verifiche sul contenuto del + pacchetto.

      + + + +
      +

      10.2   Ipfilter

      + +

      Link: + http://iptables-tutorial.frozentux.net/iptables-tutorial.html#IPFILTERING

      + +

      Natura di un firewall ip: su cosa lavora (livello 2 e un + po' del 3) e su cosa non lavora (livello 4). + Netfilter lavora anche su parti del livello 3 (TCP, UDP, + etc) e del livello 1 (MAC source address). Iptables + comunque permette di fare il connection-tracking, + mediante il quale possiamo implementare il Network Address + Translation.

      + +

      Netfilter non ricostruisce il flusso di dati tra + pacchetti, non puo' quindi rilevare la presenza di virus o + simili che si trasmettono su pacchetti separati: + ricomporre, analizzare e tornare a scomporre i frammenti + richiederebbe troppa RAM e risorse di sistema, con il + conseguente rischio di saturare il firewall fino + all'abbandono dei nuovi pacchetti in transito. Ci sono + altri software piu' adatti a questi compiti, ad esempio un + proxy HTTP come Squid che e' appunto una applicazione di + quarto livello, progettata e strutturata per analizzare e + modificare i flussi di dati (il contenuto dei + pacchetti, non le sole intestazioni) facendo + abbondate uso delle risorse RAM e di calcolo del sistema. + Non a caso su macchine embedded dalle prestazioni molto + ridotte (CPU ARM ~250MHZ con ~30MB di RAM) Squid sfrutta al + massimo le risorse di sistema per gestire il traffico di + una rete 10/100, mentre il lavoro tipico svolto da + netfilter e' quasi irrilevante.

      +
      + +
      +

      10.3   Progettazione di un + firewall

      + +

      Per implementare un firewall bisogna decidere un aio di + cose: la collocazione e l'approccio (inclusivo o esclusivo) + al filtraggio, il tipo di hardware.

      + +
      +

      10.3.1   Collocazione

      + +

      DMZ e MZ, internet, intranet, extranet. Frammentazione + della rete, decidere se diversi reparti di una azienda si + possano vedere tra loro e in che misura.

      + +

      Collocazione:

      + +
      +
        +
      1. sul router
      2. + +
      3. tra router e servers / LAN
      4. + +
      5. Unico server / router / firewall e connessi + rischi. considerare l'acquisto di un router hardware + dedicato.
      6. +
      +
      + +
      +
      Layeed security:
      + +
      Implementare piu' device / software sui diversi + livelli: + http://iptables-tutorial.frozentux.net/iptables-tutorial.html#HOWTOPLANANIPFILTER
      +
      +
      + +
      +

      10.3.2   Policy di + default

      + +

      Drop o Accept: conseguenze per sicurezza, facilita' di + gestione.

      +
      + +
      +

      10.3.3   Hardware

      + +

      Sostanzialmente potremmo distinguere due tipologie di + hardware:

      + +
      +
      Network appliance dedicata::
      + +
      Un dispositivo hardware dedicato alla funzione di + Firewall, ad es un Cisco / Fortigate. Si noti che molti + firewall economici altro non sono che Linux box molto + striminzite.
      + +
      Server / Personal computer:
      + +
      Un server sul quale viene fatto girare Netfilter ad + uso del server stesso e della rete connessa.
      +
      + +

      Vantaggi e svantaggi: consumo elettrico, efficienza, + flessibilita', strumenti di gestione, sicurezza, + OpenBSD.

      +
      +
      + + + +
      +

      10.5   Concetti di base

      + +
      +

      10.5.1   Tabelle, catene, + regole

      + +

      Iptables lavora su 3 tabelle (tables) di default:

      + +
        +
      • filter - Regola il firewalling: quali pacchetti + accettare, quali bloccare
      • + +
      • nat - Regola le attivita' di natting
      • + +
      • mangle - Interviene sulla alterazione dei + pacchetti.
      • +
      + +

      Ogni tabella ha delle catene (chains) predefinite + (INPUT, OUTPUT, FORWARD ... ) a cui possono essere + aggiunte catene custom. Ogni catena e' composta da un + elenco di regole (rules) che identificano pacchetti di + rete secondo criteri diversi (es: -p tcp --dport 80 -d + 10.0.0.45) Ogni regola termina con una indicazione + (target) su cosa fare dei pacchetti identificati dalla + regola stessa (es: -j ACCEPT, -j DROP ...)

      +
      + +
      +

      10.5.2   Match

      + +

      I Match di una regola (rule) servono a testare un + pacchetto per valutare se corrisponda a certe + caratteristiche. I match di possono servire a controllare + se un pacchetto e' destinato a una porta particolare o + utilizza un protocollo particolare.

      + +

      Alcuni esempi:

      + +
      +
      -p [!] proto
      + +
      Protocollo IP. Secondo IP number o nome (es: tcp, + udp, gre, ah...)
      + +
      -s [!] address[/mask]
      + +
      Indirizzo IP sorgente (o network con maschera di + sotto rete)
      + +
      -d [!] address[/mask]
      + +
      Indirizzo IP destinazione (o network)
      + +
      -i [!] interface[+]
      + +
      Interfaccia di rete di entrata ([+] wildcard)
      + +
      -o [!] interface[+]
      + +
      Interfaccia di rete di uscita ([+] wildcard)
      +
      + + + + + + + + + + + + +
      -fFrammento di pacchetto
      +
      + +
      +

      10.5.3   Targets

      + +

      Se un pacchetto soddisfa le condizioni del Match + salta (jump) su uno dei target possibili, in + caso contrario continua il suo percorso tra regole catene + e tabelle.

      + +

      Target principali:

      + +
      +
      -j ACCEPT
      + +
      Il pacchetto matchato viene accettato e procede + verso la sua destinazione. Si usa per definire il + traffico permesso.
      + +
      -j DROP
      + +
      Il pacchetto viene rifiutato e scartato, senza + alcuna notifica al mittente. Si usa, in alternativa a + REJECT, per bloccare traffico.
      + +
      -j REJECT
      + +
      Il pacchetto viene rifiutato. Al mittente viene + mandato un pacchetto (configurabile) di notifica tipo + ICMP port-unreachable (--reject-with + icmp-port-unreachable)
      +
      + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
      -t LOGIl pacchetto viene loggato via syslog e procede + l'attraversamento della catena. Opzioni: + (--log-level, --log-prefix, --log-tcp-sequence, + --log-tcp-options, --log-ip-options)
      -j DNATViene modificato l'IP di destinazione del + pacchetto. Target disponibile solo in nat / + PREROUTING e nat / OUTPUT. L'opzione + --to-destination IP:porta definisce il nuovo IP di + destinazione. Si usa tipicamente su network + firewall che nattano server di una DMZ
      -j SNATViene modificato l'IP sorgente. Solo in nat / + POSTROUTING. Prevede l'opzione --to-source + IP:porta. Si usa per permettere l'accesso a + Internet da una rete locale con IP privati.
      -j MASQUERADESimile a SNAT, si applica quando i pacchetti + escono da interfacce con IP dinamico (dialup, adsl, + dhcp...). Si usa solo in nat / POSTROUTING e + prevede l'opzione --to-ports porte.
      -j REDIRECTRedirige il pacchetto ad una porta locale. + Usabile solo in nat / PREROUTING e nat / OUTPUT e' + previsto per fare un transparent proxy (con proxy + server in esecuzione sulla macchina con + iptables)
      -j RETURNInterrompe l'attraversamento della catena. Se + questa e' una secondaria, il pacchetto torna ad + attraversare la catena madre da punto in cui aveva + fatto il salto nella secondaria. Se il RETURN e' in + una delle catene di default, il pacchetto + interrompe l'attraversamento e segue la policy di + default.
      -j TOSUsabile solo nella tabella mangle, permette di + cambiare il TOS (Type Of Service) di un pacchetto + con l'opzione --set-tos. Per un elenco dei + parametri disponibili: iptables -j TOS -h
      -j MIRRORCurioso e sperimentale, questo target invia un + pacchetto speculare al mittente. In pratica e' come + se facesse da specchio per tutti i pacchetti + ricevuti. Da usare con cautela, per evitare + attacchi DOS indiretti.
      +
      +
      + +
      +

      10.6   Tabella Filter

      + +

      E' quella implicita e predefinita (-t filter) Riguarda + le attivita' di filtraggio del traffico. Ha 3 catene di + default: INPUT - Riguarda tutti i pacchetti destinati al + sistema. In entrata da ogni interfaccia. OUTPUT - Riguarda + i pacchetti che sono originati dal sistema e destinati ad + uscire. FORWARD - Riguarda i pacchetti che attraversano il + sistema, con IP sorgente e destinazione esterni.

      + +

      Esempio per permettere accesso alla porta 80 locale: + iptables -t filter -I INPUT -p tcp --dport 80 -j ACCEPT + Analoga a: iptables -I INPUT -p tcp --dport 80 -j + ACCEPT

      + +

      Esempio per permettere ad un pacchetto con IP sorgente + 10.0.0.4 di raggiungere il server 192.168.0.1 attraversando + il firewall: iptables -I FORWARD -s 10.0.0.4 -d 192.168.0.1 + -j ACCEPT

      +
      + +
      +

      10.7   Flush automatico per + macchine remote

      + +

      Se state provando una configurazione del firewall per + una macchina remota e' buona norma per evitare brutte + figure attivare uno script che faccia il flush + delle regole dopo qualche minuto. Potreste infatti + inavvertitamente impostare una regola che vi impedisca di + raggiungere la macchina remota, cosi' da non poter neanche + eliminare quella regola e ripristinare la situazione + precedente.

      + +

      Veramente, prima di lavorare sul firewall di + una macchina remota impostate almeno un at now +5 min o con un'oretta di margine per fare + il flush delle regole (su tutte le tabelle):

      +
      +    at now +5 min
      +at> /sbin/iptables -F
      +at> [CTR+d]
      +
      +
      + +
      +

      10.8   Gestione regole + (rules)

      + +

      Il comando iptables viene usato per ogni attivita' di + gestione e configurazione.

      + +

      Inserimento regole:

      + +
      +
      iptables -A CATENA ...
      + +
      Aggiunge una regola alla fine della catena + indicata
      + +
      iptables -I CATENA [#] ...
      + +
      Inserisce alla riga # (default 1) una regola nella + catena indicata
      + +
      iptables -N CATENA
      + +
      Crea una nuova catena custom
      + +
      iptables -P CATENA TARGET
      + +
      Imposta il target di default per la catena + indicata
      +
      + +

      Rimozione regole e azzeramenti:

      + +
      +
      iptables -F [catena]
      + +
      Ripulisce tutte le catene (o quella indicata)
      + +
      iptables -X [catena]
      + +
      Ripulisce tutte le catene custom (o quella + indicata)
      + +
      iptables -Z [catena]
      + +
      Azzera i contatori sulle catene
      + +
      iptables -D catena #
      + +
      Cancella la regola numero # dalla catena + indicata
      +
      + +

      Interrogazione:

      + +
      +
      iptables -L
      + +
      Elenca le regole esistenti
      + +
      iptables -L -n -v
      + +
      Elenca, senza risolvere gli host, in modo verboso le + regole esistenti
      +
      +
      + +
      +

      10.9   Salvataggio regole

      + +

      Il comando iptables serve per interagire con il + framework Netfilter che gestisce il firewall di + Linux al livello del kernel. Questo comporta, in modo + analogo a quando avviene col comando ifconfig, + che i cambiamenti impostati siano in tempo reale, + RAM, non persistenti nel sistema: al boot successivo + del sistema tutto tornera' alle impostazioni di base (in + questo caso nulle, con policy di default settate + su ACCEPT per tutto).

      + +

      Le varie invocazioni di iptables potrebbero essere + richiamate da degli scripts dedicati, ma fortunatamente e' + stata predisposta una apposita utility per gestire questi + scripts in modo da avere a disposizione un formato + standard per il salvataggio e il ripristino delle + regole del firewall.

      + +

      Altro problema: decidere quando attivare / disattivare + queste regole. Utilizzare i runlevels non e' una + soluzione adeguata: le regole del firewall sono legate + all'attivita' delle schede di rete (e un host con diverse + schede di rete puo' attivarle a secondo delle esigenze di + routing, partenza di servizi es file_sharing per un + back-up...): il sistema operativo Debian permette di legare + l'esecuzione di comandi alla attivazione di una device di + rete (up), dopo la sua attivazione (post-up, + utile per devices che richiedono un certo tempo per + inizializzarsi: come un tunnel o una connessione punto a + punto), prima della sua attivazione (pre-up). + Allo stesso modo sono disponibili eventi analoghi per + accompagnare la disattivazione dei device di rete: si veda + la pagina man di interfaces.

      + +

      Nel nostro caso avremo per una possibile scheda + eth0:

      + +

      /etc/network/interfaces

      +
      +iface eth1 inet static
      +        up /sbin/iptables-restore /root/firewall/basic_fw
      +        # Seguono i soliti parametri della scheda di rete
      +        address 10.10.208.21
      +
      + +
      +

      10.9.1   Iptables-save

      + +

      Per salvare le regole di iptables attualmente presenti + nel kernel si usi il comando:

      +
      +# iptables-save >> /root/firewall/basic_fw
      +
      + +

      Il contenuto del file dovrebbe essere + comprensibile: sostanzialmente sono regole di + iptables, senza il comando iptables ripetuto, suddivisi + per le varie tabelle. Potete comunque correggere + eventuali parametri con un edito di testo.

      + +

      Se non avete un'idea migliore potreste voler tenere + gli script dei firewall in una cartella ~/firewall nella home directory + dell'utente root.

      +
      + +
      +

      10.9.2   Iptables-restore

      + +

      Per ripristinare un set di regole precedentemente + salvate con iptables-save si utilizzi iptables-restore. Se questo deve essere + fatto in modalita' non interattiva, ad esempio + deve essere eseguito dal demone che si occupa di + inizializzare le schede di rete, oppure un cron + o altro, e' buona norma richiamare i percorsi completi + sia dei comandi che dei file:

      +
      +/sbin/iptables-restore /root/firewall/basic_fw
      +
      +
      +
      + +
      +

      10.10   Esempi

      + +

      Seguono alcuni esempi sull'uso di iptables, lo scenario + e' un computer con un paio di schede di rete fisiche una + delle quali collegata alla rete internet l'altra a una rete + privata per la LAN interna.

      + +
      +
        +
      1. eth0 scheda di rete principale sulla + rete privata interna 192.168.0.0/24
      2. + +
      3. eth1 scheda di rete secondaria per la + connessione ad internet
      4. + +
      5. ppp0 punto-a-punto per una + connessione ad internet
      6. +
      +
      + +
      +

      10.10.1   Bloccare i ping + dall'esterno

      + +

      Spesso gli script che attaccano + automaticamente le varie reti provano a fare un + ping per verificare quali IP sono on-line: bloccare il + traffico ICMP in ingresso puo' aiutare ad + evitare parte di questi attacchi:

      +
      +iptables -A INPUT -i ppp0 -p ICMP -j DROP
      +
      +
      + +
      +

      10.10.2   Masquerading + (sNAT)

      + +
      +
      Per attivare la network address translation (in + questo caso un SNAT) per la rete locale privata + sull'indirizzo ip del modem::
      + +
      iptables -A POSTROUTING -s + 192.168.0.0/255.255.255.0 -o ppp0 -j MASQUERADE
      +
      + +

      Il Masquerading a differenza dello + SNAT puro (-j + SNAT --to-source proprio_ip_pubblico ) legge + l'indirizzo ip del device ``ppp0. + In questo modo se l'IP cambia automaticamente si aggiorna + anche il source natting. Se avete un indirizzo IP statico + assegnato al vostro gateway potete invece usare lo SNAT + semplice.

      + +
      +
      Altri esempi::
      + +
      +

      ## Change source addresses to + 1.2.3.4. # iptables -t nat -A POSTROUTING -o eth0 -j + SNAT --to 1.2.3.4

      + +

      ## Change source addresses to 1.2.3.4, 1.2.3.5 or + 1.2.3.6 # iptables -t nat -A POSTROUTING -o eth0 -j + SNAT --to 1.2.3.4-1.2.3.6

      + +

      ## Change source addresses to + 1.2.3.4, ports 1-1023 # iptables -t nat -A + POSTROUTING -p tcp -o eth0 -j SNAT --to + 1.2.3.4:1-1023

      +
      +
      +
      + +
      +

      10.10.3   Brute force

      + +

      Per limitare attacchi di tipo brute force su SSH:

      +
      +iptables -A INPUT -i ppp0 -p tcp -m tcp --dport 22 -m state --state NEW -m recent --update --seconds 3000 --hitcount 4 --name DEFAULT --rsource -j DROP
      +
      +iptables -A INPUT -i ppp0 -p tcp -m tcp --dport 22 -m state --state NEW -m recent --set --name DEFAULT --rsource
      +
      +
      +
      +
      + +
      +

      11   FTP Server

      + +

      Il File Transfer Protocol (FTP) (protocollo di + trasferimento file), è un Protocollo per la trasmissione di + dati tra host basato su TCP, in genere usato dagli autori di + pagine web per pubblicare queste nei propio spazi + web. Storicamente veniva anche usato, mediate l'utilizzo di + utenze anonime, come punto di scambio per materiali di vari + utenti tra loro sconosciuti (una directory dei materiali + scaricabili e una dedicata agli uploads degli + utenti, poi riordinati dall'ftpmaster). Tuttora si + mantiene la cosuetudine di renedere disponibile i materiali + dei mirrors anche tramite FTP, probabilmente per + garantire l'accesso ai client piu' datati che non possono + utilizzare tecnologie piu' recenti.

      + +

      Il protocollo FTP e' in chiaro (cioe' non criptato), sia + per quanto riguarda il traffico ad esso associato che per il + passaggio delle passwords degli utenti, facilmente sniffabili + da chiunque abbia accesso alla rete. Naturalmente vsftp per + quanto votato alla sicurezza non modifica queste + caratteristiche del protocollo FTP (ma consente di usare + OpenSSL per la autenticazione degli utenti).

      + +

      Se propio si deve mettere a disposizione un server FTP ai + propi utenti si considerino le seguenti alternative:

      + +
        +
      • Spingere gli utenti ad usare SFTP invece che FTP
      • + +
      • Spingere gli utenti ad usare SSL per autenticarsi al + server FTP
      • + +
      • Nel caso di webdesigners si consideri la possibilita' + di offrire alternative come GIT, Subversion, Rsync o + Webdav
      • +
      + +

      Nel caso non si possa evitare il server FTP:

      + +
        +
      • Non dare agli utenti FTP una shell di sistema ( + Concedere come shell ftp al + posto di bash in /etc/passwd)
      • + +
      • Rendere il filesytem su cui scrive il demone FTP + noexec e nosuid + (vedi dopo)
      • + +
      • Utilizzare un demone FTP come Vsftp: un server FTP con + una forte inclinazione alla sicurezza: Very Secure FTP + Daemon.
      • +
      + +

      Per maggiori informazioni sulle scelte di design legate + alla sicurezza del demone si veda: http://vsftpd.beasts.org/DESIGN

      + +

      Vsftp mette a disposizione le seguenti funzionalita':

      + +
        +
      • Virtual IP configurations
      • + +
      • Virtual users
      • + +
      • Standalone or inetd operation
      • + +
      • Powerful per-user configurability
      • + +
      • Bandwidth throttling
      • + +
      • Per-source-IP configurability
      • + +
      • Per-source-IP limits
      • + +
      • IPv6
      • + +
      • Encryption support through SSL integration
      • +
      + +
      +

      11.1   Pacchetti

      - - - [2] +

      Per installare il demone vero e propio si usi il + pacchetto vsftpd , mentre per aver un client da cui + fare qualche test sono dipsonibili:

      - Anche se nato per i sistemi Windows, Samba puo' - essere usato anche per montare cartelle sotto - GNU/Linux come alternativa a NFS. Per la condivisione - di stampanti sarebbe invece opportuno intervenire - direttamente su CUPS. - - - +
        +
      • ftp (pacchetto da installare) e' il + solito client a riga di comando
      • -

        Durante la prima installazione viene chiesto il nome del - gruppo di appartenenza, il default per Windows e' - WORKGROUP. In aula usiamo invece - 208 .

        +
      • gftp e' un client grafico simile al + classico WSftp
      • -

        Per riconfigurare Samba si usi il comando:

        -
        -dpkg-reconfigure samba-common
        -
        +
      • Normalmente i file mananager com Konqueror possono + lavarorare come client FTP
      • +
      -
      +

      6.2   Passwords e - autenticazione

      + "#id129">11.2   Sessioni ftp -

      Per poter configurare Samba in modo che usi un sistema - di negoziazione degli accessi alle cartelle condivise - basato su accoppiate nome utente / password - bisogna distinguere tra 3 livelli di password (e - generalmente volete usare sempre la stessa - password per ognuno di questi) e delle differenze tra - le modalita' di autenticazione (e quindi anche di - criptaggio delle passwords) usate da sistemi GNU/Linux e - Windows:

      +

      Vediamo alcuni dei comandi di base per gestire una + sessione ftp a riga di comando:

      -
      1 Sistema *Unix ( GNU/Linux )
      +
      ftp nome_host
      -
      E' la password dell'utente di sistema che - viene usata sul sistema operativo su cui gira il software - Samba. E' importante tenere conto anche delle - user-id e group-id degli utenti che - dovranno fisicamente scrivere sui file system. Se un - utente non puo' scrivere in una certa posizione del file - system (ad esempio nella cartella /mnt/condivisione che sara' stata - necessariamente creata inizialmente dall'utente - root) per mancanza dei privilegi di - scrittura allora neanche Samba potra' farlo nel momento - in mette a disposizione la risorsa all'utente. Se si - montano file-system dedicati per le condivisioni - controllare i permessi e propieta' dei punti di - mount*. Queste passwords sono salvate nel solito - file /etc/shadow (richiamato da /etc/passwd).
      +
      stabilire la connessione all'host, poi verra' chiesta + la password dell'utente. Se avete sbagliato utente: user + .
      -
      2 Password per l'applicativo Samba
      +
      help
      -
      Samba deve essere compatibile con Windows e quindi - utilizzare un sistema di criptazione delle password - diverso da /etc/shadow . Le password per Samba possono - essere gestite ad esempio col comando smbpasswd e vengono generalmente - salvate all'interno di /var/lib/samba/passdb.tdb .
      +
      Lista dei comandi disponibili.
      -
      3 Password per Windows.
      +
      help [nome_comando]
      -
      Gli utenti Windows effettuano il log-in alla partenza - della sessione di Windows. Se si avra' l'accortezza di - usare sempre la stessa password data - precedentemente anche a Windows (o viceversa impostare la - password per GNU/Linux / Samba uguale a quella di - Windows) l'utente potra' accedere automaticamente alle - condivisioni a lui disponibili.
      -
      -
      +
      Cosa fa quel comando.
      -
      -

      6.3   Creazione Utenti

      +
      put
      -

      Creiamo per primo l'utente sotto GNU/Linux, facendo - attenzione a non dargli una shell di sistema. Gli - utenti Windows che accedono al server solo per le - condivisioni non hanno bisogno di poter eseguire comandi - sul server!

      +
      Per caricare un file.
      -

      Creazione di un utente denominato sambo:

      -
      -adduser --shell /bin/false sambo
      -
      +
      get
      -

      Nel file /etc/passwd avremo qualcosa come:

      -
      -sambo:x:1001:1001:Sambo utente Samba,,,:/home/sambo:/bin/false
      -
      +
      Per scaricare un file.
      -

      Aggiunta dell'utente al database delle password per - Samba e generazione della sua password:

      -
      -smbpasswd -a sambo
      -
      +
      ls
      -

      Se successivamente si vorra' modificare la password di - un utente gia' esistente si usi:

      -
      -smbpasswd  sambo
      -
      +
      Lista dei file disponibili.
      -

      La password sotto Windows verra' modificata sul sistema - Windows.

      -
      +
      cd
      -
      -

      6.4   Creare la - condivisione

      +
      Spostarsi in un altra directory.
      -

      La condivisione altro non e' che una cartella sul server - che viene resa disponibile ai client negoziando l'accesso - in base a una autenticazione basata su user-name / - password. E' per altro possibile permettere l'accesso - a una risorsa a chiunque indiscriminatamente (a tutti i - guest) ma la cosa e' sconsigliabile dal - punto di vista della sicurezza. Si decida se la cartella - condivisa debba risiedere nella home di un utente - (nel caso quest'ultimo ne sia l'unico fruitore) o in una - cartella in /mnt/ (nel caso piu' utenti accedano a questa). - Nel secondo caso si potranno gestire gli accessi sotto - GNU/Linux tramite i gruppi.

      +
      lcd
      -

      Creazione della risorsa sambo_share nella home - dell'utente sambo:

      -
      -# mkdir /home/sambo/sambo_share
      -# chown sambo:sambo /home/sambo/sambo_share/
      -
      +
      Cambio directory in LOCALE.
      -
      -

      6.4.1   Sicurezza: permessi di - esecuzione sul server

      +
      mput/mget
      -

      Bisognerebbe notare sul server i permessi di - esecuzione del file-system che ospita la cartella da - condividere. Se i file che saranno contenuti nella - condivisione saranno da usarsi sotto Windows non c'e' - motivo che questi siano eseguibili sotto GNU/Linux. Si - potrebbe avere quindi, ipotizzando una condivisione in - /mnt/share che risieda su di un file - system dedicato:

      +
      Per lavorare su file multipli.
      -

      /etc/fstab

      +
      prompt
      -
      - /dev/hda10 /mnt/share ext3 rw, - nosuid,noexec 0 3 -
      +
      +
      +
      Per uscire dalla modalita' interattiva
      -

      Si noti anche l'uso di nosuid per evitare la - possibilita' di eseguire programmi con credenziali - diverse.

      -
      +
      +
      +
      (non vi chiede conferma di ogni singola + operazione
      + +
      su ogni singolo file...).
      +
      +
      + + + +
      binary
      + +
      Entra in modalita' trasferimento binario.
      + +
      asii
      + +
      Entra in modalita' trasferimento ascii.
      + +
      bye
      + +
      Per chiudere la sessione.
      +
      -
      +

      6.5   Configurazione - dell'applicativo Samba vero e proprio.

      + "#id130">11.3   Configurazione + iniziale + +

      Il demone di vsftpd e' immediatamente disponibile ma + solo in modalita' anonima (si pensi a uno scenario in cui + si vuole rendere disponibili dei files tramite FTP) e in + sola lettura. Per accedere al servizio si usi + quini come utente anonymous (la passwords in genere e' come + consuetudine il propio indirizzo email), la cui + home directory sara' /home/ftp/ + (/srv/ftp in Squeeze):

      +
      +zoo:~# ftp localhost
      +Connected to localhost.localdomain.
      +220 (vsFTPd 2.0.7)
      +Name (localhost:root): anonymous
      +331 Please specify the password.
      +Password:
      +230 Login successful.
      +Remote system type is UNIX.
      +Using binary mode to transfer files.
      +ftp> ls
      +200 PORT command successful. Consider using PASV.
      +150 Here comes the directory listing.
      +-rw-r--r--    1 0        0               0 Feb 03 17:17 anoni
      +226 Directory send OK.
      +
      +
      -

      Avendo preparato gli utenti (ancora una volta: non si - dia una shell completa a un utente che serve solo per Samba - o la posta elettronica) e la cartella sul file system si - puo' procedere a configurare la condivisione su Samba.

      +
      +

      11.4   Abilitare gli utenti + locali

      -

      /etc/samba/smb.conf riga ~235 , Share Definitions (in - vim si usi 235gg ):

      +

      Per poter modificare le impostazioni iniziali, ad + esempio per permettere l'accesso agli utenti del server, si + modifichera' il file /etc/vsftpd.conf, a seguire le + impostazioni fondamentali ed altre interessanti per rendere + il server accessibile da utenti di sistema (autenticati + tramite la loro password, quindi con PAM) per il tipico + utilizzo di web designers che debbano pubblicare le loro + pagine web (e non si siano fatti convincere a usare + SFTP!):

      -[sambo_share]
      -        # Percorso della cartella condivisa
      -        path = /home/sambo/sambo_share
      -        # Se gli utenti possono scrivere / modificare file
      -        writable = yes
      -        # Negoziazione degli accessi su base utenti / passwords
      -        valid users = sambo
      +# Allow anonymous FTP? (Beware - allowed by default if you comment this out).
      +anonymous_enable=NO
      +# Disabilitiamo l'utente anonimo
       
      -        # #######################################
      -        # Altri parametri opzionali di interesse
      -        # Se posso vedere la condivisione da esplora risorse
      -        # anche se non ho i privilegi per accedervi.
      -        browseable = yes
      -        # Commento indicativo della risorsa
      -        comment = Condivisione per Sambo
      +# Uncomment this to allow local users to log in.
      +local_enable=YES
      +# Accesso garantito agli utenti di sistema
      +
      +# Uncomment this to enable any form of FTP write command.
      +write_enable=YES
      +# Permettiamo agli utenti di caricare documenti nella loro home
      +
      +# You may fully customise the login banner string:
      +ftpd_banner=Benvenuti al servizio ftp del sito example.com
       
      -

      Dopo aver salvato il file si puo' fare un primo - controllo tramite l'utility testparm , - che controlla la sintassi del file di configurazione di - Samba. Se questo non rileva problemi si puo' procedere a un - # - /etc/init.d/samba restart .

      +

      Per abilitare i cambiamenti si proceda a riavviare il + server: /etc/init.d/vsftpd restart e si monitorizzi il file di log + tail + -f /var/log/vsftpd.log per controllarne il + funzionamento (e anche /var/log/syslog nel caso non si riuscisse + a far partire correttamente il servizio.

      + +

      NOTE: Se non riuscite ad ottenere un directory + listing (ls) ottenendo un errore 500 + Illegal PORT command? + FTP error abilitare la modalita' passiva col + comando ftp passive.

      -
      +

      6.6   Testare il Servizio

      + "#id132">11.5   Jail chroot + +

      Si puo' impedire all'utente di spostarsi arbitrariamente + per il file system del servere visualizzare il contenuto + delle directory, ad esempio la cartella /etc, + confinandolo in una jail chroot limitata alla sua home + directory:

      +
      +# You may restrict local users to their home directories.  See the FAQ for
      +# the possible risks in this before using chroot_local_user or
      +# chroot_list_enable below.
      +chroot_local_user=YES
      +
      -

      Come testare il servizio

      +

      Generalmente un utente di sistema con il solo accesso + FTP non dovrebbe avere la possibilita' di poter navigare + liberamente per il file system del server, esponendo file + di configurazione e quant'altro l'utente potrebbe trarre + utili informazioni sul quali software siano installati e di + che tipo:

      +
      +Remote system type is UNIX.
      +Using binary mode to transfer files.
      +ftp> pwd
      +257 "/"
      +ftp> cd /etc/
      +550 Failed to change directory.
      +
      +
      -

      es:

      +
      +

      11.6   Permessi sul + filesystem

      + +

      Come accennato precedentemente e' opportuno che i + filesystems sui quali un utente puo' scrivere o modificare + il contenuto non abbiano i privilegi di eseguibilita' e + suid, nel nonstro caso vsftpd lavora sull'intera /home/ + directory quindi avremo in /etc/fstab:

      -smbclient -U sambo -L localhost
      +/dev/mapper/store-homes /home   ext3    rw,nosuid,noexec     0      2
       
      +
      -

      Questo comando permette di esplorare la risorsa - qualificandosi come utente, in questo modo potete testare - il corretto funzionamento dell'autenticazione. Si provi - inizialmente a sbagliare la password deliberatamente, poi a - inserirla correttamente: dovrebbero essere visibili le - risorse disponibili al solo utente sambo: la suo /home e la - cartella samba_share:

      +
      +

      11.7   Shell dell'utente

      + +

      Come gia' detto piu' volte le passwords degli utenti + viaaggiano in rete in chiaro, ponendo un grave problema di + sicurezza. Sara' quindi opportuno disbilitare la shell di + questi utenti, tramite il flag --shell + /bin/false in fase di + creazione degli utenti:

      -Sharename       Type      Comment
      ----------       ----      -------
      -sambo_share     Disk      Condivisione per Sambo
      -print$          Disk      Printer Drivers
      -IPC$            IPC       IPC Service (base server)
      -sambo           Disk      Home Directories
      +# adduser --shell /bin/false nome_utente
       
      -

      In particolare l'ultima voce relativa alla home - directory dell'utente dovrebbe essere visibile solo agli - utenti autenticati.

      +

      Oppure correggiendo manualmente il file /etc/passwd per modificare l'inpostazione + della shell dell'utente:

      +
      +nome_utente:x:1001:1001::/var/spool/postfix:/bin/bash
      +# la riga sopra deve essere trasformata in
      +nome_utente:x:1001:1001::/var/spool/postfix:/bin/false
      +
      -

      In alternativa e' possibile montare realmente la - condivisone anche su GNU/Linux tramite un client per samba - e testarne il corretto funzionamento:

      +

      Sui sistemi DEbian REcenti sara' necessario aggiungere + /bin/false all'elenco delle shell + valide.

      + +

      /etc/shells

      -mount -t smbfs //localhost/sambo_share /mnt/sambo_mount/ --verbose -o user=sambo
      +...
      +/bin/false
       
      -
      -
      -

      7   NOTE

      +
      +

      11.8   Altre opzioni

      -
        -
      • controllare apache
      • -
      +
      +
      xferlog_enable=YES
      + +
      Verra' tenuto un file di log /var/log/vsftpd.log degli upload e + download sul server.
      -

      sintassi: in monospace :

      +
      hide_ids=YES
      -
        -
      • nomi di files
      • +
        Nasconde le userid e groupid mascherandole con + ftp .
        -
      • comandi
      • +
        anon_root=/home/ftp
        -
      • pacchetti
      • -
      +
      Home directory dell'utente anonimo.
      + +
      write_enable=YES
      + +
      Permette agli utenti di eseguire i comandi che + possono modificare il filesystem: STOR, DELE, RNFR, RNTO, + MKD, RMD, APPE e SITE .
      + +
      idle_session_timeout=600
      + +
      Permette agli utenti di restare connessi piu' a + lungo, utile per i webdesigners che passano intere + giornate connessi al server.
      +
      +