X-Git-Url: http://git.piffa.net/web?a=blobdiff_plain;f=servizi.html;h=5be409b816f9c3afb3eaafec3d5d0481b33d385e;hb=f32b9711a14936139aa89c128ae65ca19996ab96;hp=f3088822dcd4efe1b3f3783b33fdfbd3be088262;hpb=26625bb1ce8eaf05ea31cb0a96a905a73391e9f0;p=doc%2F.git diff --git a/servizi.html b/servizi.html index f308882..5be409b 100644 --- a/servizi.html +++ b/servizi.html @@ -4,299 +4,259 @@ + "HTML Tidy for Linux/x86 (vers 25 March 2009), see www.w3.org"> - Servizi passo a passo + Servizi di rete passo a passo -
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Servizi passo a passo

+
+

Servizi di rete passo a passo

- Appunti sulla installazione e configurazione dei servizi

+ "appunti-sulla-installazione-e-configurazione-dei-servizi-di-rete-in-ambiete-gnu-linx"> + Appunti sulla installazione e configurazione dei servizi di + rete in ambiete Gnu/Linx
@@ -319,741 +279,5991 @@ - +
Version:0.20.94
-

Questa guida e' dedicata agli studenti delle lezioni di - informatica tenute da Andrea nel lab208. Nella parte iniziale - sono presenti alcuni richiami alle impostazioni tipiche di rete - e di installazione del laboratorio 208 (lab208) dove - generalmente si tengono le lezioni. Questi parametri non sono - interessanti per chiunque si trovasse al di fuori della rete - piffa.net .

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Indice

- - +
+ +

Generato il 2010-02-09 con: http://docutils.sourceforge.net/rst.html

+ +
+

1   Configurazione sistema

+ +
+

1.1   Solo per uso interno

+ +

Impostazioni di base per la configurazione del sistema + operativo e della rete nel laboratorio 208 facente parte + della rete piffa.net .

+ +

Sono qui riportati i parametri della rete locale per + comodita' degli studenti, gli altri lettori possono + considerarli come riferimento per comprendere i valori + espressi nei vari file di configurazione. Ad esempio: + quando leggerete 10.10.208.248:3128 saprete che si tratta + del nostro proxy http in ascolto sulla porta + 3128, stara' quindi a voi sostituire i dati + con gli equivalenti IP della vostra rete.

-
-

Lista dei pacchetti - di base

+
+

1.2   Rete

-

I pacchetti installati generalmente [1] per poter seguire le lezioni sono:

-
-kde-core kdm kde-i18n-it xorg vim less xtightvncviewer
-
+

Parametri della rete attualmente in uso:

- +
- - + + - + + - + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
[1]Parametri della rete
kde-core e' piu' leggero del - pacchetto kde
rete10.10.208.0/24
netmask255.255.255.0
broadcast10.10.208.255
gateway10.10.208.248
DNS10.10.208.248
+ +

Dal server locale degli studeti, + Bender, corrispondente all'IP 10.10.208.248, vengono erogati i servizi + DHCP, DNS, gateway (con NAT), proxy http e mirror della + distribuzione Debian ( http://debian.piffa.net). + Altri servizi in esecuzione sul server:

+ +
    +
  • Rsync server e altri software di aggiornamento / + installazione di massa
  • + +
  • Server imap / pop3 / webmail / smtp
  • + +
  • Server ssh per i test degli studenti
  • + +
  • File server Samba, NFS e controller di qualsiasi + altro FS distribuito
  • + +
  • Print server per la gestione delle stampanti
  • + +
  • DNS server
  • + +
  • Mirror locale delle *.iso dei sistemi operativi e dei + vari software usati durante le lezioni
  • + +
  • Spazi web con PHP, MySQL, Postgresql (altri DB o + framework vengono attivati a seconda dei corsi + attivi)
  • +
+ +

Durante il corso delle lezioni e' opportuno che le + macchine degli studenti si appoggino al server Bender + (ottetto finale 248), nel caso questo non fosse + raggiungibile (ad esempio per permettere impostazioni di + DHCP / routing diverse) sara' comunque disponibile il + 10.10.208.254 come gateway | DNS per la + rete 10.10.208.10.

+ +

Non e' piu' possibile raggiungere + Bender tramite l'IP pubblico 212.22.136.248 o qualsiasi altro + ip della classe C 212.22.136.0/24 precedentemente + disponibile.

+ +

Il computer del docente con il server VNC e' sempre + configurato con l'ottetto finale: 177 della + rete utilizzata durante le lezioni (quindi generalmente la + VNC sara' disponibile sul 10.10.208.177:1.

+ +

Gli studenti sono pregati di non impedire l'accesso SSH + alla propria macchina dal computer del docente, e non + modificare la password dell'utente root del + sistema operativo pre-istallato (ad es: + Diurno).

+ +
+

1.2.1   interfaces

+ +

Segue un esempio del file di configurazione della + scheda di rete con configurazione statica:

+ +

/etc/network/interfaces:

+
+# /etc/network/interfaces -- configuration file for ifup(8), ifdown(8)
+
+# The loopback interface
+iface lo inet loopback
+
+# La prima scheda di rete (se si chiama eth0)
+iface etho inet static
+  # esempio con dhcp:
+  # iface etho inet dhcp
+address 10.10.208.101
+netmask 255.255.255.0
+network 10.10.208.0
+broadcast 10.10.208.255
+gateway 10.10.208.254
+
+# Quali interfaccie devono partire automaticamente:
+auto lo eth0
+
+ +

Controllare il nome della propria scheda di rete: a + volte udev rinomina la prima scheda a eth1, + oppure potreste avere piu' di una scheda di rete (anche + un'interfaccia firewire puo' essere + automaticamente abilitata come scheda di rete).

+ +

Se si usano schede di rete virtuali ( eth0:1 + , eth0:1 , ...) ricordarsi che queste dipendono dalla + scheda fisica a cui sono associate: abbattere con + ifconfig down + eth0 la scheda principale + fara' cadere anche queste. Tornando ad attivare la scada + principale con ifconfig eth0 + up la virtuale tornera' + attiva: nel caso voleste disabilitarla dovrete quindi + sempre abbattere manualmente la scheda virtuale + prima della scheda reale.

+ +

I DNS vanno indicati nel file /etc/resolv.conf , la cui sintassi e' + spiegata al punto 4.6 . Come DNS si deve usare + il server Bender, alcuni parametri dei software di + installazione, risoluzione dei mirror, vengono + opportunamente modificatia da questo DNS.

+
-
-

Apt - configurazione

+
+

1.3   Bash completion

+ +

Il completamento automatico della shell (che si attiva + premendo il tasto tab una o due volte mentre si sta + scrivendo un termine) permette di comporre automaticamente + i nomi dei comandi e i percorsi dei file, sopratutto la + composizione automatica dei percorsi dei file e' di grande + importanza.

+ +

Bash_completion permette di integrare il completamento + automatico con i nomi dei pacchetti e oggetti dei comandi: + ad es. volendo digitare apt-get + inst[TAB] xtigh[TAB] ora verra' completato + automaticamente sia la parola install + che il nome del pacchetto xtightvncviewer.

+ +

Abilitare /etc/bash_completion nel file /etc/bash.bashrc oppure includerlo nel + proprio ~/.bashrc (che sarebbe il file + nascosto, quindi con un punto all'inizio del nome + del file, di configurazione della shell bash per ogni + utente, presente nella propria home + directory):

+
+echo ". /etc/bash_completion" >> ~/.bashrc
+
+ +

Esempio di ~/.bahsrc

+
+# ~/.bashrc: executed by bash(1) for non-login shells.
+
+export PS1='\h:\w\$ '
+umask 022
+
+# De-commentare le seguenti righe per abilitare la colorazione dei
+# nomi dei file:
+ export LS_OPTIONS='--color=auto'
+ eval "`dircolors`"
+ alias ls='ls $LS_OPTIONS'
+ alias ll='ls $LS_OPTIONS -l'
+ alias l='ls $LS_OPTIONS -lA'
+
+# Abilitare i seguenti alias per impostare la conferma per cancellare file
+# alias rm='rm -i'
+# alias cp='cp -i'
+# alias mv='mv -i'
+
+# questo abilita bash completion
+. /etc/bash_completion
+
+ +

Il file /etc/bash_completion deve essere presente + nel sistema, in caso contrario installare il pacchetto: + bash-completion. Generalmente l'utente + root ha un file .bashrc + preimpostato analogo a quello citato sopra, a differenza + dei normali utenti di sistema.

+ +

Links:

+ + +
+ +
+

1.4   Vim

+ +

Vim e' l'editor di testo preferito dai sistemisti, + quindi sara' conveniente impostare fin da subito alcune + impostazioni per renderlo piu' comodo.

+ +

Assicurarsi che sia installata nel sistema la versione + completa dell'editor installando il pacchetto vim:

+
+# apt-get install vim
+
+ +

Modificare poi il file di configurazione generale + /etc/vim/vimrc

+
+" All system-wide defaults are set in $VIMRUNTIME/debian.vim (usually just
+" /usr/share/vim/vimcurrent/debian.vim) and sourced by the call to :runtime
+" you can find below.  If you wish to change any of those settings, you should
+" do it in this file (/etc/vim/vimrc), since debian.vim will be overwritten
+" everytime an upgrade of the vim packages is performed.  It is recommended to
+" make changes after sourcing debian.vim since it alters the value of the
+" 'compatible' option.
+
+" This line should not be removed as it ensures that various options are
+" properly set to work with the Vim-related packages available in Debian.
+runtime! debian.vim
+
+" Uncomment the next line to make Vim more Vi-compatible
+" NOTE: debian.vim sets 'nocompatible'.  Setting 'compatible' changes numerous
+" options, so any other options should be set AFTER setting 'compatible'.
+"set compatible
+
+" Vim5 and later versions support syntax highlighting. Uncommenting the next
+" line enables syntax highlighting by default.
+syntax on
+
+" If using a dark background within the editing area and syntax highlighting
+" turn on this option as well.
+set background=dark
+
+" Uncomment the following to have Vim jump to the last position when
+" reopening a file
+
+if has("autocmd")
+  au BufReadPost * if line("'\"") > 0 && line("'\"") <= line("$")
+    \| exe "normal! g'\"" | endif
+endif
+
+" Uncomment the following to have Vim load indentation rules and plugins
+" according to the detected filetype.
+" This is not recommanded if you often copy and paste into vim,
+" as it messes all the indentation.
+if has("autocmd")
+  filetype plugin indent on
+endif
+
+" This goes for comments folding: use co to expnad and zc to compress,
+" zi to toggle on/off
+set fdm=expr
+set fde=getline(v:lnum)=~'^\\s*#'?1:getline(prevnonblank(v:lnum))=~'^\\s*#'?1:getline(nextnonblank(v:lnum))=~'^\\s*#'?1:0
+
+" The following are commented out as they cause vim to behave a lot
+" differently from regular Vi. They are highly recommended though.
+set showcmd             " Show (partial) command in status line.
+"set showmatch          " Show matching brackets.
+# Ignorecase is quite userfull
+set ignorecase          " Do case insensitive matching
+"set smartcase          " Do smart case matching
+"set incsearch          " Incremental search
+set autowrite           " Automatically save before commands like :next and :make
+"set hidden             " Hide buffers when they are abandoned
+"set mouse=a            " Enable mouse usage (all modes) in terminals
+
+" Source a global configuration file if available
+" XXX Deprecated, please move your changes here in /etc/vim/vimrc
+if filereadable("/etc/vim/vimrc.local")
+  source /etc/vim/vimrc.local
+endif
+
+ +

I principianti faranno bene ad esercitarsi con + vimtutor it.

+ +

Altri link per VIM:

+ + +
+ +
+

1.5   VNC

+ +

I Virtual Network Computing (o VNC) sono software di + controllo remoto e servono per amministrare un computer a + distanzai. Nel nostro caso la VNC sara' utilizzata per + visualizzare la sessione di lavoro di un altro computer sul + proprio a scopo didattico.

+ +

Per collegarvi al server del docente usate lo script + guarda.sh che dovrebbe gia essere + disponibili sui sistemi preconfigurati, oppure potete + invocare direttamente il collegamento con:

+
+xtightvncviewer -viewonly 10.10.208.177:1
+
+ +

Se il comando non fosse disponibile installate il + pacchetto xtightvncviewer. Potete anche scaricare + lo script guarda.sh e renderlo eseguibile, ed + eventualmente creare una voce nel menu di KDE per + richiamarlo.

+ +

Procedura:

+
+su root
+cd /usr/local/bin
+wget http://bender/guarda.sh
+chmod +x guarda.sh
+exit
+
+ +

Per eseguire lo script digitare semplicemente guarda.sh, + oppure creare un link / collegamento sul Desktop allo + script /usr/local/bin/guarda.sh.

+ +

Le impostazioni del server VNC sono:

+ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
ParametroValore
IP10.10.208.177:1
Server grafico:1
passwordpassword
+ +

Si noti che non e' possibile lanciare un applicativo sul + server grafico di un utente da una shell in cui si sta + lavorando come altro utente, anche se root. E' quindi + necessario essere l'utente di sistema che si e' loggato + inizialmente nella sessione grafica per poter lanciare lo + script guarda.sh da una shell.

+ +

Controllare con whoami di + essere l'utente normale (es utente + | studente | + proprio nome ), in caso si sia assunta una altra + id si apra un altra shell o si esca da + quella attuale con exit .

+
+ +
+

1.6   Lista dei pacchetti di + base

+ +

I pacchetti installati generalmente [1] per poter seguire le lezioni sono:

+
+kde-core kdm kde-i18n-it xorg vim less xtightvncviewer
+
+ + + + + + + + + + + + + + +
[1]kde-core e' piu' leggero del + pacchetto kde. Esiste un equivalente + gnome-core per chi preferisce + Gnome, nel caso si potrebbe installare il log-in + manager gdm al posto di + kdm.
+
+ +
+

1.7   Apt configurazione

+ +

Vediamo i due file principali di apt:

+ +
    +
  • /etc/apt/sources.list
  • + +
  • /etc/apt/apt.conf
  • +
+ +
+

1.7.1   sources.list

+ +

Questo file contiene i sorgenti da cui apt + preleva i pacchetti da installare tramite dpkg, + vengono quindi precisati i metodi (ad es. http / ftp / + cdrom / file), la release che si vuole tracciare (es + stable, testing, + unstable oppure i + corrispondenti release name es: Lenny, + Squeeze, Sid), i rami di interesse (es: + main che e' l'archivio principale, + non-free per il software non libero, + contrib per i pacchetti non realizzati + dai manutentori ufficiali).

+ +

Gli archivi sono generalmente:

+ +
    +
  • deb per pacchetti Debian binari, + pronti per l'installazione.
  • + +
  • deb-src per i pacchetti sorgenti + (quindi da compilare, come il kernel) degli stessi + pacchetti binari. In genere se non compilate spesso + potete evitare di tracciare i sorgenti per risparmiare + tempo e banda.
  • +
+ +

/etc/apt/sources.list

+
+# esempio di accesso a un CDROM:
+# cdrom:[Debian GNU/Linux 5.0.1 _Lenny_ - Official i386 kde-CD Binary-1 20090$
+
+# ftp.it.debian.org viene rediretto su un mirror interno
+# quando vi trovate nella rete interna piffa.net
+deb http://ftp.it.debian.org/debian/ lenny main
+# Sono disponibili anche i rami non-free contrib
+# deb http://ftp.it.debian.org/debian/ lenny  non-free contrib
+# Sono disponibili anche le release unstable e testing
+# deb http://ftp.it.debian.org/debian/ testing  main non-free contrib
+# deb http://ftp.it.debian.org/debian/ sid  main non-free contrib
+
+# Sorgenti dei pacchetti:
+# deb-src http://ftp.bononia.it/debian/ lenny main
+
+# Mirror da kernel.org europa da usare a casa:
+deb http://mirrors.eu.kernel.org/debian/ lenny main
+
+# Security dal sito principale
+deb http://security.debian.org/ lenny/updates main
+# deb-src http://security.debian.org/ lenny/updates main
+
+# Debian volatile per i pacchetti soggetti a frequanti cambiamenti
+# non legati a dinamiche di sicurezza
+deb http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main
+# deb-src http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main
+
+# Esempio di accesso a un file system locale contenente i pacchetti:
+# Potete scaricarei in aula con debmirror  da debian.piffa.net
+# un mirror locale da usare poi a casa anche senza internet
+# deb file:/mnt/mirror sid main non-free contrib
+
+
+ +
+

1.7.2   /etc/apt/apt.conf

+ +

Questo file contiene le opzioni di apt, come ad + esempio il proxy:

+
+Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.248:3128";
+
+ +

Si tenga conto che se si imposta un proxy per apt sul + proprio portatile e tornati a casa propria si vuole + scaricare nuovi pacchetti si dovra' disabilitare il proxy + commentando la riga con ";" (''punto-e-virgola''). Su un + portatile vi conviene tracciare il mirror ftp.it.debian.org senza impostare il + proxy: in aula verra' rediretto al mirror locale e a casa + vi appoggerete al mirror ufficiale.

+ +

E' consigliabile impostare il proxy per apt anche in + presenza di un proxy-http trasparente.

+
+
+
+ +
+

2   Squid

+ +

Squid e' un proxy cache http (ma puo' anche gestire i + protocolli FTP e https) robusto e strutturato, grazie alla + sua flessibilita' puo' essere utilizzato sia in piccole reti + locali che in scenari piu' complessi. E' molto semplice + configurarlo per la semplice condivisione della + navigazione internet all'interno di una rete locale, per + poi poter sucessivamente implementare la autenticazione degli + utenti, il filtraggio dei contenuti (Squid e' una + applicazione che si muove nel 4' livello del modello TCP/IP a + differenza di un ipfilter limitato al 2'), il + bilanciamento del carico tra piu' server proxy.

+ +

Se il server Squid e' in grado di accedere a internet + puor' permette la navigazione web a una rete basata su + indirizzi IP privati (es una 192.168.0.0/24). E se la rete + privata deve solo navigare in internet, non serve introdurre + nella rete un NAT (si veda la sezione sui firewall) per + condividere la connessione: basta il solo Squid. Per altro + non servira' neanche un servizio DNS accessibile dai clients + dato che sara' il solo Squid a risolvere i nomi di dominio + per i suoi client http.

+ +

Inoltre Squid svolge la funzione di anonymizer: + nasconde i client http alla rete internet: e' solo il server + proxy ad accedere ai server web frequentati dai client: + questi non sono percepiti ed esposti all'esterno della rete + locale ma si relazionano solo con Squid. Dal punto di vista + della sicurezza della rete locale questo e' preferibile ad un + approccio alla navigazione basato su NAT.

+ +

Squid ascolta di default sulla porta 3128, per + quanto in genere la porta preferita per i servizi di caching + http sia la 8080. Per utilizzarlo subito anche per apt + si aggiunga ad /etc/apt/apt.conf

+
+Acquire::http::Proxy "10.10.208.254:3128";
+
+ +

Per installare Squid si usi il pacchetto:

+
+squid3
+
+ +
+

2.1   Configurazione: + squid.conf

+ +

egue un estratto delle direttive principali viste in + aula presenti nel file di configurazione /etc/squid3/squid.conf .

+ +
+

2.1.1   Cache_dir

+ +

Cache dir serve per impostare caratteristiche + fondamentali della cache creata sul supporto di storaggio + quali dimensione e percorso nel file-system. Essendo la + dimensione di default della cache pari a ~``100 MB`` e' + altamente consigliabili aumentare questo parametro se si + vuole godere dei vantaggi della funzione di cache per + piu' clients.

+ +

Per stabilire il dimensionamento della cache si tenga + conto dello spazio disponibile, dimensioni tipiche e + massime degli oggetti che si vuole tenere in cache (un + solo file .iso occupa circa 700 + MB, il pacchetto + Openoffice.org circa 150 MB, un pacchetto Debian circa 20 + MB), e in fine del numero dei client.

+ +

Si presti poi attenzione alla natura dei dati che + saranno salvati nella cache: sono tutti dati facilmente + sostituibili (gli originali sono on-line) la cui perdita + causerebbe solo la necessita' di ripopolare la cache. + Questo rende la cache di Squid un possibile candidato ad + un RAID stirpe (livello 0) a ad un file system che + prediliga le performance a scapito della consistenza, con + vantaggi sia per le prestazioni (e la velocita' di + navigazione e' uno dei motivi per cui si installa Squid) + che per l'utilizzo estensivo dello spazio di + storaggio.

+ +

Questo fino al momento in cui per voi non sia piu' + importante garantire la disponibilita' del servizio: se + il RAID stripe dovesse rompersi gli utenti non potrebbero + piu' navigare, cosa che per natura dello stripe e' piu' + probabile rispetto ad un filesytem normale.

+ +
+

2.1.1.1   Opzioni del file + system

+ +

I dati che compongono la cache vengono salvati sul + filesytem del server dietro richiesta dei client http + degli utenti della rete locale. Come per i servizi di + file sharing o per la posta elettronica non c'e' motivo + che il filesystem su cui sono ospitati questi dati + abbiano i privilegi di eseguibilita' o suid (in genere + si possono anche usare opzioni come noatime per rendere + i file-systems piu' veloci, scegliere di utilizzare un + journal dipende dalla dimesione della cache dalle + preferenze: affidabilita' oppure prestazioni):

+ +

/etc/fstab

+
+...
+# Filesystem per Squid http cache
+/dev/md3/       /var/spool/squid/       ext2,noexec,nosuid,noatime  0 3
+
+
+
+ +
+

2.1.2   Configurazioni di + Cache_dir

+ +

Ora possiamo impostare la cache nel file di + configurazione /etc/squid3/squid.conf:

+
+#TAG: cache_dir (riga 1628)
+#       Usage:
+#
+#       cache_dir Type Directory-Name Fs-specific-data [options]
+#
+#       You can specify multiple cache_dir lines to spread the
+#       cache among different disk partitions.
+#       ...
+#Default:
+# cache_dir ufs /var/spool/squid3 100 16 256
+cache_dir aufs /var/spool/squid3 300 24 256
+#         |    |                 |   |  secondo livello di directory
+#         |    |                 |   directory primo livello
+#         |    |                 dimensione in MB
+#         |    path della cache
+#         algoritmo
+
+ +

Se si modifica la struttura della cache di Squid, ad + esempio variando il numero delle directory, puo' essere + opportuno cancellare e rigenerare la cache. Tipicamente + e' consigliabile cancellare (se si ha ridotto il numero + delle directory) la vecchia cache e poi generare una + nuova struttura. Se si vuole star nel sicuro ogni volta + che si modifica l'impostazione delle directory si svuoti + la vecchia cache e se ne generi una nuova:

+
+# /etc/init.d/squid3 stop
+# rm -r /var/spool/squid3/??
+# squid3 -z
+# /etc/init.d/squid3 start
+
+
+ +
+

2.1.3   TAG: + maximum_object_size

+ +

Questa direttiva imposta la dimensione massima degli + oggetti che vengono salvati sul supporto di storaggio, + oggetti di dimensioni superiori saranno comunque + scaricati ma non tenuti in cache.

+ +

TAG: maximum_object_size (1760):

+
+# TAG: maximum_object_size (1760)
+#       Objects larger than this size will NOT be saved on disk.  The
+#       value is specified in kilobytes, and the default is 4MB.  If
+#       you wish to get a high BYTES hit ratio, you should probably
+#       increase this (one 32 MB object hit counts for 3200 10KB
+#       hits).  If you wish to increase speed more than your want to
+#       save bandwidth you should leave this low.
+#
+#       NOTE: if using the LFUDA replacement policy you should increase
+#       this value to maximize the byte hit rate improvement of LFUDA!
+#       See replacement_policy below for a discussion of this policy.
+#
+#Default:
+# maximum_object_size 4096 KB
+maximum_object_size 150 MB
+
+
+ +
+

2.1.4   TAG: cache_mem

+ +

Cache_mem imposta quanta memoria RAM + venga dedicata alla cache di Squid. Si consideri non solo + quanta RAM sia disponibile sul sistema, ma anche quale + sia l'utilizzo tipico di questo: altri servizi + fondamentali necessitano di molta memoria?

+ +

Questo parametro per altro influisce sulle prestazioni + e sul degrado dei supporti di storaggio (sopratutto se + magnetici). Ad esempio se si stanno utilizzando dischi + rigidi esterni USB per la cache sara' preferibile cercare + di usare quanta piu' RAM possibile per evitare il + sovraccarico computazionale dovuto alla gestione dello + stack USB, fenomeno evidente sui sistemi embedded come + NAS.

+ +

Se si stesse pensando di usare dell'hardware + embedded a basse prestazioni / consumo per + realizzare un server gateway / NAT / Squid si tenga + presente che Squid e' relativamente esoso di risorse + rispetto agli altri servizi: avra' bisogno di ~25MB + (MegaByte) di RAM e ~150MHZ di CPU ARM per + servire decorosamente una decina di client http su una + rete ethernet 10/100. In questo caso non fate scendere + cache_mem sotto i 2/4 + MB pena un accesso continuo + al supporto di storaggio.

+ +

Se invece si disponesse di una macchina dedicata a + Squid con gigabytes di RAM non si esiti a dedicarne buona + parte a cache_mem.

+ +

TAG: cache_mem (1566):

+
+#       'cache_mem' specifies the ideal amount of memory to be used
+#       for:
+#               * In-Transit objects
+#               * Hot Objects
+#               * Negative-Cached objects
+#Default:
+# cache_mem 8 M
+cache_mem 100 M
+
+
+ +
+

2.1.5   TAG: + minimum_object_size

+ +

Questo parametro imposta la dimensione minima degli + oggetti salvati nella cache. Settato a 0 o a + valori molto piccoli puo' influire negativamente sulla + frammentazione del filesytem e consumare un numero + elevato di inode (cosa non piu' importante con + ext4 o altri filesytem).

+ +

In scenari con connessioni molto veloci ( >~10Mb), + pochi client (una decina) e server poco performanti nella + velocita' di accesso ai filesystem ( ~20MB/s, per quanto + il limte sia piuttosto il seek-time ) tenere in + cache i file piu' piccoli finisce per aumentare la + latenza della navigazione.

+ +

TAG: minimum_object_size:

+
+#  TAG: minimum_object_size     (bytes)
+#       Objects smaller than this size will NOT be saved on disk.  The
+#       value is specified in kilobytes, and the default is 0 KB, which
+#       means there is no minimum.
+#
+#Default:
+# minimum_object_size 0 KB
+minimum_object_size 0 KB
+
+
+
+ +
+

2.2   Negoziazione degli accesi al + servizio

+ +

Squid fa parte di quei servizi suscettibili di diventare + un open relay, sara' quindi necessario prestare attenzione + a delimitare la rete che puo' accedere al servizio.

+ +
+
Open Relay:
+ +
Un servizio a cui possono accedere tutti + indiscriminatamente. La cosa puo' andare bene per servizi + come i server web, che aspirano per loro natura al + maggior numero possibile di utenti, ma non a servizi come + i proxy http oppure ai server di posta elettronica + (adibiti ai soli utenti della rete locale).
+
+ +

Generalmente non volete che il vostro proxy http venga + usato da persone sconosciute ed esterne alla vostra rete, + le quali sostanzialmente navigherebbero sotto + l'identita' del vostro proxy (probabilmente per + visionare materiali che non vorrebbero fossero ricondotti + direttamente a loro) generando traffico e consumando banda + della vostra connessione a internet. Tenere Squid in + modalita' Open relay e' al giorno d'oggi un buon + modo per essere inseriti in una black list.

+ +

Per poter limitare gli accessi a Squid dal punto di + vista dell'applicazione (quarto livello TCP/IP) si + identifichera' inizialmente l'entita' rete locale + (es: localnet) con una ACL di tipo + src (indirizzi IP sorgenti) indicando la + classe / range di IP della nostra rete.

+ +
+ Dopodiche l'accesso (http_access) si concedera' + (allow) a questa entita' (es: localnet) negando chiunque altro. +
+ +

Per maggiori dettagli sulla sintassi utilizzabile per + esprimere i range di IP: + http://www.visolve.com/squid/squid24s1/access_controls.php

+ +

E' poi sempre possibile tenere il proxy in ascolto su un + solo indirizzo IP, nel caso si disponga di piu' device di + rete, oppure settare un IP firewall per limitare il + traffico in base al protocollo IP.

+ +
+

2.2.1   ACL e http access

+ +

Si proceda a creare una ACL di + tipo src per identificare la nostra rete + locale, poi si abiliti l'accesso a questa con la + direttiva http_access. Tutto quanto non e' + espressamente autorizzato viene poi negato da un + http_access deny + all finale.

+
+#  TAG: acl
+#       Defining an Access List
+#
+#       Every access list definition must begin with an aclname and acltype,
+#       followed by either type-specific arguments or a quoted filename that
+#       they are read from.
+#       ...
+#       ***** ACL TYPES AVAILABLE *****
+#
+#       acl aclname src ip-address/netmask ...          # clients IP address
+# riga 588
+
+# Example rule allowing access from your local networks.
+# Adapt to list your (internal) IP networks from where browsing
+# should be allowed
+#acl localnet src 10.0.0.0/8    # RFC1918 possible internal network
+#acl localnet src 172.16.0.0/12 # RFC1918 possible internal network
+#acl localnet src 192.168.0.0/16        # RFC1918 possible internal network
+#
+acl localnet src 10.10.208.0/24
+
+# Riga 606
+#  TAG: http_access
+#       Allowing or Denying access based on defined access lists
+#
+#       Access to the HTTP port:
+#       http_access allow|deny [!]aclname ...
+#
+#       NOTE on default values:
+#
+#       If there are no "access" lines present, the default is to deny
+#       the request.
+
+# Riga 643
+# INSERT YOUR OWN RULE(S) HERE TO ALLOW ACCESS FROM YOUR CLIENTS
+
+# Example rule allowing access from your local networks.
+# Adapt localnet in the ACL section to list your (internal) IP networks
+# from where browsing should be allowed
+#http_access allow localnet
+http_access allow localnet
+
+
+
+ +
+

2.3   Testare Squid

+ +

Dopo aver configurato squid e' fondamentale testarne il + corretto funzionamento per assicurarsi di non aver creato + un open-relay. Per fare dei test significativi + serve utilizzare degli host remoti: ci si connetta via ssh + a questi e si usi wget da riga di comando.

+ +
+

2.3.1   Client: ~/.wgetrc

+ +

Nel file .wgetrc (si noti il punto iniziale: e' + un file nascosto) si puo' impostare il proxy per wget. Si + utilizzi l'indirizzo IP del server che si vuole testare, + e si seguano i log /var/log/squid3/access.log sul + server.

+ +

Da notare che la prova va' fatta su una macchina della + rete che si vuole testare, non da localhost. Per + altro se si utilizzasse direttamente localhost non si testerebbe la + ACL predisposta, dato che si si rientrerebbe + nella ACL (pre-configurata di default) localhost.

+ +
+
.wgetrc
+ +
http_proxy=10.10.208.178:3128
+
+ +

Si proceda a scaricare dal client scelto con un + wget:

+
+wget http://www.google.it
+
+
+ +
+

2.3.2   Server: + access.log

+ +

Si puo' controllare il corretto funzionamento del + server seguendo i log di accesso a Squid:

+
+# tail -f /var/log/squid3/access.log
+
+ +

In oltre e' possibile configurare diversi + analizzatori di log come Webalizer per studiare i log di + Squid.

+
+
+
+ +
+

3   Tiny proxy

+ +

Se avete l'esigenza di un proxy server per la condivisione + della connessione ad internet ma non avete la necessita' o le + risorse di un caching proxy come Squid potete + considerare tinyproxy, questo e' molto piu' + leggero (utilizza circa ~2MB di RAM e ovviamente non deve + accedere continuamente ad un file system per lo storaggio + della cache) e risulta piu' semplice nella + configurazione.

+ +

TinyProxy puo' essere utilizzato come sostituto di + emergenza in una rete in cui Squid e' momentaneamente non + disponibile.

+ +

File di configurazione: /etc/tinyproxy/tinyproxy.conf

+
+# Porta su cui ascoltare
+Port 3128
+# IP su cui ascoltare
+Listen 10.10.208.160
+# Negoziazione accessi
+Allow 10.10.208.0/24
+
+
+ +
+

4   Apache

+ +

Apache HTTP Server, o piu' comunemente Apache (a + patchy NCSA web server ), e' il server web modulare piu' + diffuso e strutturato disponibile con licenza libera, in + grado di operare da sistemi operativi UNIX/Linux e + Microsoft.

+ +

Un server web e' un processo, e per estensione il computer + su cui e' in esecuzione, che si occupa di fornire, su + richiesta del browser, una pagina web (spesso scritta in + HTML). Le informazioni inviate dal server web viaggiano in + rete trasportate dal protocollo HTTP. L'insieme di server web + da' vita al World Wide Web, uno dei servizi piu' utilizzati + di Internet.

+ +
+

4.1   Pacchetti da + installare::

+ +
+ apache2 apache2-doc +
+ +

Con la release 2.0 di Apache viene automaticamente resa + disponibile anche la versione SSL (Secure Socket Layer, + connessioni criptate ) del web server senza che ci sia la + necessita' di installare altri pacchetti.

+
+ +
+

4.2   Configurazione di + Apache

+ +

I file di configurazione di apache si trovano nella + cartella: /etc/apache2 e sono strutturati come + descritto nel file /usr/share/doc/apache2/README.Debian.gz + . Sostanzialmente lo schema e' il seguente:

+ +
+
apache2.conf
+ +
+

File di configurazione principale del + servizio.

+ +

httpd.conf e' il vecchio file di + configurazione di Apache1, presente per motivi di + retrocompatibilita' e' generalmente vuoto.

+
+ +
ports.conf
+ +
In questo file vengono specificate le porte sulle + quali resta in ascolto il server web. Si noti che + utilizzando dei virtual hosts generalmente viene + specificata per questi la porta su cui ascoltare nel file + di configurazione del virtual host, ad es: <VirtualHost *:80>
+ +
sites-available
+ +
In questa cartella vengono raccolti i file di + configurazione dei virtual host disponibili.
+ +
sites-enabled
+ +
In questa cartella sono contenuti dei link simbolici + ai files in ../sites-available : se il link e' presente + in questa cartella il virtual host e' abilitato.
+ +
mods-available
+ +
Stesso metodo per i moduli: in questa cartella ci + sono i moduli veri e propri che verranno poi abilitati + grazie all'esistenza di link simbolici nella cartella + mods-enabled .
+ +
mods-enabled
+ +
Moduli abilitati, effettivamente caricati.
+
+
+ +
+

4.3   apache.conf

+ +

File di configurazione del servizio Apache, contiene le + impostazioni generiche (ad esempio utilizzo della RAM e + risorse di sistema) dell'intero servizio. Nella + configurazione di default per Debian non viene definito un + vero e proprio sito di default ma solo dei virtual + hosts.

+ +

Guardiamo alcune direttive interessanti:

+ +
+
Timeout
+ +
Numero di secondi da aspettare prima di chiudere la + connessione con il client. Questo parametro serve a + liberare le risorse di sistema nel caso che un client, + magari a causa di una connessione particolarmente lenta o + instabili, tenga attivo indefinitamente un processo di + apache.
+ +
KeepAlive
+ +
L'estensione keep-alive (http 1.0) congiuntamente + alle connessioni persistenti (http 1.1) permettono al + server di rispondere a piu' richieste dei client mediante + la stessa connessione. Il protocollo http per sua natura + e' senza stato (stateless ), quindi ogni risorsa + richiesta (per pagine web si pensi ad esempio alle + immagini) dal client necessita di una connessione + autonoma. Keep-alive permette di ottimizzare la + connessione anche fino al 50% a seconda delle situazioni + e contenuti.
+ +
Server-Pool Size Regulation
+ +
Questi parametri (StartServers, MinSpareServers, ecc. + Tutti spiegati nel manuale di apache) servono per + attribuire le risorse di sistema disponibili al server + Apache. Tenere questi parametri bassi serve a limitare il + rischio di Denial of Service per il server, nel caso + offra altri servizi. I settagli di default sono come + sempre abbastanza conservativi, se si conta di usare il + proprio Apache per servire un sito web con molti + visitatori sara' necessario aumentare sensibilmente le + impostazioni di base.
+ +
AccessFileName
+ +
Il nome del file che viene onorato per modificare le + impostazioni per una singola directory, legato alla + direttiva AllowOverride .
+
+
+ +
+

4.4   Installazione di PHP

+ +

Pacchetti da installare: php5 + php-pear

+ +
+

4.4.1   Test del modulo + php

+ +

Creare nella cartella /var/www + (o altra cartella visibile) un file con estensione *.php + (es /var/www/info.php contenete codice php + eseguibile dall'interprete, ad es:

+
+<?php phpinfo() ; ?>
+
+ +

Questa funzione di php generera' la tipica pagina con + le impostazioni attuali per PHP. Richiamando la pagina + (es: http://localhost/info.php ) verra' + generata dall'interprete PHP la pagina HTML e resa + disponibile tramite Apache ai client HTTP, a prova del + corretto funzionamento del modulo di PHP e della sua + integrazione con il server web Apache. In caso contrario + se il client http proporra' di scaricare la pagina invece + che visualizzarla nel browser: non funziona l'interprete + di php o sono mal configurati i MIME-type. prima di tutto + assicurarsi di aver fatto ripartire Apache.

+
+ +
+

4.4.2   Installazione del supporto + per Mysql a PHP

+ +

Installare i pacchetti:

+
+php5-mysql phpmyadmin
+
+ +

Controllare tramite la pagina php.info che sia + abilitato il supporto per Mysql (ripartito Apache, + ricaricare la pagina e cercare con CTRL+f mysql).

+
+ +
+

4.4.3   phpmyadmin

+ +

L'interfaccia web Phpmyadmin non richiede + necessariamente la presenza di un database Mysql locale, + puo' infatti essere utilizzata per gestire database + remoti (il suo file di configurazione: /etc/phpmyadmin/config.inc.php ). Nel + caso si voglia installare localmente Mysql si utilizzi il + pacchetto mysql-server .

+ +

Phpmyadmin dovrebbe essere disponibile all'URL: + http://localhost/phpmyadmin/, se cosi + non fosse controllare che sia incluso il file /etc/phpmyadmin/apache.conf in + /etc/apache2/conf.d/ .

+
+ +
+

4.4.4   Installazione del supporto + per Postgresql a PHP

+ +

Installare i pacchetti:

+
+php5-pgsql phppgadmin
+
+ +

Controllare tramite la pagina php.info che sia + abilitato il supporto per PostgreSQL (ripartito Apache, + ricaricare la pagina e cercare con CTRL+f pgsql).

+
+ +
+

4.4.5   phppgadmin

+ +

L'interfaccia web Phppgadmin per il database server + PostgreSQL non richiede necessariamente la presenza di un + database locale, puo' infatti essere utilizzata per + gestire database remoti (il suo file di configurazione: + /etc/phppgadmin/config.inc.php ). Nel + caso si voglia installare localmente Mysql si utilizzi il + pacchetto postgresql .

+ +

Phpmyadmin dovrebbe essere disponibile all'URL: + http://localhost/phppgadmin/, se cosi + non fosse controllare che sia incluso il file /etc/phppgadmin/apache.conf in + /etc/apache2/conf.d/ .

+
+
+ +
+

4.5   Virtual hosts

+ +
+ +
+ +

I virtual host permettono di avere piu' siti internet + disponibili tramite lo stesso server web, eventualmente + mappati su un solo indirizzo IP. Sono generalmente di due + tipi:

+ +
+
    +
  • Basati su indirizzi IP. Se si ha la + possibilita' di avere piu' indirizzi IP dedicati per i + diversi siti che si vuole servire. ES: <VirtualHost 192.168.0.2:80> . Soluzione + dispendiosa, si tende ad usarla solo se servono + certificati di sicurezza (SSL ) dedicati per ogni + sito.
  • + +
  • Basati su nomi di dominio che puntano allo + stesso IP. Soluzione piu' economica e diffusa che si + basa sulle funzionalita' di http 1.1 .
  • +
+
+ +

Prenderemo in esame la gestione di virtual hosts basati + su nomi di dominio.

+ +
+

4.5.1   Gestione DNS

+ +

Prima di tutto per poter impostare i virtual hosts + dovete avere un server DNS che risolva i vostri nomi di + dominio sull'indirizzo IP del server. Questo si puo' + ottenere in vari modi, ad es:

+ +
+
+
/etc/hosts
+ +
Per prove sul proprio sistema potete impostare i + nomi dei vostri virtual server nel file /etc/hosts + .
+ +
Dnsmasq (DNS server)
+ +
Utilizzabile al livello della rete locale per + fare dei test, utilizzando direttive come: address=/davide.piffa.net/10.10.208.178
+ +
Servizio DNS dinamico on line.
+ +
Utilizzare un servizio come ad es: https://www.dyndns.com/ + per mappare nomi di dominio sul proprio indirizzo IP, + comodo ad esempio se si dispone di un indirizzo IP + pubblico (anche se dinamico) per la propria + connessione ad internet.
+ +
Bind (DNS server)
+ +
Impostare i campi A nelle proprie zone gestite + dal server DNS Bind. Ad es: papo            + A       + 212.22.136.248
+
+
+
+ +
+

4.5.2   Eseguire una query DNS con + dig::

+ +

Per testare la corretta risoluzione dei vostri nomi di + dominio sui relaivi indirizzi IP si usi dig (o altre + utlity, vedere la sezione relativa i DNS). Dig e' + contenuto nel pacchetto dnsutils.

+ +
+

# dig 177.piffa.net

+ +

; <<>> DiG 9.5.1-P1 <<>> + 177.piffa.net ;; global options: printcmd ;; Got + answer: ;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, + status: NOERROR, id: 38036 ;; flags: qr aa rd ra; + QUERY: 1, ANSWER: 1, AUTHORITY: 0, ADDITIONAL: 0

+ +

;; QUESTION SECTION: ;177.piffa.net. IN A

+ +

;; ANSWER SECTION: 177.piffa.net. 0 IN A + 10.10.208.177

+ +

;; SERVER: 10.10.208.248#53(10.10.28.248)

+
+ +

La parte interessante e' l'ANSWER SECTION: + 177.piffa.net.          + 0       + IN      + A       + 10.10.208.177 . Il nome di + dominio 177.piffa.net viene risolto sull'ip 10.10.208.177 + , nel nostro Apache (che risponde all'ip 10.10.208.177 ) + dovra' essere disponibile un virtual host che corrisponde + al nome 177.piffa.net (ServerName) .

+ +

Il server DNS utilizzato dal sistema e' evidenziato + dalla stringa: ;; SERVER: + 10.10.28.248#53(10.10.28.248) che + dovrebbe corrispondere a quanto impostato nel vostro + /etc/resolv.conf. Se il vostro browser + web utilizza un proxy http sara questo a risolvere i nomi + di dominio, tipicamente potete disabilitare l'uso del + proxy per determinati domini nella sezione di + configurazione del browser.

+
+ +
+

4.5.3   Virtual hosts

+ +

Esempio di Virtual host:

+
+<VirtualHost *:80 >
+    ServerName 177.piffa.net
+    DocumentRoot /var/www/177.piffa.net/
+    ServerAdmin webmaster@177.piffa.net
+</VirtualHost>
+
+ +
    +
  1. <VirtualHost \*:80 > + La prima riga indica l'inizio della stanza relativa al + nostro virtual host, che ascoltera' su qualunque + indirizzo IP (nel caso il server abbia piu' indirizzi + dai quali e' raggiungibile) sulla porta 80.
  2. + +
  3. Server/name precisa quale sara' il + nome di dominio a cui verra' associato questo sito + rispetto ad altri eventualmente presenti sullo stesso + server web.
  4. + +
  5. DocumentRoot : il path della + directory che contiene le pagine del sito.
  6. + +
  7. ServerAdmin: l'indirizzo del + webmaster, in modo da poterlo contattare in caso di + problemi col sito.
  8. + +
  9. </VirtualHost>: tag di + chiusura della stanza di definizione del virtual + host.
  10. +
+ +

Quelle che abbiamo appena visto sono le direttive + essenziali per definire un sito virtuale, potrebbe essere + utile aggiungere altre:

+ +
    +
  • +
    +
    ErrorLog /var/log/apache2/177.piffa.net/error.log
    + +
    +

    Log degli errori separato + dai restanti siti web ospitati dal server.

    +
    +
    +
  • + +
  • +
    +
    LogLevel warn
    + +
    +

    Livello di importanza degli + eventi loggati: warning attenzione .

    +
    +
    +
  • + +
  • +
    +
    CustomLog /var/log/apache2/177.piffa.net/access.log + combined
    + +
    +

    Log di accesso separati + dagli altri siti, utile anche qua per statistiche + di accesso per il solo sito virtuale.

    +
    +
    +
  • +
+ +

Potrebbe essere utile modificare le impostazioni di + una intera directory, ad esempio per abilitare + l'AuthConfig:

+
+<Directory "/var/www/miosito.net/privata">
+        AllowOverride AuthConfig
+        Options ExecCGI Indexes MultiViews FollowSymLinks
+        Order allow,deny
+        Allow from all
+</Directory>
+
+ +

AllowOverride AuthConfig ora vale per l'intera + directory, come le altre opzioni.

+
+
+ +
+

4.6   Negoziazione accessi

+ +

Tipicamente quando si installa un server web il proprio + desiderio e' di dare accesso ai materiali disponibili al + maggior numero di visitatori possibile. Talvolta pero' puo' + essere utile poter limitare questi accessi, ad esempio per + escludere un bot indesiderato che scansiona + ininterrottamente le nostre pagine o per creare una + Area Riservata i cui materiali non devono essere + disponibile a tutti.

+ +
+

4.6.1   Limiti su base IP

+ +

La forma piu' semplice di restrizione degli accessi e' + su base degli indirizzi IP dei client: tipicamente i siti + web sono settati per dare accesso a chiunque:

+
+<VirtualHost *:80 >
+       # ...
+       <Directory "/var/www/177.piffa.net">
+         Order allow,deny
+         Allow from all
+       </Directory>
+</VirtualHost>
+
+ +

Potremmo negare l'accesso a uno o piu' indirizzi IP in + questo modo:

+
+<VirtualHost *:80 >
+       # ...
+       <Directory "/var/www/177.piffa.net">
+         Order allow,deny
+         Allow from all
+         Deny from 192.168.0.1
+       </Directory>
+</VirtualHost>
+
+ +

Ora l'IP 192.168.0.1 non potra' piu' accedere ai + materiali dell'intero sito virtuale, oppure potremmo + lavorare su una sola directory:

+
+<Directory "/var/www/miosito.net/limitata">
+       Order allow,deny
+       Allow from 192.168.0.0./24
+       Deny from all
+</Directory>
+
+ +

In questo modo solo la classe IP 192.168.0.0/24 potra' accedere alla + directory /limitata Si tenga pero' conto che e' + relativamente facile per un malintenzionato cambiare il + proprio indirizzo IP, oppure collegarsi da un altra zona. + Meno facile e' accedere ad una classe privata trovandosi + all'esterno di questa, ma ci sono comunque soluzioni piu' + eleganti.

+ + +
+
+ +
+

4.7   User Authentication

+ +

Si puo' negoziare gli accessi ad un area del sito + tramite autenticazione basata su nome utente / + password. Questo puo' venire utile per creare una area + download intranet, alla quale possano accedere + solo gli utenti previsti a prescindere dagli indirizzi IP + dei loro client.

+ +

Tramite il modulo di Apache mod-auth e' + possibile implementare questo paradigma, per quanto + esistano soluzioni piu' granulari e sofisticate, che + richiedono pero' l'implementazione di interpreti di + linguaggi di programmazione, criptazione delle passwords, + gestione degli utenti ed eventualmente delle sessioni. Mod + auth non richiede l'installazione di niente di tutto + questo.

+ +

link: http://www.apacheweek.com/features/userauth

+ +
+

4.7.1   Definire la + cartella

+ +

Decidere quale sara' il path della cartella + da sottoporre ad autenticazione:

+ +
+ mkdir /var/www/177.piffa.net/privata +
+
+ +
+

4.7.2   Creazione del database + delle passwords

+ +

Un modo semplice per gestire una database di + user-id / passwords e' utilizzare l'utility + htpasswd di Apache. Questa crea un file + in cui un crypt delle password viene associato + agli utenti.

+ +

Si dovra' decidere dove tenere questo file, la cosa + importante e' che non sia visibile nel sito web: non deve + essere scaricabile dai visitatori. Deve essere cioe' + all'esterno della DocumentRoot: un buon posto + potrebbe essere la /home dell'utente.

+ +

Creiamo (con il flag -c) il + file /home/utente/passwords con l'utente + luca:

+
+htpasswd -c /home/utente/passwords luca
+
+ +

htpasswd ci chiedera' la password da + associare all'utente luca. + Per successive modifiche della password o aggiunta di + nuovi utenti non sara' necessario usare il flag + -c.

+
+ +
+

4.7.3   Configurazione di + Apache

+ +

Ora possiamo passare alla configurazione vera e + propria di Apache, ma con una novita': andremo a inserire + la voce in un .htaccess invece che modificare + (tramite una direttiva <Directory> ) il file di + impostazione del virtual-host.

+ +

Questo per motivi pratici: solo l'utente root + puo' modificare l'impostazione del virtual host nel file + /etc/apache2/sites-enabled/177.piffa.net, + ma spesso il motivo per cui creiamo i virtual hosts e' + ospitare i siti di altri utenti, che possono solo + pubblicare (generalmente tramite FTP) i loro + documenti nella loro DocumentRoot, senza poter + quindi modificare in alcun modo la configurazione del + virtual host.

+ +

Dando agli utenti la possibilita' di modificare + (AllowOverride) autonomamente alcuni parametri + (in questo caso solo l'AuthConfig) relativi al + funzionamento del loro spazio web ci togliera' + l'incombenza di dover intervenire continuamente sui vari + virtual host.

+ +

Abilitiamo l'AllowOverride nel file di configurazione + del virtual host per la sola directory privata:

+
+<VirtualHost *:80 >
+    ServerName 177.piffa.net
+    DocumentRoot /var/www/177.piffa.net/
+    ServerAdmin webmaster@177.piffa.net
+    <Directory "/var/www/177.piffa.net/privata">
+        AllowOverride AuthConfig
+    </Directory>
+</VirtualHost>
+
+ +

Per rendere il cambiamento effettivo sara' necessario + fare un restart / reload di Apache.

+ +

Ora sara' possibile, anche per l'utente di sistema, + creare un file .htaccess che sara' onorato da + Apache.

+ +

/var/www/177.piffa.net/privata/.htaccess

+
+# Messaggio visualizzato al prompt per l'autenticazione
+AuthName "Area privata soggetta ad autentizazione"
+# tipo di autenticazione da usarsi
+AuthType Basic
+# File precedentemente generato con htpasswd
+AuthUserFile  /home/utente/passwords
+
+# Negoziazione degli accessi
+# valid users permette l'accesso agli utenti specificati
+# nel file generato da htpasswd
+require valid-user
+
+ +

Si noti che non e' necessario fare ripartire Apache + per onorare i cambiamenti (un utente non avrebbe la + possibilita' di farlo!).

+ +
+
Oltre a valid-users si potrebbe scegliere di + usare la formula users + che permette di elencare esplicitamente gli + utenti::
+ +
require user pippo pluto
+
+ +

L'utente paperino che fosse comunque presente + nel file generato da htpasswd non potrebbe accedere alla + risorsa.

+ +
+
Nel caso ci fossero molti utenti conviene gestirli + tramite gruppi::
+ +
require group staff studenti
+
+ +

I gruppi vengono definiti in un file in modo simile a + /etc/groups per gli utenti di + sistema:

+
+staff:andrea sara
+studenti: lucap federico luca
+
+ +

da richiamare tramite la direttiva AuthGroupFile.

+
+
+ +
+

4.8   Cavets

+ +

Problemi di cache:

+ +
+
    +
  • Proxy: nei settaggi del browser specificare di non + utilizzare un server proxy http per il sito web locale + (o per gli altri che si stanno monitorando). Se si ha + il controllo del proxy server: stopparlo, ricaricare la + pagina (operazione che fallira'), far ripartire il + proxy, ricaricare la pagina.
  • + +
  • Provare con un altro browser, o cercare di svuotare + la cache chiudere/riaprire l'applicativo. Provare a + fermare Apache, ricaricare la pagina (operazione che + fallira'), far ripartire Apache, ricaricare la + pagina.
  • +
+
+
+
+ +
+

5   Domain Name System

+ +

Domain Name System (spesso indicato con DNS) e' un + servizio utilizzato per la risoluzione di nomi di host in + indirizzi IP e viceversa. Il servizio e' realizzato tramite + un sistema gerarchico (quindi una struttura + ad albero, simile ai file system) + distribuito (ogni server DNS facente parte + del sistema puo' mantenere solo una parte delle informazioni, + ad esempio per la sua sola zona), costituito dai + server DNS.

+ +

I DNS sono un servizio core (fondamentale) per la + rete internet come per qualunque rete locale. Ad esempio + durante la navigazione web un client vorrebbe vedere + l'URL http://ww.piffa.net/, quindi per potersi + connettere via http al server web deve prima + ottenere l'indirizzo IP del server http + corrispondente a www.piffa.net. Se il DNS gli + fornisce un IP sbagliato l'utente non potra' raggiungere il + servizio: di fatto e' come se il serve http fosse spento.

+ +

Stessa cosa vale per gli altri servizi, come la posta + elettronica, ssh, ecc. : prima si deve effettuare una + query DNS.

+ +

Potrebbe verificarsi uno scenario simile a questo: i + vostri server per i siti web funzionano correttamente come i + siti ospitati, stessa cosa per i vostri server di posta, IMAP + e POP3, e tutto il resto. Ma se poi un errore nella + configurazione del DNS non rende raggiungibile l'intero + sito: per l'utente finale e' come se nulla + funzionasse.

+ +

Infatti quando si parla di un intervento della Polizia + Postale per l'oscuramento di un sito dal punto di + vista pratico questo si traduce generalmente nella rimozione + o mistificazione del record DNS relativo a quel dominio (la + PP ha facolta' di chiedere un simile intervento ai + principali provider internet che forniscono connettivita' + agli utenti italiani, oltre che poter agire direttamente sul + NIC italiano per i domini della TLD .it)

+ +

L'operazione di convertire un nome in un indirizzo e' + detta risoluzione DNS, convertire un indirizzo IP in nome e' + detto risoluzione inversa.

+ +
+ Un Registar e' un operatore che ha la facolta' + (accreditamento da parte dell ICANN) di registrare i domini + di secondo livello per gli utenti finali, dietro compenso + di una modica cifra (una decina di euro) che vale come + contributo su base annuale per il mantenimento + dell'infrastruttura. +
+ +
+

5.1   Risoluzione Inversa

+ +

Per la risoluzione inversa sono invece i provider di + connettivita' a gestire i DNS: se volete impostare il + PTR associato al vostro indirizzo IP dovete + contattare il vostro provider (tipo telecom per + una connessione ADSL) e non il Registar del vostro + dominio.

+ +

Ad esempio all'IP 212.22.136.248 era associato un PTR + bender.piffa.net, corrispondente al + record 212 facente parte della zona 136.22.212.in-addr.arpa gestito dal + provider Tiscali/Nextra proprietario della classe C + 212.22.136.0. Se avete un solo IP + conviene lasciare al fornitore la gestire del PTR, ma se + avete a disposizione un'itera classe potete chiedere sempre + al vostro provider che vi deleghi la gestione + della zona tramite i vostri DNS.

+ +

Per alcuni servizi, ad esempio la spedizione della posta + elettronica, e' richiedeiesto che venga impostata + correttamente l'associazione tra il PTR dell'indirizzo IP + usato dal server di postai e il record A RR al quale questo + punta( RFC1912 sezione 2.1, paragrafo 2).

+ +

Si veda:

+ + +
+ +
+

5.2   Nomi di dominio

+ +

Un nome a dominio e' costituito da una serie di stringhe + separate da punti, ad esempio bender.piffa.net. I nomi di + dominio si leggono da destra verso sinistra: TLD o + dominio di primo livello net, + secondo livello piffa, terzo livello bender. Il + dominio di primo livello (o TLD, Top Level Domain, + pronunciato tilde in Italia), per esempio .net o + .it sono limitati e decisi direttamente dall'ente + assegnatario ICANN ( Internet Corporation for Assigned + Names and Numbers).

+ +

L'utente finale potra' chiedere l'assegnazione (pagando + un contributo al Register preferito per il mantenimento + delle spese dell'infrastruttura) di un dominio di + secondo livello (es piffa) di + una delle varie TLD disponibili (noi italiani diciamo + tildi), sempre che non sia gia' stato assegnato a + qualcun altro.

+ +

Ottenuto il secondo livello sara' l'utente a gestirlo: + potra' in stanziare domini di terzo livello (es bender) e + anche oltre (es www.andrea.bender.piffa.net). Tali records + saranno mantenuti dall'utente, sotto la sua responsbilita': + se il proprio server DNS non fosse raggiungibile o + risultasse mal configurato gli utenti non potrebbero + risolvere / raggiungere i siti di loro interesse.

+ +

Tipicamente si ha almeno un server DNS secondario per + garantire la sussistenza del servizio in caso di guasto del + DNS principale. I secondari replicano i dati + presenti nei DNS principali.

+
+ +
+

5.3   Tipologie di record

+ +

Ad un nome DNS possono corrispondere diversi tipi di + informazioni. Per questo motivo, esistono diversi tipi di + record DNS. Ogni voce del database DNS deve essere + caratterizzata da un tipo. I principali tipi sono:

+ +
    +
  • Record A - Indica la corrispondenza tra un nome ed + uno (o piu') indirizzi IP (per la precisione indirizzi + IPv4, ovvero la versione attualmente in uso).
  • + +
  • Record MX - (Mail eXchange) indica a quali server + debba essere inviata la posta elettronica per un certo + dominio.
  • + +
  • Record CNAME - Sono usati per creare un alias, ovvero + per fare in modo che lo stesso calcolatore sia noto con + piu' nomi. Uno degli utilizzi di questo tipo di record + consiste nell'attribuire ad un host che offre piu' + servizi un nome per ciascun servizio. In questo modo, i + servizi possono poi essere spostati su altri host senza + dover riconfigurare i client, ma modificando solo il + DNS.
  • + +
  • Record PTR - Il DNS viene utilizzato anche per + realizzare la risoluzione inversa, ovvero per far + corrispondere ad un indirizzo IP il corrispondente nome a + dominio. Per questo si usano i record di tipo "PTR" (e + una apposita zona dello spazio dei nomi + in-addr.arpa).
  • + +
  • Record AAAA - Restituisce un indirizzo IPv6.
  • + +
  • Record SRV - Identificano il server per un + determinato servizio all'interno di un dominio. Possono + essere considerati una generalizzazione dei record + MX.
  • + +
  • Record TXT - Associano campi di testo arbitrari ad un + dominio. Questi campi possono contenere una descrizione + informativa oppure essere utilizzati per realizzare + servizi.
  • +
+ +

Vi sono anche tipi di record "di servizio", necessari al + funzionamento del database distribuito: * Record NS - + Utilizzato per indicare quali siano i server DNS + autoritativi per un certo dominio, ovvero per delegarne la + gestione. * Record SOA - (Start of Authority) usato per la + gestione delle zone DNS.

+
+ +
+

5.4   Utilizzo

+ +

I computer vengono identificati in rete grazie agli + indirizzi IP, questi pero' non sono comodi per gli + utenti come riferimento per i vari server. Ad esempio + sarebbe scomodo riferirsi al motore di ricerca Goggle con + uno dei suoi IP: 74.125.43.104, e' preferibile usare il + nome di dominio www.google.com:

+
+ping -c 1 www.google.com
+PING www.l.google.com (74.125.43.104) 56(84) bytes of data.
+
+
+ +
+

5.5   Risoluzione dei nomi di + dominio

+ +

Ci sono vari strumenti per interrogare i server DNS e + ottenere l'indirizzo IP associato al nome di dominio che ci + interessa:

+
+$ host www.piffa.net
+www.piffa.net is an alias for piffa.net.
+piffa.net has address 65.98.21.97
+piffa.net mail is handled by 10 65.98.21.97
+
+
+$ nslookup www.piffa.net
+Server:         192.168.0.10
+Address:        192.168.0.10#53
+
+Non-authoritative answer:
+www.piffa.net   canonical name = piffa.net.
+Name:   piffa.net
+Address: 65.98.21.97
+
+
+$ dig www.piffa.net
+
+; <<>> DiG 9.6.0-P1 <<>> www.piffa.net
+;; global options: +cmd
+;; Got answer:
+;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 47751
+;; flags: qr rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 2, AUTHORITY: 4, ADDITIONAL: 4
+
+;; QUESTION SECTION:
+;www.piffa.net.                 IN      A
+
+;; ANSWER SECTION:
+www.piffa.net.          3489    IN      CNAME   piffa.net.
+piffa.net.              3489    IN      A       65.98.21.97
+
+;; AUTHORITY SECTION:
+piffa.net.              86289   IN      NS      ns2.mydomain.com.
+piffa.net.              86289   IN      NS      ns1.mydomain.com.
+piffa.net.              86289   IN      NS      ns4.mydomain.com.
+piffa.net.              86289   IN      NS      ns3.mydomain.com.
+
+;; ADDITIONAL SECTION:
+ns1.mydomain.com.       96208   IN      A       64.94.117.193
+ns2.mydomain.com.       96208   IN      A       64.94.31.67
+ns3.mydomain.com.       96208   IN      A       66.150.161.137
+ns4.mydomain.com.       96208   IN      A       63.251.83.74
+
+;; Query time: 1 msec
+;; SERVER: 192.168.0.10#53(192.168.0.10)
+;; WHEN: Sun May 10 21:23:11 2009
+;; MSG SIZE  rcvd: 209
+
+ +

Lo strumento piu' esaustivo e' dig, + installabile con il pacchetto dnsutils + .

+
+ +
+

5.6   Dig

+ +

Vediamo alcune opzioni utili nell'utilizzo di dig per + l'interrogazione dei DNS Server:

+
+$ dig www.google.it
+
+; <<>> DiG 9.6.0-P1 <<>> www.google.it
+;; global options: +cmd
+;; Got answer:
+;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 18816
+;; flags: qr rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 6, AUTHORITY: 7, ADDITIONAL: 0
+
+;; QUESTION SECTION:
+;www.google.it.                 IN      A
+
+;; ANSWER SECTION:
+www.google.it.          250683  IN      CNAME   www.google.com.
+www.google.com.         334819  IN      CNAME   www.l.google.com.
+www.l.google.com.       186     IN      A       74.125.43.103
+www.l.google.com.       186     IN      A       74.125.43.104
+www.l.google.com.       186     IN      A       74.125.43.147
+www.l.google.com.       186     IN      A       74.125.43.99
+
+;; AUTHORITY SECTION:
+l.google.com.           80856   IN      NS      f.l.google.com.
+l.google.com.           80856   IN      NS      d.l.google.com.
+l.google.com.           80856   IN      NS      b.l.google.com.
+l.google.com.           80856   IN      NS      c.l.google.com.
+l.google.com.           80856   IN      NS      a.l.google.com.
+l.google.com.           80856   IN      NS      e.l.google.com.
+l.google.com.           80856   IN      NS      g.l.google.com.
+
+;; Query time: 1 msec
+;; SERVER: 192.168.0.10#53(192.168.0.10)
+;; WHEN: Sun May 10 21:34:47 2009
+;; MSG SIZE  rcvd: 255
+
+ +
+
$ dig
+ +
(senza opzioni o oggetti) Fornisce l'elenco dei + root server utilizzati. I root server sono i + server che mantengono le informazioni sui domini di primo + livello (TLD) e sono quindi il punto di partenza per + scorrere nella directory dei DNS per recuperare le + informazioni (tipicamente un campo A per un + indirizzo IP) che ci servono per raggiungere un certo + servizio.
+
+ +

$ dig

+ +
+

...

+ +

;; ANSWER SECTION: . 192032 IN NS C.ROOT-SERVERS.NET. + . 192032 IN NS E.ROOT-SERVERS.NET. . 192032 IN NS + B.ROOT-SERVERS.NET. . 192032 IN NS L.ROOT-SERVERS.NET. . + 192032 IN NS A.ROOT-SERVERS.NET. . 192032 IN NS + F.ROOT-SERVERS.NET. . 192032 IN NS H.ROOT-SERVERS.NET. . + 192032 IN NS G.ROOT-SERVERS.NET. . 192032 IN NS + K.ROOT-SERVERS.NET. . 192032 IN NS M.ROOT-SERVERS.NET. . + 192032 IN NS I.ROOT-SERVERS.NET. . 192032 IN NS + J.ROOT-SERVERS.NET. . 192032 IN NS + D.ROOT-SERVERS.NET.

+ +

...

+
+ +
+
dig @nome_dns
+ +
Permette di fare una query ad un server dns + particolare. Es: dig + @151.99.25.1 www.google.it
+ +
dig MX www.google.it
+ +
Chiede un campo in particolare, in questo caso il + campo MX
+ +
dig ANY www.google.it
+ +
Chiede tutti i campi, non solo i campi + a
+ +
dig -x 74.125.43.104
+ +
Effettua una richiesta inversa: dall'IP al PTR + associato.
+
+
+ +
+

5.7   resolv.conf

+ +

Il file /etc/resolv.conf contiene le impostazioni + sul dns usato dal sistema, in genere anche altre + applicazioni che devono effettuare query DNS leggono + resolv.conf per conoscere l'ubicazione del DNS.

+ +

/etc/resolv.conf:

+ +
+
    +
  • nameserver: indica il nameserver da + utilizzare, indicato con l'indirizzo IP.
  • + +
  • domain: indica il nome di dominio + della rete attuale, vedi voce successiva.
  • + +
  • search: nome di dominio usato dalla + rete sul quale cercare gli hosts. Ad esempio se + impostato su piffa.net pingando l' host bender + viene automaticamente fatto un tentativo di ricerca per + bender.piffa.net.
  • +
+
+ +

Predisponendo l'infrastruttura di rete della vostra LAN + e' consigliabile impostare sempre almeno un DNS cache sul + vostro server locale per i vari client. In questo modo in + caso di malfunzionamento del DNS o necessita' di + intervenire / sostituire i DNS non sara' piu' necessario + dover reimpostare ogni singolo client della LAN: bastera' + intervenire sul server DNS cache, ad esempio per utilizzare + un nuovo forwarder, o modificare al volo un record DNS. La + modifica, anche detta mascheramento, di un record + come il server smtp o un MX potrebbe + tirarvi rapidamente fuori dai guai nel caso di un problema + improvviso con la posta elettronica o qualunque altro + servizio che possiate reindirizzare col DNS.

+ +

Utilizzare un server DHCP e una DNS cache come + Dnsmasq possono permettervi di risolvere + al volo molte delle problematiche relative alla + configurazione della vostra LAN: ad esempio dover + intervenire manualmente su decine di client per modificare + le impostazioni di SMTP | gateway | DNS | proxy.

+ +

Si veda anche la pagina man di resolv.conf.

+ +
+

Avvertenza

+ +

Attenzione: se si usa un client DHCP, ppp + (ADSL compresa) o simile questo file potrebbe' essere + riscritto automaticamente in base a quanto ottenuto dal + DHCP. Si veda la documentazione del pacchetto resolvconf.

+
+
+ +
+

5.8   /etc/hosts

+ +

Tabella statica per l'associazione tra IP e nomi di + dominio:

+
+# cat /etc/hosts
+
+ +
+ 127.0.0.1 localhost.localdomain localhost 10.10.208.162 + daniela daniela.piffa.net 10.10.208.254 mirror + mirror.piffa.net 91.191.138.15 thepiratebay.org + 192.168.0.11 chrome chrome.mydomain.com +
+ +

Il contenuto del file e' un associazione tra un + IP e stringhe di testo (anche piu' di una per IP) + es: mirror o veri e propi nomi di dominio + mirror.piffa.net. Si puo inserire un nome + semplice come casa per riferirsi ad un host che si + ha necessita' di contattare spesso, oppure mappare un nome + di dominio completo su un indirizzo IP.

+ +

Il problema e' la gestione di questo file su molti + hosts: quando gli host cambiano IP si devono aggiornare + manualmente i records, operazione in se' non + particolarmente gravosa ma che andra' fatta per ogni client + della vostra LAN. Un metodo semplice per distribuire questo + file e' utilizzare Dnsmasq: + questo infatti legge e onora il file hosts che + avete prodotto e lo rende disponibile ai clients tramite le + query DNS.

+ +

Dnsmasq lavora come un server DNS, i vostri client lo + interrogheranno per tradurre nomi di host e domini in + indirizzi IP, risolvendo il problema della + distribuzione del file hosts tra + molteplici clients. Infatti il servizio DNS indica appunto + una directory distribuita per la risoluzione dei + nomi di dominio, risolvendo i problemi dell'aggiornamento e + diffusione dei continui cambiamenti di questa.

+ +

Modificare la risoluzione di un nome di dominio + esistente (ad esempio riconducendola a un IP interno) e' un + modo drastico e funzionale per annullarlo + rendendolo non disponibile alla propria rete locale. Ad + esempio aggiungere al file /etc/hosts:

+
+127.0.0.1       www.facebook.com
+
+ +

Impedira' agli utenti della LAN di raggiungere + facebook, ora reindirizzato a localhost.

+ +

Oppure si potrebbe ricondurre l'indirizzo IP di un + server HTTP pubblico usato per i downloads (ad esempio un + mirror della propia distribuzione come ftp.it.debian.org) a un equivalente + mirror creato all'interno della rete locale, riducendo il + traffico verso l'esterno e aumentando notevolmente la + velocita' di scaricamento.

+
+ +
+

5.9   Hostname

+ +

Ogni computer ha un proprio nome visualizzabile + (e modificabile) con il comando hostname. + Quando utilizzate a una shell su un host in genere + l'hostname compare nel prompt della shell.

+ +

Per visualizzare il nome dell'host su cui si sta + operando si digiti semplicemnte hostname, + lo stesso comando con un oggetto modifica temporaneamente + il nome dell'host. Per modificare in modo permanente il + nome del computer si modifichi il contenuto del file + /etc/hostname.

+ +

Si faccia attenzione a non aver un hostname puramente + numerico: ad es. 161. E' opportuno che il nome sia + comunque un alfanumerico: host-161 o + simile.

+ +
+

5.9.1   FQDN

+ +

Per semplicita' gli host sono generalemente + raggiungibili dall'esterno mappando il loro IP su un nome + di dominio FQDN: fully qualified domain name, composto + generalmente da hostname.``domain-name``, ad es. + bender.``piffa.net``.

+ +

Alcuni servizi internet fanno affidamento sul PTR + dell'IP del server per cercare una conferma che il + servizio sia veramente chi afferma di essere (ad + esempio STMP).

+ +

Non e' automatico che un servizio, ad esempio un + server di posta, si qualifichi leggendo il contenuto del + file hostname aggiungendo come suffisso il + dominio della rete di cui fa parte l' host: a volte + questo parametro puo' essere specificato nel file di + configurazione del servizio:

+
+* Squid (HTTP proxy): ``visible_hostname``
+
+* Postfix (SMTP server): ``myhostname``
+
+ +

I motivi sono diversi, senza entrare nel dettaglio dei + vari protocolli si pensi comunque che un host ha sempre + un solo nome, ma puo' avere un numero variabile di + device di rete sia fisici che virtuali con + relativi indirizzi IP, e piu' servizi in ascolto + sui vari IP.

+
+
+
+ +
+

6   DNSmasq

+ +

Dnsmasq puo' svolgere le funzioni di un DNS cache / + forwarder, server DHCP, e' caratterizzato dalla facilita' di + configurazione, limitato uso di risorse, adattabilita' a + connessioni dinamiche come ADSL o altre punto a + punto (anche via cellulari) per condividere rapidamente la + rete (cosa molto utile se ci dovesse trovare a ridare + connettetivita' a una rete momentaneamente sprovvista), dalla + possibilita' di modificare rapidamente i record DNS serviti + alla rete anche grazie alla distribuzione del file /etc/hosts + locale. Puo' essere anche utilizzato come server per il + boot da rete + <http://www.debian-administration.org/articles/478>_ + .

+ +

Dnsmasq e' un interessante alternativa all'uso del server + DNS Bind in modalita' forwarding e cache-only (non + autoritativo) accompagnato dal server DHCPd. I vantaggi + sono:

+ +
    +
  • Leggerezza: puo' essere fatto girare su una macchina + relativamente debole in caso di bisogno.
  • + +
  • Rapidita' di configurazione (in particolare per servire + dei record A / MX alla rete, modificando al volo i valori + originali ospitati sul server DNS pubblico).
  • + +
  • Ben integrato con connessioni PPP : e' ingrado di + rilevare i cambiamenti dei dns suggeriti e impostarli come + forwarders (utile se dovete rendere disponibile rapidamente + una connessione a internet a una rete in difficolta').
  • +
+ +

Tutto cio' rende Dnsmasq una soluzione valida in + particolare quando si deve intervenire in una rete + pre-esistente in cui il server principale e' in crisi: si + potra' utilizzare Dnsmasq anche su una macchina piu' debole e + mascherare i servizi al momento non disponibili. + Molto utile per scopi didattici, sopratutto per testare + server SMTP impostando al volo i campi MX per nomi di dominio + fittizi.

+ +
+

6.1   Configurazione

+ +

Vediamo alcune direttive di basi del file di + configurazione /etc/dnsmasq.conf utili per la + configurazione sia del DNS cache che per il DHCP + server:

+ +
+
domain-needed
+ +
Non inoltrare query ai server DNS esterni per nomi + semplici (es andrea, portatile, pippo) che verranno + risolti solo in locale o causeranno direttamente una + risposta not found .
+ +
bogus-priv
+ +
Simile alla voce precedente ma per i reverse + look-up.
+ +
domain
+ +
Nome di dominio della rete da passare ai client.
+ +
expand_hosts
+ +
Aggiunge il nome host ( + /etc/hostname) dei client al nome di + dominio per qualificarli in rete, senza bisogno di dover + comporre a un elenco statico di record nel file + /etc/hosts o nello stesso file di + configurazione di dnsmasq. Es: se un vostro client si + chiama chrome e il vostro dominio piffa.net dnsmasq rendera' disponibile + il campo A per il dominio chrome.piffa.net diretto all'ip che + verra' assegnato al client.
+
+
+ +
+

6.2   DHCP

+ +

Per attivare il demone DHCP di Dnsmasq basta aggiungere + al file di configurazione il range degli IP che si + vuole assegnare ai client con il lease time (tempo + di rilascio: quanto a lungo saranno validi gli IP + assegnati) espresso in ore.

+ +

Si faccia attenzione: in una rete puo' essere + presente un solo server DHCP, o per meglio + dire qualunque server DHCP ascolta sul broadcast 255.255.255.255 e potrebbe rispondere a + un pacchetto di richiesta DHCP. Quindi non fate partire + inavvertitamente un server DHCP in una rete gia' servita e + non vi azzardate ad andare in giro con un portatile + con un server DHCP attivo nelle reti altrui. + Questo vale anche per i laboratori di informatica dei corsi + di reti: non fate partire il vostro server DHCP se siete + collegati alla rete interna!

+ +

/etc/dnsmasq.conf (riga 118):

+
+dhcp-range=192.168.0.20,192.168.0.50,24h
+
+
+ +
+

6.3   DNS cache

+ +

Dnsmasq lavora di default come cache dns: inserire al + file /etc/resolv.conf il nameserver localhost + in cima alla lista dei nameserver disponibili.

+ +
+ nameserver 127.0.0.1 +
+ +

Questo pero' potrebbe essere problematico se un altro + servizio, ad esempio il DHCP client, riscrive il contenuto + del file /etc/resolv.conf. Per superare il + problema si aggiunga (riga 20) al file di configurazione + /etc/dhcp3/dhclient.conf

+
+prepend domain-name-servers 127.0.0.1;
+
+ +

Oppure potrebbe essere il nostro PPP client + (per la connessione ADSL) a intervenire sul file //etc/resolv.conf, si modifichi quindi + /etc/ppp/peers/dsl-provider commentando + usepeerdns. Se la vostra connessione ad + internet e' ADSL raramente dovreste aver bisogno di + cambiare i DNS una volta impostati (a meno che non usiate + un portatile!).

+
+
+ +
+

7   Bind : DNS Autoritativo

+ +

Le soluzioni viste possono bastare per la rete locale o + per fare delle prove, ma prima o poi verra' il momento in cui + si e' chiamati a gestire dei domini su internet: lo standard + e' da sempre Bind ( demone named), ora alla + versione 9.

+ +

Installare i pacchetti:

+
+bind9
+
+ +
+

7.1   DNS cache

+ +

Bind appena installato funzionera' come DNS cache: si + faccia un test con un dig + @localhost . Bind a + differenza di Dnsmasq e' autonomo: non ha bisogno di + forwardare (inoltrare) le query a un DNS esterno: queste + verranno risolte direttamente da Bind partendo dai DNS + root servers.

+ +

E' comunque possibile impostare dei DNS forwarders, + tipicamente i DNS server forniti dal proprio provider, per + velocizzare le query:

+ +

/etc/bind/named.conf.options (riga 13):

+
+forwarders {
+                 10.10.208.254;
+           };
+
+ +

Nel caso si voglia usare Bind solo come server DNS cache + per la propria LAN senza ospitare delle zone DNS pubbliche + sara' il caso di limitare gli accessi al server alla sola + LAN:

+ +

/etc/bind/named.conf.options (riga 19):

+
+// Se il proprio server ha IP 10.10.208.254
+// sulla rete LAN privata:
+listen-on { 10.10.208.254; }
+
+ +

E non si lasci il server in ascolto su uno degli + eventuali indirizzi IP pubblici.

+ +

Se questo non fosse possibile si puo' sempre lavorare su + una acl:

+ +

/etc/bind/named.conf

+
+acl "localnet" {
+        10.10.208.0/24 ; 127.0.0.0/8 ;
+        } ;
+
+ +

Per poi aggiungere all'interno della stanza options la + direttiva che abilita' l'entita' localnet:

+ +

/etc/bind/named.conf.options

+
+allow-query {"localnet" ;} ;
+
+
+ +
+

7.2   Ospitare una zona

+ +

Se avete acquistato un nome di dominio e vi serve un + software DNS per gestirlo Bind e' la scelta piu' diffusa. + Ora vedremo come configurare una zona (come + piffa.net) in modo che Bind sia autoritativoper questa, + rispondendo alle query DNS di tutta la rete internet.

+ +
+

7.2.1   named.conf.local

+ +

Prima di tutti impostiamo il server bind per gestire + la zona, per non fare confusione e' opportuno inserire le + propie zone DNS nel file named.conf.local e non in named.conf.

+ +

named.conf.local:

+
+/
+// Do any local configuration here
+//
+
+// Consider adding the 1918 zones here, if they are not used in your
+// organization
+//include "/etc/bind/zones.rfc1918";
+
+zone "piffa.net" {
+        type master;
+        file "/etc/bind/pz/piffa.net";
+        }
+
+ +
+
type master
+ +
Il nostro server DNS sara' il principale, al quale + poi potremo affiancare dei DNS secondari nel caso + questo non sia disponibile.
+ +
file "/etc/bind/pz/piffa.net"
+ +
Dove verranno inserite le informazioni vere e + propie di questa zona.
+
+
+ +
+

7.2.2   Configurazione della + zona

+ +

Ora dovremo preparare il file contenente i record DNS + della zona piffa.net, come abbiamo indicato + prima questi saranno contenuti nel file /etc/bind/pz/piffa.net . Tenere le zone + dentro una sottocartella e' buona abitudine, usare + pz per queste e' una vecchia + abitudine.

+ +

piffa.net:

+
+; Zona per il dominio di secondo livello piffa.net
+
+$TTL 3D     ; 3 days
+@                    IN SOA  ns1.piffa.net. hostmaster.piffa.net. (
+                                200905245  ; serial
+                                8H         ; refresh (8 hours)
+                                2H         ; retry (2 hours)
+                                4W         ; expire (4 weeks)
+                                1D         ; minimum (1 day)
+                                )
+;
+                        NS      ns1
+                        NS      ns2
+                        A       94.23.63.105
+                        MX      10 smtp
+                        TXT     "Piffanet main site"
+;
+ns1             A       94.23.63.105
+ns2             A       65.98.21.97
+zoo             A       94.23.63.105
+smtp            A       94.23.63.105
+test.piffa.net. A       94.23.63.105
+*.piffa.net.    A       94.23.63.105 ; *catch all domain
+www             CNAME   zoo
+ftp             CNAME   zoo
+
+ +

All'interno di questo file si possono inserire dei + commenti con il carattere ; + (punto-e-virgola), si faccia attenzione alla rigida + sintassi: apertura e chiusura delle parentesi tonde nella + parte IN SOA, uso + del punto finale per precisare un nome di + dominio specifico (FQDN: Fully-qualified Domain + Name) come test.piffa.net. a differenza degli + altri domini di terzo livello come pop,imap,smtp .

+ +

La zona inizia con una direttiva $TTL + 3D (RFC 2308) che indica la + durata (in questo caso tre giorni) che ogni record + dovrebbe avrebbe nella cache degli altri serber DNS. + Questo valore dovrebbe essere superiore a un giorno, se + non modificate spesso i valori dei vostri record DNS e' + consigliabile settarlo a 2/3 settimane in modo da + limitare la frequenza delle query al propio server. + Questo parametro puo' essere modificato per singoli + record:

+
+$TTL 3D     ; 3 giorni: default se non specificato altrimenti
+rapido  5h      IN      A       94.23.63.105 ; usa un TTL di 5 ore
+lento   3w      IN      A       94.23.63.105 ; usa un TTL di 3 settimane
+normale         IN      A       94.23.63.105 ; usa il TTL di default: 3 giorni
+
+ +

Segue poi il nome della zona, indicato con la + @ per richiamare la zona originale + precisata nel file named.conf.options . Segue il campo + SOA.

+ +
+

7.2.2.1   SOA: Start of + Authority Record

+ +

Il record SOA puo' comparire solo una volta in una + zona, contiene informazioni relative all'autorita' del + server DNS.

+ +
+
ns1.piffa.net. name-server
+ +
primary master DNS di questo dominio.
+ +
hostmaster.piffa.net. email-addr
+ +
email-addr: indirizzo email della persona + responsabile di questa zona, il primo punto viene + tradotto in una chiocciola @ + dato che questo carattere ha un'altro utilizzo + all'interno di questo file. Il referente della zona + deve essere un email valido e + controllato, come consuetudine si usa hostmaster@dominio.tilde .
+ +
200905245 serial number
+ +
Questo valore serve per indicare quando e' stato + modificato questo file di configurazione, secondo il + formato yyyymmddss: yyyy + = anno, ''mm'' = mese, ''dd'' = giorno, ''ss'' = + seriale. Il seriale che deve essere sempre + specificato anche per una cifra, va incrementato di + una unita' nel caso vengano fatte piu' modifiche + nello stesso giorno.
+ +
8H refresh
+ +
Indica ai DNS secondari quanto tempo attendere + per cercare di aggiornare i loro dati con il DNS + master.
+ +
2H retry
+ +
Intervallo di tempo per il DNS slave (secondario) + da aspettare prima di cercare di ricontattare il + master in caso di problemi col + refresh.
+ +
4W expire
+ +
Indica quando i dati dei dns secondarinon sono + piu' autoritativi in caso di impossibilita' degli + slaves di ri-aggiornarsi con il + master. Consigliato un valore di 2/4 + settimane.
+ +
1D minimum
+ +
Questo valore indicava il TTL fino alla versione + 8 di Bind, da Bind 9 e secondo la RFC2308 indica la + durata del negative caching, quanto i + resolvers (ad esempio un server dns cache) puo' + mantenere un record negativo (che non indica + la corrispondenza tra un nome di dominio e un ip, ma + la non esistenza del record). Nell'uso per il + negative caching viene fissato un valore massimo di 3 + ore dalla RFC 2308.
+
+
+ +
+

7.2.2.2   Altri campi:

+ +

All'interno della zona possono essere utilizati vari + tipi di records (RR):

+ +
+
TXT
+ +
Informazioni testuali associate ad un record
+ +
NS
+ +
Name Server della zona. Non deve essere un + cname.
+ +
A
+ +
Indirizzo ipv4 da associare al record
+ +
AAA
+ +
Indirizzo ipv6 da associare al record
+ +
CNAME
+ +
Canonical Name: un alias per un host: ad esempio + per il dominio piffa.net possiamo settare degli alias + come www.piffa.net, http.piffa.net, virtual.piffa.net, ftp.piffa.net, imap.piffa.net. Comodo quando + diversi alias sono sempre riferiti allo stesso + ip.
+ +
MX
+ +
Mail Exchanger: server di posta che si occupera' + della posta elettronica per questo dominio.E' + opportuno avere almeno un server di posta di back-up, + per indicare la priorita' di un MX rispettoad un + altro si usa un valore di 2 cifre: il valore piu' + basso indica priorita' piu' bassa. Es: MX    10 smtp.piffa.net. per il server SMTP + principale e MX      + 40 smtp2.piffa.net per il secondario. + Non deve essere un cname.
+ +
PTR
+ +
Reverse look-up, usato per la mappatura inversa + di un indirizzo ip a una stringa identificativa + dell'host. Si noti che per poter modificare questi + record si deve avere in gestione la zona + IP, se cosi' non fosse si dovra' chiedere al + propio provider la modifica di questo record per il + propio ip. Links: http://www.zytrax.com/books/dns/ch3/
+
+
+
+
+ +
+

7.3   DNS slave

+ +

Data l'importanza del servizio DNS e' necessario avere + ridondanza per i server DNS che ospitano i vostri dati: in + caso di indisponibilita' del server master (nel + caso fosse il solo a tenere i dati questo comporterebbe la + scomparsa di tutti i servizi / host da esso + seviti!) il client potrebbe contattare uno degli + slave.

+ +

Gli slave recuperano i dati dei recordos RR direttamente + dal master e non sara' quindi necessario dover mantenere + manualmente il file di configurazione della zona sugli + slaves, ogni volta che aggiorneremo il master questi dati + si propaghera' agli slaves automaticamente.

+ +

Per attivare uno slave per la nostra zona di + esempio piffa.net si inserisca nel file + named.conf.local dello slave server:

+
+zone "piffa.net" {
+        type slave;
+        file "/etc/bind/pz/piffa.net";
+        masters { 192.168.0.1; };
+        };
+
+ +

Facendo ripartire Bind il file /etc/bind/pz/piffa.net viene creato + automaticamente.

+ +

Segue un estratto di /var/log/syslog al restart di + bind9 sullo slave:

+
+... slave named[2256]: zone piffa.net/IN: loaded serial 200905245
+... slave named[2256]: running
+... slave named[2256]: zone piffa.net/IN: sending notifies (serial 200905245)
+... slave named[2256]: client 192.168.0.1#1464: received notify for zone 'piffa.net'
+... slave named[2256]: zone piffa.net/IN: notify from 192.168.0.1#1464: zone is up to date
+
+ +
+

Avvertenza

+ +

Bind9 (versione 9.3 presente in Debian + Lenny) richiede una esplicita autorizzazione alla + notifica per lo stesso server slave, che in fase di avvio + interroghera' (inviando un notify) se' stesso per + valutare se i dati relativi alla zona di cui e' slave + sono aggiornati. Si aggiunga quindi al file /etc/bind/named.conf.options dello + slave: allow-notify { + 192.168.0.1; }; all'interno della stanza options, + in cui l'inidirizzo IP inserito e' quello dello stesso + slave server.

+
+
+ +
+

7.4   Aggiornamento dinamico: + nsupdate

+ +

Dalla versione 8 di Bind e' dsponibile l'utility + nsupdate (disponibile nel pacchetto + dnsutils) per aggiornare automaticamente + i record di una zona secondo il paradigma client / server ( + RFC2136 ) . Posto che abbiate a disposizione un server DNS + Bind on-line su un indirizzo IP fisso e un zona da gestire + (che potrebbe essere anche solo la delega di un dominio di + terzo livello come casa.miodominio.net) sara' + possibile aggiornare automaticamente i record che tirano a + degli indirizzi IP pubblici ma dnamici, come + quelli spesso messi a disposizione dei provider per le + connessioni ad internet residenziali, in modo da poter + rendere sempre raggiungibile la vostra workstation a casa + anche dopo un aggiornamento dell'ip dinamico associato alla + connessione.

+ +

L'auenticazione del client nsupdate che avra' la + possibilita' di aggiornare il server DNS master avviene + tramite Transaction signatures (TSIG, RFC2845) + usando un algoritmo di criptazione dati asimmetrico + HMAC-MD5 : generata una coppia di chiavi sul + client / nsupdate con l'utility si dovra' trasferire la + chiave pubblica sul server master, che verra' + configurato per onorare gli aggiornamenti (eliminazione e + inserimento di record RR) autenticati dalla chiave + privata.

+ +
+

7.4.1   Configurazione client + (nsupdate)

+ +

Sul client, sul quale non deve essere necessariamente + installato un server DNS Bind ma la sola utility + nsupdate, generiamo la coppia di chiavi + con l'utility dnssec-keygen installabile tramite il + pacchetto bind9utils:

+
+dnssec-keygen -a HMAC-MD5 -b 512 -n USER home.piffa.net.
+
+ +

Otterremo le due chiavi Khome.piffa.net.+157+04331.key  + Khome.piffa.net.+157+04331.private, la + chiave pubblica dovra' essere resa noto al server master + che ricevera' l'update dei records.

+
+ +
+

7.4.2   Configurazione server: + riconoscimento chiave

+ +
+
Per rendere nota al server la chiave pubblica + generata sul client si aggiunga quindi al file + /etc/bind/named.conf sul + server::
+ +
+
+
key home.piffa.net. {
+ +
algorithm HMAC-MD5; secret + "txfAkNTScANEu2V73mCeiDpXNc3pmf+7ONOoKnTKQKIZMzierSmeHjK5 + Z8ntnByt/PJwv26jCIsVh8n+xzVsRw=="; };
+
+
+
+ +
+

Nota

+ +

La parte secret, che potete leggere + direttamente nel file *.key della chiave genearta, e' + scritto tutto sulla stessa riga senza ritorni + a capo.

+
+
+ +
+

7.4.3   Server: gestione + dell'intera zona

+ +

Sul server modifichiamo il file di configurazione + named.conf.local della zona della quale + vogliamo concedere l'aggiornamento al client:

+
+zone "piffa.net" {
+        type master;
+        file "/etc/bind/pz/piffa.net" ;
+        allow-update {
+                        key  home.piffa.net;
+                        };
+};
+
+ +
+
Sara' necessario assicurarsi che il demone di Bind + sia in grado di modificare il file /etc/bind/pz/piffa.net: dato che + questo file ora sara' gestito da lui si proceda a + cedergli la propieta' del file::
+ +
chown bind /etc/bind/pz/piffa.net
+
+ +

Altro problema che si potrebbe porre: gli orologi di + sistema dei due host devono essere sincronizzati per + poter valutare l'opportunita' di un aggiornamento: si + consigla di installare su entrambi l'utility ntpdate + e di eseguirla facendo riferimento ai time server di + Debian:

+
+apt-get install ntpdate
+ntpdate-debian
+
+ +

Ora possiamo provare dal client a effettuare + l'iserimento di un record per testarne il + funzionamento:

+
+# nsupdate -k Khome.piffa.net.+157+04331.private -v
+> server ns1.piffa.net
+> update add home.piffa.net. 86400 A 192.168.0.2
+> show
+Outgoing update query:
+;; ->>HEADER<<- opcode: UPDATE, status: NOERROR, id:      0
+;; flags: ; ZONE: 0, PREREQ: 0, UPDATE: 0, ADDITIONAL: 0
+;; UPDATE SECTION:
+home.piffa.net.         86400   IN      A       192.168.0.1
+
+
+> send
+
+ +

Per comprendere meglio l'uso dell'utility nsupdate + si consiglia la lettura della relativa pagina man. Nella + prima riga viene invocato il comando nsupdate + impostando col flag -k la + chiave privata generata precedentemente, con server + si imposta quale server NS autoritario della zona (che + abbiamo precedentemente configurato per ricevere gli + aggiornamenti) vogliamo contattare. Alla riga sucessiva + update viene aggiunto un record + A per la il dominio home.piffa.net indirizzato all'IP + 192.168.0.2, poi show + mostra quanto ci si prepara a comunicare al server con il + finale send .

+ +

Si noti che in questo modo l'intera zona + piffa.net e suscettibile di essere modificata dal client, + che potra' eliminare e inserire qualunque record. E' + possibile gestire in modo piu' granulare la zona, ad + esempio concedendo al client i privilegi per gestire solo + una parte della zona o i tipo di record da gestire.

+
+ +
+

7.4.4   Automatizzare + l'aggiornamento dinamico

+ +

Nsupdate risulta comodo per tenere aggiornati i record + DNS degli host connessi ad internet con indirizzi IP + dinamici (pubblici) assegnati dal provider. Il client + deve essere in grado di contattare autonomamente il + server DNS per comunicare un cambiamento del suo ip. + Vediamo innanzi tutto un primo script per nsupdate:

+
+#!/bin/bash
+# Diamo al demone ppp un po' di tempo per negoziare la connessione
+# prima di leggere l'IP ottenuto
+sleep 15
+IPADDR=$(/sbin/ifconfig ppp0 | awk '/inet/ { print $2 } ' | sed -e s/addr://)
+
+nsupdate  -k /root/dns/Khome.piffa.net.+157+04331.private <<-EOF
+        server 192.168.0.254
+        zone home.piffa.net.
+        update delete home.piffa.net. A
+        update delete home.piffa.net. MX
+        update add home.piffa.net. 432000 A $IPADDR
+        update add home.piffa.net. 432000 MX 10  home.piffa.net.
+        show
+        send
+        EOF
+
+ +

Questo script legge il valore del device di rete + ppp0 creato dal pppoe di + una connessione ADSL per ottenere l'indirizzo IP ottenuto + dal provider (prima di farlo aspetta 15 secondi per dare + il tempo al pppoe di negoziare la + connessione).Vengono poi eliminati gli esistenti valori + A e MX per + home.piffa.net (si noti il punto finale + dopo net) e inseriti quelli attuali.

+ +

Resta da decidere quando richiamare questo script: + l'evento che causa l'assegnazione del nuovo IP in questo + caso e una nuova connessione pppoe, + quindi sarebbe consigliabile inserire lo script nelle + routine comprese in /etc/ppp/ip-up.d (si veda la + documentazione di ppp), nel caso questo non desse i + risultati sperati (per problemi di connessione) come via + estrema si consideri di mettere lo script nella routine + del demone cron in modo che venga eseguito + periodicamente (ad esempio ogni giorno).

+
+
+ + +
+ +
+

8   Samba

+ +

Samba e' un progetto libero che fornisce servizi di + condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS.

+ +

Samba e' liberamente disponibile, al contrario di altre + implementazioni SMB/CIFS, e permette di ottenere + interoperabilita' tra Linux, Unix, Mac OS X e Windows.

+ +

Samba e' un software che puo' girare su piattaforme che + non siano Microsoft Windows, per esempio, UNIX, Linux, IBM + System 390, OpenVMS e altri sistemi operativi. Samba utilizza + il protocollo TCP/IP utilizzando i servizi offerti sul server + ospite. Quando correttamente configurato, permette di + interagire con client o server Microsoft Windows come se + fosse un file e print server Microsoft agendo da Primary + Domain Controller (PDC) o come Backup Domain Controller, puo' + inoltre prendere parte ad un dominio Active Directory.

+ +
+

8.1   Pacchetti

+ +

Pacchetti da installare per utilizzare Samba in + modalita' client [2]

+
+samba-client
+
+ +

Pacchetti da installare per utilizzare Samba in + modalita' server:

+
+samba smbfs smbclient
+
+ + + + + + + + + + + + + + +
[2]Anche se nato per i sistemi Windows, Samba puo' + essere usato anche per montare cartelle sotto + GNU/Linux come alternativa a NFS. Per la condivisione + di stampanti sarebbe invece opportuno intervenire + direttamente su CUPS.
+ +

Durante la prima installazione viene chiesto il nome del + gruppo di appartenenza, il default per Windows e' + WORKGROUP. In aula usiamo invece + 208 .

+ +

Per riconfigurare Samba si usi il comando:

+
+dpkg-reconfigure samba-common
+
+
+ +
+

8.2   Passwords e + autenticazione

+ +

Per poter configurare Samba in modo che usi un sistema + di negoziazione degli accessi alle cartelle condivise + basato su accoppiate nome utente / password + bisogna distinguere tra 3 livelli di password (e + generalmente volete usare sempre la stessa + password per ognuno di questi) e delle differenze tra + le modalita' di autenticazione (e quindi anche di + criptaggio delle passwords) usate da sistemi GNU/Linux e + Windows:

+ +
+
1 Sistema *Unix ( GNU/Linux )
+ +
E' la password dell'utente di sistema che + viene usata sul sistema operativo su cui gira il software + Samba. E' importante tenere conto anche delle + user-id e group-id degli utenti che + dovranno fisicamente scrivere sui file system. Se un + utente non puo' scrivere in una certa posizione del file + system (ad esempio nella cartella /mnt/condivisione che sara' stata + necessariamente creata inizialmente dall'utente + root) per mancanza dei privilegi di + scrittura allora neanche Samba potra' farlo nel momento + in mette a disposizione la risorsa all'utente. Se si + montano file-system dedicati per le condivisioni + controllare i permessi e proprieta' dei punti di + mount*. Queste passwords sono salvate nel solito + file /etc/shadow (richiamato da /etc/passwd).
+ +
2 Password per l'applicativo Samba
+ +
Samba deve essere compatibile con Windows e quindi + utilizzare un sistema di criptazione delle password + diverso da /etc/shadow . Le password per Samba possono + essere gestite ad esempio col comando smbpasswd e vengono generalmente + salvate all'interno di /var/lib/samba/passdb.tdb .
+ +
3 Password per Windows.
+ +
Gli utenti Windows effettuano il log-in alla partenza + della sessione di Windows. Se si avra' l'accortezza di + usare sempre la stessa password data + precedentemente anche a Windows (o viceversa impostare la + password per GNU/Linux / Samba uguale a quella di + Windows) l'utente potra' accedere automaticamente alle + condivisioni a lui disponibili.
+
+
+ +
+

8.3   Creazione Utenti

+ +

Creiamo per primo l'utente sotto GNU/Linux, facendo + attenzione a non dargli una shell di sistema. Gli + utenti Windows che accedono al server solo per le + condivisioni non hanno bisogno di poter eseguire comandi + sul server!

+ +

Creazione di un utente denominato sambo:

+
+adduser --shell /bin/false sambo
+
+ +

Nel file /etc/passwd avremo qualcosa come:

+
+sambo:x:1001:1001:Sambo utente Samba,,,:/home/sambo:/bin/false
+
+ +

Aggiunta dell'utente al database delle password per + Samba e generazione della sua password:

+
+smbpasswd -a sambo
+
+ +

Se successivamente si vorra' modificare la password di + un utente gia' esistente si usi:

+
+smbpasswd  sambo
+
+ +

La password sotto Windows verra' modificata sul sistema + Windows.

+
+ +
+

8.4   Creare la + condivisione

+ +

La condivisione altro non e' che una cartella sul server + che viene resa disponibile ai client negoziando l'accesso + in base a una autenticazione basata su user-name / + password. E' per altro possibile permettere l'accesso + a una risorsa a chiunque indiscriminatamente (a tutti i + guest) ma la cosa e' sconsigliabile dal + punto di vista della sicurezza. Si decida se la cartella + condivisa debba risiedere nella home di un utente + (nel caso quest'ultimo ne sia l'unico fruitore) o in una + cartella in /mnt/ (nel caso piu' utenti accedano a questa). + Nel secondo caso si potranno gestire gli accessi sotto + GNU/Linux tramite i gruppi.

+ +

Creazione della risorsa sambo_share nella home + dell'utente sambo:

+
+# mkdir /home/sambo/sambo_share
+# chown sambo:sambo /home/sambo/sambo_share/
+
+ +
+

8.4.1   Sicurezza: permessi di + esecuzione sul server

+ +

Bisognerebbe notare sul server i permessi di + esecuzione del file-system che ospita la cartella da + condividere. Se i file che saranno contenuti nella + condivisione saranno da usarsi sotto Windows non c'e' + motivo che questi siano eseguibili sotto GNU/Linux. Si + potrebbe avere quindi, ipotizzando una condivisione in + /mnt/share che risieda su di un file + system dedicato:

+ +

/etc/fstab

+ +
+ /dev/hda10 /mnt/share ext3 rw, + nosuid,noexec 0 3 +
+ +

Si noti anche l'uso di nosuid per evitare la + possibilita' di eseguire programmi con credenziali + diverse.

+
+
+ +
+

8.5   Configurazione + dell'applicativo Samba vero e proprio.

+ +

Avendo preparato gli utenti (ancora una volta: non si + dia una shell completa a un utente che serve solo per Samba + o la posta elettronica) e la cartella sul file system si + puo' procedere a configurare la condivisione su Samba.

+ +

/etc/samba/smb.conf riga ~235 , Share Definitions (in + vim si usi 235gg ):

+
+[sambo_share]
+        # Percorso della cartella condivisa
+        path = /home/sambo/sambo_share
+        # Se gli utenti possono scrivere / modificare file
+        writable = yes
+        # Negoziazione degli accessi su base utenti / passwords
+        valid users = sambo
+
+        # #######################################
+        # Altri parametri opzionali di interesse
+        # Se posso vedere la condivisione da esplora risorse
+        # anche se non ho i privilegi per accedervi.
+        browseable = yes
+        # Commento indicativo della risorsa
+        comment = Condivisione per Sambo
+
+ +

Dopo aver salvato il file si puo' fare un primo + controllo tramite l'utility testparm , + che controlla la sintassi del file di configurazione di + Samba. Se questo non rileva problemi si puo' procedere a un + # + /etc/init.d/samba restart .

+ +
+

8.5.1   Creazione di un + gruppo

+ +

Se si deve condividere una risorsa con un numero + consistente di utenti e' consigliabile lavorare in + termini termini di gruppi piuttosto che elencare la lista + degli utenti in valid users.

+ +

Dopo aver creato il gruppo del quale volete facciano + parte i vostri utenti (addgroup + nome_gruppo), inserite i + vostri utenti nel gruppo (adduser + nome_utente nome_gruppo) e modificate la direttiva + valid users in + smb.conf per riferirsi ad un gruppo + piuttosto che a degli utenti. Per riferirsi a un gruppo + si usi il carattere @ + chicciola col nome_del_gruppo:

+
+# Negoziazione degli accessi su base gruppo
+valid users = @nome_gruppo
+
+
+
+ +
+

8.6   Testare il Servizio

+ +

Come testare il servizio

+ +

es:

+
+smbclient -U sambo -L localhost
+
+ +

Questo comando permette di esplorare la risorsa + qualificandosi come utente, in questo modo potete testare + il corretto funzionamento dell'autenticazione. Si provi + inizialmente a sbagliare la password deliberatamente, poi a + inserirla correttamente: dovrebbero essere visibili le + risorse disponibili al solo utente sambo: la suo /home e la + cartella samba_share:

+
+Sharename       Type      Comment
+---------       ----      -------
+sambo_share     Disk      Condivisione per Sambo
+print$          Disk      Printer Drivers
+IPC$            IPC       IPC Service (base server)
+sambo           Disk      Home Directories
+
+ +

In particolare l'ultima voce relativa alla home + directory dell'utente dovrebbe essere visibile solo agli + utenti autenticati.

+ +

In alternativa e' possibile montare realmente la + condivisone anche su GNU/Linux tramite un client per samba + e testarne il corretto funzionamento:

+
+mount -t smbfs //localhost/sambo_share /mnt/sambo_mount/ --verbose -o user=sambo
+
+
+
+ +
+

9   Server di posta: Postfix

+ +

Il server di posta che prenderemo in considerazione e' + Postfix, a seguire un estratto di un file di configurazione + semplice con l'abilitazione delle Maildir + nelle /home degli utenti per la consegna della + posta:

+ +

/etc/postfix/main.cf:

+
+# ...segue dalla riga ~30
+myhostname = 162.piffa.net
+alias_maps = hash:/etc/aliases
+alias_database = hash:/etc/aliases
+myorigin = 162.piffa.net
+mydestination = 162.piffa.net, localhost
+# Se non avete un ip pubblico e statico, con un adeguato record PTR
+# dovrete usare un realy host per l'invio della posta
+relayhost = smtp.piffa.net
+
+mynetworks = 127.0.0.0/8 [::ffff:127.0.0.0]/104 [::1]/128
+# Se dovete inviare la posta per i client della vostra LAN privata:
+# mynetworks = 127.0.0.0/8 192.168.0.0/24 [::ffff:127.0.0.0]/104 [::1]/128
+# E si faccia BEN ATTENZIONE a non diventare un open realay smtp
+
+
+# Per effettuare lo storaggio della posta nelle home directory degli utenti
+# in una Maildir invece che nella Mailbox in /var/mail/nome_utente
+# si disabiliti procmail
+#mailbox_command = procmail -a "$EXTENSION"
+
+# cartella_i abiliti lo storaggio della posta nella Maildir/ (si noti lo slash)
+# all'interno della  home dell'utente:
+home_mailbox = Maildir/
+mailbox_size_limit = 0
+recipient_delimiter = +
+inet_interfaces = all
+
+ +
+
E' disponibile un file di configurazione di esempio ben + piu' articolato e commentato::
+ +
/usr/share/postfix/main.cf.dist .
+
+ +
+

9.1   Test del server smtp

+ +

Per testare il corretto funzionamento del server di + posta si puo' procedere in vari modi.

+ +
    +
  • Spedire una mail a una casella locale / remota e + controllare i log (syslog)
  • + +
  • Collegarsi via telnet al server di posta: + http://www.netadmintools.com/art276.html
  • + +
  • usare una utility come SWAKS
  • +
+ +
+

9.1.1   Swaks

+ +
+
Per gli utenti meno esperti e' consigliabile + utilizzare SWAKS: si installi l'omonimo + pacchetto e si esegua un test con::
+ +
swaks --to utente@destinatario.tilde + --from utente@propio.mail.tilde
+
+ +

Ecco un esempio di una sessione corretta:

+
+swaks --to andrea@piffa.net from andrea@mydomain.com
+=== Trying smtp.piffa.net:25...
+=== Connected to smtp.piffa.net.
+<-  220 zoo.piffa.net ESMTP Postfix (Debian/GNU)
+ -> EHLO alice.mydomain.com
+<-  250-zoo.piffa.net
+<-  250-PIPELINING
+<-  250-SIZE 10240000
+<-  250-VRFY
+<-  250-ETRN
+<-  250-STARTTLS
+<-  250-ENHANCEDSTATUSCODES
+<-  250-8BITMIME
+<-  250 DSN
+ -> MAIL FROM:<root@alice.mydomain.com>
+<-  250 2.1.0 Ok
+ -> RCPT TO:<andrea@piffa.net>
+<-  250 2.1.5 Ok
+ -> DATA
+<-  354 End data with <CR><LF>.<CR><LF>
+ -> Date: Thu, 28 May 2009 13:11:19 +0200
+ -> To: andrea@piffa.net
+ -> From: root@alice.mydomain.com
+ -> Subject: test Thu, 28 May 2009 13:11:19 +0200
+ -> X-Mailer: swaks v20061116.0 jetmore.org/john/code/#swaks
+ ->
+ -> This is a test mailing
+ ->
+ -> .
+<-  250 2.0.0 Ok: queued as 41FB261AFC
+ -> QUIT
+<-  221 2.0.0 Bye
+=== Connection closed with remote host.
+
+
+
+ +
+

9.2   Imap e pop

+ +

Postfix e' un server SMTP, di conseguenza se volete che + i vostri utenti possano scaricare in locale la + posta generalmente volete mettere a loro disposizione un + server POP3 o IMAP. Oppure entrambi.

+ +
+
Pacchetti da installare
+ +
courier-imap courier-pop
+
+ +

Si noti che IMAP necessita delle Maildir, non + funziona con le Mailbox in /var/mail/ + .

+
+ +
+

9.3   Client a riga di + comando

+ +

Per testare il corretto funzionamento del server di + posta e' utile avere a disposizione delle utility per + inviare e leggere la posta: ovviamente da riga di + comando.

+ +
+

9.3.1   mailx

+ +
+
Uno dei client piu' semplici, sopratutto per + inviare un messaggioi. e' sufficiente usare una formula + come::
+ +
mail utente@dominio.com
+
+ +

Se il comando mail non + fosse disponibile si installi il pacchetto mailx.

+ +

Al primo prompt si digitera' l'oggetto, il testo del + messaggio (per terminare l'inserimento lasciare una riga + vuota, digitare un punto + + Invio su una riga vuota), la Carbon + Copy (se necessaria).

+ +

es:

+
+mail andrea@localhost
+Subject: Oggetto della mail
+Testo del messagio,
+per terminare il messaggio
+lasciare una riga vuota
+e un punto (poi Invio).
+
+.
+Cc:
+
+ +

Per altrre opzioni si veda la pagina man.

+
+ +
+

9.3.2   Mutt

+ +

Mutt e' uno dei gestori di posta preferiti da chi + preferisce utilizzare l'interfaccia testuale per la + gestione della posta.

+ +

Mutt ha un file di configurazione .muttrc + nella home dell'utente, alcuni settaggi possono + essere utili:

+ +
+
set folder="~/Maildir"
+ +
Per utilizzare /home/nome_utente/Maildir come mailbox, invece del default + /var/mail/nome_utente.
+ +
set editor="vim"
+ +
Utilizzare vim + come editor per comporre i messaggi.
+
+ +

Spesso e' utile poter levvere al volo la + Mailbox / Maildir di un utente sul server di posta, per + controllare se i messaggi vengono recapitati + correttamente:

+
+mutt -f /var/mail/utente
+mutt -f /home/utente/Maildir
+
+ +

In modo analogo si puo' consultare al volo la propia + mailbox su un server remoto tramite IMAP/POP:

+
+mutt -f imap://nome_utente@piffa.net
+
+
+ +
+

9.3.3   Web client

+ +

Per mettere a disposizione degli utenti un client web + per gestire la propria posta si installi il pacchetto: + squirrelmail . Ci sono tanti altri + client web disponibili: questo e' particolarmente + semplice. Naturalmente dovrete aver installato: + php5 apache2 + .

+ +

L'interfaccia dovrebbe essere disponibile all'url: + http://localhost/squirrelmail . Se + cosi' non fosse assicuratevi che Apache abbia incluso il + file di configurazione di squirrelmail:

+
+cd /etc/apache2/conf.d/
+ln -s /etc/squirrelmail/apache.conf ./squirrelmail.conf
+
+
+
+ +
+

9.4   Graylisting

+ +

Il graylisting e' un sistema relativamente poco + invasivo, con un limitato consumo di risorse per limitare + lo SPAM in arrivo sul propio server di posta. Come + suggerisce il nome e' una via di mezzo tra una white + list (una lista di mittenti privilegiata, sempre + benvenuti) e una black list (mittenti + bannati, banditi dal poter inviare nuovi + messaggi).

+ +

Il funzionamento e' relativamente semplice: ogni + mittente sconosciuto viene immediatamente rifiutato con un + errore non grave come un server non + disponibile, provare piu' tardi. Questo inconveniente + non dovrebbe mettere in difficolta' un server di posta / + mittente legittimo, che dopo un periodo di attesa tentera' + nuovamente di inviare il messaggio ottenendo finalmente il + risultato atteso. Diversamente un bot per l'invio + di SPAM o un applicazione improvvisata (tipicamente di + derivazione virale) che stesse inviando il messaggio + probabilmente non insisterebbe, rinunciano ad + inviare il messaggio preferendo destinazioni meno + problematiche.

+ +
+

9.4.1   Abilitazione in + Postfix

+ +

Installare il pacchetto: postgrey + e aggiungere il file di configurazione di Postfix + /etc/postfix/main.cf:

+
+smtpd_recipient_restrictions =
+        permit_mynetworks,
+        reject_unauth_destination,
+        check_policy_service inet:127.0.0.1:60000
+
+
+ +
+

9.4.2   Test

+ +

Inviando un messaggio il client dovrebbe ricevere un + iniziale messaggio di rifiuto del messaggio:

+
+swaks --to andrea@piffa.net from andrea@mydonain.com
+=== Trying smtp.piffa.net:25...
+=== Connected to smtp.piffa.net
+...
+<-  250 2.1.0 Ok
+ -> RCPT TO:<andrea@piffa.net>
+<** 450 4.2.0 <andrea@piffa.net>: Recipient address rejected:
+Greylisted, see http://postgrey.schweikert.ch/help/piffa.net.html
+ -> QUIT
+<-  221 2.0.0 Bye
+=== Connection closed with remote host.
+
+ +

A lato server si dovrebbe rilevare su /var/log/syslog qualcosa di simile:

+
+connect from alice.mydomain.com[65.98.21.97]
+May 28 14:53:34 r24266 postgrey: action=greylist, reason=new,
+   client_name=alice.mydomain.com,
+   client_address=10.0.0.1, sender=root@alice.mydomain.com, recipient=andrea@piffa.net
+May 28 14:53:34 r24266 postfix/smtpd[22538]:
+   NOQUEUE: reject: RCPT from alice.mydomain.com[10.0.0.1]:
+   450 4.2.0 <andrea@piffa.net>: Recipient address rejected: Greylisted,
+   see http://postgrey.schweikert.ch/help/piffa.net.html;
+   from=<root@alice.mydomain.com> to=<andrea@piffa.net>
+   proto=ESMTP helo=<alice.mydomain.com>
+May 28 14:53:34 r24266 postfix/smtpd[22538]: disconnect from alice.mydomain.com[10.0.0.1]
+
+
+ +
+

9.4.3   Statistiche

+ +

E' sempre utile poter tracciare qualche statistica + sulle percentuali di messaggi ricevuti, da chi, messaggi + rifiutati (e per quale motivo). Statistiche che attingono + dai soliti log del server di posta /var/log/syslog di default oltre che i + dedicati /var/log/mail .

+ +

Una utility semplice per analizzare l'attivita' del + propio server smtp potrebbe essere pflogsumm , installato il pacchetto la + si puo' invocare con:

+
+pflogsumm.pl  /var/log/mail.log
+
+ +

oppure utilizzare i log piu' vecchi ad es. /var/log/mail.log.0

+
+
+
+ +
+

10   Firewall

+ +

In Informatica, nell'ambito delle reti di computer, un + firewall (termine inglese dal significato originario di + parete refrattaria, muro tagliafuoco, muro ignifugo; in + italiano anche parafuoco o parafiamma) e' un componente + passivo di difesa perimetrale che puo anche svolgere funzioni + di collegamento tra due o piu' tronconi di rete. Usualmente + la rete viene divisa in due sotto reti: una, detta esterna, + comprende l'intera Internet mentre l'altra interna, detta LAN + (Local Area Network), comprende una sezione piu' o meno + grande di un insieme di computer locali. In alcuni casi e' + possibile che si crei l'esigenza di creare una terza sotto + rete detta DMZ (o zona demilitarizzata) atta a contenere quei + sistemi che devono essere isolati dalla rete interna ma + devono comunque essere protetti dal firewall.

+ +

Una prima definizione chiusa di firewall e' la + seguente:

+ +

Apparato di rete hardware o software che filtra tutti i + pacchetti entranti ed uscenti, da e verso una rete o un + computer, applicando regole che contribuiscono alla sicurezza + della stessa.

+ +

In realta' un firewall puo' essere realizzato con un + normale computer (con almeno due schede di rete e software + apposito), puo' essere una funzione inclusa in un router o + puo' essere un apparato specializzato. Esistono inoltre i + cosiddetti "firewall personali", che sono programmi + installati sui normali calcolatori, che filtrano solamente i + pacchetti che entrano ed escono da quel calcolatore; in tal + caso viene utilizzata una sola scheda di rete.

+ +

La funzionalita' principale in sostanza e' quella di + creare un filtro sulle connessioni entranti ed uscenti, in + questo modo il dispositivo innalza il livello di sicurezza + della rete e permette sia agli utenti interni che a quelli + esterni di operare nel massimo della sicurezza. Il firewall + agisce sui pacchetti in transito da e per la zona interna + potendo eseguire su di essi operazioni di: controllo modifica + monitoraggio

+ +

Questo grazie alla sua capacita' di "aprire" il pacchetto + IP per leggere le informazioni presenti sul suo header, e in + alcuni casi anche di effettuare verifiche sul contenuto del + pacchetto.

+ + + +
+

10.2   Ipfilter

+ +

Link: + http://iptables-tutorial.frozentux.net/iptables-tutorial.html#IPFILTERING

+ +

Natura di un firewall ip: su cosa lavora (livello 2 e un + po' del 3) e su cosa non lavora (livello 4). + Netfilter lavora anche su parti del livello 3 (TCP, UDP, + etc) e del livello 1 (MAC source address). Iptables + comunque permette di fare il connection-tracking, + mediante il quale possiamo implementare il Network Address + Translation.

+ +

Netfilter non ricostruisce il flusso di dati tra + pacchetti, non puo' quindi rilevare la presenza di virus o + simili che si trasmettono su pacchetti separati: + ricomporre, analizzare e tornare a scomporre i frammenti + richiederebbe troppa RAM e risorse di sistema, con il + conseguente rischio di saturare il firewall fino + all'abbandono dei nuovi pacchetti in transito. Ci sono + altri software piu' adatti a questi compiti, ad esempio un + proxy HTTP come Squid che e' appunto una applicazione di + quarto livello, progettata e strutturata per analizzare e + modificare i flussi di dati (il contenuto dei + pacchetti, non le sole intestazioni) facendo + abbondate uso delle risorse RAM e di calcolo del sistema. + Non a caso su macchine embedded dalle prestazioni molto + ridotte (CPU ARM ~250MHZ con ~30MB di RAM) Squid sfrutta al + massimo le risorse di sistema per gestire il traffico di + una rete 10/100, mentre il lavoro tipico svolto da + netfilter e' quasi irrilevante.

+
+ +
+

10.3   Progettazione di un + firewall

+ +

Per implementare un firewall bisogna decidere un aio di + cose: la collocazione e l'approccio (inclusivo o esclusivo) + al filtraggio, il tipo di hardware.

+ +
+

10.3.1   Collocazione

+ +

DMZ e MZ, internet, intranet, extranet. Frammentazione + della rete, decidere se diversi reparti di una azienda si + possano vedere tra loro e in che misura.

+ +

Collocazione:

+ +
+
    +
  1. sul router
  2. + +
  3. tra router e servers / LAN
  4. + +
  5. Unico server / router / firewall e connessi + rischi. considerare l'acquisto di un router hardware + dedicato.
  6. +
+
+ +
+
Layeed security:
+ +
Implementare piu' device / software sui diversi + livelli: + http://iptables-tutorial.frozentux.net/iptables-tutorial.html#HOWTOPLANANIPFILTER
+
+
+ +
+

10.3.2   Policy di + default

+ +

Drop o Accept: conseguenze per sicurezza, facilita' di + gestione.

+
+ +
+

10.3.3   Hardware

+ +

Sostanzialmente potremmo distinguere due tipologie di + hardware:

+ +
+
Network appliance dedicata::
+ +
Un dispositivo hardware dedicato alla funzione di + Firewall, ad es un Cisco / Fortigate. Si noti che molti + firewall economici altro non sono che Linux box molto + striminzite.
+ +
Server / Personal computer:
+ +
Un server sul quale viene fatto girare Netfilter ad + uso del server stesso e della rete connessa.
+
+ +

Vantaggi e svantaggi: consumo elettrico, efficienza, + flessibilita', strumenti di gestione, sicurezza, + OpenBSD.

+
+
+ + + +
+

10.5   Concetti di base

+ +
+

10.5.1   Tabelle, catene, + regole

+ +

Iptables lavora su 3 tabelle (tables) di default:

+ +
    +
  • filter - Regola il firewalling: quali pacchetti + accettare, quali bloccare
  • + +
  • nat - Regola le attivita' di natting
  • + +
  • mangle - Interviene sulla alterazione dei + pacchetti.
  • +
+ +

Ogni tabella ha delle catene (chains) predefinite + (INPUT, OUTPUT, FORWARD ... ) a cui possono essere + aggiunte catene custom. Ogni catena e' composta da un + elenco di regole (rules) che identificano pacchetti di + rete secondo criteri diversi (es: -p tcp --dport 80 -d + 10.0.0.45) Ogni regola termina con una indicazione + (target) su cosa fare dei pacchetti identificati dalla + regola stessa (es: -j ACCEPT, -j DROP ...)

+
+ +
+

10.5.2   Match

+ +

I Match di una regola (rule) servono a testare un + pacchetto per valutare se corrisponda a certe + caratteristiche. I match di possono servire a controllare + se un pacchetto e' destinato a una porta particolare o + utilizza un protocollo particolare.

+ +

Alcuni esempi:

+ +
+
-p [!] proto
+ +
Protocollo IP. Secondo IP number o nome (es: tcp, + udp, gre, ah...)
+ +
-s [!] address[/mask]
+ +
Indirizzo IP sorgente (o network con maschera di + sotto rete)
+ +
-d [!] address[/mask]
+ +
Indirizzo IP destinazione (o network)
+ +
-i [!] interface[+]
+ +
Interfaccia di rete di entrata ([+] wildcard)
+ +
-o [!] interface[+]
+ +
Interfaccia di rete di uscita ([+] wildcard)
+
+ + + + + + + + + + + + +
-fFrammento di pacchetto
+
+ +
+

10.5.3   Targets

+ +

Se un pacchetto soddisfa le condizioni del Match + salta (jump) su uno dei target possibili, in + caso contrario continua il suo percorso tra regole catene + e tabelle.

+ +

Target principali:

+ +
+
-j ACCEPT
+ +
Il pacchetto matchato viene accettato e procede + verso la sua destinazione. Si usa per definire il + traffico permesso.
+ +
-j DROP
+ +
Il pacchetto viene rifiutato e scartato, senza + alcuna notifica al mittente. Si usa, in alternativa a + REJECT, per bloccare traffico.
+ +
-j REJECT
+ +
Il pacchetto viene rifiutato. Al mittente viene + mandato un pacchetto (configurabile) di notifica tipo + ICMP port-unreachable (--reject-with + icmp-port-unreachable)
+
+ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
-t LOGIl pacchetto viene loggato via syslog e procede + l'attraversamento della catena. Opzioni: + (--log-level, --log-prefix, --log-tcp-sequence, + --log-tcp-options, --log-ip-options)
-j DNATViene modificato l'IP di destinazione del + pacchetto. Target disponibile solo in nat / + PREROUTING e nat / OUTPUT. L'opzione + --to-destination IP:porta definisce il nuovo IP di + destinazione. Si usa tipicamente su network + firewall che nattano server di una DMZ
-j SNATViene modificato l'IP sorgente. Solo in nat / + POSTROUTING. Prevede l'opzione --to-source + IP:porta. Si usa per permettere l'accesso a + Internet da una rete locale con IP privati.
-j MASQUERADESimile a SNAT, si applica quando i pacchetti + escono da interfacce con IP dinamico (dialup, adsl, + dhcp...). Si usa solo in nat / POSTROUTING e + prevede l'opzione --to-ports porte.
-j REDIRECTRedirige il pacchetto ad una porta locale. + Usabile solo in nat / PREROUTING e nat / OUTPUT e' + previsto per fare un transparent proxy (con proxy + server in esecuzione sulla macchina con + iptables)
-j RETURNInterrompe l'attraversamento della catena. Se + questa e' una secondaria, il pacchetto torna ad + attraversare la catena madre da punto in cui aveva + fatto il salto nella secondaria. Se il RETURN e' in + una delle catene di default, il pacchetto + interrompe l'attraversamento e segue la policy di + default.
-j TOSUsabile solo nella tabella mangle, permette di + cambiare il TOS (Type Of Service) di un pacchetto + con l'opzione --set-tos. Per un elenco dei + parametri disponibili: iptables -j TOS -h
-j MIRRORCurioso e sperimentale, questo target invia un + pacchetto speculare al mittente. In pratica e' come + se facesse da specchio per tutti i pacchetti + ricevuti. Da usare con cautela, per evitare + attacchi DOS indiretti.
+
+
+ +
+

10.6   Tabella Filter

+ +

E' quella implicita e predefinita (-t filter) Riguarda + le attivita' di filtraggio del traffico. Ha 3 catene di + default: INPUT - Riguarda tutti i pacchetti destinati al + sistema. In entrata da ogni interfaccia. OUTPUT - Riguarda + i pacchetti che sono originati dal sistema e destinati ad + uscire. FORWARD - Riguarda i pacchetti che attraversano il + sistema, con IP sorgente e destinazione esterni.

+ +

Esempio per permettere accesso alla porta 80 locale: + iptables -t filter -I INPUT -p tcp --dport 80 -j ACCEPT + Analoga a: iptables -I INPUT -p tcp --dport 80 -j + ACCEPT

+ +

Esempio per permettere ad un pacchetto con IP sorgente + 10.0.0.4 di raggiungere il server 192.168.0.1 attraversando + il firewall: iptables -I FORWARD -s 10.0.0.4 -d 192.168.0.1 + -j ACCEPT

+
+ +
+

10.7   Flush automatico per + macchine remote

+ +

Se state provando una configurazione del firewall per + una macchina remota e' buona norma per evitare brutte + figure attivare uno script che faccia il flush + delle regole dopo qualche minuto. Potreste infatti + inavvertitamente impostare una regola che vi impedisca di + raggiungere la macchina remota, cosi' da non poter neanche + eliminare quella regola e ripristinare la situazione + precedente.

+ +

Veramente, prima di lavorare sul firewall di + una macchina remota impostate almeno un at now +5 min o con un'oretta di margine per fare + il flush delle regole (su tutte le tabelle):

+
+    at now +5 min
+at> /sbin/iptables -F
+at> [CTR+d]
+
+
+ +
+

10.8   Gestione regole + (rules)

+ +

Il comando iptables viene usato per ogni attivita' di + gestione e configurazione.

+ +

Inserimento regole:

+ +
+
iptables -A CATENA ...
+ +
Aggiunge una regola alla fine della catena + indicata
+ +
iptables -I CATENA [#] ...
+ +
Inserisce alla riga # (default 1) una regola nella + catena indicata
+ +
iptables -N CATENA
+ +
Crea una nuova catena custom
+ +
iptables -P CATENA TARGET
+ +
Imposta il target di default per la catena + indicata
+
+ +

Rimozione regole e azzeramenti:

+ +
+
iptables -F [catena]
+ +
Ripulisce tutte le catene (o quella indicata)
+ +
iptables -X [catena]
+ +
Ripulisce tutte le catene custom (o quella + indicata)
-

Vediamo i due file principali di apt:

+
iptables -Z [catena]
-
    -
  • /etc/apt/sources.list
  • +
    Azzera i contatori sulle catene
    -
  • /etc/apt/apt.conf
  • -
+
iptables -D catena #
-
-

sources.list

+
Cancella la regola numero # dalla catena + indicata
+
-

Questo file contiene i sorgenti da cui apt - preleva i pacchetti da installare tramite dpkg, - vengono quindi precisati i metodi (ad es. http / ftp / - cdrom / file), la release che si vuole tracciare (es - stable, testing, - unstable oppure i - corrispondenti release name es: Lenny, - Squeeze, Sid), i rami di interesse (es: - main che e' l'archivio principale, - non-free per il software non libero, - contrib per i pacchetti non realizzati - dai manutentori ufficiali).

+

Interrogazione:

-

Gli archivi sono generalmente:

+
+
iptables -L
-
    -
  • deb per pacchetti Debian binari
  • +
    Elenca le regole esistenti
    -
  • deb-src per i pacchetti sorgenti - (quindi da compilare, come il kernel) degli stessi - pacchetti binari. In genere se non compilate spesso - potete evitare di tracciare i sorgenti per risparmiare - tempo e banda.
  • -
+
iptables -L -n -v
-

/etc/apt/sources.list

+
Elenca, senza risolvere gli host, in modo verboso le + regole esistenti
+
+
+ +
+

10.9   Salvataggio regole

+ +

Il comando iptables serve per interagire con il + framework Netfilter che gestisce il firewall di + Linux al livello del kernel. Questo comporta, in modo + analogo a quando avviene col comando ifconfig, + che i cambiamenti impostati siano in tempo reale, + RAM, non persistenti nel sistema: al boot successivo + del sistema tutto tornera' alle impostazioni di base (in + questo caso nulle, con policy di default settate + su ACCEPT per tutto).

+ +

Le varie invocazioni di iptables potrebbero essere + richiamate da degli scripts dedicati, ma fortunatamente e' + stata predisposta una apposita utility per gestire questi + scripts in modo da avere a disposizione un formato + standard per il salvataggio e il ripristino delle + regole del firewall.

+ +

Altro problema: decidere quando attivare / disattivare + queste regole. Utilizzare i runlevels non e' una + soluzione adeguata: le regole del firewall sono legate + all'attivita' delle schede di rete (e un host con diverse + schede di rete puo' attivarle a secondo delle esigenze di + routing, partenza di servizi es file_sharing per un + back-up...): il sistema operativo Debian permette di legare + l'esecuzione di comandi alla attivazione di una device di + rete (up), dopo la sua attivazione (post-up, + utile per devices che richiedono un certo tempo per + inizializzarsi: come un tunnel o una connessione punto a + punto), prima della sua attivazione (pre-up). + Allo stesso modo sono disponibili eventi analoghi per + accompagnare la disattivazione dei device di rete: si veda + la pagina man di interfaces.

+ +

Nel nostro caso avremo per una possibile scheda + eth0:

+ +

/etc/network/interfaces

+
+iface eth1 inet static
+        up /sbin/iptables-restore /root/firewall/basic_fw
+        # Seguono i soliti parametri della scheda di rete
+        address 10.10.208.21
+
+ +
+

10.9.1   Iptables-save

+ +

Per salvare le regole di iptables attualmente presenti + nel kernel si usi il comando:

-# esempio di accesso a un CDROM:
-# cdrom:[Debian GNU/Linux 5.0.1 _Lenny_ - Official i386 kde-CD Binary-1 20090$
+# iptables-save >> /root/firewall/basic_fw
+
+ +

Il contenuto del file dovrebbe essere + comprensibile: sostanzialmente sono regole di + iptables, senza il comando iptables ripetuto, suddivisi + per le varie tabelle. Potete comunque correggere + eventuali parametri con un edito di testo.

+ +

Se non avete un'idea migliore potreste voler tenere + gli script dei firewall in una cartella ~/firewall nella home directory + dell'utente root.

+
+ +
+

10.9.2   Iptables-restore

+ +

Per ripristinare un set di regole precedentemente + salvate con iptables-save si utilizzi iptables-restore. Se questo deve essere + fatto in modalita' non interattiva, ad esempio + deve essere eseguito dal demone che si occupa di + inizializzare le schede di rete, oppure un cron + o altro, e' buona norma richiamare i percorsi completi + sia dei comandi che dei file:

+
+/sbin/iptables-restore /root/firewall/basic_fw
+
+
+
-# Archivio principale debian via http su piffa.net, -# non funziona al difuori dell'aula dei corsi -deb http://debian.piffa.net/debian/ Lenny main -# deb http://debian.piffa.net/debian/ Lenny non-free contrib +
+

10.10   Esempi

-# Mirror da kernel.org da usare a casa: -deb http://mirrors.eu.kernel.org/debian/ Lenny main +

Seguono alcuni esempi sull'uso di iptables, lo scenario + e' un computer con un paio di schede di rete fisiche una + delle quali collegata alla rete internet l'altra a una rete + privata per la LAN interna.

-# Security dal sito principale -deb http://security.debian.org/ Lenny/updates main -deb-src http://security.debian.org/ Lenny/updates main +
+
    +
  1. eth0 scheda di rete principale sulla + rete privata interna 192.168.0.0/24
  2. -# Debian volatile per le cose soggette a cambiamenti non legati -# a dinamiche di sicurezza -deb http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main -deb-src http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main +
  3. eth1 scheda di rete secondaria per la + connessione ad internet
  4. + +
  5. ppp0 punto-a-punto per una + connessione ad internet
  6. +
+
-# Esempio di accesso a un filesystem locale contenente i pacchetti: -# deb file:/mnt/mirror Sid main non-free contrib +
+

10.10.1   Bloccare i ping + dall'esterno

+ +

Spesso gli script che attaccano + automaticamente le varie reti provano a fare un + ping per verificare quali IP sono on-line: bloccare il + traffico ICMP in ingresso puo' aiutare ad + evitare parte di questi attacchi:

+
+iptables -A INPUT -i ppp0 -p ICMP -j DROP
 
-
+
+

10.10.2   Masquerading + (sNAT)

+ +
+
Per attivare la network address translation (in + questo caso un SNAT) per la rete locale privata + sull'indirizzo ip del modem::
+ +
iptables -A POSTROUTING -s + 192.168.0.0/255.255.255.0 -o ppp0 -j MASQUERADE
+
+ +

Il Masquerading a differenza dello + SNAT puro (-j + SNAT --to-source proprio_ip_pubblico ) legge + l'indirizzo ip del device ``ppp0. + In questo modo se l'IP cambia automaticamente si aggiorna + anche il source natting. Se avete un indirizzo IP statico + assegnato al vostro gateway potete invece usare lo SNAT + semplice.

+ +
+
Altri esempi::
+ +
+

## Change source addresses to + 1.2.3.4. # iptables -t nat -A POSTROUTING -o eth0 -j + SNAT --to 1.2.3.4

+ +

## Change source addresses to 1.2.3.4, 1.2.3.5 or + 1.2.3.6 # iptables -t nat -A POSTROUTING -o eth0 -j + SNAT --to 1.2.3.4-1.2.3.6

+ +

## Change source addresses to + 1.2.3.4, ports 1-1023 # iptables -t nat -A + POSTROUTING -p tcp -o eth0 -j SNAT --to + 1.2.3.4:1-1023

+
+
+
+ +

/etc/apt/apt.conf

+ "#id126">10.10.3   Brute force -

Questo file contiene le opzioni di apt, come ad - esempio il proxy:

+

Per limitare attacchi di tipo brute force su SSH:

-Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128"
+iptables -A INPUT -i ppp0 -p tcp -m tcp --dport 22 -m state --state NEW -m recent --update --seconds 3000 --hitcount 4 --name DEFAULT --rsource -j DROP
+
+iptables -A INPUT -i ppp0 -p tcp -m tcp --dport 22 -m state --state NEW -m recent --set --name DEFAULT --rsource
 
-
-

Servizi

-
+
+

11   FTP Server

+ +

Il File Transfer Protocol (FTP) (protocollo di + trasferimento file), è un Protocollo per la trasmissione di + dati tra host basato su TCP, in genere usato dagli autori di + pagine web per pubblicare queste nei propio spazi + web. Storicamente veniva anche usato, mediate l'utilizzo di + utenze anonime, come punto di scambio per materiali di vari + utenti tra loro sconosciuti (una directory dei materiali + scaricabili e una dedicata agli uploads degli + utenti, poi riordinati dall'ftpmaster). Tuttora si + mantiene la cosuetudine di renedere disponibile i materiali + dei mirrors anche tramite FTP, probabilmente per + garantire l'accesso ai client piu' datati che non possono + utilizzare tecnologie piu' recenti.

+ +

Il protocollo FTP e' in chiaro (cioe' non criptato), sia + per quanto riguarda il traffico ad esso associato che per il + passaggio delle passwords degli utenti, facilmente sniffabili + da chiunque abbia accesso alla rete. Naturalmente vsftp per + quanto votato alla sicurezza non modifica queste + caratteristiche del protocollo FTP (ma consente di usare + OpenSSL per la autenticazione degli utenti).

+ +

Se propio si deve mettere a disposizione un server FTP ai + propi utenti si considerino le seguenti alternative:

-
-

Squid

-
+
    +
  • Spingere gli utenti ad usare SFTP invece che FTP
  • -
    -

    Apache

    -
    +
  • Spingere gli utenti ad usare SSL per autenticarsi al + server FTP
  • -
    -

    DNSmasq

    -
    +
  • Nel caso di webdesigners si consideri la possibilita' + di offrire alternative come GIT, Subversion, Rsync o + Webdav
  • +
-
-

Samba

+

Nel caso non si possa evitare il server FTP:

-

Samba e' un progetto libero che fornisce servizi di - condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS.

+
    +
  • Non dare agli utenti FTP una shell di sistema ( + Concedere come shell ftp al + posto di bash in /etc/passwd)
  • -

    Samba e' liberamente disponibile, al contrario di altre - implementazioni SMB/CIFS, e permette di ottenere - interoperabilità tra Linux, Unix, Mac OS X e - Windows.

    +
  • Rendere il filesytem su cui scrive il demone FTP + noexec e nosuid + (vedi dopo)
  • -

    Samba e' un software che può girare su piattaforme che - non siano Microsoft Windows, per esempio, UNIX, Linux, IBM - System 390, OpenVMS e altri sistemi operativi. Samba utilizza - il protocollo TCP/IP utilizzando i servizi offerti sul server - ospite. Quando correttamente configurato, permette di - interagire con client o server Microsoft Windows come se - fosse un file e print server Microsoft agendo da Primary - Domain Controller (PDC) o come Backup Domain Controller, può - inoltre prendere parte ad un dominio Active Directory.

    +
  • Utilizzare un demone FTP come Vsftp: un server FTP con + una forte inclinazione alla sicurezza: Very Secure FTP + Daemon.
  • +
-

Pacchetti da installare per utilizzare Samba in modalita' - client [2]

-
-samba-client
-
+

Per maggiori informazioni sulle scelte di design legate + alla sicurezza del demone si veda: http://vsftpd.beasts.org/DESIGN

-

Pacchetti da installare per utilizzare Samba in modalita' - server:

-
-samba smbfs smbclient
-
+

Vsftp mette a disposizione le seguenti funzionalita':

- - - - - +
    +
  • Virtual IP configurations
  • -
- - - - - - -
[2]Anche se nato per le i sistemi Windows, Samba puo' - essere usato anche per montare cartelle sotto GNU/Linux - come alternativa a NFS. Per la condivisione di - stampanti sarebbe invece opportuno intervenire - direttamente su CUPS.
+
  • Virtual users
  • -

    Durante la prima installazione viene chiesto il nome del - gruppo di appartenenza, il default per Windows e' WORKGROUP. - In aula usiamo invece 208 .

    +
  • Standalone or inetd operation
  • -

    Se necessario per riconfigurare Samba si usi il - comando:

    -
    -dpkg-reconfigure samba-common
    -
    +
  • Powerful per-user configurability
  • -

    Quando si utilizza Samba bisogna tener conto di 3 livelli - di password (e generalmente volete usare sempre la stessa - password per ognuno di questi) e delle differenze tra le - modalita' di autenticazione (e quindi anche di criptaggio - delle passwords) usate da sistemi GNU/Linux e Windows:

    +
  • Bandwidth throttling
  • -
    -
    1 Sistema *Unix ( GNU/Linux )
    - -
    E' la password dell'utente di sistema che viene usata - sul sistema operativo su cui gira il software Samba. E' - importante tenere conto anche delle user-id e - group-id degli utenti che dovranno fisicamente - scrivere sui file system. Se un utente non puo' scrivere in - una certa posizione del file system (ad esempio nella - cartella /mnt/condivisione che sara' stata - necessariamente creata inizialmente dall'utente root) per - mancanza di privilegi allora neanche Samba potra' farlo nel - momento in mette a disposizione la risorsa all'utente. Se - si montano file-system dedicati per le condivisioni - controllare i permessi e propieta' dei punti di - mount*. Queste passwords sono salvate nel solito file - /etc/shadow (richiamato da /etc/passwd).
    - -
    2 Password per l'applicativo Samba
    - -
    Samba deve essere compatibile con Windows e quindi - utilizzare un sistema di criptazione delle password diverso - da /etc/shadow.a Le password per Samba possono essere - gestite ad esempio col comando smbpasswd - e vengono generalmente salvate all'interno di /var/lib/samba/passdb.tdb .
    +
  • Per-source-IP configurability
  • -
    3 Password per Windows.
    +
  • Per-source-IP limits
  • -
    Gli utenti Windows effettuano il log-in alla partenza - della sessione di Windows. Se si avra' l'accortezza di - usare sempre stessa password data precedentemente anche a - Windows (o viceversa impostare la password per GNU/Linux / - Samba uguale a quella di Windows) l'utente potra' accedere - automaticamente alle condivisioni a lui disponibili.
    -
    +
  • IPv6
  • -
    -

    Creazione - Utenti

    +
  • Encryption support through SSL integration
  • + -

    Creiamo per primo l'utente sotto GNU/Linux, facendo - attenzione a non dargli una shell di sistema. Gli - utenti Windows che accedono al server solo per le - condivisioni non hanno bisogno di poter eseguire comandi - sul server!

    +
    +

    11.1   Pacchetti

    -

    Creazione di un utente denominato sambo:

    -
    -adduser --shell /bin/false sambo
    -
    +

    Per installare il demone vero e propio si usi il + pacchetto vsftpd , mentre per aver un client da cui + fare qualche test sono dipsonibili:

    -

    Nel file /etc/passwd avremo qualcosa come:

    -
    -sambo:x:1001:1001:Sambo utente Samba!,,,:/home/sambo:/bin/false
    -
    +
      +
    • ftp (pacchetto da installare) e' il + solito client a riga di comando
    • -

      Aggiunta dell'utente al database delle password per - Samba e generazione della sua password:

      +
    • gftp e' un client grafico simile al + classico WSftp
    • -
      - smbpasswd -a sambo -
      +
    • Normalmente i file mananager com Konqueror possono + lavarorare come client FTP
    • +
    +
    -

    Se successivamente si vorra' modificare la password di - un utente gia' esistente si usi:

    +
    +

    11.2   Sessioni ftp

    -
    - smbpasswd sambo -
    +

    Vediamo alcuni dei comandi di base per gestire una + sessione ftp a riga di comando:

    -

    La password sotto Windows verra' modificata sul sistema - Windows.

    -
    +
    +
    ftp nome_host
    -
    -

    Creare la - condivisione

    +
    stabilire la connessione all'host, poi verra' chiesta + la password dell'utente. Se avete sbagliato utente: user + .
    -

    La condivisione altro non e' che una cartella sul server - che viene resa disponibile sui client negoziando l'accesso - in base all'autenticazione tramite user-name / password. Si - decida se fisicamente debba risiedere nella home di un - utente (nel caso quest'ultimo ne sia l'unico fruitore) o in - una cartella in /mnt/ nel caso piu' utenti accedano a - questa. Nel secondo caso si gestiscano gli accessi sotto - GNU/Linux tramite i gruppi.

    +
    help
    -

    Creazione della risorsa sambo_share nella home - dell'utente sambo:

    +
    Lista dei comandi disponibili.
    + +
    help [nome_comando]
    + +
    Cosa fa quel comando.
    + +
    put
    + +
    Per caricare un file.
    + +
    get
    + +
    Per scaricare un file.
    + +
    ls
    + +
    Lista dei file disponibili.
    + +
    cd
    + +
    Spostarsi in un altra directory.
    + +
    lcd
    + +
    Cambio directory in LOCALE.
    + +
    mput/mget
    + +
    Per lavorare su file multipli.
    + +
    prompt
    + +
    +
    +
    Per uscire dalla modalita' interattiva
    + +
    +
    +
    (non vi chiede conferma di ogni singola + operazione
    + +
    su ogni singolo file...).
    +
    +
    +
    +
    + +
    binary
    + +
    Entra in modalita' trasferimento binario.
    + +
    asii
    + +
    Entra in modalita' trasferimento ascii.
    + +
    bye
    + +
    Per chiudere la sessione.
    +
    +
    + +
    +

    11.3   Configurazione + iniziale

    + +

    Il demone di vsftpd e' immediatamente disponibile ma + solo in modalita' anonima (si pensi a uno scenario in cui + si vuole rendere disponibili dei files tramite FTP) e in + sola lettura. Per accedere al servizio si usi + quini come utente anonymous (la passwords in genere e' come + consuetudine il propio indirizzo email), la cui + home directory sara' /home/ftp/ + (/srv/ftp in Squeeze):

    -# mkdir /home/sambo/sambo_share
    -# chown sambo:sambo /home/sambo/sambo_share/
    +zoo:~# ftp localhost
    +Connected to localhost.localdomain.
    +220 (vsFTPd 2.0.7)
    +Name (localhost:root): anonymous
    +331 Please specify the password.
    +Password:
    +230 Login successful.
    +Remote system type is UNIX.
    +Using binary mode to transfer files.
    +ftp> ls
    +200 PORT command successful. Consider using PASV.
    +150 Here comes the directory listing.
    +-rw-r--r--    1 0        0               0 Feb 03 17:17 anoni
    +226 Directory send OK.
     
    +
    -

    Bisognerebbe notare i permessi di esecuzione del - file-system che ospita la cartella. Se i file che saranno - contenuti nella condivisione saranno da usarsi sotto - Windows non c'e' motivo che questi siano eseguibili sotto - GNU/Linux. Si potrebbe avere quindi, ipotizzando una - condivisione in /mnt/share che consista in un file system - dedicato:

    +
    +

    11.4   Abilitare gli utenti + locali

    -

    In /etc/fstab

    +

    Per poter modificare le impostazioni iniziali, ad + esempio per permettere l'accesso agli utenti del server, si + modifichera' il file /etc/vsftpd.conf, a seguire le + impostazioni fondamentali ed altre interessanti per rendere + il server accessibile da utenti di sistema (autenticati + tramite la loro password, quindi con PAM) per il tipico + utilizzo di web designers che debbano pubblicare le loro + pagine web (e non si siano fatti convincere a usare + SFTP!):

    -/dev/hda10       /mnt/share      ext3    rw,nosuid,noexec  0  3
    +# Allow anonymous FTP? (Beware - allowed by default if you comment this out).
    +anonymous_enable=NO
    +# Disabilitiamo l'utente anonimo
    +
    +# Uncomment this to allow local users to log in.
    +local_enable=YES
    +# Accesso garantito agli utenti di sistema
    +
    +# Uncomment this to enable any form of FTP write command.
    +write_enable=YES
    +# Permettiamo agli utenti di caricare documenti nella loro home
    +
    +# You may fully customise the login banner string:
    +ftpd_banner=Benvenuti al servizio ftp del sito example.com
     
    -

    Si noti anche l'uso di nosuid per evitare la - possibilita' di eseguire programmi con credenziali diverse - da quelle originali.

    +

    Per abilitare i cambiamenti si proceda a riavviare il + server: /etc/init.d/vsftpd restart e si monitorizzi il file di log + tail + -f /var/log/vsftpd.log per controllarne il + funzionamento (e anche /var/log/syslog nel caso non si riuscisse + a far partire correttamente il servizio.

    + +

    NOTE: Se non riuscite ad ottenere un directory + listing (ls) ottenendo un errore 500 + Illegal PORT command? + FTP error abilitare la modalita' passiva col + comando ftp passive.

    -
    -

    Configurazione - dell'applicativo Samba vero e proprio.

    - -

    Avendo preparato gli utenti (ancora una volta: non si - dia una shell completa a un utente che serve solo per Samba - o la posta elettronica) e la cartella sul file system si - puo' procedere a configurare la condivisione su Samba.

    +
    +

    11.5   Jail chroot

    -

    /etc/samba/smb.conf riga ~235 , Share Definitions (in - vim si usi 235gg ):

    +

    Si puo' impedire all'utente di spostarsi arbitrariamente + per il file system del servere visualizzare il contenuto + delle directory, ad esempio la cartella /etc, + confinandolo in una jail chroot limitata alla sua home + directory:

    -[sambo_share]
    -        # Percorso della cartella condivisa
    -        path = /home/sambo/sambo_share
    -        # Se gli utenti possono scrivere / modificare file
    -        writable = yes
    -        # Negoziazione degli accessi su base utenti / passwords
    -        valid users = sambo
    -        # Altri parametri opzionali di interesse
    -        # Se posso vedere la condivisione da esplora risorse
    -        # anche se non ho i privilegi per accedervi.
    -        browseable = yes
    -        # Commento indicativo della risorsa
    -        comment = Condivisione per Sambo
    +# You may restrict local users to their home directories.  See the FAQ for
    +# the possible risks in this before using chroot_local_user or
    +# chroot_list_enable below.
    +chroot_local_user=YES
     
    -

    Dopo aver salvato il file si puo' fare un primo - controllo tramite l'utility testparm , che controlla la - sintassi del file di configurazione di Samba. Se questo non - rileva problemi si puo' procedere a un /etc/samba# - /etc/init.d/samba restart .

    +

    Generalmente un utente di sistema con il solo accesso + FTP non dovrebbe avere la possibilita' di poter navigare + liberamente per il file system del server, esponendo file + di configurazione e quant'altro l'utente potrebbe trarre + utili informazioni sul quali software siano installati e di + che tipo:

    +
    +Remote system type is UNIX.
    +Using binary mode to transfer files.
    +ftp> pwd
    +257 "/"
    +ftp> cd /etc/
    +550 Failed to change directory.
    +
    -
    -

    Testare il - Servizio

    - -

    Come testare il servizio

    +
    +

    11.6   Permessi sul + filesystem

    + +

    Come accennato precedentemente e' opportuno che i + filesystems sui quali un utente puo' scrivere o modificare + il contenuto non abbiano i privilegi di eseguibilita' e + suid, nel nonstro caso vsftpd lavora sull'intera /home/ + directory quindi avremo in /etc/fstab:

    +
    +/dev/mapper/store-homes /home   ext3    rw,nosuid,noexec     0      2
    +
    +
    -

    es:

    +
    +

    11.7   Shell dell'utente

    + +

    Come gia' detto piu' volte le passwords degli utenti + viaaggiano in rete in chiaro, ponendo un grave problema di + sicurezza. Sara' quindi opportuno disbilitare la shell di + questi utenti, tramite il flag --shell + /bin/false in fase di + creazione degli utenti:

    -smbclient -U sambo -L localhost
    +# adduser --shell /bin/false nome_utente
     
    -

    Questo comando permette di esplorare la risorsa - qualificandosi come utente, in questo modo potete testare - il corretto funzionamento dell'autenticazione. Si provi - inizialmente a sbagliare la password deliberatamente, poi a - inserirla correttamente: dovrebbero essere visibili le - risorse disponibili al solo utente sambo: la suo /home e la - cartella samba_share:

    +

    Oppure correggiendo manualmente il file /etc/passwd per modificare l'inpostazione + della shell dell'utente:

    -Sharename       Type      Comment
    ----------       ----      -------
    -sambo_share     Disk      Condivisione per Sambo
    -print$          Disk      Printer Drivers
    -IPC$            IPC       IPC Service (base server)
    -sambo           Disk      Home Directories
    +nome_utente:x:1001:1001::/var/spool/postfix:/bin/bash
    +# la riga sopra deve essere trasformata in
    +nome_utente:x:1001:1001::/var/spool/postfix:/bin/false
     
    -

    In alternativa e' possibile montare realmente la - condivisone anche su GNU/Linux tramite un client per samba - e testare il corretto funzionamento:

    +

    Sui sistemi DEbian REcenti sara' necessario aggiungere + /bin/false all'elenco delle shell + valide.

    + +

    /etc/shells

    -mount -t smbfs //localhost/sambo_share /mnt/sambo_mount/ --verbose -o user=sambo
    +...
    +/bin/false
     
    -
    -
    -

    NOTE

    +
    +

    11.8   Altre opzioni

    -
      -
    • controllato fino alla riga 289
    • +
      +
      xferlog_enable=YES
      -
    • definizioni degli applicativi prese direttamente da - wikipedia
    • -
    +
    Verra' tenuto un file di log /var/log/vsftpd.log degli upload e + download sul server.
    -

    sintassi: in monospace :

    +
    hide_ids=YES
    -
      -
    • nomi di files
    • +
      Nasconde le userid e groupid mascherandole con + ftp .
      -
    • comandi
    • +
      anon_root=/home/ftp
      -
    • pacchetti
    • -
    +
    Home directory dell'utente anonimo.
    + +
    write_enable=YES
    + +
    Permette agli utenti di eseguire i comandi che + possono modificare il filesystem: STOR, DELE, RNFR, RNTO, + MKD, RMD, APPE e SITE .
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    idle_session_timeout=600
    + +
    Permette agli utenti di restare connessi piu' a + lungo, utile per i webdesigners che passano intere + giornate connessi al server.
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