1 ===============================
2 Servizi Di rete passo a passo
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5 Appunti sulla installazione e configurazione dei servizi
6 ----------------------------------------------------------
12 Questa guida e' dedicata agli studenti delle lezioni di informatica tenute da Andrea nel lab208. Nella parte iniziale sono presenti alcuni richiami alle impostazioni di rete e di installazione del laboratorio 208 (lab208) dove generalmente si tengono le lezioni. Questi parametri non sono interessanti per chiunque si trovasse al di fuori della rete piffa.net .
16 .. contents:: Indice degli argomenti
18 Generato con: http://docutils.sourceforge.net/rst.html
20 Configurazione sistema
21 =========================
23 ---------------------------
25 Impostazioni di base per la configurazione del sistema operativo e della rete nel laboratorio 208 facente parte della rete piffa.net .
27 Qui riportati per comodita' degli studenti (e del docente che non sara' **mai piu'** costretto a ripeterli! )
32 Parametri della rete attualmente in uso:
34 ============= ================
36 ------------------------------
39 broadcast 10.10.208.255
46 ============= ================
48 Sul portatile di Andrea, corrispondente all'ip 254, gira un DHCP, proxy http e mirror di Debian ( http://debian.piffa.net). Se Andrea non e' in aula (o ancora peggio non c'e' il suo portatile Net) gli studenti dovranno darsi un indirizzo ip manualmente e disabilitare il proxy (che pero' e trasparente, quindi fate pure come se non ci fosse ;) .
53 Il completamento automatico della shell (che si attiva premendo il tasto tab una o due volte mentre si sta scrivendo un termine) permette di comporre automaticamente i nomi dei comandi e i percorsi dei file, sopratutto la composizione automatica dei percorsi dei file e' di grande importanza.
55 Bash_completion permette di integrare il completamento automatico con i nomi dei pacchetti e oggetti dei comandi: ad es. volendo digitare ``apt-get inst[TAB] xtigh[TAB]`` ora verra' completatato automaticamente sia la parola ``install`` che il nome del pacchetto ``xtightvncviewer``.
57 Abilitare /etc/bash_completion nel file ``/etc/bash.bashrc`` oppure includerlo nel proprio ``~/.bashrc`` (che sarebbe il file *nascosto*, quindi con un punto all'inizio del nome del file, di configurazione della shell bash per ogni utente, presente nella propria *home directory*)::
59 echo ". /etc/bash_completion" >> ~/.bashrc
61 Esempio di ~/.bahsrc ::
63 # ~/.bashrc: executed by bash(1) for non-login shells.
68 # Decommentare le seguenti righr per abilitare la colorazione dei
70 export LS_OPTIONS='--color=auto'
72 alias ls='ls $LS_OPTIONS'
73 alias ll='ls $LS_OPTIONS -l'
74 alias l='ls $LS_OPTIONS -lA'
76 # Some more alias to avoid making mistakes:
81 # questo abilita bash completion
82 . /etc/bash_completion
84 Il file ``/etc/bash_completion`` deve essere presente nel sistema, in caso contrario installare il pacchetto: ``bash-completion``. Generalmente l'utente ``root`` ha un file ``.bashrc`` preimpostato analogo a quello citato sopra, a differenza dei normali utenti di sistema.
88 * `An introduction to bash completion <http://www.debian-administration.org/articles/316>`_
89 * `Working more productively with bash 2.x/3.x <http://www.caliban.org/bash/>`_
94 Vim e' l'editor di testo preferito dai sistemisti, quindi sara' conveniente impostare fin da subito alcune impostazioni per renderlo piu' comodo.
96 Assicurarsi che sia installata nel sistema la versione completa dell'editor ``vim`` nstallando il pacchetto vimi::
100 e modificare il file di configurazione generale ``/etc/vim/vimrc`` ::
102 " All system-wide defaults are set in $VIMRUNTIME/debian.vim (usually just
103 " /usr/share/vim/vimcurrent/debian.vim) and sourced by the call to :runtime
104 " you can find below. If you wish to change any of those settings, you should
105 " do it in this file (/etc/vim/vimrc), since debian.vim will be overwritten
106 " everytime an upgrade of the vim packages is performed. It is recommended to
107 " make changes after sourcing debian.vim since it alters the value of the
108 " 'compatible' option.
110 " This line should not be removed as it ensures that various options are
111 " properly set to work with the Vim-related packages available in Debian.
114 " Uncomment the next line to make Vim more Vi-compatible
115 " NOTE: debian.vim sets 'nocompatible'. Setting 'compatible' changes numerous
116 " options, so any other options should be set AFTER setting 'compatible'.
119 " Vim5 and later versions support syntax highlighting. Uncommenting the next
120 " line enables syntax highlighting by default.
123 " If using a dark background within the editing area and syntax highlighting
124 " turn on this option as well
127 " Uncomment the following to have Vim jump to the last position when
131 au BufReadPost * if line("'\"") > 0 && line("'\"") <= line("$")
132 \| exe "normal! g'\"" | endif
135 " Uncomment the following to have Vim load indentation rules and plugins
136 " according to the detected filetype.
138 filetype plugin indent on
141 " The following are commented out as they cause vim to behave a lot
142 " differently from regular Vi. They are highly recommended though.
143 set showcmd " Show (partial) command in status line.
144 "set showmatch " Show matching brackets.
145 set ignorecase " Do case insensitive matching
146 "set smartcase " Do smart case matching
147 "set incsearch " Incremental search
148 set autowrite " Automatically save before commands like :next and :make
149 "set hidden " Hide buffers when they are abandoned
150 "set mouse=a " Enable mouse usage (all modes) in terminals
152 " Source a global configuration file if available
153 " XXX Deprecated, please move your changes here in /etc/vim/vimrc
154 if filereadable("/etc/vim/vimrc.local")
155 source /etc/vim/vimrc.local
161 I Virtual Network Computing (o VNC) sono software di controllo remoto e servono per amministrare il proprio computer a distanza o visuallizare la sessione di lavoro di un altro computer sul proprio a scopo didattico. Installando un server VNC sulla propria macchina ed impostando una opportuna password si consente ai client VNC di ricevere una immagine dello schermo ed eventualmente di inviare input di tastiera e mouse al computer server (durante le lezioni questo non e' possibile per gli studenti, solo Andrea esegue i comandi). In pratica si può gestire il computer server da un'altra postazione, come se fosse il proprio computer fisico.
163 Scaricare il pacchetto ``xtightvncviewer`` e lo script ``guarda.sh`` in una posizione (collocazione nel *path* degli utenti, es ``echo $PATH`` per visualizzare l'attuale path ) comoda per gli utenti ( in genere ``/bin`` ), rndere eseguibile lo script.
169 wget http://debian.piffa.net/guarda.sh
173 Si noti che non e' possibile lanciare un applicativo sul server grafico di un utente da una shell in cui si sta lavorando come altro utente, anche se root. E' quindi necessario essere l'utente di sistema che si e' loggato inizialmente nella sessione grafica per poter lanciare lo script guarda.sh da una shell.
175 Controllare con ``whoami`` di essere l'utente normale (es ``utente | studente | proprio nome`` ), in caso si sia assunta una altra ``id`` si apra un altra shell o si esca da quella attuale con ``exit`` .
177 Lista dei pacchetti di base
178 -----------------------------
180 I pacchetti installati generalmente [#]_ per poter seguire le lezioni sono::
182 kde-core kdm kde-i18n-it xorg vim less xtightvncviewer
184 .. [#] ``kde-core`` e' piu' leggero del pacchetto ``kde``, esiste anche un equivalente ``gnome-core gnome`` e il log-in manager ``gdm`` per il l'ambiente grafico Gnome.
187 ---------------------
189 Vediamo i due file principali di apt:
191 * ``/etc/apt/sources.list``
193 * ``/etc/apt/apt.conf``
198 Questo file contiene i sorgenti da cui *apt* preleva i pacchetti da installare tramite *dpkg*, vengono quindi precisati i metodi (ad es. http / ftp / cdrom / file), la release che si vuole tracciare (es ``stable, testing, unstable`` oppure i corrispondenti release name es: ``Lenny, Squeeze, Sid``), i rami di interesse (es: ``main`` che e' l'archivio principale, ``non-free`` per il software non libero, ``contrib`` per i pacchetti non realizzati dai manutentori ufficiali).
200 Gli archivi sono generalmente:
202 * ``deb`` per pacchetti Debian binari
204 * ``deb-src`` per i pacchetti sorgenti (quindi da compilare, come il kernel) degli stessi pacchetti binari. In genere se non compilate spesso potete evitare di tracciare i sorgenti per risparmiare tempo e banda.
207 ``/etc/apt/sources.list`` ::
209 # esempio di accesso a un CDROM:
210 # cdrom:[Debian GNU/Linux 5.0.1 _Lenny_ - Official i386 kde-CD Binary-1 20090$
212 # Archivio principale debian via http su piffa.net,
213 # non funziona al difuori dell'aula dei corsi
214 deb http://debian.piffa.net/debian/ Lenny main
215 # deb http://debian.piffa.net/debian/ Lenny non-free contrib
217 # Mirror da kernel.org da usare a casa:
218 deb http://mirrors.eu.kernel.org/debian/ Lenny main
220 # Security dal sito principale
221 deb http://security.debian.org/ Lenny/updates main
222 deb-src http://security.debian.org/ Lenny/updates main
224 # Debian volatile per le cose soggette a cambiamenti non legati
225 # a dinamiche di sicurezza
226 deb http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main
227 deb-src http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main
229 # Esempio di accesso a un filesystem locale contenente i pacchetti:
230 # deb file:/mnt/mirror Sid main non-free contrib
236 Questo file contiene le opzioni di apt, come ad esempio il proxy::
238 Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128"
240 Si tenga conto che se si imposta un proxy per apt sul proprio portatile e tornati a casa propria si vuole scaricare nuovi pacchetti si dovra' disabilitare il proxy.
249 Pacchetti da installare::
253 Con la release 2.0 di Apache viene automaticamente resa disponibile anche la versione SSL (Secure Socket Layer, cpnnessioni criptate ) del web server.
256 Configurazione di Apache
257 ----------------------------
259 I file di configurazione di apache si trovano nella cartella: ``/etc/apache2`` e sono strutturati come descritto nel file ``/usr/share/doc/apache2/README.Debian.gz`` . Sostanzialmente lo schema e' il seguente:
262 File di configurazione principale del servizio
263 httpd.conf e' il vecchio file di configurazione di Apache1, presente per motivi di retrocompatibilita' e' generalemente vuoto.
266 In questo file vengono specificate le porte sulle quali resta in ascolto il server web. Si noti che utilizzando dei virtual hosts generalmente viene specificata per questi la porta su cui ascoltare nel file di configurazione del virtual host, ad es: ``<VirtualHost *:80>``
269 In questa cartella vengono raccolti i file di configurazione dei virtual host disponibili.
272 In questa cartella sono contenuti dei link simbolici ai files in ../sites-available : se il link e' presente in questa cartella il virtual host e' abilitato.
275 Stesso metodo per i moduli: in questa cartella ci sono i moduli veri e propri che verranno poi abilitati grazie all'esistenza di link simbolici nella cartella mods-enabled .
278 Moduli abilitati, effettivamente caricati.
283 File di configurazione del servizio Apache, contiene le impostazioni generiche (ad esempio utilizzo della RAM e risorse di sistema) dell'intero servizio. Nella configurazione di default per Debian non viene definito un vero e proprio sito di default ma solo dei virtual hosts.
285 Guardiamo alcune direttive interessanti:
288 Numero di secondi da aspettare prima di chiudere la connessione con il client. Questo parametro serve a liberare le risorse di sistema nel caso che un client, magar a causa di una connessione particolarmente lenta o instabili, tenga attivo indefinitivamente un processo di apache.
291 L'estensione keep-alive (http 1.0) congiuntamente alle connessioni persistenti (http 1.1) permettono al server di rispondere a piu' richieste dei client mediante la stessa connessione. Il protocoll http per sua natura e' connectio-less e senza stato, quindi ogni risorsa richiesta (per pagine web si pensi ad esempio alle immagini) dal client necessita di una connessione autonoma. Keep-alive permette di ottimizzare la connessione anche fino al 50% a seconda delle situazioni e contenuti.
293 Server-Pool Size Regulation
294 Questi parametri (StartServers, MinSpareServers, ecc. Tutti spiegati nel manuale di apache) servono per attribuire le risorse di sistema disponibili al server Apache. Tenere questi parametri bassi serve a limitare il rischio di Denial of Service per il server, nel caso offra altri servizi. I settagi di default sono come sempre abbastanza conservativi, se si conta di usare il proprio Apache per servire un sito web con molti visitatori sara' necessario aumentare sensibilmente le impostazioni di base.
297 Il nome del file che viene onorato per modificare le impostazioni per una singola directory, legato alla direttiva AllowOverride .
300 ---------------------
302 Pacchetti da installare: ``php5 php-pear``
307 Creare nella cartella ``/var/www`` (o altra cartella visibile) un file con estensione \*.php (es ``/var/ww/info.php`` contenete codice php eseguibile dall'interprete, ad es::
311 Questa funzione di php generera' la tipica pagina con le impostazioni attuali per php, se richiamando la pagina (es: ``http://localhost/info.php`` ) verra generata la pagina e resa disponibile tramite apache agli utenti allora l'integrazione tra PHP e Apache sara' corretta. In caso contrario se il client http proporra di scaricare la pagina invece che visualizzarla nel browser: non funziona l'interprete di php o sono mal configurati i MIME-type.
314 Installazione del supporto per Mysql
315 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
317 Installare i pacchetti::
319 php5-mysql phpmyadmin
321 Controllare tramite la pagina php.info che sia abilitato il supporto per Mysql (ripartito Apache, ricaricare la pagina e cercare con CTRL+f ``mysql``).
324 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
326 L'interfaccia web Phpmyadmin non richede necessariamente la presenza di un database Mysql locale, puo' infatti essere utilizzata per gestire databases remoti (il suo file di configurazione: ``/etc/phpmyadmin/config.inc.php`` ). Nel caso si voglia installare localmente Mysql si utilizzi il pacchetto ``mysql-server`` .
328 Phpmyadmin dovrebbe essere disponibile all'URL: ``http://localhost/phpmyadmin/``, se cosi non fosse controllare che sia incluso il file ``/etc/phpmyadmin/apache.conf`` in ``/etc/apache2/conf.d/`` .
333 Installazione del supporto per Postgresql
334 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
336 Installare i pacchetti::
338 php5-pgsql phppgadmin
340 Controllare tramite la pagina php.info che sia abilitato il supporto per PostgreSQL (ripartito Apache, ricaricare la pagina e cercare con CTRL+f ``pgsql``).
345 * http://www.apacheweek.com/features/vhost
347 * http://www.onlamp.com/pub/a/apache/2004/01/08/apacheckbk.html
349 I virtual host permettono di avere piu' siti internet disponibile tramite lo stesso server web, eventualmente mappati su un solo indirizzo ip. Sono generalemente di due tipi:
351 * Basati su indirizzi ip diversi.
352 Se si ha la possibilita' di avere piu' indirizzi ip dedicati per i diversi siti che si vuole servire. ES: <VirtualHost 192.168.0.2:80> . Soluzione dispendiosa, si tende ad usarla solo se servono certificati di sicurezza (SSL ) dedicati per ogni sito.
354 * Basati su nomi di dominio diversi che puntano allo stesso ip.
355 Soluzione piu' economica e diffusa che si basa sulle funzionalita' di http 1.1 .
357 Prenderemo in esame la gestione di virtual hosts basati su nomi di dominio.
362 Prima di tutto per poter impostare i virtual hosts dovete avere un server DNS che risolva i vostri nomi di dominio sull'indirizzo ip del server. Questo si puo' ottenere in vari modi, ad es:
365 Impostare i campi A nelle proprie zone gestite dal server dns Bind. Ad es: ``papo A 212.22.136.248``
367 * Servizio DNS dinamico on line.
368 Utilizzare un servizio come ad es: https://www.dyndns.com/ per mappare nomi di dominio sul proprio indirizzo ip, comodo ad esempio se si dispone di un indirzzo ip pubblico (anche se dinamico) per la propria connessione ad internet.
371 Utilizzabile a livello locale per fare dei test, utilizzando direttive come: ``address=/davide.piffa.net/10.10.208.178``
374 Per prove *strettamente a livello locale* potete impostare i nomi dei vostri virtual server nel file /etc/hosts .
377 Testare con dig (disponibile nel pacchetto ``dnsutils`` ) il nome di dominio che si vuole utilizzare::
381 ; <<>> DiG 9.5.1-P1 <<>> 177.piffa.net
382 ;; global options: printcmd
384 ;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 38036
385 ;; flags: qr aa rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 1, AUTHORITY: 0, ADDITIONAL: 0
391 177.piffa.net. 0 IN A 10.10.208.177
393 ;; Query time: 12 msec
394 ;; SERVER: 10.10.208.254#53(10.10.208.254)
395 ;; WHEN: Wed May 6 12:27:08 2009
398 La parte interessante e' ``177.piffa.net. 0 IN A 10.10.208.177`` . Il nome di dominio 177.piffa.net viene risolto sull'ip 10.10.208.177 , nel nostro Apache (che risponde all'ip 10.10.208.177 ) dovra' essere disponibile un virtual host che corrisponde al nome ``177.piffa.net`` .
403 Esempio di Virtual host
406 ------------------------
408 link: http://www.apacheweek.com/features/userauth
416 * Proxy: nei settaggi del browser specificare di non utilizzare un server proxy http per il sito web locale (o per gli altri che si stanno monitorando). Se si ha il controllo del proxy server: stopparlo, ricaricare la pagina (operazione che fallira'), far ripartire il proxy, ricaricare la pagina.
418 * Provare con un altro browser, o cercare di svuotare la cache chiudere/riaprire l'applicativo. Provare a fermare Apache, ricaricare la pagina (operazione che fallira'), far ripartire il Apache, ricaricare la pagina.
423 Informazioni di base sul servizio DNS.
424 ------------------------------------------
426 Domain Name System (spesso indicato con DNS) è un servizio utilizzato per la risoluzione di nomi di host in indirizzi IP e viceversa. Il servizio è realizzato tramite un database distribuito, costituito dai server DNS.
428 Il nome DNS denota anche il protocollo che regola il funzionamento del servizio, i programmi che lo implementano, i server su cui questi girano, l'insieme di questi server che cooperano per fornire il servizio.
430 I nomi DNS, o "nomi di dominio", sono una delle caratteristiche piĂą visibili di Internet.
432 C'è confusione in merito alla definizione dell'acronimo: la S spesso viene interpretata come service, ma la definizione corretta è system.
434 L'operazione di convertire un nome in un indirizzo è detta risoluzione DNS, convertire un indirizzo IP in nome è detto risoluzione inversa.
439 Un nome a dominio è costituito da una serie di stringhe separate da punti, ad esempio it.wikipedia.org. A differenza degli indirizzi IP, dove la parte più importante del numero è la prima partendo da sinistra, in un nome DNS la parte più importante è la prima partendo da destra. Questa è detta dominio di primo livello (o TLD, Top Level Domain), per esempio .org o .it.
441 Un dominio di secondo livello consiste in due parti, per esempio wikipedia.org, e così via. Ogni ulteriore elemento specifica un'ulteriore suddivisione. Quando un dominio di secondo livello viene registrato all'assegnatario, questo è autorizzato a usare i nomi di dominio relativi ai successivi livelli come it.wikipedia.org (dominio di terzo livello) e altri come some.other.stuff.wikipedia.org (dominio di quinto livello) e così via.
445 -----------------------
447 Ad un nome DNS possono corrispondere diversi tipi di informazioni. Per questo motivo, esistono diversi tipi di record DNS. Ogni voce del database DNS deve essere caratterizzata da un tipo. I principali tipi sono:
449 * Record A - Indica la corrispondenza tra un nome ed uno (o piĂą) indirizzi IP (per la precisione indirizzi IPv4, ovvero la versione attualmente in uso).
450 * Record MX - (Mail eXchange) indica a quali server debba essere inviata la posta elettronica per un certo dominio.
451 * Record CNAME - Sono usati per creare un alias, ovvero per fare in modo che lo stesso calcolatore sia noto con piĂą nomi. Uno degli utilizzi di questo tipo di record consiste nell'attribuire ad un host che offre piĂą servizi un nome per ciascun servizio. In questo modo, i servizi possono poi essere spostati su altri host senza dover riconfigurare i client, ma modificando solo il DNS.
452 * Record PTR - Il DNS viene utilizzato anche per realizzare la risoluzione inversa, ovvero per far corrispondere ad un indirizzo IP il corrispondente nome a dominio. Per questo si usano i record di tipo "PTR" (e una apposita zona dello spazio dei nomi in-addr.arpa).
453 * Record AAAA - Restituisce un indirizzo IPv6.
454 * Record SRV - Identificano il server per un determinato servizio all'interno di un dominio. Possono essere considerati una generalizzazione dei record MX.
455 * Record TXT - Associano campi di testo arbitrari ad un dominio. Questi campi possono contenere una descrizione informativa oppure essere utilizzati per realizzare servizi.
457 Vi sono anche tipi di record "di servizio", necessari al funzionamento del database distribuito:
458 * Record NS - Utilizzato per indicare quali siano i server DNS autoritativi per un certo dominio, ovvero per delegarne la gestione.
459 * Record SOA - (Start of Authority) usato per la gestione delle zone DNS.
464 I computer vengono identificati in rete grazie agli indirizzi *IP*, questi pero' non sono comodi per gli utenti come riferimento per i vari server. Ad esempio sarebbe scomodoriferirsi al motore di ricerca Goggle con uno dei suoi IP: ``74.125.43.104``, e' preferibile usare il nome di dominio *www.google.com*::
466 ping -c 1 www.google.com
467 PING www.l.google.com (74.125.43.104) 56(84) bytes of data.
469 Risoluzione dei nomi di dominio
470 ----------------------------------
472 Ci sono vari strumenti per interrogare i server DNS e ottenere l'indirizzo IP associato al nome di dominio che ci interessa::
475 www.piffa.net is an alias for piffa.net.
476 piffa.net has address 65.98.21.97
477 piffa.net mail is handled by 10 65.98.21.97
480 $ nslookup www.piffa.net
482 Address: 192.168.0.10#53
484 Non-authoritative answer:
485 www.piffa.net canonical name = piffa.net.
492 ; <<>> DiG 9.6.0-P1 <<>> www.piffa.net
493 ;; global options: +cmd
495 ;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 47751
496 ;; flags: qr rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 2, AUTHORITY: 4, ADDITIONAL: 4
502 www.piffa.net. 3489 IN CNAME piffa.net.
503 piffa.net. 3489 IN A 65.98.21.97
505 ;; AUTHORITY SECTION:
506 piffa.net. 86289 IN NS ns2.mydomain.com.
507 piffa.net. 86289 IN NS ns1.mydomain.com.
508 piffa.net. 86289 IN NS ns4.mydomain.com.
509 piffa.net. 86289 IN NS ns3.mydomain.com.
511 ;; ADDITIONAL SECTION:
512 ns1.mydomain.com. 96208 IN A 64.94.117.193
513 ns2.mydomain.com. 96208 IN A 64.94.31.67
514 ns3.mydomain.com. 96208 IN A 66.150.161.137
515 ns4.mydomain.com. 96208 IN A 63.251.83.74
517 ;; Query time: 1 msec
518 ;; SERVER: 192.168.0.10#53(192.168.0.10)
519 ;; WHEN: Sun May 10 21:23:11 2009
520 ;; MSG SIZE rcvd: 209
522 Lo strumento piu' esaustivo e' ``dig``, installabile con il pacchetto ``dnsutils`` .
527 Vediamo alcune opzioni utili nell'utilizzo di ``dig`` per l'inerrogazione dei DNS Server::
532 ; <<>> DiG 9.6.0-P1 <<>> www.google.it
533 ;; global options: +cmd
535 ;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 18816
536 ;; flags: qr rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 6, AUTHORITY: 7, ADDITIONAL: 0
542 www.google.it. 250683 IN CNAME www.google.com.
543 www.google.com. 334819 IN CNAME www.l.google.com.
544 www.l.google.com. 186 IN A 74.125.43.103
545 www.l.google.com. 186 IN A 74.125.43.104
546 www.l.google.com. 186 IN A 74.125.43.147
547 www.l.google.com. 186 IN A 74.125.43.99
549 ;; AUTHORITY SECTION:
550 l.google.com. 80856 IN NS f.l.google.com.
551 l.google.com. 80856 IN NS d.l.google.com.
552 l.google.com. 80856 IN NS b.l.google.com.
553 l.google.com. 80856 IN NS c.l.google.com.
554 l.google.com. 80856 IN NS a.l.google.com.
555 l.google.com. 80856 IN NS e.l.google.com.
556 l.google.com. 80856 IN NS g.l.google.com.
558 ;; Query time: 1 msec
559 ;; SERVER: 192.168.0.10#53(192.168.0.10)
560 ;; WHEN: Sun May 10 21:34:47 2009
561 ;; MSG SIZE rcvd: 255
564 (semza opzioni o oggetti) Fornisce l'elenco dei *root servers* utilizzati. I root server sono i server che mantengono le informazioni sui domini di primo livello (TLD) e sono quindi il punto di partenza per scorrere nella directory dei DNS per recuperare le informazioni (tipicamente un campo ``A`` per un indirizzo IP) che ci servono per raggiungere un certo servizio.
571 . 192032 IN NS C.ROOT-SERVERS.NET.
572 . 192032 IN NS E.ROOT-SERVERS.NET.
573 . 192032 IN NS B.ROOT-SERVERS.NET.
574 . 192032 IN NS L.ROOT-SERVERS.NET.
575 . 192032 IN NS A.ROOT-SERVERS.NET.
576 . 192032 IN NS F.ROOT-SERVERS.NET.
577 . 192032 IN NS H.ROOT-SERVERS.NET.
578 . 192032 IN NS G.ROOT-SERVERS.NET.
579 . 192032 IN NS K.ROOT-SERVERS.NET.
580 . 192032 IN NS M.ROOT-SERVERS.NET.
581 . 192032 IN NS I.ROOT-SERVERS.NET.
582 . 192032 IN NS J.ROOT-SERVERS.NET.
583 . 192032 IN NS D.ROOT-SERVERS.NET.
592 Dnsmasq puo' svolgere le funzioni di un DNS cache / forwarder e un server DHCP caratterizzato dalla facilita' di configurazione, dalla leggerezza e dalla possibilita' di modificare rapidamente i record DNS serviti alla rete. Puo' essere anche utilizzato come `server per il boot da rete <http://www.debian-administration.org/articles/478>_` .
594 Dnsmasq e' un interessante alternativa all'uso del server DNS Bind in modalita' cache-only (non autoritativo) accompagnato dal server DHCPD. I vantaggi sono:
596 - Leggerezza: puo' essere fatto girare su una macchina relativamente debole in caso di bisogno.
597 - Rapidita' di configurazione (in particolare per servire dei record A / MX alla rete, modificando al volo i valori originali ospitati sul server DNS Publico).
598 - Ben integrato con connssioni PPP (utile se dovete rendere disponibile rapidamente una connessione a internet a una rete in difficolta').
600 Tutto cio' rende Dnsmasq una soluzione valida in particolare quando si deve intervenire in una rete pre-esistente in cui il server principale e' in crisi: si potra' utilizzare Dnsmasq anche su una macchina piu' debole e *mascherare* i servizi al momento non disponibili.
601 Molto utile per scopi didattici, sopratutto per testare server SMTP impostando al volo i campi MX per nomi di dominio fittizi.
606 Samba e' un progetto libero che fornisce servizi di condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS.
608 Samba e' liberamente disponibile, al contrario di altre implementazioni SMB/CIFS, e permette di ottenere interoperabilita' tra Linux, Unix, Mac OS X e Windows.
610 Samba e' un software che puo girare su piattaforme che non siano Microsoft Windows, per esempio, UNIX, Linux, IBM System 390, OpenVMS e altri sistemi operativi. Samba utilizza il protocollo TCP/IP utilizzando i servizi offerti sul server ospite. Quando correttamente configurato, permette di interagire con client o server Microsoft Windows come se fosse un file e print server Microsoft agendo da Primary Domain Controller (PDC) o come Backup Domain Controller, puo' inoltre prendere parte ad un dominio Active Directory.
615 Pacchetti da installare per utilizzare Samba in modalita' client [#]_ ::
619 Pacchetti da installare per utilizzare Samba in modalita' server::
621 samba smbfs smbclient
623 .. [#] Anche se nato per i sistemi Windows, Samba puo' essere usato anche per montare cartelle sotto GNU/Linux come alternativa a NFS. Per la condivisione di stampanti sarebbe invece opportuno intervenire direttamente su ``CUPS``.
625 Durante la prima installazione viene chiesto il nome del gruppo di appartenenza, il default per Windows e' ``WORKGROUP``. In aula usiamo invece ``208`` .
627 Per riconfigurare Samba si usi il comando::
629 dpkg-reconfigure samba-common
631 Passwords e autenticazione
632 ---------------------------
634 Per poter configurare Samba in modo che usi un sistema di negoziazione degli accessi alle cartelle condivise basato su accoppiate *nome utente / password* bisogna distinguere tra 3 livelli di password (e generalmente volete usare *sempre la stessa password* per ognuno di questi) e delle differenze tra le modalita' di *autenticazione* (e quindi anche di criptaggio delle passwords) usate da sistemi GNU/Linux e Windows:
636 1 Sistema \*Unix ( GNU/Linux )
637 E' la password dell'*utente di sistema* che viene usata sul sistema operativo su cui gira il software Samba. E' importante tenere conto anche delle *user-id* e *group-id* degli utenti che dovranno fisicamente scrivere sui file system. Se un utente non puo' scrivere in una certa posizione del file system (ad esempio nella cartella ``/mnt/condivisione`` che sara' stata necessariamente creata inizialmente dall'utente ``root``) per mancanza dei privilegi di scrittura allora neanche Samba potra' farlo nel momento in mette a disposizione la risorsa all'utente. Se si montano file-system dedicati per le condivisioni controllare i permessi e propieta' dei *punti di mount**.
638 Queste passwords sono salvate nel solito file /etc/shadow (richiamato da /etc/passwd).
640 2 Password per l'applicativo Samba
641 Samba deve essere compatibile con Windows e quindi utilizzare un sistema di criptazione delle password diverso da /etc/shadow . Le password per Samba possono essere gestite ad esempio col comando ``smbpasswd`` e vengono generalmente salvate all'interno di ``/var/lib/samba/passdb.tdb`` .
643 3 Password per Windows.
644 Gli utenti Windows effettuano il log-in alla partenza della sessione di Windows. Se si avra' l'accortezza di usare sempre la *stessa password* data precedentemente anche a Windows (o viceversa impostare la password per GNU/Linux / Samba uguale a quella di Windows) l'utente potra' accedere automaticamente alle condivisioni a lui disponibili.
650 Creiamo per primo l'utente sotto GNU/Linux, facendo attenzione a *non dargli una shell di sistema*. Gli utenti Windows che accedono al server solo per le condivisioni non hanno bisogno di poter eseguire comandi sul server!
652 Creazione di un utente denominato sambo::
654 adduser --shell /bin/false sambo
656 Nel file ``/etc/passwd`` avremo qualcosa come::
658 sambo:x:1001:1001:Sambo utente Samba,,,:/home/sambo:/bin/false
661 Aggiunta dell'utente al database delle password per Samba e generazione della sua password::
665 Se successivamente si vorra' modificare la password di un utente gia' esistente si usi::
670 La password sotto Windows verra' modificata sul sistema Windows.
672 Creare la condivisione
673 ------------------------
675 La condivisione altro non e' che una cartella sul server che viene resa disponibile ai client negoziando l'accesso in base a una autenticazione basata su *user-name / password*. E' per altro possibile permettere l'accesso a una risorsa a chiunque indiscriminatamente (a tutti i ``guest``) ma la cosa e' sconsigliabile dal punto di vista della sicurezza. Si decida se la cartella condivisa debba risiedere nella *home* di un utente (nel caso quest'ultimo ne sia l'unico fruitore) o in una cartella in /mnt/ (nel caso piu' utenti accedano a questa). Nel secondo caso si potranno gestire gli accessi sotto GNU/Linux tramite i gruppi.
677 Creazione della risorsa sambo_share nella home dell'utente sambo::
679 # mkdir /home/sambo/sambo_share
680 # chown sambo:sambo /home/sambo/sambo_share/
682 Sicurezza: permessi di esecuzione sul server
683 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
685 Bisognerebbe notare sul server i permessi di esecuzione del file-system che ospita la cartella da condividere. Se i file che saranno contenuti nella condivisione saranno da usarsi sotto Windows non c'e' motivo che questi siano eseguibili sotto GNU/Linux.
686 Si potrebbe avere quindi, ipotizzando una condivisione in ``/mnt/share`` che risieda su di un file system dedicato:
690 /dev/hda10 /mnt/share ext3 rw, **nosuid,noexec** 0 3
692 Si noti anche l'uso di *nosuid* per evitare la possibilita' di eseguire programmi con credenziali diverse.
694 Configurazione dell'applicativo Samba vero e proprio.
695 ------------------------------------------------------
697 Avendo preparato gli utenti (ancora una volta: non si dia una shell completa a un utente che serve solo per Samba o la posta elettronica) e la cartella sul file system si puo' procedere a configurare la condivisione su Samba.
700 /etc/samba/smb.conf riga ~235 , Share Definitions (in vim si usi 235gg )::
703 # Percorso della cartella condivisa
704 path = /home/sambo/sambo_share
705 # Se gli utenti possono scrivere / modificare file
707 # Negoziazione degli accessi su base utenti / passwords
710 # #######################################
711 # Altri parametri opzionali di interesse
712 # Se posso vedere la condivisione da esplora risorse
713 # anche se non ho i privilegi per accedervi.
715 # Commento indicativo della risorsa
716 comment = Condivisione per Sambo
718 Dopo aver salvato il file si puo' fare un primo controllo tramite l'utility ``testparm`` , che controlla la sintassi del file di configurazione di Samba. Se questo non rileva problemi si puo' procedere a un ``# /etc/init.d/samba restart`` .
724 Come testare il servizio
728 smbclient -U sambo -L localhost
730 Questo comando permette di esplorare la risorsa qualificandosi come utente, in questo modo potete testare il corretto funzionamento dell'autenticazione. Si provi inizialmente a sbagliare la password deliberatamente, poi a inserirla correttamente: dovrebbero essere visibili le risorse disponibili al solo utente sambo: la suo /home e la cartella samba_share::
732 Sharename Type Comment
733 --------- ---- -------
734 sambo_share Disk Condivisione per Sambo
735 print$ Disk Printer Drivers
736 IPC$ IPC IPC Service (base server)
737 sambo Disk Home Directories
739 In particolare l'ultima voce relativa alla home directory dell'utente dovrebbe essere visibile solo agli utenti autenticati.
741 In alternativa e' possibile montare realmente la condivisone anche su GNU/Linux tramite un client per samba e testarne il corretto funzionamento::
743 mount -t smbfs //localhost/sambo_share /mnt/sambo_mount/ --verbose -o user=sambo
751 sintassi: in ``monospace`` :