1 ===============================
2 Servizi di rete passo a passo
3 ===============================
4 ----------------------------------------------------------
5 Appunti sulla installazione e configurazione dei servizi
6 ----------------------------------------------------------
12 Questa guida e' dedicata agli studenti delle lezioni di informatica tenute da Andrea nel lab208. Nella parte iniziale sono presenti alcuni richiami alle impostazioni di rete e di installazione del laboratorio 208 (lab208) dove generalmente si tengono le lezioni. Questi parametri non sono interessanti per chiunque si trovasse al di fuori della rete piffa.net .
16 .. contents:: Indice degli argomenti
18 Generato con: http://docutils.sourceforge.net/rst.html
20 Configurazione sistema
21 =========================
23 ---------------------------
25 Impostazioni di base per la configurazione del sistema operativo e della rete nel laboratorio 208 facente parte della rete piffa.net .
27 Qui riportati per comodita' degli studenti (e del docente che non sara' **mai piu'** costretto a ripeterli! )
32 Parametri della rete attualmente in uso:
34 ============= ================
36 ------------------------------
39 broadcast 10.10.208.255
46 ============= ================
48 Sul portatile di Andrea, corrispondente all'ip 254, gira un DHCP, proxy http e mirror di Debian ( http://debian.piffa.net). Se Andrea non e' in aula (o ancora peggio non c'e' il suo portatile Net) gli studenti dovranno darsi un indirizzo ip manualmente e disabilitare il proxy (che pero' e trasparente, quindi fate pure come se non ci fosse ;) .
53 Il completamento automatico della shell (che si attiva premendo il tasto tab una o due volte mentre si sta scrivendo un termine) permette di comporre automaticamente i nomi dei comandi e i percorsi dei file, sopratutto la composizione automatica dei percorsi dei file e' di grande importanza.
55 Bash_completion permette di integrare il completamento automatico con i nomi dei pacchetti e oggetti dei comandi: ad es. volendo digitare ``apt-get inst[TAB] xtigh[TAB]`` ora verra' completatato automaticamente sia la parola ``install`` che il nome del pacchetto ``xtightvncviewer``.
57 Abilitare /etc/bash_completion nel file ``/etc/bash.bashrc`` oppure includerlo nel proprio ``~/.bashrc`` (che sarebbe il file *nascosto*, quindi con un punto all'inizio del nome del file, di configurazione della shell bash per ogni utente, presente nella propria *home directory*)::
59 echo ". /etc/bash_completion" >> ~/.bashrc
61 Esempio di ~/.bahsrc ::
63 # ~/.bashrc: executed by bash(1) for non-login shells.
68 # Decommentare le seguenti righr per abilitare la colorazione dei
70 export LS_OPTIONS='--color=auto'
72 alias ls='ls $LS_OPTIONS'
73 alias ll='ls $LS_OPTIONS -l'
74 alias l='ls $LS_OPTIONS -lA'
76 # Some more alias to avoid making mistakes:
81 # questo abilita bash completion
82 . /etc/bash_completion
84 Il file ``/etc/bash_completion`` deve essere presente nel sistema, in caso contrario installare il pacchetto: ``bash-completion``. Generalmente l'utente ``root`` ha un file ``.bashrc`` preimpostato analogo a quello citato sopra, a differenza dei normali utenti di sistema.
88 * `An introduction to bash completion <http://www.debian-administration.org/articles/316>`_
89 * `Working more productively with bash 2.x/3.x <http://www.caliban.org/bash/>`_
94 Vim e' l'editor di testo preferito dai sistemisti, quindi sara' conveniente impostare fin da subito alcune impostazioni per renderlo piu' comodo.
96 Assicurarsi che sia installata nel sistema la versione completa dell'editor ``vim`` nstallando il pacchetto vimi::
100 e modificare il file di configurazione generale ``/etc/vim/vimrc`` ::
102 " All system-wide defaults are set in $VIMRUNTIME/debian.vim (usually just
103 " /usr/share/vim/vimcurrent/debian.vim) and sourced by the call to :runtime
104 " you can find below. If you wish to change any of those settings, you should
105 " do it in this file (/etc/vim/vimrc), since debian.vim will be overwritten
106 " everytime an upgrade of the vim packages is performed. It is recommended to
107 " make changes after sourcing debian.vim since it alters the value of the
108 " 'compatible' option.
110 " This line should not be removed as it ensures that various options are
111 " properly set to work with the Vim-related packages available in Debian.
114 " Uncomment the next line to make Vim more Vi-compatible
115 " NOTE: debian.vim sets 'nocompatible'. Setting 'compatible' changes numerous
116 " options, so any other options should be set AFTER setting 'compatible'.
119 " Vim5 and later versions support syntax highlighting. Uncommenting the next
120 " line enables syntax highlighting by default.
123 " If using a dark background within the editing area and syntax highlighting
124 " turn on this option as well
127 " Uncomment the following to have Vim jump to the last position when
131 au BufReadPost * if line("'\"") > 0 && line("'\"") <= line("$")
132 \| exe "normal! g'\"" | endif
135 " Uncomment the following to have Vim load indentation rules and plugins
136 " according to the detected filetype.
138 filetype plugin indent on
141 " The following are commented out as they cause vim to behave a lot
142 " differently from regular Vi. They are highly recommended though.
143 set showcmd " Show (partial) command in status line.
144 "set showmatch " Show matching brackets.
145 set ignorecase " Do case insensitive matching
146 "set smartcase " Do smart case matching
147 "set incsearch " Incremental search
148 set autowrite " Automatically save before commands like :next and :make
149 "set hidden " Hide buffers when they are abandoned
150 "set mouse=a " Enable mouse usage (all modes) in terminals
152 " Source a global configuration file if available
153 " XXX Deprecated, please move your changes here in /etc/vim/vimrc
154 if filereadable("/etc/vim/vimrc.local")
155 source /etc/vim/vimrc.local
161 I Virtual Network Computing (o VNC) sono software di controllo remoto e servono per amministrare il proprio computer a distanza o visuallizare la sessione di lavoro di un altro computer sul proprio a scopo didattico. Installando un server VNC sulla propria macchina ed impostando una opportuna password si consente ai client VNC di ricevere una immagine dello schermo ed eventualmente di inviare input di tastiera e mouse al computer server (durante le lezioni questo non e' possibile per gli studenti, solo Andrea esegue i comandi). In pratica si può gestire il computer server da un'altra postazione, come se fosse il proprio computer fisico.
163 Scaricare il pacchetto ``xtightvncviewer`` e lo script ``guarda.sh`` in una posizione (collocazione nel *path* degli utenti, es ``echo $PATH`` per visualizzare l'attuale path ) comoda per gli utenti ( in genere ``/bin`` ), rndere eseguibile lo script.
169 wget http://debian.piffa.net/guarda.sh
173 Si noti che non e' possibile lanciare un applicativo sul server grafico di un utente da una shell in cui si sta lavorando come altro utente, anche se root. E' quindi necessario essere l'utente di sistema che si e' loggato inizialmente nella sessione grafica per poter lanciare lo script guarda.sh da una shell.
175 Controllare con ``whoami`` di essere l'utente normale (es ``utente | studente | proprio nome`` ), in caso si sia assunta una altra ``id`` si apra un altra shell o si esca da quella attuale con ``exit`` .
177 Lista dei pacchetti di base
178 -----------------------------
180 I pacchetti installati generalmente [#]_ per poter seguire le lezioni sono::
182 kde-core kdm kde-i18n-it xorg vim less xtightvncviewer
184 .. [#] ``kde-core`` e' piu' leggero del pacchetto ``kde``, esiste anche un equivalente ``gnome-core gnome`` e il log-in manager ``gdm`` per il l'ambiente grafico Gnome.
187 ---------------------
189 Vediamo i due file principali di apt:
191 * ``/etc/apt/sources.list``
193 * ``/etc/apt/apt.conf``
198 Questo file contiene i sorgenti da cui *apt* preleva i pacchetti da installare tramite *dpkg*, vengono quindi precisati i metodi (ad es. http / ftp / cdrom / file), la release che si vuole tracciare (es ``stable, testing, unstable`` oppure i corrispondenti release name es: ``Lenny, Squeeze, Sid``), i rami di interesse (es: ``main`` che e' l'archivio principale, ``non-free`` per il software non libero, ``contrib`` per i pacchetti non realizzati dai manutentori ufficiali).
200 Gli archivi sono generalmente:
202 * ``deb`` per pacchetti Debian binari
204 * ``deb-src`` per i pacchetti sorgenti (quindi da compilare, come il kernel) degli stessi pacchetti binari. In genere se non compilate spesso potete evitare di tracciare i sorgenti per risparmiare tempo e banda.
207 ``/etc/apt/sources.list`` ::
209 # esempio di accesso a un CDROM:
210 # cdrom:[Debian GNU/Linux 5.0.1 _Lenny_ - Official i386 kde-CD Binary-1 20090$
212 # Archivio principale debian via http su piffa.net,
213 # non funziona al difuori dell'aula dei corsi
214 deb http://debian.piffa.net/debian/ Lenny main
215 # deb http://debian.piffa.net/debian/ Lenny non-free contrib
217 # Mirror da kernel.org da usare a casa:
218 deb http://mirrors.eu.kernel.org/debian/ Lenny main
220 # Security dal sito principale
221 deb http://security.debian.org/ Lenny/updates main
222 deb-src http://security.debian.org/ Lenny/updates main
224 # Debian volatile per le cose soggette a cambiamenti non legati
225 # a dinamiche di sicurezza
226 deb http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main
227 deb-src http://volatile.debian.org/debian-volatile Lenny/volatile main
229 # Esempio di accesso a un filesystem locale contenente i pacchetti:
230 # deb file:/mnt/mirror Sid main non-free contrib
236 Questo file contiene le opzioni di apt, come ad esempio il proxy::
238 Acquire::http::Proxy "http://10.10.208.254:3128";
240 Si tenga conto che se si imposta un proxy per apt sul proprio portatile e tornati a casa propria si vuole scaricare nuovi pacchetti si dovra' disabilitare il proxy.
246 Per installare Squid si usino i pacchetti::
251 Configurazione: squid.conf
252 -------------------------------
254 Segue un estratto del file di configurazione::
256 #TAG: cache_dir (1628)
259 # cache_dir Type Directory-Name Fs-specific-data [options]
261 # You can specify multiple cache_dir lines to spread the
262 # cache among different disk partitions.
265 # cache_dir ufs /var/spool/squid3 100 16 256
266 cache_dir aufs /var/spool/squid3 300 24 256
270 # directory primo livello
271 # secondo livello di directory
273 Se si modifica la struttura del filesytem della cache di Squid, ad esempio variando il numero delle directory, puo' essere (ed in genere lo e') opportuno rigenerare la struttura della cache di squid. Tipicamente e' opportuno cancellare la vecchia cache e poi generarne una nuova::
275 # /etc/init.d/squid3 stop
276 # rm -r /var/spool/squid3/??
278 # /etc/init.d/squid3 start
280 TAG: maximum_object_size
281 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
283 Questa direttiva imposta la dimensione massima degli oggetti che vengono slvati sul supporto di storaggio, oggetti di dimensioni superiori verranno scaricati ma non tenuti in cache.
285 TAG: maximum_object_size (1760)::
287 # TAG: maximum_object_size (1760)
288 # Objects larger than this size will NOT be saved on disk. The
289 # value is specified in kilobytes, and the default is 4MB. If
290 # you wish to get a high BYTES hit ratio, you should probably
291 # increase this (one 32 MB object hit counts for 3200 10KB
292 # hits). If you wish to increase speed more than your want to
293 # save bandwidth you should leave this low.
295 # NOTE: if using the LFUDA replacement policy you should increase
296 # this value to maximize the byte hit rate improvement of LFUDA!
297 # See replacement_policy below for a discussion of this policy.
300 # maximum_object_size 4096 KB
301 maximum_object_size 150 MB
304 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
306 *Cache_mem* imposta quanta memoria RAM utilizzare per la cache di Squid.
307 Questo dipendera' dalla RAM disponibile sul sistema, e da quanta di questa volete mettere a disposizione di Squid.
308 Questo paramentro influisce sulle prestazioni e sul degrado dei supporti di storaggio (sopratutto se magnetici).
310 TAG: cache_mem (1566)::
312 # 'cache_mem' specifies the ideal amount of memory to be used
314 # * In-Transit objects
316 # * Negative-Cached objects
322 TAG: minimum_object_size
323 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
325 Questo paramentro imposta la dimensione minima degli oggetti salvati nella cache. Settato a ``0`` o a valori molto piccoli puo' influire negativamente sulla deframmentazione del filesytem e consumare un numero elevato di *inode*.
327 TAG: minimum_object_size::
329 # TAG: minimum_object_size (bytes)
330 # Objects smaller than this size will NOT be saved on disk. The
331 # value is specified in kilobytes, and the default is 0 KB, which
332 # means there is no minimum.
335 # minimum_object_size 0 KB
336 minimum_object_size 0 KB
338 Negoziazione degli accesi al servizio
339 ---------------------------------------
341 Squid e' uno di quei servizi soggetto a problemi di tipo *open relay*, si deve quindi limitare la rete che puo' accedere al servizio.
344 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
345 Si proceda a creare una ``ACL`` di tipo ``src`` per identificare la lostra rete locale, poi si abiliti l'accesso a questa con la direttiva ``http_access``. Tutto quanto non e' espressamente autorizzato viene poi negato da un ``http_access deny all`` finale.
350 # Defining an Access List
352 # Every access list definition must begin with an aclname and acltype,
353 # followed by either type-specific arguments or a quoted filename that
354 # they are read from.
356 # ***** ACL TYPES AVAILABLE *****
358 # acl aclname src ip-address/netmask ... # clients IP address
361 # Example rule allowing access from your local networks.
362 # Adapt to list your (internal) IP networks from where browsing
364 #acl localnet src 10.0.0.0/8 # RFC1918 possible internal network
365 #acl localnet src 172.16.0.0/12 # RFC1918 possible internal network
366 #acl localnet src 192.168.0.0/16 # RFC1918 possible internal network
368 acl localnet src 10.10.208.0/24
371 # Allowing or Denying access based on defined access lists
373 # Access to the HTTP port:
374 # http_access allow|deny [!]aclname ...
376 # NOTE on default values:
378 # If there are no "access" lines present, the default is to deny
382 # INSERT YOUR OWN RULE(S) HERE TO ALLOW ACCESS FROM YOUR CLIENTS
384 # Example rule allowing access from your local networks.
385 # Adapt localnet in the ACL section to list your (internal) IP networks
386 # from where browsing should be allowed
387 #http_access allow localnet
388 http_access allow localnet
393 Configurato squid e' fondamentale testarne il corretto funzionamento per assicurarsi di non aver creato un *open-relay*. Per fare dei test significativi serve utilizzare degli host remoti: ci si connetta via ssh a questi per poi utilizzare ``wget`` da riga di comando.
399 Nel file ``.wgetrc`` (si noti il punto iniziale: e' un file nascosto) si puo' impostare il proxy per wget. Si utililizzi l'indirizzo ip del server che si vuole testare, e si seguano i log ``/var/log/squid3/access.log`` sul server.
401 Da notare che la prova va' fatta su una macchina della rete che si vuole testare, non da *localhost*. Per altro se si utilizzasse *direttamente* ``localhost`` non si testerebbe la *ACL* predisposta, dato che si si rientrerebbe nella ACL (pre-configurata di default) ``localhost``.
404 http_proxy=10.10.208.178:3128
406 Si proceda a scaricare dal client scelto con un wget::
408 wget http://www.google.it
410 Si puo' controllare il corretto funzionamento del server seguendo i log di accesso a Squid::
412 # tail -f /var/log/squid3/access.log
418 Apache HTTP Server, o piu' comunemente Apache, e' il nome dato alla piattaforma server Web modulare piu' diffusa (ma anche al gruppo di lavoro open source che ha creato, sviluppato e aggiornato il software server), in grado di operare da sistemi operativi UNIX-Linux e Microsoft.
420 Un server web e' un processo, e per estensione il computer su cui e' in esecuzione, che si occupa di fornire, su richiesta del browser, una pagina web (spesso scritta in HTML). Le informazioni inviate dal server web viaggiano in rete trasportate dal protocollo HTTP. L'insieme di server web dà vita al World Wide Web, uno dei servizi piu' utilizzati di Internet.
422 Pacchetti da installare::
423 ----------------------------
427 Con la release 2.0 di Apache viene automaticamente resa disponibile anche la versione SSL (Secure Socket Layer, cpnnessioni criptate ) del web server.
430 Configurazione di Apache
431 ----------------------------
433 I file di configurazione di apache si trovano nella cartella: ``/etc/apache2`` e sono strutturati come descritto nel file ``/usr/share/doc/apache2/README.Debian.gz`` . Sostanzialmente lo schema e' il seguente:
436 File di configurazione principale del servizio.
438 httpd.conf e' il vecchio file di configurazione di Apache1, presente per motivi di retrocompatibilita' e' generalemente vuoto.
441 In questo file vengono specificate le porte sulle quali resta in ascolto il server web. Si noti che utilizzando dei virtual hosts generalmente viene specificata per questi la porta su cui ascoltare nel file di configurazione del virtual host, ad es: ``<VirtualHost *:80>``
444 In questa cartella vengono raccolti i file di configurazione dei virtual host disponibili.
447 In questa cartella sono contenuti dei link simbolici ai files in ../sites-available : se il link e' presente in questa cartella il virtual host e' abilitato.
450 Stesso metodo per i moduli: in questa cartella ci sono i moduli veri e propri che verranno poi abilitati grazie all'esistenza di link simbolici nella cartella mods-enabled .
453 Moduli abilitati, effettivamente caricati.
458 File di configurazione del servizio Apache, contiene le impostazioni generiche (ad esempio utilizzo della RAM e risorse di sistema) dell'intero servizio. Nella configurazione di default per Debian non viene definito un vero e proprio sito di default ma solo dei virtual hosts.
460 Guardiamo alcune direttive interessanti:
463 Numero di secondi da aspettare prima di chiudere la connessione con il client. Questo parametro serve a liberare le risorse di sistema nel caso che un client, magar a causa di una connessione particolarmente lenta o instabili, tenga attivo indefinitivamente un processo di apache.
466 L'estensione keep-alive (http 1.0) congiuntamente alle connessioni persistenti (http 1.1) permettono al server di rispondere a piu' richieste dei client mediante la stessa connessione. Il protocoll http per sua natura e' senza stato (*statelessi* ), quindi ogni risorsa richiesta (per pagine web si pensi ad esempio alle immagini) dal client necessita di una connessione autonoma. Keep-alive permette di ottimizzare la connessione anche fino al 50% a seconda delle situazioni e contenuti.
468 Server-Pool Size Regulation
469 Questi parametri (StartServers, MinSpareServers, ecc. Tutti spiegati nel manuale di apache) servono per attribuire le risorse di sistema disponibili al server Apache. Tenere questi parametri bassi serve a limitare il rischio di Denial of Service per il server, nel caso offra altri servizi. I settagi di default sono come sempre abbastanza conservativi, se si conta di usare il proprio Apache per servire un sito web con molti visitatori sara' necessario aumentare sensibilmente le impostazioni di base.
472 Il nome del file che viene onorato per modificare le impostazioni per una singola directory, legato alla direttiva AllowOverride .
475 ---------------------
477 Pacchetti da installare: ``php5 php-pear``
482 Creare nella cartella ``/var/www`` (o altra cartella visibile) un file con estensione \*.php (es ``/var/ww/info.php`` contenete codice php eseguibile dall'interprete, ad es::
486 Questa funzione di php generera' la tipica pagina con le impostazioni attuali per PHP. Richiamando la pagina (es: ``http://localhost/info.php`` ) verra generata dall'interprete PHP la pagina HTML e resa disponibile tramite Apache ai utclient HTTP, a prova del correto funzionamento del modulo di PHP e della sua integrazione con il serv web Apache. In caso contrario se il client http proporra di scaricare la pagina invece che visualizzarla nel browser: non funziona l'interprete di php o sono mal configurati i MIME-type. prima di tutto assicurarsi di aver fatoo ripartire Apache.
488 Installazione del supporto per Mysql
489 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
491 Installare i pacchetti::
493 php5-mysql phpmyadmin
495 Controllare tramite la pagina php.info che sia abilitato il supporto per Mysql (ripartito Apache, ricaricare la pagina e cercare con CTRL+f ``mysql``).
498 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
500 L'interfaccia web Phpmyadmin non richede necessariamente la presenza di un database Mysql locale, puo' infatti essere utilizzata per gestire databases remoti (il suo file di configurazione: ``/etc/phpmyadmin/config.inc.php`` ). Nel caso si voglia installare localmente Mysql si utilizzi il pacchetto ``mysql-server`` .
502 Phpmyadmin dovrebbe essere disponibile all'URL: ``http://localhost/phpmyadmin/``, se cosi non fosse controllare che sia incluso il file ``/etc/phpmyadmin/apache.conf`` in ``/etc/apache2/conf.d/`` .
504 Installazione del supporto per Postgresql
505 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
507 Installare i pacchetti::
509 php5-pgsql phppgadmin
511 Controllare tramite la pagina php.info che sia abilitato il supporto per PostgreSQL (ripartito Apache, ricaricare la pagina e cercare con CTRL+f ``pgsql``).
515 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
517 L'interfaccia web Phppgadmin per il database server PostgreSQL non richede necessariamente la presenza di un database locale, puo' infatti essere utilizzata per gestire databases remoti (il suo file di configurazione: ``/etc/phppgadmin/config.inc.php`` ). Nel caso si voglia installare localmente Mysql si utilizzi il pacchetto ``postgresql`` .
519 Phpmyadmin dovrebbe essere disponibile all'URL: ``http://localhost/phppgadmin/``, se cosi non fosse controllare che sia incluso il file ``/etc/phppgadmin/apache.conf`` in ``/etc/apache2/conf.d/`` .
524 * http://www.apacheweek.com/features/vhost
526 * http://www.onlamp.com/pub/a/apache/2004/01/08/apacheckbk.html
528 I virtual host permettono di avere piu' siti internet disponibili tramite lo stesso server web, eventualmente mappati su un solo indirizzo ip. Sono generalemente di due tipi:
530 * Basati su *indirizzi ip*.
531 Se si ha la possibilita' di avere piu' indirizzi ip dedicati per i diversi siti che si vuole servire. ES: ``<VirtualHost 192.168.0.2:80>`` . Soluzione dispendiosa, si tende ad usarla solo se servono certificati di sicurezza (SSL ) dedicati per ogni sito.
533 * Basati su *nomi di dominio* che puntano allo stesso ip.
534 Soluzione piu' economica e diffusa che si basa sulle funzionalita' di http 1.1 .
536 Prenderemo in esame la gestione di virtual hosts basati su nomi di dominio.
541 Prima di tutto per poter impostare i virtual hosts dovete avere un server DNS che risolva i vostri nomi di dominio sull'indirizzo ip del server. Questo si puo' ottenere in vari modi, ad es:
544 Impostare i campi A nelle proprie zone gestite dal server dns Bind. Ad es: ``papo A 212.22.136.248``
546 *Servizio DNS dinamico on line*.
547 Utilizzare un servizio come ad es: https://www.dyndns.com/ per mappare nomi di dominio sul proprio indirizzo ip, comodo ad esempio se si dispone di un indirzzo ip pubblico (anche se dinamico) per la propria connessione ad internet.
549 *Dnsmasq* (DNS server)
550 Utilizzabile a livello locale per fare dei test, utilizzando direttive come: ``address=/davide.piffa.net/10.10.208.178``
553 Per prove *strettamente a livello locale* potete impostare i nomi dei vostri virtual server nel file /etc/hosts .
559 ; <<>> DiG 9.5.1-P1 <<>> 177.piffa.net
560 ;; global options: printcmd
562 ;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 38036
563 ;; flags: qr aa rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 1, AUTHORITY: 0, ADDITIONAL: 0
569 177.piffa.net. 0 IN A 10.10.208.177
571 ;; Query time: 12 msec
572 ;; SERVER: 10.10.208.254#53(10.10.208.254)
573 ;; WHEN: Wed May 6 12:27:08 2009
576 La parte interessante e' ``177.piffa.net. 0 IN A 10.10.208.177`` . Il nome di dominio 177.piffa.net viene risolto sull'ip 10.10.208.177 , nel nostro Apache (che risponde all'ip 10.10.208.177 ) dovra' essere disponibile un virtual host che corrisponde al nome ``177.piffa.net`` .
581 Esempio di Virtual host::
584 ServerName 177.piffa.net
585 DocumentRoot /var/www/177.piffa.net/
586 ServerAdmin webmaster@177.piffa.net
589 1. ``<VirtualHost \*:80 >`` La prima riga indica l'inizio della stanza relativa al nostro virtual host, che ascolotera' su qualunque indirizzo ip (nel caso il server abbia piu' indirizzi dai quali e' raggiungibile) sulla porta ``80``.
590 2. ``Server/name`` precisa quale sara' il nome di dominio a cui verra' associato questo sito rispetto ad altri eventualmenti presenti sullo stesso server web.
591 3. ``DocumentRoot`` : il path della directory che contiene le pagine del sito.
592 4. ``ServerAdmin``: l'indirizzo del webmaster, in modo da poterlo contattare in caso di problemi col sito.
593 5. ``</VirtualHost>``: *tag* di chiusura della stanza di definizione del virtual host.
595 Quelle che abbiamo appena visto sono le direttive essenziali per definire un sito virtuale, potrebbe essere utile aggiungene altre:
597 * ``ErrorLog /var/log/apache2/177.piffa.net/error.log``
598 Log degli errori separato dai restanti siti web ospitati dal server.
601 Livello di importanza degli eventi loggati= warning *attenzione* .
603 * ``CustomLog /var/log/apache2/177.piffa.net/access.log combined``
604 Log di accesso separati dagli altri siti, utile anche qua per statistiche di accesso per il solo sito virtuale.
607 Potrebbe essere utile modificare le impostazioni di una intera directory, ad esempio per abilitare l'``AuthConfig``::
609 <Directory "/var/www/miosito.net/privata">
610 AllowOverride AuthConfig
611 Options ExecCGI Indexes MultiViews FollowSymLinks
616 ``AllowOverride AuthConfig`` ora vale per l'intera directory, come le altre opzioni.
619 ---------------------
621 Tipicamente quando si installa un server web il proprio desiderio e' di dare accesso ai materiali disponibili al maggior numero di visitatori possibile. Talvolta pero' puo essere utile o necessario limitare gli accessi, ad esempio per escludere un *bot* indesiderato che scansiona ininterottamente le nostre pagine o per creare una *Area Riservata* i cui materiali non devono essere disponibile a tutti.
624 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
626 La forma piu' semplice di restrizine degli accessi e' su base degli indirizzi IP dei client: tipicamente i siti web sono settati per dare accesso a chiunque::
630 <Directory "/var/www/177.piffa.net">
636 Potremmo negare l'accesso a uno o piu' indirizzi IP in questo modo::
639 <Directory "/var/www/177.piffa.net">
642 Deny from 192.168.0.1
646 Ora l'IP 192.168.0.1 non potra' piu' accedere ai materiali dell'intero sito virtuale, oppure potremmo lavorare su una sola directory::
648 <Directory "/var/www/miosito.net/limitata">
650 Allow from 192.168.0.0./24
654 In questo modo solo la classe IP ``192.168.0.0/24`` potra' accedere alla directory ``/limitata``
655 Si tenga pero' conto che e' relativamente facile per un malintenzionato cambiare il propio indirizzo ip, oppure collegarsi da un altra zona. Meno facile e' accedere ad una classe privata trovandosi all'esterno di questa, ma e' comunque possibile mandare delle richieste ``GET`` per cercare di mandare in Denial Of Service il webserver.
659 ---------------------
661 A volte conviene negoziare gli accessi ad un area di un sito tramite autenticazione basata sull'accopiata *nome utente / password*. Questo puo' venire utile per creare una area download *intranet*, alla quale possano accedere solo gli utenti previsti a prescindere dagli indirizzi IP dei loro client. Per quanto esistano soluzioni piu' granulari e sofisticate per ottenere questo, *mod-auth* puo'essere sufficente. E mod auth non richiede l'installazione di software aggiuntivi.
664 link: http://www.apacheweek.com/features/userauth
667 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
669 Decidere quale sara' il *path* della cartella da sottoporre ad autentizazione:(e creiamo la cartella):
671 ``mkdir /var/www/177.piffa.net/privata``
673 Creazione del database delle passwords
674 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
676 Un modo semplice per gestire una database di *user-id / passwords* e' utilizzare l'utility ``htpasswd`` di Apache. Questa crea un file in cui un *crypt* delle password viene associato agli utenti.
678 Si dovra' decidere dove tenere questo file, la cosa importante e' che non sia visibile nel sito web: non deve essere scaricabile dai visitatori. Deve essere cioe' all'esterno della *DocumentRoot*: un buon posto potrebbe essere la /home dell'utente.
680 Creiamo (con il *flag* ``-c``) il file ``/home/utente/passwords`` con l'utente ``luca``::
682 htpasswd -c /home/utente/passwords luca
684 ``htpasswd`` ci chedera' la password da associare all'utente ``luca``. Per sucessive modifiche della password o aggiunta di nuovi utenti non sara' necessario usare il flag ``-c``.
686 Configurazione di Apache
687 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
689 Ora possiamo passare alla configurazione vera e propria di Apache, ma con una novita': andremo a inserire la voce in un ``.htaccess`` invece che modificare il file di impostazione del virtual-host.
691 Questo per motivi pratici: solo l'utente *root* puo' modificare l'impostazione del virtual host nel file ``/etc/apache2/sites-enabled/177.piffa.net``, ma spesso il motivo per cui creiamo i virtual hosts e' ospitare i siti di altri utenti, che possono solo pubblicare (generalmente tramite *FTP*) i loro documenti nella loro *DocumentRoot*, senza poter quindi modificare in alcun modo la configurazione del virtual host.
693 Dando agli utenti la possibilita' di modificare (*AllowOverride*) autonomamente alcuni parametri (in questo caso solo l'*AuthConfig*) relativi al funzionamenteo del loro spazio web ci togliera' l'incombenza di dover intervenire suii vari virtual host.
695 Abilitiamo l'AllowOverride nel file di configurazione del virtual host per la sola directory ``privata``::
698 ServerName 177.piffa.net
699 DocumentRoot /var/www/177.piffa.net/
700 ServerAdmin webmaster@177.piffa.net
701 <Directory "/var/www/177.piffa.net/privata">
702 AllowOverride AuthConfig
706 Per rendere il cambiamento effettivo sara' necessario fare un restart / reload di Apache.
708 Ora sara' possibile, anche per l'utente di sistema, creare un fie ``.htaccess`` che sara' onorato da Apache.
710 /var/www/177.piffa.net/privata/.htaccess ::
712 # Questo file viene incluso
713 # nella configurazione del sito web
714 # Messaggio visualizzato al prompt per l'autenticazione
715 AuthName "Area privata soggetta ad autentizazione"
716 # tipo di autenticazione da usarsi
718 # File generato precedentemente con htpasswd
719 AuthUserFile /home/utente/passwords
721 # Negoziazione degli accessi
722 # valid users permette l'accesso agli utenti specificati
723 # nel file generato da htpasswd
726 Si noti che non e' necessario fare ripartire Apache per onorare i cambiamenti (un utente non avrebbe la possibilita' di farlo!).
734 * Proxy: nei settaggi del browser specificare di non utilizzare un server proxy http per il sito web locale (o per gli altri che si stanno monitorando). Se si ha il controllo del proxy server: stopparlo, ricaricare la pagina (operazione che fallira'), far ripartire il proxy, ricaricare la pagina.
736 * Provare con un altro browser, o cercare di svuotare la cache chiudere/riaprire l'applicativo. Provare a fermare Apache, ricaricare la pagina (operazione che fallira'), far ripartire Apache, ricaricare la pagina.
741 Domain Name System (spesso indicato con DNS) e' un servizio utilizzato per la risoluzione di nomi di host in indirizzi IP e viceversa. Il servizio e' realizzato tramite un database distribuito, costituito dai server DNS.
743 Il nome DNS denota anche il protocollo che regola il funzionamento del servizio, i programmi che lo implementano, i server su cui questi girano, l'insieme di questi server che cooperano per fornire il servizio.
745 I nomi DNS, o "nomi di dominio", sono una delle caratteristiche piu' visibili di Internet.
747 C'e' confusione in merito alla definizione dell'acronimo: la S spesso viene interpretata come service, ma la definizione corretta e' system.
749 L'operazione di convertire un nome in un indirizzo e' detta risoluzione DNS, convertire un indirizzo IP in nome e' detto risoluzione inversa.
754 Un nome a dominio e' costituito da una serie di stringhe separate da punti, ad esempio it.wikipedia.org. A differenza degli indirizzi IP, dove la parte piu' importante del numero e' la prima partendo da sinistra, in un nome DNS la parte piu' importante e' la prima partendo da destra. Questa e' detta dominio di primo livello (o TLD, Top Level Domain), per esempio .org o .it.
756 Un dominio di secondo livello consiste in due parti, per esempio wikipedia.org, e cosi' via. Ogni ulteriore elemento specifica un'ulteriore suddivisione. Quando un dominio di secondo livello viene registrato all'assegnatario, questo e' autorizzato a usare i nomi di dominio relativi ai successivi livelli come it.wikipedia.org (dominio di terzo livello) e altri come some.other.stuff.wikipedia.org (dominio di quinto livello) e cosi' via.
760 -----------------------
762 Ad un nome DNS possono corrispondere diversi tipi di informazioni. Per questo motivo, esistono diversi tipi di record DNS. Ogni voce del database DNS deve essere caratterizzata da un tipo. I principali tipi sono:
764 * Record A - Indica la corrispondenza tra un nome ed uno (o piu') indirizzi IP (per la precisione indirizzi IPv4, ovvero la versione attualmente in uso).
765 * Record MX - (Mail eXchange) indica a quali server debba essere inviata la posta elettronica per un certo dominio.
766 * Record CNAME - Sono usati per creare un alias, ovvero per fare in modo che lo stesso calcolatore sia noto con piu' nomi. Uno degli utilizzi di questo tipo di record consiste nell'attribuire ad un host che offre piu' servizi un nome per ciascun servizio. In questo modo, i servizi possono poi essere spostati su altri host senza dover riconfigurare i client, ma modificando solo il DNS.
767 * Record PTR - Il DNS viene utilizzato anche per realizzare la risoluzione inversa, ovvero per far corrispondere ad un indirizzo IP il corrispondente nome a dominio. Per questo si usano i record di tipo "PTR" (e una apposita zona dello spazio dei nomi in-addr.arpa).
768 * Record AAAA - Restituisce un indirizzo IPv6.
769 * Record SRV - Identificano il server per un determinato servizio all'interno di un dominio. Possono essere considerati una generalizzazione dei record MX.
770 * Record TXT - Associano campi di testo arbitrari ad un dominio. Questi campi possono contenere una descrizione informativa oppure essere utilizzati per realizzare servizi.
772 Vi sono anche tipi di record "di servizio", necessari al funzionamento del database distribuito:
773 * Record NS - Utilizzato per indicare quali siano i server DNS autoritativi per un certo dominio, ovvero per delegarne la gestione.
774 * Record SOA - (Start of Authority) usato per la gestione delle zone DNS.
779 I computer vengono identificati in rete grazie agli indirizzi *IP*, questi pero' non sono comodi per gli utenti come riferimento per i vari server. Ad esempio sarebbe scomodoriferirsi al motore di ricerca Goggle con uno dei suoi IP: ``74.125.43.104``, e' preferibile usare il nome di dominio *www.google.com*::
781 ping -c 1 www.google.com
782 PING www.l.google.com (74.125.43.104) 56(84) bytes of data.
784 Risoluzione dei nomi di dominio
785 ----------------------------------
787 Ci sono vari strumenti per interrogare i server DNS e ottenere l'indirizzo IP associato al nome di dominio che ci interessa::
790 www.piffa.net is an alias for piffa.net.
791 piffa.net has address 65.98.21.97
792 piffa.net mail is handled by 10 65.98.21.97
795 $ nslookup www.piffa.net
797 Address: 192.168.0.10#53
799 Non-authoritative answer:
800 www.piffa.net canonical name = piffa.net.
807 ; <<>> DiG 9.6.0-P1 <<>> www.piffa.net
808 ;; global options: +cmd
810 ;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 47751
811 ;; flags: qr rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 2, AUTHORITY: 4, ADDITIONAL: 4
817 www.piffa.net. 3489 IN CNAME piffa.net.
818 piffa.net. 3489 IN A 65.98.21.97
820 ;; AUTHORITY SECTION:
821 piffa.net. 86289 IN NS ns2.mydomain.com.
822 piffa.net. 86289 IN NS ns1.mydomain.com.
823 piffa.net. 86289 IN NS ns4.mydomain.com.
824 piffa.net. 86289 IN NS ns3.mydomain.com.
826 ;; ADDITIONAL SECTION:
827 ns1.mydomain.com. 96208 IN A 64.94.117.193
828 ns2.mydomain.com. 96208 IN A 64.94.31.67
829 ns3.mydomain.com. 96208 IN A 66.150.161.137
830 ns4.mydomain.com. 96208 IN A 63.251.83.74
832 ;; Query time: 1 msec
833 ;; SERVER: 192.168.0.10#53(192.168.0.10)
834 ;; WHEN: Sun May 10 21:23:11 2009
835 ;; MSG SIZE rcvd: 209
837 Lo strumento piu' esaustivo e' ``dig``, installabile con il pacchetto ``dnsutils`` .
842 Vediamo alcune opzioni utili nell'utilizzo di ``dig`` per l'inerrogazione dei DNS Server::
847 ; <<>> DiG 9.6.0-P1 <<>> www.google.it
848 ;; global options: +cmd
850 ;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 18816
851 ;; flags: qr rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 6, AUTHORITY: 7, ADDITIONAL: 0
857 www.google.it. 250683 IN CNAME www.google.com.
858 www.google.com. 334819 IN CNAME www.l.google.com.
859 www.l.google.com. 186 IN A 74.125.43.103
860 www.l.google.com. 186 IN A 74.125.43.104
861 www.l.google.com. 186 IN A 74.125.43.147
862 www.l.google.com. 186 IN A 74.125.43.99
864 ;; AUTHORITY SECTION:
865 l.google.com. 80856 IN NS f.l.google.com.
866 l.google.com. 80856 IN NS d.l.google.com.
867 l.google.com. 80856 IN NS b.l.google.com.
868 l.google.com. 80856 IN NS c.l.google.com.
869 l.google.com. 80856 IN NS a.l.google.com.
870 l.google.com. 80856 IN NS e.l.google.com.
871 l.google.com. 80856 IN NS g.l.google.com.
873 ;; Query time: 1 msec
874 ;; SERVER: 192.168.0.10#53(192.168.0.10)
875 ;; WHEN: Sun May 10 21:34:47 2009
876 ;; MSG SIZE rcvd: 255
879 (semza opzioni o oggetti) Fornisce l'elenco dei *root servers* utilizzati. I root server sono i server che mantengono le informazioni sui domini di primo livello (TLD) e sono quindi il punto di partenza per scorrere nella directory dei DNS per recuperare le informazioni (tipicamente un campo ``A`` per un indirizzo IP) che ci servono per raggiungere un certo servizio.
886 . 192032 IN NS C.ROOT-SERVERS.NET.
887 . 192032 IN NS E.ROOT-SERVERS.NET.
888 . 192032 IN NS B.ROOT-SERVERS.NET.
889 . 192032 IN NS L.ROOT-SERVERS.NET.
890 . 192032 IN NS A.ROOT-SERVERS.NET.
891 . 192032 IN NS F.ROOT-SERVERS.NET.
892 . 192032 IN NS H.ROOT-SERVERS.NET.
893 . 192032 IN NS G.ROOT-SERVERS.NET.
894 . 192032 IN NS K.ROOT-SERVERS.NET.
895 . 192032 IN NS M.ROOT-SERVERS.NET.
896 . 192032 IN NS I.ROOT-SERVERS.NET.
897 . 192032 IN NS J.ROOT-SERVERS.NET.
898 . 192032 IN NS D.ROOT-SERVERS.NET.
907 Dnsmasq puo' svolgere le funzioni di un DNS cache / forwarder e un server DHCP caratterizzato dalla facilita' di configurazione, dalla leggerezza e dalla possibilita' di modificare rapidamente i record DNS serviti alla rete. Puo' essere anche utilizzato come `server per il boot da rete <http://www.debian-administration.org/articles/478>_` .
909 Dnsmasq e' un interessante alternativa all'uso del server DNS Bind in modalita' cache-only (non autoritativo) accompagnato dal server DHCPD. I vantaggi sono:
911 - Leggerezza: puo' essere fatto girare su una macchina relativamente debole in caso di bisogno.
912 - Rapidita' di configurazione (in particolare per servire dei record A / MX alla rete, modificando al volo i valori originali ospitati sul server DNS Publico).
913 - Ben integrato con connssioni PPP (utile se dovete rendere disponibile rapidamente una connessione a internet a una rete in difficolta').
915 Tutto cio' rende Dnsmasq una soluzione valida in particolare quando si deve intervenire in una rete pre-esistente in cui il server principale e' in crisi: si potra' utilizzare Dnsmasq anche su una macchina piu' debole e *mascherare* i servizi al momento non disponibili.
916 Molto utile per scopi didattici, sopratutto per testare server SMTP impostando al volo i campi MX per nomi di dominio fittizi.
921 Samba e' un progetto libero che fornisce servizi di condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS.
923 Samba e' liberamente disponibile, al contrario di altre implementazioni SMB/CIFS, e permette di ottenere interoperabilita' tra Linux, Unix, Mac OS X e Windows.
925 Samba e' un software che puo girare su piattaforme che non siano Microsoft Windows, per esempio, UNIX, Linux, IBM System 390, OpenVMS e altri sistemi operativi. Samba utilizza il protocollo TCP/IP utilizzando i servizi offerti sul server ospite. Quando correttamente configurato, permette di interagire con client o server Microsoft Windows come se fosse un file e print server Microsoft agendo da Primary Domain Controller (PDC) o come Backup Domain Controller, puo' inoltre prendere parte ad un dominio Active Directory.
930 Pacchetti da installare per utilizzare Samba in modalita' client [#]_ ::
934 Pacchetti da installare per utilizzare Samba in modalita' server::
936 samba smbfs smbclient
938 .. [#] Anche se nato per i sistemi Windows, Samba puo' essere usato anche per montare cartelle sotto GNU/Linux come alternativa a NFS. Per la condivisione di stampanti sarebbe invece opportuno intervenire direttamente su ``CUPS``.
940 Durante la prima installazione viene chiesto il nome del gruppo di appartenenza, il default per Windows e' ``WORKGROUP``. In aula usiamo invece ``208`` .
942 Per riconfigurare Samba si usi il comando::
944 dpkg-reconfigure samba-common
946 Passwords e autenticazione
947 ---------------------------
949 Per poter configurare Samba in modo che usi un sistema di negoziazione degli accessi alle cartelle condivise basato su accoppiate *nome utente / password* bisogna distinguere tra 3 livelli di password (e generalmente volete usare *sempre la stessa password* per ognuno di questi) e delle differenze tra le modalita' di *autenticazione* (e quindi anche di criptaggio delle passwords) usate da sistemi GNU/Linux e Windows:
951 1 Sistema \*Unix ( GNU/Linux )
952 E' la password dell'*utente di sistema* che viene usata sul sistema operativo su cui gira il software Samba. E' importante tenere conto anche delle *user-id* e *group-id* degli utenti che dovranno fisicamente scrivere sui file system. Se un utente non puo' scrivere in una certa posizione del file system (ad esempio nella cartella ``/mnt/condivisione`` che sara' stata necessariamente creata inizialmente dall'utente ``root``) per mancanza dei privilegi di scrittura allora neanche Samba potra' farlo nel momento in mette a disposizione la risorsa all'utente. Se si montano file-system dedicati per le condivisioni controllare i permessi e propieta' dei *punti di mount**.
953 Queste passwords sono salvate nel solito file /etc/shadow (richiamato da /etc/passwd).
955 2 Password per l'applicativo Samba
956 Samba deve essere compatibile con Windows e quindi utilizzare un sistema di criptazione delle password diverso da /etc/shadow . Le password per Samba possono essere gestite ad esempio col comando ``smbpasswd`` e vengono generalmente salvate all'interno di ``/var/lib/samba/passdb.tdb`` .
958 3 Password per Windows.
959 Gli utenti Windows effettuano il log-in alla partenza della sessione di Windows. Se si avra' l'accortezza di usare sempre la *stessa password* data precedentemente anche a Windows (o viceversa impostare la password per GNU/Linux / Samba uguale a quella di Windows) l'utente potra' accedere automaticamente alle condivisioni a lui disponibili.
965 Creiamo per primo l'utente sotto GNU/Linux, facendo attenzione a *non dargli una shell di sistema*. Gli utenti Windows che accedono al server solo per le condivisioni non hanno bisogno di poter eseguire comandi sul server!
967 Creazione di un utente denominato sambo::
969 adduser --shell /bin/false sambo
971 Nel file ``/etc/passwd`` avremo qualcosa come::
973 sambo:x:1001:1001:Sambo utente Samba,,,:/home/sambo:/bin/false
976 Aggiunta dell'utente al database delle password per Samba e generazione della sua password::
980 Se successivamente si vorra' modificare la password di un utente gia' esistente si usi::
985 La password sotto Windows verra' modificata sul sistema Windows.
987 Creare la condivisione
988 ------------------------
990 La condivisione altro non e' che una cartella sul server che viene resa disponibile ai client negoziando l'accesso in base a una autenticazione basata su *user-name / password*. E' per altro possibile permettere l'accesso a una risorsa a chiunque indiscriminatamente (a tutti i ``guest``) ma la cosa e' sconsigliabile dal punto di vista della sicurezza. Si decida se la cartella condivisa debba risiedere nella *home* di un utente (nel caso quest'ultimo ne sia l'unico fruitore) o in una cartella in /mnt/ (nel caso piu' utenti accedano a questa). Nel secondo caso si potranno gestire gli accessi sotto GNU/Linux tramite i gruppi.
992 Creazione della risorsa sambo_share nella home dell'utente sambo::
994 # mkdir /home/sambo/sambo_share
995 # chown sambo:sambo /home/sambo/sambo_share/
997 Sicurezza: permessi di esecuzione sul server
998 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
1000 Bisognerebbe notare sul server i permessi di esecuzione del file-system che ospita la cartella da condividere. Se i file che saranno contenuti nella condivisione saranno da usarsi sotto Windows non c'e' motivo che questi siano eseguibili sotto GNU/Linux.
1001 Si potrebbe avere quindi, ipotizzando una condivisione in ``/mnt/share`` che risieda su di un file system dedicato:
1005 /dev/hda10 /mnt/share ext3 rw, **nosuid,noexec** 0 3
1007 Si noti anche l'uso di *nosuid* per evitare la possibilita' di eseguire programmi con credenziali diverse.
1009 Configurazione dell'applicativo Samba vero e proprio.
1010 ------------------------------------------------------
1012 Avendo preparato gli utenti (ancora una volta: non si dia una shell completa a un utente che serve solo per Samba o la posta elettronica) e la cartella sul file system si puo' procedere a configurare la condivisione su Samba.
1015 /etc/samba/smb.conf riga ~235 , Share Definitions (in vim si usi 235gg )::
1018 # Percorso della cartella condivisa
1019 path = /home/sambo/sambo_share
1020 # Se gli utenti possono scrivere / modificare file
1022 # Negoziazione degli accessi su base utenti / passwords
1025 # #######################################
1026 # Altri parametri opzionali di interesse
1027 # Se posso vedere la condivisione da esplora risorse
1028 # anche se non ho i privilegi per accedervi.
1030 # Commento indicativo della risorsa
1031 comment = Condivisione per Sambo
1033 Dopo aver salvato il file si puo' fare un primo controllo tramite l'utility ``testparm`` , che controlla la sintassi del file di configurazione di Samba. Se questo non rileva problemi si puo' procedere a un ``# /etc/init.d/samba restart`` .
1037 --------------------
1039 Come testare il servizio
1043 smbclient -U sambo -L localhost
1045 Questo comando permette di esplorare la risorsa qualificandosi come utente, in questo modo potete testare il corretto funzionamento dell'autenticazione. Si provi inizialmente a sbagliare la password deliberatamente, poi a inserirla correttamente: dovrebbero essere visibili le risorse disponibili al solo utente sambo: la suo /home e la cartella samba_share::
1047 Sharename Type Comment
1048 --------- ---- -------
1049 sambo_share Disk Condivisione per Sambo
1050 print$ Disk Printer Drivers
1051 IPC$ IPC IPC Service (base server)
1052 sambo Disk Home Directories
1054 In particolare l'ultima voce relativa alla home directory dell'utente dovrebbe essere visibile solo agli utenti autenticati.
1056 In alternativa e' possibile montare realmente la condivisone anche su GNU/Linux tramite un client per samba e testarne il corretto funzionamento::
1058 mount -t smbfs //localhost/sambo_share /mnt/sambo_mount/ --verbose -o user=sambo
1063 In Informatica, nell'ambito delle reti di computer, un firewall (termine inglese dal significato originario di parete refrattaria, muro tagliafuoco, muro ignifugo; in italiano anche parafuoco o parafiamma) e' un componente passivo di difesa perimetrale che può anche svolgere funzioni di collegamento tra due o piu' tronconi di rete. Usualmente la rete viene divisa in due sottoreti: una, detta esterna, comprende l'intera Internet mentre l'altra interna, detta LAN (Local Area Network), comprende una sezione piu' o meno grande di un insieme di computer locali. In alcuni casi e' possibile che si crei l'esigenza di creare una terza sottorete detta DMZ (o zona demilitarizzata) atta a contenere quei sistemi che devono essere isolati dalla rete interna ma devono comunque essere protetti dal firewall.
1065 Una prima definizione chiusa di firewall è la seguente:
1067 Apparato di rete hardware o software che filtra tutti i pacchetti entranti ed uscenti, da e verso una rete o un computer, applicando regole che contribuiscono alla sicurezza della stessa.
1069 In realtà un firewall può essere realizzato con un normale computer (con almeno due schede di rete e software apposito), può essere una funzione inclusa in un router o può essere un apparato specializzato. Esistono inoltre i cosiddetti "firewall personali", che sono programmi installati sui normali calcolatori, che filtrano solamente i pacchetti che entrano ed escono da quel calcolatore; in tal caso viene utilizzata una sola scheda di rete.
1071 La funzionalità principale in sostanza è quella di creare un filtro sulle connessioni entranti ed uscenti, in questo modo il dispositivo innalza il livello di sicurezza della rete e permette sia agli utenti interni che a quelli esterni di operare nel massimo della sicurezza. Il firewall agisce sui pacchetti in transito da e per la zona interna potendo eseguire su di essi operazioni di:
1076 Questo grazie alla sua capacità di "aprire" il pacchetto IP per leggere le informazioni presenti sul suo header, e in alcuni casi anche di effettuare verifiche sul contenuto del pacchetto.
1081 * http://openskill.info/topic.php?ID=124
1082 * http://iptables-tutorial.frozentux.net/iptables-tutorial.html
1087 Link: http://iptables-tutorial.frozentux.net/iptables-tutorial.html#IPFILTERING
1089 Natura di un firewall ip: su cosa lavora (livello 2 e un po' del 3) e su cosa *non* lavora (livello 4).
1090 Netfilter lavora anche su parti del livello 3 (TCP, UDP, etc) e del livello 1 (MAC source address). Iptables comunque permette di fare il *connection-tracking*, mediante il quale possiamo implementare il Network Address Translation.
1092 Netfilter non ricostruisce il flusso di dati tra pacchetti, non puo' quindi rilevare la presenza di virus o simili che si trasmettono su pacchetti separati: ricomporre, analizzare e tornare a scomporre i frammenti rtichiederebbe troppa RAM e risorse di sistema, con il conseguente rischio di saturare il firewall fino all'abbandono dei nuovi pacchetti in transito.
1093 Ci sono altri software piu' adatti a questi compiti, ad esempio un proxy HTTP come Squid che e' appunto una applicazione di quarto livello, progettata e strutturata per analizzare e modificare i flussi di dati (il *contenuto* dei pacchetti, non le sole *inestazioni*) facendo abbondate uso delle risorse RAM e di calcolo del sistema. Non a caso su macchine embedded dalle prestazioni molto ridotte (CPU ARM ~250Mhz con ~30MB di RAM) Squid sfrutta al massimo le risorse di sistema per gestire il traffico di una rete 10/100, mentre il lavoro tipico svolto da netfilter e' quasi irrilevante.
1095 Progettazione di un firewall
1096 -----------------------------
1098 Per implementare un firewall bisogna decidere un aio di cose: la collocazione e l'approccio (inclusivo o esclusivo) al filtraggio, il tipo di hardware.
1103 DMZ e MZ, internet, intranet, extranet. Frammentazione della rete, decidere se diversi reparti di una azienda si possano vedere tra loro e in che misura.
1108 2. tra router e servers / LAN
1109 3. Unico server / router / firewall e connessi rischi. considerare l'acquisto di un router hardware dedicato.
1112 Implementare piu' device / software sui diversi livelli: http://iptables-tutorial.frozentux.net/iptables-tutorial.html#HOWTOPLANANIPFILTER
1118 Drop o Accept: conseguenze per sicurezza, facilita' di gestione.
1124 Sostanzialmente potremmo distinquere due tipologie di hardware:
1126 Network appliance dedicata::
1127 Un dispositivo hardware dedicato alla funzione di Firewall, ad es un Cisco / Fortigate.
1128 Si noti che molti firewall economici altro non sono che Linux box molto striminzite.
1130 Server / Personal computer:
1131 Un server sul quale viene fatto girare Netfilter ad uso del server stesso e della rete connessa.
1133 Vantaggi e svantaggi: consumo elettrico, efficenza, flessibilita', strumenti di gestione, sicurezza, OpenBSD.
1135 Percorso dei pacchetti tra tabelle e catene
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1138 link: http://iptables-tutorial.frozentux.net/iptables-tutorial.html#TRAVERSINGOFTABLES
1144 Tabelle, catene, regole
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1147 Iptables lavora su 3 tabelle (tables) di default:
1149 * filter - Regola il firewalling: quali pacchetti accettare, quali bloccare
1151 * nat - Regola le attività di natting
1153 * mangle - Interviene sulla alterazione dei pacchetti.
1155 Ogni tabella ha delle catene (chains) predefinite (INPUT, OUTPUT, FORWARD ... ) a cui possono essere aggiunte catene custom.
1156 Ogni catena è composta da un elenco di regole (rules) che identificano pacchetti di rete secono criteri diversi (es: -p tcp --dport 80 -d 10.0.0.45)
1157 Ogni regola termina con una indicazione (target) su cosa fare dei pacchetti identificati dalla regola stessa (es: -j ACCEPT, -j DROP ...)
1162 I Match di una regola (rule) servono a testare un pacchetto per valutare se corrisponda a certe caratteriscttiche. I match di possono servire a controllare se un pacchetto e' destinato a una porta particolare o utilizza un protocollo particolare.
1167 Protocollo IP. Secondo IP number o nome (es: tcp, udp, gre, ah...)
1169 -s [!] address[/mask]
1170 Indirizzo IP sorgente (o network con maschera di sottorete)
1172 -d [!] address[/mask]
1173 Indirizzo IP destinazione (o network)
1176 Interfaccia di rete di entrata ([+] wildcard)
1179 Interfaccia di rete di uscita ([+] wildcard)
1182 Frammento di pacchetto
1187 Se un pacchetto soddisfa le condizioni del Match *salta* (jump) su uno dei target possibili, in caso contrario continua il suo percorso tra regole catene e tabelle.
1192 Il pachetto matchato viene accettato e procede verso la sua destinazione. Si usa per definire il traffico permesso.
1195 Il pacchetto viene rifiutato e scartato, senza alcuna notifica al mittente. Si usa, in alternativa a REJECT, per bloccare traffico.
1198 Il pacchetto viene rifiutato. Al mittente viene mandato un pacchetto (configurabile) di notifica tipo ICMP port-unreachable (--reject-with icmp-port-unreachable)
1201 Il pacchetto viene loggato via syslog e procede l'attraversamento della catena. Opzioni: (--log-level, --log-prefix, --log-tcp-sequence, --log-tcp-options, --log-ip-options)
1204 Viene modificato l'IP di destinazione del pacchetto. Target disponibile solo in nat / PREROUTING e nat / OUTPUT. L'opzione --to-destination IP:porta definisce il nuovo IP di destinazione. Si usa tipicamente su network firewall che nattano server di una DMZ
1207 Viene modificato l'IP sorgente. Solo in nat / POSTROUTING. Prevede l'opzione --to-source IP:porta. Si usa per permettere l'accesso a Internet da una rete locale con IP privati.
1210 Simile a SNAT, si applica quando i pacchetti escono da interfacce con IP dinamico (dialup, adsl, dhcp...). Si usa solo in nat / POSTROUTING e prevede l'opzione --to-ports porte.
1213 Redirige il pacchetto ad una porta locale. Usabile solo in nat / PREROUTING e nat / OUTPUT è previsto per fare un transparent proxy (con proxy server in esecuzione sulla macchina con iptables)
1216 Interrompe l'attraversamento della catena. Se questa è una secondaria, il pacchetto torna ad attraversare la catena madre da punto in cui aveva fatto il salto nella secondaria. Se il RETURN è in una delle catene di default, il pacchetto interrompe l'attraversamento e segue la policy di default.
1219 Usabile solo nella tabella mangle, permette di cambiare il TOS (Type Of Service) di un pacchetto con l'opzione --set-tos. Per un elenco dei parametri disponibili: iptables -j TOS -h
1222 Curioso e sperimentale, questo target invia un pacchetto speculare al mittente. In pratica è come se facesse da specchio per tutti i pacchetti ricevuti. Da usare con cautela, per evitare attacchi DOS indiretti.
1228 E' quella implicita e predefinita (-t filter)
1229 Riguarda le attività di filtraggio del traffico.
1230 Ha 3 catene di default:
1231 INPUT - Riguarda tutti i pacchetti destinati al sistema. In entrata da ogni interfaccia.
1232 OUTPUT - Riguarda i pacchetti che sono originati dal sistema e destinati ad uscire.
1233 FORWARD - Riguarda i pacchetti che attraversano il sistema, con IP sorgente e destinazione esterni.
1235 Esempio per permettere accesso alla porta 80 locale:
1236 iptables -t filter -I INPUT -p tcp --dport 80 -j ACCEPT
1237 Analoga a: iptables -I INPUT -p tcp --dport 80 -j ACCEPT
1239 Esempio per permettere ad un pacchetto con IP sorgente 10.0.0.4 di raggiungere il server 192.168.0.1 attraversando il firewall:
1240 iptables -I FORWARD -s 10.0.0.4 -d 192.168.0.1 -j ACCEPT
1242 Flush automatico per macchine remote
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1245 Se state provando una configurazione del firewall per una macchina remota e' buona norma per evitare brutte figure attivare uno script che faccia il *flush* delle regole dopo qualche minuto. Potreste infatti inavvertitamente impostare una regola che vi impedisca di raggiungere la macchina remota, cosi' da non poter neanche eliminare quella regola e ripristinare la situazioe precedente.
1247 *Veramnete*, prima di lavorare sul firewall di una macchina remota inpostate almeno un ``at now +5 min`` o con un'oretta di margine per fare il *flush* delle regole (su tutte le tabelle)::
1250 at> /sbin/iptables -F
1255 Gestione regole (rules)
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1258 Il comando iptables viene usato per ogni attività di gestione e configurazione.
1262 iptables -A CATENA ...
1263 Aggiunge una regola alla fine della catena indicata
1265 iptables -I CATENA [#] ...
1266 Inserisce alla riga # (default 1) una regola nella catena indicata
1269 Crea una nuova catena custom
1271 iptables -P CATENA TARGET
1272 Imposta il target di default per la catena indicata
1274 Rimozione regole e azzeramenti:
1276 iptables -F [catena]
1277 Ripulisce tutte le catene (o quella indicata)
1279 iptables -X [catena]
1280 Ripulisce tutte le catene custom (o quella indicata)
1282 iptables -Z [catena]
1283 Azzera i contatori sulle catene
1285 iptables -D catena #
1286 Cancella la regola numero # dalla catena indicata
1291 Elenca le regole esistenti
1294 Elenca, senza risolvere gli host, in modo verboso le regole esistenti
1303 * controllare apache
1306 sintassi: in ``monospace`` :